25 marzo 2011

Sulbiate Tesseramento 2011. Sabato e Domenica il Circolo in piazza.


In occasione del tesseramento 2011, il Circolo PD di Sulbiate sarà presente con i suoi consiglieri comunali, assessori, ed iscritti il:

  • Sabato 26 marzo 2011 - pomeriggio - Piazza Beretta.
  • Domenica 27 Marzo 2011 - mattina - Piazza Giovanni XXIII

Il contributo minimo per aderire al Partito Democratico per l'anno 2011 è stato fissato in € 15,00, e sarà versato integralmente alla Federazione provinciale.
Eventuali liberi contributi aggiuntivi resteranno nelle casse del Circolo PD di Sulbiate per sostenere il finanziamento dell'attività politica locale (affitto sale per incontri pubblici, manifesti, lettere, locandine, acquisto materiali, attività varie...).

Il contributo di €15,00 per i giovani under 30 da diritto alla tessera dei Giovani Democratici.

Pur non essendo per noi il tesserammento il momento decisivo per attestare successo o insuccesso della nostra azione politica locale, dobbiamo onestamente riconoscere che per le casse del partito è un momento molto importante. Putroppo senza risorse sufficientemente adeguate non si può fare politica perchè non si possono realizzare tutte quelle iniziative che la nostra comunità meriterebbe.

Ricordiamo infine che il Circolo PD di Sulbiate si incontra regolarmente tutti i mercoledì in via Mattavelli 8/A, presso i locali sede della Coop. Grigna, e che da circa un mese stanno lavorando gruppi di lavoro tematici di approfondimento (territorio ambiente - sociale, istruzione - comunicazione, organizzazione), cui tutti possono partecipare, discutere, dialogare, confrontarsi con noi e portare il proprio contributo.
Precisiamo che l'invito a partecipare a questi incontri prescinde dall'essere tesserato
. Gli incontri sono aperti, inclusivi, e si rivolgono a tutti i cittadini che credono nell'importanza del confronto, del dialogo e della collaborazione, che si riconoscono nei principali Valori del centrosinistra.

Anticipiano che tra la fine di aprile e i primi di maggio (data ancora da definire) si svolgerà l'Assemblea pubblica del Circolo PD di Sulbiate. Sarà un importante momento per conoscerci ed ascoltarci di più ed insieme fare il punto della situazione.

Per chi volesse saperne di più può contattarci ai seguenti recapiti:

pdsulbiate@alice.it - o al n. 331 5417483 (segreteria telefonica).

E' possibile aderire al PD anche dal sito nazionale. Per questo fare clic qui o sulla foto del manifesto "Aderisci all'Italia che vuole cambiare" pubblicato nella colonna a lato.

Mobilitazione precari. 9 aprile: Il nostro tempo è adesso la vita non aspetta.


I precari si stanno mobilitando in rete. Qui il sito.

L'APPELLO.

Non c’è più tempo per l’attesa. E’ il tempo per la nostra generazione di prendere spazi e alzare la voce. Per dire che questo paese non ci somiglia, ma non abbiamo alcuna intenzione di abbandonarlo. Soprattutto nelle mani di chi lo umilia quotidianamente.

Siamo la grande risorsa di questo paese. Eppure questo paese ci tiene ai margini. Senza di noi decine di migliaia di imprese ed enti pubblici, università e studi professionali non saprebbero più a chi chiedere braccia e cervello e su chi scaricare i costi della crisi. Così il nostro paese ci spreme e ci spreca allo stesso tempo.

Siamo una generazione precaria: senza lavoro, sottopagati o costretti al lavoro invisibile e gratuito, condannati a una lunghissima dipendenza dai genitori. La precarietà per noi si fa vita, assenza quotidiana di diritti: dal diritto allo studio al diritto alla casa, dal reddito alla salute, alla possibilità di realizzare la propria felicità affettiva. Soprattutto per le giovani donne, su cui pesa il ricatto di una contrapposizione tra lavoro e vita.

Non siamo più disposti a vivere in un paese così profondamente ingiusto. Lo spettacolo delle nostre vite inutilmente faticose, delle aspettative tradite, delle fughe all’estero per cercare opportunità e garanzie che in Italia non esistono, non è più tollerabile. Come non sono più tollerabili i privilegi e le disuguaglianze che rendono impossibile la liberazione delle tante potenzialità represse.

