19 gennaio 2011

PEDEMONTANA: in arrivo le raccomandate per gli espropri. Sarà attivato un call center.


Nei giorni della chiusura della gara da 2,3 miliardi per il completamento dell’opera, e dopo aver pubblicato l’integrazione degli espropri, Pedemontana sta procedendo l’invio di 12.000 raccomandate ai proprietari delle aree già pubblicate a primavera 2009, per le quali l’esproprio è confermato e dove i lavori cominceranno nei prossimi mesi....
...Per consentire la massima accessibilità alle informazioni, oltre alla usuale pubblicazione di tutte le informazioni relative alla procedura sul sito www.pedemontana.com, Pedemontana ha attivato un call center telefonico che risponde in orario d’ufficio ai numeri 0267741252 e 0267741276. (...)
Fonte MB News.

Rilanciare il senso di una Speranza collettiva.

Sabato 22/01 Movimento democratico al Lingotto di Torino.

Il video pubblicato nel sito del Movimento - W. Veltroni:

FIRMA L'APPELLO DELLE DONNE DEL PD.


Le donne della segreteria PD scrivono a Berlusconi:
"Liberi l’Italia dall’imbarazzo" -

Presidente,
ora basta. Si dimetta adesso. Liberi l’Italia dall’imbarazzo.
Lo spettacolo indecoroso che sta offrendo al mondo intero non è degno di un Paese civile.
Ciò a cui stiamo assistendo supera ogni limite, in un decadimento dei costumi e della morale pubblica, a cui pure ci aveva tristemente abituato, che oggi precipita all’estremo della prostituzione minorile.
E’ intollerabile che i suoi comportamenti la espongano all’accusa di essere il diretto protagonista ed impresario del set degradante che ci ha già propinato in decenni di trash televisivo.

Ed altrettanto intollerabile è che proprio lei, che a parole sbandiera il primato del merito e della famiglia, nei fatti cerchi solo un patetico acquisto di favori sessuali, riducendo le donne a merce e oggetto di scambio.

Le donne di questo Paese sono altro: sono talento, lavoro, impegno, fatica, bellezza, cuore, passione, dignità e serietà.
In nome della nostra dignità e serietà, esigiamo rispetto.

Ora basta. Si dimetta. Liberi l’Italia da questo imbarazzo.


Roberta Agostini, Stella Bianchi, Cecilia Carmassi, Annamaria Parente, Francesca Puglisi

Firma l'appello delle donne del Partito Democratico

Le senatrici del Pd hanno sottoscritto l'appello lanciato dalle donne della segreteria del Partito Democratico che chiede le dimissioni del Premier per "liberare l'italia dall'imbarazzo".

Anche le deputate del Pd chiedono le dimissioni del premier per restituire dignità alle donne italiane

Una anno di lavoro in provincia. Il volantino del Gruppo PD.

Il volantino del Gruppo PD del Consiglio provinciale che documenta l'impegno di una anno di lavoro:

La nota del mattino del 19/01/'11

Le princiapali informazioni politiche del giorno acura dell'Ufficio nazionale Circoli PD.

1. BERLUSCONI PRENDE TEMPO, QUIRINALE, CHIESA E CONFINDUSTRIA
PRENDONO LE DISTANZE.
Colto sul fatto, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sta giocando tre carte. Da un lato, ha avviato la strategia della pena (il povero vecchio, l’uomo solo che ha una fidanzata, l’uomo generoso…). Dall’altro ha rinverdito la “narrazione” del politico perseguitato dalla giustizia dei
magistrati di sinistra. Infine, ha cominciato a prendere tempo, nel tentativo di far passare qualche giorno e aspettare che la cronaca quotidiana faccia passare in secondo piano le sue
scappatelle, per poi sfuggire al giudice lontano dalle luci della ribalta. E’ uno schema che gli è
già riuscito. Gli italiani ne hanno digerite altre. Concretamente, questa strategia si tradurrà nel
tentativo di portare il caso Ruby davanti al tribunale dei ministri, provocando votazioni,
discussioni tecniche, disquisizioni giuridiche, insomma allontanando i riflettori dai fatti per
accenderli sullo scontro politico e sui cavilli giudiziari.
L’obiettivo è evitare le dimissioni, evitare di lasciare al presidente Napolitano la decisione su
come dipanare la crisi, evitare le elezioni, perché al di là di tutte le chiacchiere i sondaggi non
gli sono favorevoli.
Questa volta però sarà difficile sfuggire al destino che si è creato da solo: il Quirinale gli ha
chiesto di fare chiarezza (di fronte alla magistratura); la Chiesa ha preso le distanze (e ancor di
più lo farà nei prossimi giorni, quando si riuniranno i vescovi); la Confindustria ha chiesto al
governo di governare, di affrontare i problemi del paese, che sono gravi. E all’orizzonte si
profilano nuove nubi, questa volta sul tema della mafia. La Repubblica. “Non solo Spatuzza. Al
processo di Firenze sulle stragi mafiose di Roma, Firenze e Milano dei 1993, un altro collaboratore di giustizia, Giovanni Ciaramitaro, ha indicato Silvio Berlusconi come il mandante degli attentati. E un terzo pentito, Pasquale Di Filippo, ha dichiarato: «Nel `94, quando ci sono state le elezioni, in Sicilia abbiamo votato tutti per Berlusconi perché ci doveva aiutare, doveva far levare il 41 bis”.

