13 dicembre 2010

Liberiamo l'Italia. Video By Tony Capitanio.

Riceviamo e pubblichiamo con piacere il video realizzato dall'amico Tony Capitanio del Circolo Pd di Bernareggio che documenta la manifestazione Roma del 11/12/2010.


Ecco il questionario!!!....Ma il giallo continua? By Virus.

Oggi finalmente anch'io ho ricevuto il questionario delle mistereriose scatole che vi ho segnalato circa una decina di gironi fa. Non so chi me lo abbia consegnato, ma non è importante. L'ho travato questa sera nella buca delle lettere.
Per mantenere la parola data, e per vostra conoscenza, ne pubblico sotto una copia. Invito ad esprimere conmenti.

Sono molto preoccupato. La questione si complica non poco, ed è più seria del previsto.
Ho subito chiesto consulenza al mio fedele amico IL BRILLO PARLANTE (parente povero e lontano del più blasonato e conosciuto Sulbiatese GRILLO, autore di quadernetti che in un recente passato in paese hanno fatto molto parlare di se).

Il mio amico, il Brillo Parlante, nei rari momenti di lucidità è un acuto osservatore. Anche se il suo aspetto, a prima vista (vedi disegno) non sempre ispira fiducia, vi assicuro che le sue intuizioni raramente hanno mancato il bersaglio.

Di seguito, dopo un attenta analisi del documento ecco cosa il Brillo ha evidenziato e consigliato:

- L'"arma del delitto" è molto raffinata.
- Il foglio questionario, come avviene per le migliori bottiglie di vino, è mumerato.
- A prima vista sembrerebbe un documento autorizzato da tutti i comitati di quantiere, quindi istituzionalmente riconosciuto. Ma ahimè non è così.
- In realtà ringraziano della collaborazione solo in due, che così facendo, implicitamente si firmano e riconoscono la paternità dell'iniziativa.
- L'ipotesi però sembra smentita dalla foto che invece rappresenta solo la Chiesa di Brenatana e infatti la descrizione inserita cita esclusivamente l'omonimo comitato di quartiere.
- Domanda: chi è esattamente il responsabile di questa operazione? Purtroppo non è
chiaro. E' solo un caso, o questa confusione di identità dell'autore è scelta consapevole per accreditare maggior autorevolezza al documento?
- Il questionario, di fatto, è stato distribuito in tutto il paese.
- Offre solo tre possibili risposte, escludendone molte altre.
- Non prevede, purtroppo, nonostante la popolarità, la parteciapzione di fumetti e di cartoni animati vari. Forse sono stati esclusi per non irritare troppo la sensibilità del Sindaco Stucchi.
-infine: ...sarà...un buon questionario?

La questione, scherzi a parte, è più complicata del previsto e visto che non ti riguarda, caro Virus, ti consiglio di lasciar perdere.

Tuo amico il Brillo Parlante.


Accetto i consigli del Brillo Parlante. I miei interventi su questo tema terminano qui.
I possibili sviluppi superano le mie possibilità.
Meglio siano altri più autorevoli di me dire l'ultima parola.
I Carotoni animati, si sa, non si devono mai prendre sul serio!

By Virus.






precedente post correlato.
leggi anche: Questionario senso unico: intervento della Giunta.

Sulbiate 12/12. Con Sulbiate che vuole resistere ai disegni di PEDEMONTANA.


Alla manifestazione pensata e voluta dal Comitato di cittadini Osservatorio Ambientale Pedemotana di Sulbiate domenica 12/12 - "NO A QUESTA PEDEMONTANA. SI! ALLA GALLERIA"- hanno partecipato molti sulbiatesi.

Presenti al presidio che si è svolto in via XXV Aprile (lo storico ingresso sud del nostro paese che sarà cancellato da Pedemontana e dalla ferrovia) anche diversi rappresentanti delle istituzioni.
Si è protestato contro l'inganno che sta subendo il paese e i suoi cittadini. L'Amministrazione locale aveva discusso e dato il benestare al progetto che prevedeva l'interramento nell'area prospiciente il paese a tutela del paesaggio e della viabilità. Nel 2009 il Cipe approvava il progetto definitivo, che cancellava la galleria di Sulbiate, e prevedeva il passaggio scoperto delle infrastrutture.

