1 aprile 2011

Il Presidente Napolitano procede ad una "ricognizione".


Il presidente Napolitano ha convocato ieri i capigruppo di PDL, PD e UDC. Oggi toccherà a Lega è IDV. E' una decisione che lascia intendere quanto sia aumentato al Colle la preoccupazione in ragione dei livelli che ha raggiunto lo scontro in Parlamento.

La situazione è senza precedenti, il punto è come uscirne, prima che la situazione precipiti.

Impossibile prevedere lo sbocco della "ricognizione". Probabilmente ci sarà un richiamo solenne rivolto ai protagonisti di questo pericolisissimo scontro politico istituzionale.


Dopo i gloriosi momenti appena trascorsi per le celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia, la dolorosa realtà. L'Italia è un paese spaccato e diviso dalla prepotenza e dall'arroganza di questo non-governo di destra che al posto di occuparsi delle urgenze si preoccupa esclusivamente degli interessi di uno solo.
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I pendolari arrabbiati a Sulbiate accolgono l'Assessore Giordano PDL della provincia di MB.


Sulbiate 01/04/2011. Ieri sera una cinquantina di persone ha pacificamente manifestato, rabbia ed indignazione, per i disagi dovuti agli indiscriminati tagli dei trasporti pubblici, direttamente all'Assessore Francesco Giordano PDL della Provincia di MB che partecipava a Sulbiate, accompagnato dal tecnico arch Infosini all'incontro organizzato dal coordinamento locale PDL dal tema "La provincia di Monza e Brianza e la Pedemontana".

Se escludiamo gli addetti ai lavori i manifestanti, che non sono entrati ad ascoltare l'incontro, erano superiori alle persone presenti in sala.

Insieme al gruppo contestatore, il
Sindaco Colombo di Mezzago, il Sindaco Stucchi e l'Assessore Fassina di Sulbiate.

Giordano, brevemente, ha voluto precisare di essere convenuto a Sulbiate per parlare di Pedemontana.

I sindaci, Colombo e Stucchi, in piazza del mercato vicino all'auditorium, si sono confrontati a lungo con gli utenti dei trasporti pubblici molto arrabbiati.


All'esterno della sala in cui Giordano teneva l'incontro sono stati appesi alcuni striscioni.




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Nota del mattino del 04 aprle 2011.