2. DIMISSIONI, ANCHE A COSTO DI ANDARE AL VOTO.
Tutte le opposizioni hanno chiesto a Berlusconi di lasciare il proprio posto. Il Partito democratico lo ha fatto con le dichiarazioni del segretario Pier Luigi Bersani e del presidente, Rosy Bindi, ma anche con interventi ufficiali alle Camere dei presidenti dei gruppi parlamentari Dario Franceschini e Anna Finocchiaro. «Berlusconi si liberi, e ci liberi, dall`imbarazzo. Vada a farsi giudicare, si dimetta e affidi il percorso al presidente della Repubblica e al Parlamento se ha un minimo di consapevolezza della situazione», è la strada indicata dal segretario del Pd. «Il mondo ci guarda. Allora, visto che ce l`ha così intensa, Berlusconi si ritiri a vita privata». « Si dimetta, e se necessario andiamo al voto», ha chiarito il presidente Bindi. Le democratiche della segreteria del Pd ieri hanno scritto una lettera a Berlusconi, chiedendo poi a tutte le donne di sottoscriverla, per denunciare il drammatico ruolo riservato all’universo femminile nel mondo berlusconiano. Roberta Agostini, Stella Bianchi, Cecilia Carmassi, Annamaria Parente e Francesca Puglisi senza giri di parole hanno chiesto al premier di dimettersi. «Liberi l`Italia dall`imbarazzo. Lo spettacolo che sta offrendo al mondo intero non è degno in un paese civile, ciò a cui stiamo assistendo supera ogni limite». L’appello si può sottoscrivere sul sito web del Pd, ma si potranno anche raccogliere le firme con i moduli che saranno messi a disposizione dei circoli e delle federazioni del Pd. Antonio Di Pietro ha chiesto le dimissioni del capo del governo. E anche il Terzo polo questa volta ha preso le distanze: «Si dimetta. Se vuole indichi lui chi lo deve sostituire» hanno dichiarato in sostanza Pierferdinando Casini, i dirigenti di Fli, Francesco Rutelli.

3. GIUSTIZIA E FEDERALISMO, I BANCHI DI PROVA DELLA MAGGIORANZA.
Oggi il ministro della Giustizia Angelino Alfano presenta alle Camere la relazione annuale sulla
Giustizia. Il dibattito e il voto potrebbero segnare la prima ripercussione delle vicende personali
del presidente del Consiglio sulla maggioranza. Ma il vero appuntamento da questo punto di vista è già fissato per il 26 gennaio: oggi il relatore di maggioranza al quarto decreto legislativo per l’attuazione del federalismo, La Loggia, presenterà alla commissione bicamerale che sta esaminando il provvedimento le modifiche proposte dal governo, dopo le critiche dell’opposizione. Il Pd ha già annunciato che non sono sufficienti piccoli ritocchi. Anche Udc e Fli si sono già dichiarati insoddisfatti. Il 26 ci sarà il voto. E la Lega Nord, se il federalismo viene messo in difficoltà è pronta a staccare la spina al governo.

4. ITALIA BLOCCATA A PARLARE DELLE NOTTI DEL PREMIER MENTRE LA
CRISI INCALZA LE FAMIGLIE E IN AFGHANISTAN SI MUORE.
Mentre il paese continua ad essere fermo a parlare delle notti del presidente del Consiglio, i nostri soldati continuano a morire in Afghanistan (ieri ne è stato ucciso un altro) e la crisi non
ha argini. Ieri la Banca d’Italia ha di nuovo certificato la gravità della malattia. La Repubblica:
“L`Italia cresce poco, al di sotto della media Ue e decisamente meno della Germania: 1% in
media, quest`anno e il prossimo. Una ripresa «fiacca» non consente di creare posti di lavoro:
così la disoccupazione s`aggrava e ormai sfiora l` 11 %, con i giovani che risultano i più penalizzati. E ancora: i consumi sono al palo, le famiglie s`indebitano sempre più, gli investimenti languono e l`industria stenta a riprendere la via della crescita. Va meglio il deficit, ma sale il debito pubblico. E` la sintesi delle difficoltà nazionali, secondo il primo Bollettino della Banca d`Italia del 2011”.