Il presidio è stato un importante occasione per informare ed avere tra i cittadini una maggiore consapevolezza del problema, grazie ai documenti e alle mappe presentate dell'Osservatorio.


Uno dei commenti più sconfortanti verteva sul comportamento ambiguo delle istituzioni per aver cambiato le regole a partita terminata.


Il Sindaco Maurizio Stucchi presente insieme alla giunta e a molti dei suoi consiglieri è intervenuto riprendendo tutta la cronistroria della vicenda, evidenziando come le istituzioni siano state sorde alle osservazioni del territorio. Per protestare si è poi fatto fotografare vestito da Fantasma con la fascia tricolore. Infatti il titolo volutamente ironico della manifestazione, scelto dal comitato era il seguente: "Il fantasma del Castello non è un cocchiere ma una galleria". Vedi locandina.

Il Sindaco di Bellusco Roberto Invernizzi ha insistito sulla necessità che le amministrazioni locali si presentino coese nei confronti delle autorità di riferimento, cosa che purtroppo non sempre è avvenuta.

Del Partito democratico sono intervenuti:
La senatrice
Emanuela Baio che ha posto attenzione sulla necessità di trovare una forma di protesta congrua al comportamento incoerente delle istituzioni.
Il Consigliere Regionale
Enrico Branbilla che ha espresso l'opinione di coinvolgere sulla questione direttamente il Governatore Formigoni.
Il Consigliere Provinciale
Vittorio Pozzati ha sottolineato l'importanza di vigilare durante la costruzione in modo che tutto sia realizzato nel rispetto degli accordi, ed inoltre ha posto l'accento sul pericolo che Pedemontana diventi un'ulteriore occasione di speculazione.

Altre personalità politiche presenti: il consigliere provinciale PD
Nadio Limonta, il presidente del parco del Molgora Valsecchi, il Vice Sindaco Andrea Cavenaghi di Sulbiate Lista civica SI.

Se uno degli obiettivi della manifestazione era rompere il silenzio che aleggia su questa vicenda, in considerazione delle attenzioni ricevute dalla stampa locale, sembrerebbe essere stato raggiunto.
Attendiamo di conoscere cosa e quanto sarà evidenziato dai giornali.

Ha sorpreso, invece, non poco, la
clamorosa assenza di altre forze politiche (i veri fantasmi dell'evento) che a parole si dicono palidine del territorio e degli interessi locali ma nei fatti sono sempre assenti a questi appuntamenti.
Forze politiche che hanno la maggioranza sia in Provincia che in Regione.

Auspichiamo che questa prima pubblica manifestazione di dissenso, organizzata dall' Osservatorio Ambientale possa continuare ed estendersi a tutto il Vimercatese, o almeno in particolare ai comuni vicini di Bellusco, Mezzago, Sulbiate, per cercare di coodinare possibili azioni comuni, che abbiano quale condiviso obiettivo la tutela e la conservazione del nostro territorio.

Sono Amministrazioni che hanno un evidente problema comune: si chiama Pedomontana. Non è poco per lavorare seriamente insieme.

Azioni isolate, non sono efficaci.

Sarebbe molto utile che una delle tre Amministazioni diventasse promotricie di questa iniziativa aprendo un "tavolo" staordinario, una sorta di "conferenza" locale d'emergenza dei Sindaci, "vittime" degli infausti disegni di PEDEMOTANA.

Attendiamo, con speranza, di conoscere gli sviluppi.

Maurizio Sarchielli.