1. GIUSTIZIA. VINCE LA TENACIA DEL PD. CAPORETTO DELLA DESTRA. E LA BATTAGLIA CONTINUA IN PARLAMENTO E NELLE PIAZZE. PROSSIMA SETTIMANA DECISIVA. BERLUSCONI RIPROVA A SVIARE L’ATTENZIONE DA PROCESSI E NORME CON IL TRUCCO CON UN ALTRO SHOW: A TUNISI.
La tenacia e la fermezza del Partito democratico, dentro e fuori al Parlamento, hanno permesso alle opposizioni di sconfiggere il tentativo di approvare in fretta e furia una leggina sulla prescrizione breve che avrebbe messo Silvio Berlusconi al riparo dalla condanna per corruzione nel processo Mills. Per la destra, che ha dimostrato incapacità tattica e di tenuta, i due giorni di dibattito alla Camera, con intemperanze, insulti e nervosismi, sono stati una Caporetto. Ma la partita non è finita. La prossima settimana riprende il dibattito sul processo breve (compresa la
prescrizione breve) e si dovrà votare anche per il conflitto di attribuzione, cioè per sollevare o no presso la Corte Costituzionale il problema di trasferire il processo per concussione e prostituzione minorile nei confronti di Berlusconi dal tribunale di Milano al tribunale dei ministri. Lunedì (giorno in cui il presidente del Consiglio aveva promesso che sarebbe tornato in tribunale per il processo per evasione fiscale Mediatrade) Berlusconi si recherà a Tunisi per parlare di immigrazione. Si prevede un altro show mediatico per coprire di fronte all’opinione pubblica i processi e la discussione parlamentare sulle leggi ad personam. La Repubblica: “Bersani indica la via della «piazza e del Parlamento». «Dobbiamo stare in tutti e due i luoghi. Combatteremo alla Camera anche martedì sul conflitto di attribuzione per il processo Ruby. Prepariamo le notti bianche 1`8 aprile su scuola e democrazia. A Napoli, Torino, Milano e Bologna». E Bersani spedisce una lettera a Casini e Di Pietro per un`azione comune della minoranza sui tg Rai: monitoraggio costante per denunciare omissioni e censure.
La replica dell` Udc e dell`Idv è positiva. «Aderiamo», dice il centrista Roberto Rao. L`opposizione prova a marciare unita”.
Rosy Bindi: “Il rinvio alla prossima settimana del processo breve è una sonora sconfitta dell'arroganza di questo governo e questa maggioranza. E' stata premiata la determinazione delle opposizioni e la fermezza della battaglia condotta dal Pd nell'aula di Montecitorio e con la mobilitazione dei cittadini in difesa della Costituzione e della legalità. La nostra battaglia continuerà, noi non ci fermiamo e non ci saranno più settimane ordinarie di lavori parlamentari”.
Unità. Intervista a Dario Franceschini, presidente del gruppo parlamentare del Pd alla Camera. “Una sconfitta totale della maggioranza, una resa incondizionata. Dopo due giorni di fuoco sono stati costretti a rinviare la prescrizione breve. Sono riusciti solo a dimostrare una volta di più qual è la loro vera priorità: Berlusconi e i suoi processi. I problemi del Paese vengono dopo». Dario Franceschini, presidente dei deputati Pd, risponde a l`Unità appena uscito dal Quirinale, dove è stato ricevuto dal presidente Napolitano insieme alla collega Anna Finocchiaro. Cosa insegna questa due giorni di battaglia parlamentare rispetto al come fare opposizione? E una fase che richiede un di più di intransigenza? «Non è una fase che richiede modalità diverse: un grande partito deve costantemente tenere insieme una
parte propositiva e una di contrasto duro quando si vedono abusi totali come quelli di questi giorni: di fronte a tali violazioni delle regole l`opposizione deve diventare intransigente, senza timore che questo annacqui il messaggio riformista. E questo produce risultati: dopo due giorni di "fuoco" da parte nostra, ieri hanno rinviato le norme sulla prescrizione di cui solo mercoledì era stato chiesta con un voto l`anticipazione. Hanno gettato il Parlamento nel caos, dando al Paese l`immagine di una maggioranza che in cima a tutto mette i processi di Berlusconi: dal conflitto di attribuzione sul caso Ruby fino alla prescrizione. Se c`è tempo poi
viene tutto il resto». Nel Pd si è chiuso il dibattito sull`Aventino, cioè l`idea di abbandonare i lavori del Parlamento? «È chiuso. Capisco che possa avere un effetto evocativo, ma di Aventino nella storia italiana ce n`è già stato uno, e mi pare che sia bastato. Da li è partito il Ventennio fascista. Questi due giorni hanno dimostrato che l`opposizione deve stare in aula, quando c`è lo scontro non si abbandonano i posti di combattimento. E se l`opposizione combatte tutta unita, dall`Idv fino a Fli, i risultati arrivano. Se ce ne fossimo andati, Pdl e Lega avrebbero approvato la prescrizione breve in un`ora e mezzo. Finché io sarò capogruppo, il Pd starà in aula a combattere, usando tutti gli strumenti previsti dal
regolamento». Esclude anche l`ipotesi di dimissioni di massa? «È un altro argomento evocativo, ma non abbiamo nessuna intenzione di lasciare campo libero a Berlusconi. Non scherziamo, e poi se ci dimettessimo subentrerebbero i non eletti. Siamo stati votati per fare opposizione, non bisogna farsi trascinare da ondate emotive. Di fronte ai rischi che corre la democrazia c`è bisogno sia del nostro lavoro in Aula sia di una mobilitazione civile e pacifica nel Paese. Non sono alternative, sono complementari». Oggi nel Pd è riaffiorata l`idea che con questi numeri il governo non finirà la legislatura...
«Lo diciamo dal 14 dicembre: hanno una maggioranza in grado di reggere solo sui "grandi eventi", e cioè voti di fiducia e leggi ad personam. Su tutto il resto non sono in grado di garantire la presenza in aula dei membri del governo. Così condannano il Parlamento alla paralisi, non hanno più i numeri per affrontare i problemi del Paese». Si è discusso spesso delle presenze in aula dell`opposizione. A volte le assenze hanno salvato il governo... «Il nostro gruppo ha il record delle presenze, con una media oltre il 95%. Poi ci sono le malattie, o gli eventi imprevedibili. Ma sono orgoglioso di come si comportano i miei deputati. Nella aggioranza invece hanno i nervi a fior di pelle perché hanno capito che non ce le fanno a governare: mercoledì il ministro della Difesa che insulta il presidente ella Camera e l`opposizione, ieri il ministro della Giustizia che scaglia il tesserino contro i banchi dell`opposizione...». Torna a tirare aria di elezioni? «Non dobbiamo ricominci are a parlare di alleanze. Per il momento basta che le opposizioni si muovano insieme in Parlamento e comincino a fare anche delle iniziative comuni nel Paese, coinvolgendo anche chi sta fuori dal Parlamento come Sel. A Cortona ho parlato di "Patto delle opposizioni": di fronte ai rischi corre la democrazia deve prevalere l`idea che siamo in emergenza democratica. Cosa deve succedere ancora prima che ce ne accorgiamo? Quali altri abusi? Di fronte a un`emergenza, anche degli avversari, che forse torneranno ad esserlo, devono costruire un percorso comune». Oggi pomeriggio (ieri, ndr) la Lega è sembrata andare per conto suo sull`ordine del giorno della Camera. Ha colto segni di "sganciamento" dal Pdl? «Nessuno sganciamento. Nelle vicende fondamentali si dimostrano sempre servitori fedeli del Capo. Erano tutti in aula, compreso Bossi, a votare per una legge che non influisce
solo sui processi di Berlusconi, ma sui reati comuni. Un incensurato che commette una rapina, un furto o una violenza carnale avrà uno "sconto" sulla prescrizione. Alla faccia della sicurezza di cui si riempiono la bocca...». Fine del dialogo sul federalismo fiscale? «Su quel tema continuerà il nostro lavoro di merito per migliorare i decreti o almeno contenere il danno. Sono regole che riguardano il futuro del sistema Paese, non ci possiamo sottrarre».