Non è più tempo solo di resistere, ma di passare all’azione, un’azione comune, perché ormai si è infranta l’illusione della salvezza individuale. Per raccontare chi siamo e non essere raccontati, per vivere e non sopravvivere, per stare insieme e non da soli.

Vogliamo tutto un altro paese. Non più schiavo di rendite, raccomandazioni e clientele. Pretendiamo un paese che permetta a tutti di studiare, di lavorare, di inventare. Che investa sulla ricerca, che valorizzi i nostri talenti e la nostra motivazione, che sostenga economicamente chi perde il lavoro, chi lo cerca e chi non lo trova, chi vuole scommettere su idee nuove e ambiziose, chi vuole formarsi in autonomia. Vogliamo un paese che entri davvero in Europa.

Siamo stanchi di questa vita insostenibile, ma scegliamo di restare. Questo grido è un appello a tutti a scendere in piazza: a chi ha lavori precari o sottopagati, a chi non riesce a pagare l’affitto, a chi è stanco di chiedere soldi ai genitori, a chi chiede un mutuo e non glielo danno, a chi il lavoro non lo trova e a chi passa da uno stage all’altro, alle studentesse e agli studenti che hanno scosso l’Italia, a chi studia e a chi non lo può fare, a tutti coloro che la precarietà non la vivono in prima persona e a quelli che la “pagano” ai loro figli. Lo chiediamo a tutti quelli che hanno intenzione di riprendersi questo tempo, di scommettere sul presente ancor prima che sul futuro, e che hanno intenzione di farlo adesso.

QUI PUOI ADERIRE.


Il video.

Lampedusa l'Isola che non c'è. Ancora 230 "bambini perduti".

in foto: bambino a Lampedusa.

Ormai è chiaro. Lampedusa è stata abbandonata a se stessa da settimane. Più di 5.000 immigrati sono costretti a vivere in condizione disumane.
I minori ancora fermi nell'isola della vergogna oggi sono 230.
Secondo la legislazione i minori non accompagnati sono inespellibili, il paese d'accoglienza ha l'obbligo di farsene carico.

Alesandra Ballerini specilizzata in diritto dell'immigrazione:" Un governo che non sa tutelare 200 bambini si dovrebbe dimettere. Potrebbero esserci gli estremi perchè si configuri il reato di abbandono".
I minori arrivati a Lampedusa, non accompagnati da genitori dovrebbero essere protetti dallo stato, la loro presenza va segnalata alla procura, presso il tribunale dei minori e tutto questo andrebbe fatto immediatamente.
Così non è avvenuto e non sta avvenendo. Giuridicamente sono bambini che non esistono.

I trasferimenti invocati da Save the Children sono stati negati anche a loro.
Di fatto ancora 230 minori confinati nell'isola della vergogna sono stati abbandonati a se stessi.

Dal 10 febbraio sono stati 530 i minori giunti a Lampedusa.
Sono 5 gli operatori di Save The Children operativi per l'aiuto il sostegno ed il supporto necessario.

L'Italia senza Governo. Aumentano le responsabilità del PD.

Energia nucleare. Perchè non risolverà i nostri probelmi.

Pubblichiamo questo articolo segnalato da un nostro lettore.
Vi sono evidenziati gli enormi costi per dismissione di una centrale nucleare quando essa e' arrivata a fine vita, costi che di solito vengono trascurati quando si fanno i calcoli di convenienza. Consigliamo la lettura, è un approfondimento molto interessante.

Per ingranadire e leggere l'articolo cliccare sulle immagini.









Nota del mattino del 25 marzo 2011.