La nota del mattino del 13/12/2010

1. OGGI BERLUSCONI SI E’ TRAVESTITO DA STATISTA. DOMANI IL VOTO. MA LA MAGGIORANZA E IL GOVERNO DI CENTRODESTRA SONO MORTI.
Dopo esser diventato il principale fattore di destabilizzazione del paese e la causa principale del disdoro dell’Italia nel mondo, questa mattina Silvio Berlusconi, con l’ennesimo travestimento della sua vita, si è presentato al Senato della Repubblica come se fosse il più grande statista della storia. Si è trincerato dietro la tempesta finanziaria internazionale, dicendo che la crisi politica sarebbe un pericolo per il paese. In realtà, come ha più volte spiegato il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, l’incapacità del governo e della maggioranza di centrodestra di affrontare i problemi veri degli italiani è diventata la vera zavorra per l’Italia. Non solo. Berlusconi ha anche ripetuto questa mattina la litania delle cose fatte, solo perché annunciate, ma che nel paese non si sono mai viste. Negando invece i tanti risvolti negativi delle decisioni prese.
Domani Camera e Senato voteranno. Per qualche altra ora si alterneranno di fronte agli italiani tutti i leader dei partiti. Ma una cosa è certa. Comunque vada a finire, il governo e la maggioranza di centrodestra, che appena due anni fa hanno stravinto, sono morti. E sono morti non per le stravaganze del premier, che pure hanno fatto e fanno vergognare l’Italia di fronte al mondo, ma perché non sono stati in gradi di affrontare i problemi gravi (e nei mesi che verranno purtroppo i cittadini se ne accorgeranno a proprie spese) che il paese sta vivendo.
Per il Partito Democratico il voto di domani sarà un passaggio importantissimo, anche se non risolutivo in assoluto di tutti i problemi. Il Pd da mesi tiene la barra ferma della propria rotta e lavora per il superamento di questa maggioranza e di questo governo favorendo con la propria attività anche il disimpegno di pezzi del centrodestra. Ha detto ieri il segretario, Pier Luigi Bersani (Il Corriere della Sera): “La soluzione della crisi dell`attuale maggioranza non può essere ricercata «nel perimetro scompaginato del centrodestra». «Le dichiarazioni di Gianfranco Fini - ha detto il segretario dei Pd - dimostrano che la stagione disastrosa del governo Berlusconi è oramai praticamente esaurita». «È evidente che la soluzione non c`è – ha proseguito Bersani - Testimonia ancora una volta che così non si può andare avanti, che la soluzione non c`è, né nel perimetro scompaginato del centrodestra, né in nuove improbabili elezioni». Ed ha aggiunto: «L`una strada possibile è quella indicata sabato da piazza San Giovanni: da domani bisogna fare un primo passo verso una situazione nuova che ci lasci finalmente alle spalle una stagione disastrosa e ormai palesemente esaurita».
Primo passo, dunque. Perché quindi anni di egemonia berlusconiana non si cancellano in un giorno. Governo di transizione per riformare la legge elettorale e affrontare alcuni provvedimenti necessari, per dare lavoro ai giovani e ridare fiato a famiglie e imprese.
In ogni caso non sarà un passaggio breve, né facile. Federico Geremicca, su La Stampa, parla delle difficoltà di trovare un accordo sulla riforma della legge elettorale tra Pd, Udc, Fli anche per l’opposizione di Nichi Vendola.