2. NAPOLITANO RICHIAMA IL PARLAMENTO. IL PDL VA IN FIBRILLAZIONE PER LE GUERRE INTERNE. BOSSI SCAMBIA IL SOSTEGNO ALLE LEGGI SALVA-BERLUSCONI CON LA POSSIBILITA’ DI METTERE LE MANI SU FINMECCANICA, ENEL & CO. E CASINI NON ESCLUDE CHE A GIUGNO…
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiamato i capigruppo parlamentari per sollecitare il ritorno a comportamenti più rigorosi in Parlamento.
Il Pdl intanto sta andando in fibrillazione. Il gruppo dei deputati e dei senatori vicini all’ex ministro Scajola è pronto a dare battaglia per far cadere il ministro Ignazio La Russa e scalzare le posizioni conquistate dagli ex An. I cosiddetti responsabili sono in tensione perché non hanno avuto tutto quello che speravano dal sostegno al governo. La situazione della maggio ranza non è stabile, al punto che Pierferdinando Casini, leader dell’Udc, comincia a intravedere qualche crepa. Il Corriere della Sera. Intervista a Casini: «Sulla giustizia c`è una questione di serietà. Berlusconi aveva detto a tutti, compreso il capo dello Stato, che si sarebbe difeso nei processi, che avrebbe affrontato la riforma costituzionale, poi non passano dieci minuti e ritornano alla carica con le norme ad personam. C`è un disagio fortissimo di tutti su questo». Di tutti, in che senso? «Anche nello stesso partito di Berlusconi. Ormai, il Pdl è come il partito comunista polacco dopo la caduta del Muro di Berlino: non sanno vedere un nuovo equilibrio, ma non riescono più a difendere il vecchio». Lei dice che così non si può più andare avanti: ci sarebbero i tempi per sciogliere le Camere e andare a votare già prima dell`estate? «I tempi tecnici ci sono».
La Lega invece sta cercando di incassare dal sostegno alle leggi vergogna, più che la bandiera del federalismo, poltrone nelle aziende a partecipazione statale. Da Mf: ”...da parte lumbard è stata avanzata una richiesta che ha lasciato stupiti gli uomini del Tesoro. La domanda avrebbe riguardato la possibilità di cambiare gli statuti delle società sotto rinnovo, per aumentare il numero dei consiglieri e, soprattutto, le vicepresidenze….Il Senatur, come si diceva, vuole un amministratore delegato e ora che della partita non sembra più far parte Massimo Ponzellini, riconfermato nelle liste per il cda d`Impregilo, il cavallo su cui puntano i lumbard è Giuseppe Orsi, attuale ad di AgustaWestland, che il Carroccio vorrebbe alla guida della control lante Finmeccanica ….Per far digerire alla Lega una poltrona sì operativa, ma in condominio, potrebbero essere messa sul tavolo almeno una presidenza di peso, visto che gli amministratori delegati di Enel (Fulvio Conti), di Eni (Paolo Scaroni) e Tema (Flavio Cattaneo) verranno confermati in blocco. Il Carroccio ha una candidato per ognuna delle tre società, all`Enel corre l`ex sindaco di Busto Arsizio Gianfranco Tosi, che siede nel cda del gruppo elettrico dal 2002. Per l`Eni c`è in pista Andrea Colombo, già presidente del collegio sindacale, dal 2008 consigliere del Cane a sei zampe (come anche di Mediaset, Interbanca e Ceresio sim). Per Terna, invece, il candidato è l`attuale sottosegretario alle Infrastrutture ed ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli”.