1. FEDERALISMO REGIONALE, ERRANI E BERSANI VINCONO LA PARTITA. NIENTE AUMENTI DI TASSE. MA ADESSO BISOGNA RIVEDERE TUTTO.
Dopo una trattativa a oltranza proseguita fino all`ultimo minuto, il Partito democratico ha
consentito con la propria astensione il passaggio nella commissione bicamerale del decreto sul
fisco regionale. Il decreto è passato con 15 voti favorevoli, 10 astenuti (Pd) e 5 contrari (Terzo Polo e Idv). A sbloccare la situazione, sono state prima l`intesa raggiunta dalla Conferenza delle
Regioni, guidata da Vasco Errani, presidente dell’Emilia Romagna, sul reintegro dei fondi per il
trasporto pubblico locale, poi il sì della maggioranza alla clausola di salvaguardia proposta dal Pd, e cioè il blocco delle addizionali Irpef al tetto dello 0,9 per cento (quello attuale) fino al 2013, e difesa delle fasce di reddito più basse, che non potranno pagare più dello 0,5 per cento in più. Contemporaneamente il governo dovrà rifondere le Regioni che rispettano il patto di stabilità dei tagli applicati nella manovra estiva. Se nel 2013 questo non sarà avvenuto, ci sarà un tavolo Stato-Regioni per decidere sull`attuazione del decreto. Insomma, le norme del decreto sono «congelate» fino a quando i tagli non verranno ripristinati. Il segretario del Pd, Per Pier Luigi Bersani: «Oggi è andata bene, ma l`albero è storto. Resta il problema del decreto sul federalismo municipale. Bisognerà raddrizzarlo in tempo, perché altrimenti il sistema salta per incoerenza. È il caso dell`irpef. Sarebbe bene dunque che il governo ora si fermasse e avviasse una riflessione più ampia». Francesco Boccia (Pd), relatore di minoranza al decreto: «Questa vicenda dimostra che quando si ascolta la linea del Pd il risultato è che non si fanno pasticci e non si aumenta la pressione fiscale. Maggioranza e governo dovranno rispondere ora ai cittadini che si vedranno
recapitati a casa i bollettini delle tasse comunali più alte, mentre questo non accadrà con le Regioni, sarà un boomerang, per questo dovrebbero tornare indietro sul decreto sul fisco municipale». Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni:"Quello ottenuto dalle Regioni, dopo un impegno lungo e convinto, rappresenta un risultato significativo. Per noi c`era un accordo su cui avevamo dato un giudizio positivo nel dicembre scorso e dopo questa lunga e difficile discussione con il Governo confermiamo la nostra posizione».


2. LIBIA, PASSA LA RISOLUZIONE ALLA CAMERA, LA NATO PRENDE IL
COMANDO, MA BERLUSCONI LAVORA PER RIMETTERE IN PISTA L’EX SOCIO
GHEDDAFI.
Anche la Camera dei deputati ha votato ieri le risoluzioni per la partecipazione dell’Italia all’intervento in Libia richiesto dalla decisione presa in sede Onu. Due i documenti votati: uno è
quello del governo che comprende anche le imposizioni della Lega sul tema degli affari e dell’immigrazione; l’altro è quello del Pd che richiama i limiti della risoluzione dell’Onu sull’intervento per salvare i civili dal massacro ad opera delle truppe del tiranno di Tripoli. La
mozione del Pd ha raccolto oltre 200 voti in più di quella del governo. Massimo D’Alema ha spiegato ieri in aula la posizione del Pd: “Il Partito democratico sostiene, e ha sostenuto fin dal
primo momento, l`iniziativa internazionale e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che hanno garantito, forse in modo tardivo ma necessario e inevitabile, un intervento della comunità internazionale nella crisi libica. (...) La scelta dell`uso della forza è una scelta difficile, una scelta drammatica, una scelta che suscita turbamento ben comprensibile in tanta parte dell`opinione pubblica, ma è una scelta questa volta necessaria. Bene ha detto il Capo dello Stato, che ha saputo rappresentare anche in questa drammatica vicenda i sentimenti e i valori che uniscono gli italiani, che noi non siamo in guerra ma aderiamo alla necessità di quell`uso legale della forza che è previsto dalla Carta delle Nazioni Unite. D`altro canto anche chi abbia a cuore le ragioni più profonde del pacifismo e della non violenza non può non pensare a cosa sarebbe accaduto se la coalizione internazionale non avesse fermato i carri armati di Gheddafi alle soglie di Bengasi o non avesse messo a tacere l`artiglieria che martellava Misurata uccidendo i civili; dunque la forza, in questo caso, anche se comporta un prezzo, ha dall`altra parte il numero delle vite salvate che bisogna pure considerare nel bilancio doloroso di questi giorni”.
Francia, Gran Bretagna, Usa e Turchia hanno intanto raggiunto un accordo sul passaggio alla
Nato, dopo le operazioni navali, anche delle operazioni sulla No fly zone. Il quartier generale
delle operazioni passerà ora da Stoccarda a Napoli. L’assenza del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dal dibattito parlamentare è stata criticata da tutte le opposizioni. E’ l’unico capo del governo che ha testardamente rifiutato di mettere la propria faccia in questa operazione. La ragione l’ha spiegata ieri da Bruxelles, dove era riunito con gli altri capi di Stato e di governo dell’Unione europea: Berlusconi vuole mantenersi disponibile per fare personalmente da mediatore con il suo ex socio Gheddafi, nel caso in cui il dittatore libico resistesse al potere. I civili morti sotto il bombardamento delle armate di Gheddafi non contano. Quello che conta è il business.