2. NEL SILENZIO E CON L’AVALLO DEL GOVERNO, QUESTA SETTIMANA A TORINO SI DECIDE SE DEVONO ESISTERE ANCORA CONTRATTI NAZIONALI DI LAVORO. MARCHIONNE GUIDA L’ASSALTO DEI FALCHI.
Settimana decisiva non solo per il governo, ma anche per l’assetto complessivo delle cosiddette relazioni industriali. In pratica, dall’esito della trattativa con la Fiat dipenderà per larga parte l’esistenza o meno in vita dei contratti nazionali di lavoro che regolano diritti e doveri dei lavoratori dipendenti, ma anche il ruolo e la capacità di sindacati e Confindustria. Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, ha chiesto di derogare in tutto e per tutto dal contratto nazionale dei metalmeccanici. E questa volta non solo a Pomigliano, ma a Mirafiori, nel cuore del Nord. E di fronte alle difficoltà frapposte anche dalla Confindustria ha annunciato che potrebbe uscire dalla confederazione che rappresenta gli imprenditori.
Non è dunque una trattativa come le altre. Emma Marcegaglia, presidente della Confindustria, si è trovata messa sotto pressione da Marchionne. I sindacati che avevano firmato gli accordi di Pomigliano, lasciando sola la Fiom si sono trovati spiazzati.
E il governo? Giustifica la Fiat, perché una multinazionale non può sottostare alle regole. La Stampa (quotidiano interamente controllato dalla famiglia Agnelli): “Nuovo appuntamento oggi per i sindacati dell`auto: Fiom, Fini e Uilm tornano allo stesso tavolo dopo molto tempo, cercando un`intesa con la Fiat. L`obiettivo è chiudere entro Natale per dare il via al rilancio di Mirafiori, la fabbrica simbolo dell`auto italiana. Fiat ha messo sul piatto un miliardo di investimenti, ma vuole garanzie: una volta fatto l`accordo bisogna procedere. «Non abbiamo molto tempo», ha spiegato l`ad Sergio Marchionne. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi spera in un`intesa «collettiva senza pregiudizi antichi o ideologismi nuovi. L`investimento è decisivo per l`economia del territorio e per il radicamento di Fiat-Chrysler in Italia. Penso che le parti siano in grado di definire regole utili per stabilire una remunerazione giusta e le tutele necessarie rimuovendo le forme di assenteismo anomalo». Sulla linea del ministro si sono espresse ieri diverse voci. Il senatore Pdl Giampiero Cantoni, presidente della commissione Difesa, è convinto che Marchionne non chieda nulla di strano. «Sta tracciando un modello di relazioni industriali determinato dalla competitività del mercato globale», ha commentato. Stefano Liebman, ordinario di diritto del lavoro alla Bocconi, è convinto che sia un momento decisivo. «Marchionne - dice – sta giocando una partita per la sua azienda. Ma trattandosi di una multinazionale che si muove su un piano globale, ciò che si stabilirà per Fiat avrà un`influenza sul Paese». Va oltre il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, sostenitore della produttività a partire dalla pubblica amministrazione. «Logico che Fiat chieda un contratto ad hoc. Si muove su un piano internazionale, compete con sistemi che hanno regole diverse. Le sue esigenze di produzione sono diverse da quelle del resto del Paese».
Significativa l’intervista di Bonanni, segretario della Cisl, e sostenitore dell’accordo di Pomigliano anche in contrasto con la Cgil (Il Corriere della Sera): “«Loro sanno perfettamente che per noi le regole contrattuali significano avere un luogo nazionale che protegga il salario dall`inflazione, previdenza integrativa e tutte le regole di protezione generali alle quali non rinunceremo mai. Non so dove voglia arrivare Marchionne ma questo è quello che gli voglio dire: qualsiasi soluzione, anche la più flessibile, deve stare dentro gli accordi interconfederali.
Certo bisogna vedere cosa hanno, pattuito Marchionne e Marcegaglia, quando lo sapremo si potrà giudicare».
Peccato che nessun giornale abbia ricordato che anche la Volkswagen è una multinazionale, anzi una multinazionale che vende molto di più della Fiat. E che a nessun dirigente della VW sia venuto in mente di non trattare con i rappresentanti delle maestranze. Per memoria: la Fiat è azionista di peso direttamente de La Stampa, de Il Corriere della Sera, de Il Sole 24 Ore (attraverso la Confindustria).

