14 marzo 2011

La Polizia protesta ancora ad Arcore.

foto by Max Spinolo

I sindacati di polizia tornano a manifestare ad Arcore davanti alla residenza di Berlusconi. Oltre alle solite bandiere uno striscione con scritto: "Berlusconi dimettiti".
Il presidente in tarda mattinata è uscito di casa è a promesso che parlerà con il ministro Maroni e che faranno di tutto per trovare i fondi necessari per soddisfare le loro richieste.

I poliziotti insistono a rivendicare quanto già espresso in precedenti manifestazioni: basta tagliare il capitolo sicurezza.

Claudio Giardullo, segretario Silp Cgil, ha dichiarato: “siamo venuti qui perché Berlusconi aveva promesso la tutela della specificità della nostra funzione".

ATTIVITA' IN PROVINCIA DI MB n.°9/11.

Settimana dal 7 al 12 marzo 2011

A cura del Consigliere Vittorio Arrigoni.

Giovedì 10 marzo ’11 si è svolto il consiglio provinciale e nella fase iniziale dello stesso ho presentato un’interrogazione urgente all’assessore Brambilla sull’impianto di betonaggio e di produzione di conglomerati bituminosi (asfalti) da costruirsi ad Arcore, a cura di un privato,al confine con Usmate, nei pressi di Velasca di Vimercate.

Premesso che la Provincia aveva espresso parere negativo all’impianto sotto il profilo della pianificazione territoriale nel giugno ’10 perché l’area era inserita nella rete ecologica regionale.

Nel dicembre ’10 il comune di Arcore ripresentava il progetto predisposto dal richiedente (impresa Doneda).

Il settore pianificazione territoriale ha ritenuto compatibile al PTCP la nuova sistemazione dell’impianto, mentre il settore ambiente della Provincia riteneva non compatibile il trattamento nell’impianto del materiale fresato d’asfalto perché rifiuto pericoloso.

L’impianto nel suo insieme costituisce, ai sensi del R.D. n° 1265 del 27.7.’34, aggiornato con D.M. sanità del 1994, industria insalubre e quindi soggetta a specifica autorizzazione igienico ambientale e soggetta a particolari controlli di ARPA e comune.

A valle di tutto ciò la Provincia ha espresso un parere positivo, sotto il profilo della pianificazione territoriale, alla localizzazione dell’impianto, mentre ha espresso un parere non favorevole sotto il profilo ambientale per il trattamento improprio del fresato di asfalto.

Tutto ciò premesso chiedevo i motivi del cambio di posizione della Giunta Provinciale circa l’impianto in questione, nonché chiarimenti circa l’emissione di pareri diversi da parte della GP in situazioni analoghe attorno alla Pedemontana, vedi Fimar di Usmate sempre su Velasca.

Chiedevo altresì interventi coerenti ed urgenti perché la realizzazione dell’impianto di Arcore sarebbe la seconda sconfitta della Provincia di MB nel territorio del Vimercatese: la prima l’edificio Fimar e la seconda questo impianto Doneda.

Qui non si tratta di teorie pianificatorie da verificare, ma riguarda opere e impianti che impattano e mettono in pericolo la salute della gente. Il tutto attorno alla Pedemontana con il suo già pesante carico inquinante di gas e rumori. L’impianto di Arcore deve essere realizzato lontano dalle abitazioni.

L’assessore Brambilla ha risposto subito all’interrogazione precisando che il parere della GP, sotto il profilo della pianificazione territoriale e della compatibilità al PTCP, è mutato perché il nuovo progetto ha spostato l’impianto fuori dall’area della rete ecologica. Resta in piedi il parere negativo sotto il profilo ambientale e quindi la Provincia ha diffidato il Comune di Arcore dal procedere al rilascio delle autorizzazioni richieste. L’assessore ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato contro l’insediamento Fimar ed ha assicurato pari impegno sulla salvaguardia delle aree agricole e di contorno alla Pedemontana in particolare. Vedremo, ma temo che il comune di Arcore proceda comunque come ha fatto Usmate con Fimar.

Il consiglio provinciale ha poi approvato all’unanimità il Regolamento sui procedimenti amministrativi e sull’accesso agli atti, e ha poi approvato, con l’astensione delle opposizioni PD e IdV, modifiche allo Statuto di AFOL.