5. DOPO MIRAFIORI: BERSANI, CAMUSSO, MARCEGAGLIA, QUANDO LA
POLITICA SI INTERESSA DI COSE CONCRETE.
Ieri pomeriggio, a Milano, complice la presentazione di un libro, il segretario del Pd, Pier Luigi
Bersani, il segretario della Cgil, Susanna Camusso, e il presidente della Confindustria, Emma
Marcegaglia, hanno discusso del caso Fiat, ma anche e soprattutto del dopo. Completamente condivisa la necessità da un lato di avere come paese una politica industriale capace di favorire la ripresa e l’attività produttiva e dall’altro di mettere nero su bianco regole chiare per la rappresentanza e i diritti sindacali nel mondo industriale. Bersani ha ricordato che il Pd ha già studiato proposte di legge adeguate. E che, da partito di governo solo momentaneamente all’opposizione, a differenza della destra, ha un progetto di politica industriale per l’Italia.
«Quando il polverone creato attorno alla riunione della nostra direzione sarà calato si vedrà che
il Pd è l`unico partito in grado di fare le riforme». «Se i dirigenti del Pdl avessero fatto una
riunione sul caso Fiat avrebbero detto soltanto "Marchionne, Marchionne"; se l`avessero fatta
a Sel, avrebbero solo inneggiato alla Fiom. Noi invece abbiamo discusso e abbiamo messo in
campo una ricchezza di analisi e di spunti, perché le cose sono complesse e non si possono
affrontare con lo spirito della tifoseria».

6. ASSEGNAZIONE DELLE FREQUENZE DEL DIGITALE TERRESTRE: QUANDO
LA POLITICA PENSA SOLO AGLI INTERESSI DI MEDIASET.
La Repubblica: “Tutto da rifare. E per la gara che assegnerà i tre multiplex ai nuovi entranti nel
mercato del digitale terrestre, bisognerà aspettare ancora. Almeno marzo. Ieri mattina il inistero per lo Sviluppo economico, guidato da Paolo Romani, ha presentato al Consiglio di Stato un nuovo quesito sul principio di reciprocità «in tema di attribuzione dei diritto d`uso delle frequenze radio per la diffusione televisiva». Tradotto: il governo vuole sapere se la partecipazione di un concorrente extracomunitario, e quindi Sky, non sia in contrasto con la normativa in vigore. «E` una situazione grottesca», dice l`onorevole Benedetto Della Vedova che sul tema ha presentato un`interrogazione: «Nel giorno del passaggio di Wind dagli egiziani ai russi, mi pare assurdo che il governo si occupi di un tema marginale come il digitale terrestre, che riguarda un`importante azienda americana come Sky, quando per uno Stato le frequenze telefoniche sono molto più importanti»”.

7. USA-CINA, COMINCIA IL G2.
Leadership, equilibri nel mondo, debiti, monete, commerci: oggi entra nel vivo il confronto diretto, a Washington, tra la Cina e gli Stati Uniti. L’esito di questo confronto avrà ripercussioni
per tutto il mondo.

"Berlusconi forse ha sbagliato secolo". Famiglia Cristiana.


"Nella vicenda della mimorenne Ruby marocchina che si tentò di far passare per la nipote del presidente egiziano, risalta la personalità di un politico che , forse, ha sbagliato secolo, immaginandosi simile ai signori rinascimentali, ai quali tutto era permesso grazie all'assenza di un opinione pubblica informata e all'acquiescenza delle gerarchie circostanti".

"Il silenzio della lega è agghiacciante". Clicca qui.

Dionigi Canobbio si dimette dal Consiglio Comunale.

Durante l’ultimo Consiglio Comunale Dionigi Canobbio si è dimesso dall’incarico di Consigliere a causa di altri importanti impegni tra cui il ruolo di Segretario Provinciale di Monza e Brianza della Lega Nord.

Dionigi Canobbio è stato il candidato Sindaco della lista Civica Progetto Territorio (lista civica maggiormente orientata nell’area politica di centrodestra) sconfitto da Maurizio Stucchi in occasione delle ultime amministrative.
Il sig. Canobbio si è impegnato per molti anni nel Consiglio Comunale di Sulbiate, sempre seduto tra i banchi della minoranza. Ha condiviso molte impegnative posizioni politiche con lo stesso Maurizio Stucchi quando a governare il paese era il Sindaco Marina Giorni.

Il Circolo del PD di Sulbiate ringrazia il sig. Canobio per tutto il lavoro svolto, esprime i migliori auguri per il futuro, ed auspica che in qualità di Segretario Provinciale della Lega Nord (partito che insieme al PDL governa sia la Provincia che la nostra Regione) possa essere ancora più utile per la nostra comunità.



Ronco B.no. Serata in Occasione della Giornata della memoria.