3. GRANDI BANCHE DEL MONDO: L’ALLEANZA SEGRETA.
Alcuni quotidiani italiani riportano questa mattina un’inchiesta del New York Times. Federico Rampini, La Repubblica: “Di nuovo loro: i Padroni dell`Universo. Stessi nomi, stessi vizi, una storia che sembra condannata a ripetersi e col finale che rischia di essere già scritto: l`impunità. Stavolta è l`intero mondo dei titoli derivati-finanza "tossica" che ebbe un ruolo cruciale nella crisi del 2008 - l`oggetto delle loro congiure. Una vera e propria "cupola" di grandi banchieri esercita un potere esclusivo di controllo su questo mercato. Fuori da ogni trasparenza, e al riparo da ogni concorrenza. «Il terzo mercoledì di ogni mese rivela il New York Times - nove membri di una élite di Wall Street si riuniscono a Midtown Manhattan. I dettagli delle loro riunioni sono coperti dal segreto. Rappresentano Goldman Sachs, Morgan Stanley, JPMorgan, Citigroup, Bank of America, Deutsche Bank, Barclays, Ubs, Credit Suisse». Ufficialmente, i nove banchieri di questo potentissimo comitato d`affari hanno il compito di «salvaguardare la stabilità e l`integrità» su un mercato che muove ogni giorno migliaia di miliardi di dollari. Di fatto, il club dei nove «protegge gli interessi delle grandi banche che ne fanno parte, perpetua il loro dominio, contrasta ogni sforzo per rendere trasparenti i prezzi e le commissioni». La denuncia raccolta dal New York Times viene dal massimo organo di vigilanza. La fonte più autorevole all`origine dell`inchiesta è Gary Gensler, capo della Commodity Futures Trading Commission. L’uomo a cui Barack Obama ha affidato il compito di fare pulizia in un mercato altamente speculativo. Ma Gensler è costretto ad ammettere la sua impotenza. «Il costo di quelle pratiche lo paga tutto il resto dell`economia, lo pagano tutti gli americani», lamenta Gensler. E naturalmente anche gli europei, visto che Wall Street è il centro della finanza globale”.

4. I DANNI DEL CENTRODESTRA PESERANNO SUL FUTURO DEGLI ITALIANI.
Su La Republica oggi l’economista Tito Boeri spiega come i tagli all’istruzione si ripercuoteranno domani sui lavoratori. “In tutti i paesi avanzati è stato il lavoro poco qualificato a pagare il conto più salato nella Grande Recessione. Negli Stati Uniti un quarto dei lavoratori con meno di 12 anni di istruzione ha perso il lavoro tra il 2007 e il 2009. A chi aveva studiato anche solo quattro anni in più è andata molto meglio: "solo" uno su dieci ha vissuto il trauma della perdita del lavoro. Nell`area dell`euro il tasso di disoccupazione tra chi ha al massimo completato la scuola dell`obbligo è aumentato di più di quattro punti percentuali in due anni. Quello dei laureati è rimasto quasi invariato. Oggi la probabilità di essere disoccupato tra chi ha una laurea è un terzo di quella di chi ha solo un diploma di scuola secondaria inferiore. Prima della crisi il rapporto era di uno a due. Le cose in Italia non sono molto diverse: l`unica differenza è che da noi molte persone con basso livello di istruzione rimangono ai margini del mercato del lavoro. I divari nei
tassi di occupazione tra laureati e diplomati sono attorno al quaranta per cento, come negli altri paesi, e sono cresciuti durante la recessione. L`istruzione è diventata ancora più di prima la migliore assicurazione sociale di cui un giovane oggi può dotarsi per evitare un futuro difficile, fatto di disoccupazione e bassi salari. I lavoratori poco qualificati dei paesi avanzati sono sempre più l`anello debole della crescita mondiale, schiacciati fra i lavoratori poco istruiti dei paesi emergenti e i lavoratori qualificati dei paesi avanzati. Nel Nord del mondo le imprese che, al di fuori dei servizi, sono cresciute di più sono quelle con un`elevata proporzione di lavoratori qualificati, che hanno saputo innovare producendo beni sempre più tecnologicamente avanzati, al riparo della concorrenza dei paesi a basso costo del lavoro. Oggi ci sono scarpe per il jogging in grado di misurare il numero dei battiti cardiaci. Non sarà facile imitarle con scarpe made in Taiwan. Il nostro esecutivo in questi due anni e mezzo ha tagliato solo un capitolo della spesa pubblica: le risorse per l`istruzione. Nel 2008-2009 sono calate, secondo l`Istat, del 2 per cento, mentre il resto della spesa pubblica aumentava, al netto dell`inflazione, di più del 3 per cento. In termini relativi, la spesa in istruzione è dunque calata del 5 percento. Secondo le previsioni della Ragioneria dello Stato, le cose sono destinate ad andare ancora peggio nel 2010. La spesa per la scuola dovrebbe diminuire di circa un punto e mezzo e quella per l`università addirittura del 9 per cento in termini reali. La spesa per l`istruzione sarebbe destinata a perdere un altro mezzo punto percentuale sulla spesa totale”