Vimercate, 11 marzo 2011

AV

Riforma epocale o soluzione finale. Di Domenico Gallo Magistrato.

Tanto tuonò che piovve!
Alla fine dopo un bombardamento di annunzi, il Consiglio dei Ministri ha partorito la tanto attesa riforma epocale della giustizia. I commentatori si sono affrettati a segnalare che dal testo della riforma sono stati espunti i passaggi più innovativi per non irritare l'inquilino del Quirinale, come la nomina da parte del Parlamento del Procuratore Generale della Cassazione, ma, con tutto ciò, di innovazioni ce ne sono a sufficienza per stravolgere l'intero impianto costituzionale.
E il peggio deve ancora arrivare perchè i disegni di legge di iniziativa del Governo hanno bisogno dell'autorizzazione al deposito da parte del Presidente della Repubblica e quindi devono essere ripuliti dalle norme più maleodoranti, che poi emergeranno nel corso del procedimento legislativo affidati alla manina di qualche deputato compiacente. Inoltre è risaputo che il diavolo è nei particolari ch,e in questo caso sono le 11 leggi di attuazione annunziate, le cui bozze – ovviamente – non sono disponibili.
E tuttavia già da questo inizio emerge un disegno riformatore che incide in profondità, non tanto sulla giustizia, quanto sulla democrazia, sfigurando profondamente il modello di democrazia concepito dai costituenti, imperniato su una insuperabile divisione dei poteri.
Il principio ordinatore della democrazia costituzionale, che prevede la distribuzione e diffusione del potere fra una pluralità di soggetti distinti che interagiscono in un sistema di pesi e contrappesi reciproci, fa venire l'orticaria a Berlusconi che ha definito la Costituzione un inferno. Come potrebbe tollerare, allora, lo scandalo del potere diviso così incompatibile con la Costituzione di Arcore, dove tutti i poteri convergono nella mani del Capo politico?
La prima pietra dello scandalo è costituita dall'indipendenza del potere giudiziario che la Costituzione ha voluto garantita al massimo livello per assicurare ai cittadini - per quanto è possibile - un giudice sereno, imparziale e non condizionabile attraverso l'esercizio dei poteri politici e di governo, poiché, come recita l'art. 101 "i giudici sono soggetti soltanto alla legge".
Per ottenere questo risultato, la Costituzione ha presidiato l'indipendenza del corpo dei giudici e dei pubblici ministeri, sottraendo la gestione delle assunzioni, delle carriere e dei trasferimenti e delle sanzioni disciplinari al potere esecutivo, attraverso l'istituzione (art. 104) del Consiglio Superiore della Magistratura, i cui componenti per due terzi sono eletti da tutti i magistrati ordinari e per un terzo dal Parlamento. Essa pretende anche che il potere giudiziario nel suo esercizio non sia condizionato neppure da gerarchie interne (art. 107: "..i magistrati si distinguono fra loro soltanto per diversità di funzioni") e sia inscindibilmente vincolato al canone dell'eguaglianza, attraverso l'obbligatorietà dell'azione penale (art.112).
La riforma “epocale” di Berlusconi aggredisce tutti (proprio tutti) i meccanismi posti a presidio dell'indipendenza del giudiziario, non rinnegandoli apertamente ma depotenziandoli e scavandoli dal di dentro fino a trasformarli in gusci vuoti.
Se la Costituzione, a presidio dell'indipendenza, ha fissato il principio dell'autogoverno della magistratura prevedendo che i due terzi dei componenti del Consiglio superiore debbano essere eletti dai magistrati, la “riforma epocale” neutralizza l'autogoverno attraverso due meccanismi convergenti: la riduzione al 50% della componente eletta dai magistrati ed il divieto per i magistrati di scegliersi i propri rappresentanti, prevedendo il sorteggio degli eleggibili. In questo modo sotto la facciata dell'autogoverno si realizzerà in effetti un governo della magistratura fortemente condizionato dalla politica. E la politica metterà i piedi nel piatto anche nelle procedure disciplinari con l'introduzione di una Corte di disciplina, i cui componenti anch'essi sono eletti per la metà dal Parlamento e per la metà dai magistrati, mentre anche il principio dell'inamovibilità dei magistrati viene ridimensionato secondo quanto stabilito con legge ordinaria
Se la Costituzione ha legato inscindibilmente il destino del Pubblico Ministero a quello dei giudici, per evitare che la funzione inquirente sia attratta nell'orbita del potere politico, la “riforma epocale” taglia questo legame e crea le condizioni per neutralizzare l'indipendenza del Pubblico Ministero attraverso due meccanismi convergenti: ridimensiona la regola secondo cui l'autorità giudiziaria dispone direttamente della Polizia giudiziaria (art. 109), precisando che ciò avverrà secondo le modalità stabilite dalla legg,e e ridimensiona la regola dell'obbligatorietà dell'azione penale, prevedendo che il P.M. ha l'obbligo di esercitarla “seondo i criteri stabiliti dalla legge”.
Infine, per completare l'attrazione del P.M. nell'orbita politica, è previsto che il Ministro della Giustizia debba riferire al Parlamento ogni anno sull'esercizio dell'azione penale. In altri termin,i il Ministro della Giustizia si deve ingerire nell'esercizio dell'azione penale e ciò del resto è conseguenza del fatto che l'azione penale non è più obbligatoria, tout court, ma deve essere orientata da criteri stabiliti dalla politica.
Per completare il quadro viene ripescata la legge Pecorella, che la Corte Costituzionale aveva dichiarato incostituzionale, prevedendo che le sentenza di proscioglimento possono essere appellate soltanto nei casi previsti dalla legge.
Nella conferenza stampa di presentazione della riforma epocale, Berlusconi ha detto che se fosse stato in vigore questo nuovo ordinamento della giustizia non ci sarebbe stata: “l'esondazione, l'invasione della magistratura nella politica e quelle situazioni che hanno portato nel corso della storia degli ultimi venti anni a cambiamenti di governo, a un annullamento della classe dirigente nel '93."
Una volta tanto siamo d'accordo con lui. E' vero!
Se si demolisce l'edificio dell'indipendenza del giudiziario non è possibile l'esercizio del controllo di legalità nei confronti degli arbìtri commessi da coloro che esercitano poteri pubblici e privati e nello stesso tempo diminuiscono le garanzie di libertà di ciascuno di noi perchè i condizionamenti politici sull'operato dei giudici possono essere rivolti tanto ad ottenere l'impunità del ceto dirigente quanto ad ottenere ingiustificate persecuzioni nei confronti degli oppositori.
Ma non è così che si costruisce un regime?