3. LAMPEDUSA, LO SCANDALO DELL’INCAPACITA’ PROGRAMMATA. OGGI
CONFERENZA NAZIONALE PD SULL’IMMIGRAZIONE
.
«Siamo governati da irresponsabili. L`esecutivo ha puntato sull`ideologia, si è illuso di governare l`immigrazione con i respingimenti, ha affidato a Gheddafi la mano dura, tagliato i fondi per la cooperazione. Ha giocato col fuoco». Parola di Livia Turco (intervista con l’Unità), che oggi punta il dito contro l’esplosione programmata (dal governo) dei problemi di Lampedusa. «È questione di volontà. Abbiamo vissuto esperienze ben più drammatiche sul piano dei numeri. Non solo il centrosinistra: al Viminale con la prima ondata di albanesi c`era la Boniver. Noi abbiamo vissuto la tragedia dei Balcani e la guerra del Kosovo. La Missione Arcobaleno ha messo in moto il sistema Italia: li abbiamo accolti in blocco e rimpatriati con un reale accordo di cooperazione e sviluppo. Come nel `97, quando Napolitano volò in Tunisia per firmare un`intesa». Domanda. Sta dicendo che oggi manca una politica di gestione dei flussi? «Non sono solo clamorose inefficiente. È un`operazione politica: fare vedere in tv ogni giorno agli italiani il Paese nella morsa dei migranti. Non so se per distrarre o per ottenere cosa. Lampedusa è una bomba a orologeria».
Domanda. Da giorni ci sono 200 ragazzini soli e abbandonati a se stessi. È tollerabile?
«È inaudito che una situazione simile si protragga così a lungo. Le autorità devono intervenire. Io martedì andrò sull`isola». Domanda. È vero che l`Europa non ci sta aiutando? «La retorica non serve. Chiedano ai loro amici di centrodestra, a Sarkozy. Che Europa vogliono Maroni, Tremonti e Berlusconi? Non hanno lavorato per rinunciare a un pezzetto di sovranità e creare regole comuni. Hanno scelto l`Europa intergovernativa: dove contano i governi, che decidono secondo gretti interessi nazionali».
Oggi e domani a Roma si svolge la conferenza nazionale sull’immigrazione del Partito democratico. Dopo la relazione di Livia Turco oggi interviene il segretario del Pd, Pier Luigi
Bersani. Domani interverrà Massimo D’Alema.


4. GIUSTIZIA, PROSEGUE IL LAVORIO CONTRO LA MAGISTRATUTA. E
BERLUSCONI TEME ANCHE LE TELECAMERE AL PROCESSO SU RUBY.
Mentre Berlusconi si fa riprendere dalle telecamere a Bruxelles e i tg sono pieni delle immagini
che provengono dalla Libia, i volenterosi aiutanti del premier continuano a demolire la Giustizia
per salvare Berlusconi dai processi e intimidire la magistratura. Il Corriere della Sera: “Tre colpi messi a segno in meno di 48 ore. Sulla Giustizia, la maggioranza fa il pieno alla Camera: dopo la prescrizione breve, che va in Aula lunedì con effetti immediati sul processo Mills quando diventerà legge, e il conflitto di attribuzione contro i magistrati milanesi sul caso Ruby che, con il via libera di Gianfranco Fini, potrebbe essere votato prima dell`inizio del processo contro Silvio Berlusconi, ora arriva una norma a sorpresa che allarga la responsabilità civile dei magistrati. E lo fa, ben al di là del dolo e della colpa grave, con un emendamento della Lega al ddl comunitario calendarizzato per lunedì in Aula. Stavolta il Pdl è stato anticipato dal Carroccio.Lanorma, infatti, è frutto di un emendamento di Gianluca Pini (Lega) che modifica i confini oltre i quali, dal 1988, un magistrato è ritenuto civilmente responsabile: giudici e pm dovranno rispondere civilmente non solo per «dolo o colpa grave», dunque, ma per tutto ciò checomporti «manifesta violazione del diritto»…. «Un vero golpe», attacca Federico Palomba dell`Idv, mentre Donatella Ferranti (Pd) parla di «intimidazione nei confronti dei magistrati» e Giulia Bongiorno (Fli) è ancora più dura: «E una norma punitiva, sarà il caos». In trincea anche Luca Palamara, presidente dell`Associazione nazionale magistrati: «E’ iniziata la stagione delle riforme punitive per noi magistrati». Procedono insomma le grandi manovre per salvare Berlusconi dai processi. Solo che a Berlusconi non basta più essere messo al riparo dai magistrati: ciò che teme è anche la perdita
della faccia. In questi giorni è cominciata la battaglia per permettere o meno le riprese tv del
processo su Ruby e del processo contro Lele Mora, Emilio Fede, Nicole Minetti: le “papi girls”
rischiano di sfilare davanti alle telecamere proprio nei giorni in cui Berlusconi dovrebbe trovarsi alla prossima riunione del G8. Il presidente teme le ripercussioni. E’ cominciato il lavorio sul tema “non sarebbe un bene per l’Italia”.