3. DISASTRO IMMIGRAZIONE. DERAGLIA L’OPERAZIONE PAURA. MARONI NON RIESCE A GESTIRE L’EMERGENZA: COMANDA MA LE REGIONI SI IMPUNTANO E FANNO PIANI ALTERNATIVI.
L’incapacità del governo ad affrontare davvero l’emergenza immigrazione è vidente. “Quando ci fu la crisi del Kosovo arrivarono 30 mila immigrati e nessuno vide le scene terribili che stiamo vedendo in questi giorni” ha detto ieri il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. “Se vogliono fare sul serio, siamo disponibili a collaborare. Se al contrario vogliono fare solo
propaganda, il governo se la sbrighi da solo”. Il governo ha di fatto deciso senza consultarsi con le regioni la ripartizione di tutti gli immigrati (mentre l’accordo con i governatori riguardava solo i rifugiati). Un’operazione di imposizione e comando, più che di governo. Dalla Toscana è arrivato uno schiaffo morale e di dimostrazione di capacità organizzativa: “Pronti ad accogliere gli immigrati previsti, ma dove e come distribuirli lo decidiamo noi, certo non tutti concentrati dentro un campo con la doppia recinzione”.

4. TREMONTI FA RINASCERE LE PARTECIPAZIONI STATALI CON LA SCUSA DI SALVARE PARMALAT. PERO’ SULLA POLITICA INDUSTRIALE IL GOVERNO NON E’ IN GRADO DI DIRE UNA PAROLA.

Con la scusa di salvare Parmalat, il ministro dell’Economia mette in campo la Cassa Depositi e prestiti, controllata dal Tesoro e dalle fondazioni bancarie. Di fatto, si sta dando luogo a una riedizione dell’Iri, l’Istituto per la ricostruzione industriale, nato dalle crisi bancarie degli anni 30 e che è stato l’emblema delle partecipazioni statali per tutto il dopoguerra, fino alle privatizzazioni. Un modo sbagliato di affrontare il problema, da parte di un governo che non è in grado di avere una politica industriale.

5. PACCO BOMBA. UNA MALEDIZIONE ITALIANA: APPENA LA SITUAZIONE POLITICA SI RIMETTE IN MOVIMENTO, ARRIVANO GLI ATTENTATI.
Puntuale all’appuntamento con una fase di crisi politica è arrivato purtroppo l’ennesimo attentato. Ieri un pacco bomba ha ferito gravemente il capo di stato maggiore della Folgore, a Livorno. La rivendicazione è stata fatta dalla solita sigla anarchica.

6. L’INFLAZIONE MORDE. TASSI DI INTERESSE IN CRESCITA. E I BUCHI DELLE
BANCHE IRLANDESI RISCHIANO DI SCATENARE LA BUFERA.
L’inflazione ha toccato il 2,5 per cento in Italia su base annua. Anche nel resto dell’Europa i prezzi al consumo stanno crescendo. Questo significa che la banca centrale europea deciderà presto l’annunciato aumento dei tassi di interesse. Altre brutte notizie sono arrivate ieri.Le banche irlandesi hanno un buco di 24 miliardi di euro. L’Irlanda avrà bisogno di altri aiuti. Problemi che si vanno ad aggiungere a quelli di Portogallo, Grecia, Spagna. Dal Corriere della Sera: “Tutte queste incertezze non fanno che aumentare il nervosismo dei mercati intorno ai Paesi più fragili…Il rendimento dei titoli di Stato irlandesi ha toccato il 10,18%; quello dei titoli portoghesi l`8,149. Sono tassi a lunga scadenza insostenibili, secondo gli esperti. E c`è anche l`allarme che giunge dallo spread, la differenza di rendimento fra i bond decennali portoghesi e i Bund omologhi tedeschi: ormai supera il 5%. Lisbona ha annunciato che il suo deficit di bilancio tocca l`8,6% del Pil, oltre un punto in più del deficit previsto dal governo. Il quadro lo completano le agenzie di rating: Moody`s minaccia declassamenti a Dublino (oggi a quota Baa), Standard &Poor`s avverte che potrebbe togliere l`Irlanda dalla fascia «A». Forse è cominciata una primavera di tempeste”.