5. GRANDI OPERE, RESTANO SOLO I MONCONI DELLE PROMESSE BERLUSCONIANE.
La Repubblica, Affari & Finanza: “Le grandi Opere di Berlusconi: per quattro governi del Cavaliere il rilancio delle infrastrutture doveva essere il volano della ripresa economica. In realtà il fallimento è totale: a dieci anni dalla legge Obiettivo risulta completato solo il 20 per cento dei lotti”.

ROMA 11/12- FOTOGALLERY














ROMA 11/12 CON L'ITALIA CHE VUOLE CAMBIARE.



E' stato un gran giorno di festa, di speranza, di democrazia.
Il sole di Roma, le sue piazze, tanta gente, tanti colori, tanta allegria. L' orgoglio condiviso di essere parte di quegli italiani che sono convinti di appartenere ad un paese migliore di tutto quello che gli sta capitando. Una bella giornata.
Più che la protesta a Roma il 11/12 ha sfilato la speranza.
Se il PDL a piazza S. Giovanni dichiarava in primavera di aver superato i 2 milioni di persone, allora qui, oggi, in quanti dovremmo essere sei, sette??
Basta fare un confronto con le foto delle due piazze viste dall'alto.

Ma i numeri importano poco. Partecipano da tutta Italia i cassintigrati, i ragazzi dell'Aquila, i ricercatori precari, i maestri elementari,...e tante altre storie. L'Italia diversa e reale.
Non siamo un partito padronale; siamo un partito di popolo.

A Piazza S.Giovanni lo spettacolo è stato emozionante.
Il segretario Bersani è molto più bravo in piazza che in televisione. Quando sale sul palco, con le note dell'Inno Nazionale, la piazza lo abbraccia in un tirpudio di bandiere (tantissime, ad occhio una ogni tre manifestanti) gridando a gran voce il suo nome. Pier Luigi si emoziona, è evidente, dai due maxi schermi notiamo i suoi occhi lucidi. Poi in un silenzio generale, attento e composto inizia a parlare.

Nel suo bel discorso, non aggiunge niente di particolarmente nuovo di quello che ha già detto in altre occasioni, ma rivendica con orgoglio e determinazione la diversità del nostro partito:
" Noi non vogliamo creare passione per una persona, ma per la Repubblica!"
Bersani non sarà un leader carismatico ma è persone per bene: è uno di noi.
Solo alla parola "vergona" la piazza risponde ripetendola forte, da brividi, ad una sola voce per ben tre volte.

La Brianza ha sfilato raccolta sotto lo striscione di Arcore.
Al nostro passaggio in molti ci guradavano con orgoglio ed ammirazione, come se fossimo partigiani impegnati in uno dei fronti più difficili.
Rosy Bindi quando ci ha visto si è subito avvicinata per salutarci e abbracciare alcuni di noi.

Al termine alcuni democratici del circolo di Sulbiate e Mezzago hanno mostrato uno striscione "No a questa pedemontana" in segno di solidarità e vicinanza agli amici che a casa il giorno dopo avrebbero manifestato in paese contro il disatro ambientale che provocherà questa autostrada.

E' stata una bella giornata, di sana politica, di speranza, di democrazia.

Maurizio Sarchielli.

Comunicazione ai lettori del blog.

Informiamo i lettori di Terorema che in giornata pubblicheremo appena sarà possibile commementi e fotogallery che riguardano le due manifestazioni di questo fine settimana:
Roma - Con l'Italia che vuole cambiare;
Sulbiate - NO! A questa Pedemontana. SI! alla Galleria.

Non è stato possibile aggiornarvi in tempo reale perchè tutta la redazione, insieme agli altri democratici di Sulbiate sono stati impegnati in entrambe le iniziative.
A breve , su questo blog, potrete visualizzare i post che raccontano i due eventi.

Certi della vostra pazienza e compresione vi ringraziamo e vi invitamo a non perderci di vista.