5. QUIRINALE IN ALLERTA PER LA MOLTIPLICAZIONE DELLE POLTRONE. MA I
RESPONSABILI NON SI FERMANO: ALMENO 11 SOTTOSEGRETARI
ASPETTANO LA NOMINA.
Il decreto con il quale sono stati moltiplicati i posti di consigliere e assessore a Roma e a Milano
ancora non è arrivato al Quirinale. E’ lo stesso con il quale il governo ha ripristinato i fondi per la cultura (la cultura è stata usata come uno scudo per varare anche la moltiplicazione delle poltrone). Non è detto che le norme siano considerate dalla presidenza della Repubblica così urgenti da poter essere previste con un decreto. Ma la fame di posti è crescente. Il Sole 24 ore.
“Adesso i Responsabili attendono il completamento del rimpasto: la nomina agli 11 posti ancora vacanti di sottosegretario. Se l`aspettano per la prossima settimana. Silvio Berlusconi glielo ha garantito l`altra sera a cena, ospitandoli a Palazzo Grazioli, e loro sono convinti che manterrà la promessa anche perché - sottolinea qualcuno - «c`è da votare in aula il conflitto di attribuzioni» sul caso Ruby”.


6. LA CRISI IN PORTOGALLO COSTERA’ CARA. I MERCATI FINANZIARI SOTTO
TENSIONE.
Il Corriere della Sera. “Le dimissioni del governo di Lisbona hanno cambiato il clima del
Consiglio dei 27 capi di Stato e di governo dell`Ue, che doveva definire entro oggi solo gli
ultimi dettagli della strategia anti-crisi e del fondo salva-Stati. Il presidente dell`Eurogruppo e
premier lussemburghese, Jean-Claude Junker, ha indicato in 75 miliardi di euro l`importo degli aiuti che potrebbero essere presto concessi al Portogallo, dopo la bocciatura in Parlamento dell`esecutivo minoritario del socialista José Socrates, se fossero richiesti per rifinanziare il debito pubblico. Farebbero seguito ai 110 miliardi assegnati alla Grecia e ai 67,5 miliardi per l`Irlanda. L`agenzia di rating Fitch ha declassato l`affidabilità del debito portoghese e la speculazione ha sospinto i tassi sui titoli di Stato a dieci anni sempre più vicino a un 8 per cento difficilmente sostenibile”. Molti osservatori sui quotidiani europei si chiedono oggi quale paese sarà la prossima vittima della crisi della finanza pubblica e quale la vittima della speculazione. La Spagna è sotto i riflettori. Ma le tensioni sono un problema anche per l’Italia, che ha un debito pubblico pari al 119 per cento del Pil, cioè un debito il cui valore supera di un quinto il valore della ricchezza che il paese riesce a produrre in un anno intero.


7. SIRIA E YEMEN, IL RISVEGLIO DELLE POPOLAZIONI DELLA SPONDA SUD
DEL MEDITERRANEO SI ESTENDE.
Il Sole 24 ore. “Il presidente siriano Bashar al-Assad sembra rispondere con un`apertura alle proteste che mercoledì, a Deraa, hanno visto le forze dell`ordine uccidere almeno 37 persone. Ci sarà più libertà in Siria, ha assicurato la portavoce, per stampa e movimenti politici; il partito Baath al potere valuterà l`abolizione dello stato d`emergenza. Una svolta intanto potrebbe essere vicina nello Yemen, almeno secondo il Wall Street Journal: il presidente Ali Abdullah Saleh avrebbe raggiunto un`intesa con il generale Ali Mohsen al-Ahmar: entrambi lascerebbero a favore di un governo civile di transizione”.