12 settembre 2010

Pier Lugi Bersani. Il discorso di Torino.

Anche ad Adro (BS) si "fa scuola"?

Ebbene si cari concittadini, siamo stati emulati: anche ad Adro “fanno scuola”.

Adro è il comune leghista in provincia di Brescia che recentemente è passato alle cronache perché escludeva dai pasti i bambini, figli di stranieri immigrati, che non pagavano la retta della mensa. E’ stata inaugurata anche lì una nuova scuola. Una scuola, però, pubblica, ma anche padana-leghista. Il simbolo del sole delle Alpi, infatti, è ridicolmente presente ovunque. Sugli zerbini, sulle vetrate, sui posacenere, sui cestini, sui banchi, finanche sul tetto. Il colore dominante ovviamente il verde.

Per la soluzione del problema dei pasti dei bambini non pagati dalle famiglie straniere è stato sufficiente l’intervento provvidenziale di un benefattore indignato (dichiarato elettore del fu partito dell'Amore). Per la nuova “scuola di verde leghista vestita”, invece, temo che sarà, ahinoi, un po’ più complicato. L'intelligenza politica, l'educazione civica, il rispetto di una nazione, sono tutte qualità che non hanno prezzo e non si possono pagare!

Possiamo solo auspicare che almeno il loro sia un edificio di classe A, anche se in questo caso, possiamo essere certi, non significa essere… i primi della classe.

pubblicato da Virus.

Il libro del mese

Scalfarotto Ivan, Mangiaterra Sandro, 2010, Piemme

I diritti negati sono uno dei nodi cruciali su cui si gioca il futuro di un Paese. Per questo l'Unione europea ha approvato norme all'avanguardia contro l'omofobia e le discriminazioni, e quasi ovunque in Occidente sono state varate leggi sui diritti delle nuove famiglie. In Italia no. In Italia il pregiudizio si mescola con la legge. Si è parlato di Pacs, Dico, Cus, ma l'Italia continua a non approvare una normativa sulle coppie di fatto. Un milione di famiglie "non coniugali", etero e omosessuali, rimangono senza tutela. Costrette a fare i conti con mille difficoltà quotidiane, grandi e piccole: l'impossibilità di amarsi e mettere su casa insieme, di assistere la persona più cara se si ammala, di raccoglierne l'eredità quando muore. Non accade in nessun Paese civile. Ma attenzione: è vietato chiamarsi fuori, indipendentemente dal proprio status e dalle proprie convinzioni ideologiche o religiose. Perché è miope, ancor prima che ingiusto, rendere milioni di persone figli di un dio minore, cittadini di serie B, con minori diritti e minori doveri. "In nessun Paese" racconta decine di storie - a partire da quella dell'autore - di persone in lotta per l'affermazione della propria identità e dei propri diritti. Innanzitutto il primo, il più importante: il diritto all'amore.