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CHIAREZZA NECESSARIA. Editoriale di Tarquinio di Avvenire.


di Marco Tarquinio-Non so come si concluderà l’indagine mila­nese a carico del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma so che i reati che avrebbe commesso secondo i pubblici ministeri sono molto pesanti: «concussione» e «prostituzione minorile». E so che se sul piano delle possibili conseguenze penali il primo reato ipotizzato – la concussione – è il più grave, il secondo reato – la prostituzione minorile – sul piano della va­lutazione morale è addirittura insopportabile. I lettori di Avvenire, del resto, conoscono bene le nostre battaglie contro l’infame industria della prostituzione, contro la pedofilia in tutte le sue forme comprese quelle mercenarie, contro le lu­singhe e le violenze tese a indurre qualunque persona – soprattutto le più piccole e le più fra­gili – a fare mercato del proprio corpo.

Altri, negli anni, hanno accusato questo gior­nale e il mondo cattolico italiano, a causa della chiarezza delle opinioni espresse in proposito, di essere i megafoni di un «moralismo» vecchio e superato. Hanno degnato di superiore condi­scendenza la nostra incapacità di capire che, nel mondo evoluto di oggi, il «mestiere più an­tico del mondo» è ormai una «professione» co­me un’altra, meritevole della mutua, della par­tita Iva, di riconoscimento sociale e, persino, di ruolo politico. Oggi alcuni di questi altri mo­strano di aver cambiato parere e di nutrire un nuovo e vibrante sdegno per i casi (da provare) di prostituzione e di prostituzione minorile che riguarderebbero l’attuale capo del governo. Lo­ro hanno cambiato parere, noi no. Il metro con il quale misuriamo fatti e problemi è sempre lo stesso, e anche solo l’idea che un uomo che sie­de al vertice delle istituzioni dello Stato sia im­plicato in storie di prostituzione e, peggio an­cora, di prostituzione minorile ferisce e scon­volge. Eppure, oggi, nessuno può dire come si concluderà l’indagine milanese sul presidente del Consiglio.

Io so che è arrivata, come un terribile tornado, all’indomani della sentenza della Corte costi­tuzionale che ha in parte corretto e affievolito la normativa sul legittimo impedimento (il mi­ni- scudo posto a tutela dell’attività di un uomo di governo sottoposto a iniziative giudiziarie). Ma soprattutto so che, ancora come un deva­stante tornado, s’è abbattuta non soltanto sul principale leader politico italiano e su un grup­po di suoi amici e amiche e conoscenti, ma sul­l’immagine internazionale del nostro Paese, sui discorsi tra genitori e figli, tra colleghi, persino tra passanti. So che questa indagine, questa ar­ticolata ipotesi d’accusa col suo corredo di no­mi esotici e di intercettazioni piccanti, è esplo­sa fuori dal forno dov’era stata cucinata ripor­tando sul tavolo – e non solo quello delle istitu­zioni, ma anche quello da pranzo delle famiglie italiane – il fumo più che mai tossico della guer­ra tra settori del mondo delle toghe e settori del mondo della politica e un immangiabile 'piat­to forte' a base di potere, sesso e soldi.

So, poi, un’altra cosa molto importante. Tutto questo poteva non accadere. Questa escalation – il passaggio del presidente del Consiglio da possibile «parte lesa» a indagato principe nel fascicolo dedicato al cosiddetto caso Ruby – po­teva non essere sotto i nostri occhi e al primo posto nei nostri discorsi in un momento in cui su ben altro ci si dovrebbe concentrare per il be­ne del Paese. Si può legittimamente argomen­tare sul motore di questo ennesimo e increscioso affondo giudiziario contro Berlusconi, ci si può persino interrogare sulle straordinarie energie investigative investite in questa vicenda da strut­ture centrali di polizia e dalla procura milane­se. Ma ci si deve interrogare, credo, anche e so­prattutto su altro. «In qualunque campo, quan­do si ricoprono incarichi di visibilità, il conte­gno è indivisibile dal ruolo», annotò con preoc­cupazione lo scorso 27 settembre il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. Quella sua preoccupazione era ed è sentita da tanti. E in questi anni questo giornale ha ripetutamente ri­cordato a tutti – premier in primo luogo – che per servire degnamente nella sfera pubblica bi­sogna sapersi dare, e tener cara, una misura di sobrietà e di rispetto per se stessi, per ogni altro e per il ruolo che si ricopre.

Io non so, insomma, come si concluderà l’in­dagine milanese a carico del presidente Berlu­sconi. Ma so che deve concludersi presto. A noi italiani, a tutti noi, comunque la pensiamo e co­munque votiamo, è dovuto almeno questo: un’uscita rapida da questo irrespirabile polve­rone. E ognuno deve fare per intero la propria parte perché questo avvenga con tutta l’indi­spensabile pulizia agli occhi dell’Italia e del mondo.