articolo segnalato da Angela.

17 MARZO 2011 - UNA BANDIERA SU OGNI BALCONE.



Care e Cari Democratici,
giovedì 17 marzo sarà festa per tutti noi che crediamo nella nostra Repubblica e nei valori della nostra Costituzione.
Per poterla festeggiare degnamente Vi propongo di aderire con convinzione all'invito che propone di esporre il tricolore sui nostri balconi invitando tutti a seguire il nostro esempio.
Vi segnalo alcune delle iniziative più interessanti sul territorio della Brianza che vedono impegnati esponenti ed amministratori del PD:
- Giovedì 17 marzo, ore 15,30, Pippo CIVATI presenta a DESIO “Quando cambia il tempo. In viaggio verso l’Unità”
- Mercoledì 16 marzo a VIMERCATE “La notte bianca rossa e verde”.

In molti comuni si terranno manifestazioni indette dalle Amministrazioni o direttamente organizzate dai nostri Circoli insieme alle Associazioni territoriali.
Quindi è opportuno considerare prioritaria la partecipazione a tutte le iniziative programmate.
Buon 17 Marzo, Viva l'Italia!

Gigi Ponti
Segretario Provinciale PD Monza Brianza.

Tesseramento - 2011


pdsulbiate@alice.it

segreteria telefonica:
331 5417483

Amministratori locali del PD: patrioti e riformatori.

Pubblichiano il video intervento integrale tenuto dal Segretario Bersani in occasione della Assemblea Nazionale degli Amministratori PD dedicata ad Angelo Vassallo.



Gli articoli pubblicati dal sito nazionale del PD:
Patrioti, autonomisti, riformatori. Siamo solo noi: i democratici.
Enti locali, dal PD un manifesto della buona amministrazione.

La nota del mattino del 14/03/2011

Per motivi tecnici la nota del mattino di oggi, lunedì 14 marzo, non verrà
inviata. Ci scusiamo e vi inviamo un cordiale saluto.