17 novembre 2010

Come in un film di Fort Apaches.

Prendere tempo per fare campagna acquisti e rendere più difficoltosa la possibilità di una sua clamorosa estromissione da un Governo di responsabilità nazionale necessario per aprire una fase nuova che si occupi concretamente delle emergenze per rilanciare il Paese .
Prendere tempo per arrivare nelle migliori condizioni possibili al confronto decisivo. Questa è l’unica strategia che ha in testa il generale B. sostenuto dai suoi fedelissimi.
In caso di sconfitta solo alla Camera pretendere subito le elezioni, con il "sergente" Maroni nella stanza dei bottoni del Ministero dell’Interno, e tassativamente con questa legge elettorale, in modo da poter di nuovo nominare e tenere ancora in pugno tutti i suoi parlamentari.

Intanto il Paese può attendere.
L’ "onore" e la "gloria" personale prima di tutto e di tutti.

E questo sarebbe il grande Statista meglio di De Gasperi?
Piuttosto: il cinico e testardo colonnello Thursday; quello del film di Fort Apaches.
Altro che comiche finali!




Malati di SLA in presidio da Tremonti.



Malati su una sedie a rotelle, altri su un lettino, davanti alla sede del Ministero dell'Economia, in attesa di essere ricevuti da Giulio Tremonti; alcuni attaccati a due tubi: uno per respirare, l'altro per alimentarsi. Non è un bel vedere per un paese civile, o che tale si ritiene. Sono accompagnati dai parenti, per partecipare a un presidio permanente nel quale chiedono che sia loro concesso ci che è stato promesso, anche dal sottosegretario Gianni Letta, nell'incontro che ha avuto con loro lo scorso 21 giugno.
Sono i malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla) e chiedono l'applicazione dei "livelli essenziali di assistenza" (Lea), cioè un insieme di prestazioni minime che prevedono l'intervento domiciliare di personale specializzato in grado di sollevare i famigliari dei malati da compiti che non sempre sono in grado di svolgere e che non permettono loro di condurre una vita normale, continuando per esempio ad avere un lavoro.

PIAZZA DELLA LOGGIA: NESSUN COLPEVOLE.

Un'altra strage impunita. Il 28/05/1974 a Brescia in Piazza della Loggia morirono 8 persone, oltre cento furono ferite. Il processo non individua nessun colpevole.

IL sindaco di Brescia Adriano Paroli.”Provo un sentimento di impotenza perché la città voleva due cose: verità e giustizia, ma non siamo riusciti a raggiungerle. La città continuerà comunque a cercare verità e giustizia”.

Manlio Milani presidente dell’associazione familiari delle vittime subito dopo la lettura della sentenza:” L’unica cosa a cui penso in questo momento sono quegli otto morti. In questo processo le cose che mi hanno colpito sono state le reticenze e le falsità che hanno raccontato. Stiamo ancora combattendo con un Parlamento che ti dice che sull’applicazione della legge sul segreto di stato, a quattro anni dalla sua approvazione non ci sono ancora i regolamenti applicativi. Non c’è volontà di affrontare quegli anni”.