18 aprile 2011

Trasporti pubblici provinciali: il piatto piange, Giordano PDL anche.



Di seguito pubblichiamo il recente articolo de il Giorno Monza-Brianza del 15/04 "Se Avessi auto i soldi, non avrei toccato le linee".

Mentre il gruppo provinciale del Consiglio di MB del Partito democratico chiede che sia convocata un assemblea dei sindaci per capire come tamponare la riduzione di corse, denunciando che mentre Governo e Regione tagliavano i fondi la Provincia sia rimasta a guardare, l'assessore Giordano PDL si giustifica dicendo che non c'è stata nessuna provincia che abbia assorbito il taglio con risorse proprie.

per ingrandire cliccare sull'articolo.


Dal sito del Comune, rubrica "La parola agli amministratori", l'intervento della settimana:


post correlto:
I pendolari a Sulbiate accolgono l'assessore Giordano della Provincia di MB.
Trasporti pubblici: Sulbiate lasciata a piedi. testimonianza di un utente.

Datemi torto - 2 - di Adriano Caiani.



Una grande risorsa.


E’ il perdono. Il per dono, cioè un dono per chi è offeso, che lo da, e per chi ha offeso, che lo riceve. Ed è talvolta molto difficile metterlo in pratica. Conosco una coppia che si è separata, perché lei gli ha macchiato la camicia versando il caffè. Pensiamo a quanta infelicità il non perdono produce. E ci sono casi che per un nonnulla si trascinano l’odio per tutta la vita. Eppure il perdono è un grosso discapito per gli psichiatri, essendo esso una via per la salute mentale. Ci sono luminosi esempi, anche se rari, di perdono ad opera di persone cui sono stati uccisi dei congiunti. Abbiamo poi l’esempio sublime di Gandhi, chiamato “La grande anima”. Maestro della non violenza ebbe un’idea vincente per “perdonare” i colonialisti inglesi che avevano il tallone sull’India: organizzò la disubbidienza civile. Incredibile ma vero: dopo 200 anni di dominazione, il Regno Unito se ne dovette andare, nonostante tutta la sua potenza. Uno scacco universale! Inventiamo insieme modi, strade di perdono che raggiungano lo scopo senza che nessuno delle parti si senta in cedimento, umiliata, o altro. Siete d’accordo? Avanti con gli esempi!


Datemi torto, grazie. Adriano



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Oltre Berlusconi, l'Italia c'è. Il partigiano Smuraglia: "Mobilitatevi, non è il paese che sognavamo!".

Dopo i manifesti a Milano "Via le BR dalle procure" B. ieri ha nuovamente passato il segno lanciando strali contro la magistratura osannato dal suo pubblico "servente". Indignata la replica del Presidente della Camera Fini e dei magistrati accusati da B. di un patto scellerato contro la sua persona. Il Vescovo Dionigi Tettamanzi ieri in duomo nella sua omelia ha dichiarato "Solo gli ingiusti non voglio essere giudicati". Oggi sulle pagine dell'Unità Carlo Smuraglia nuovo presidente dell'ANPI esorta i giovani alla Mobilitazione. :"... perchè crediamo ancora nel paese che sognavamo".


B. sta oltrepassando ogni limite, come per quei manifesti, si adopera per far crescere ed istigare odio, con parole, comportaemti, ed azioni. Odio contro le istituzioni, attacchi alla scuola, commissioni d'inchiesta sui libri di testo. Dobbiamo vigilare e tenere desta la nostra attenzione, la nostra coscienza critica, perchè se si colpisce lo spirito della nostra Costituzione si affonda il tessuto democratico di questo paese, delle istituzioni, delle regole. Secondo Smuraglia mobilitare le coscienze è l'imperativo dell'ANPI. Manifestazione come quella delle donne a Roma è la prova che si può cambiare.



Dati ANPI:
138.000 tessere del 2011


120.000 gli iscritti nel 2010


20.000 sono i giovani tra i 18 e i 35 anni


10.000 sono i partigiani testimoni della Resistenza


105.000 gli iscritti nel 2009.


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Intervista a Stèfane Hessel ieri sera a "Che tempo che fa".


L'autore del "libro del mese" INDIGNATEVI, - Stéfane Hessel (in foto)- già segnalato da Teorema , ieri sera è stato intervistato da Fabio Fazio all''inizio del suo programma.

Tettamanzi: Omelia, contro gli ingiusti.



"Viviamo giorni strani, paradossali" -
"Gli ingiusti non si fanno giudicare".

Milano, 17 aprile 2011,

in occasione della Domenica delle palme, durante le celebrazioni in Duomo, l'Arcivescovo Dionigi Tettamanzi (in foto) pronuncia una "importante" omelia, sollevando "forti" domande.
"Perchè molti agiscono con inguistizia ma non vogliono che la giustizia giudichi le loro azioni?".
Il presule ha parlato anche di guerra e di immigrazione:"Perchè ci sono uomini che fanno la guerra ma non vogliono si definiscano come guerra le loro decisioni, le scelte le azioni violente?". Ha poi aggiunto:"...perchè tanti vivono arricchendosi sulle spalle dei paesi poveri, ma poi si rifiutano di accogliere coloro che fuggono dalla miseria e vengono da noi chiedendo di condividere un benessere costruito proprio sulla loro povertà?".

Partendo dal Vangelo del giorno che annuncia la venuta di un re umile e mite, che dona tutto se stesso ed annuncia la pace, ha analizzato la nostra situazione storica:
«Come sono oggi i giorni che viviamo? Potremmo definirli "giorni strani", i più dotti potrebbero definirli "giorni paradossalì"». Tettamanzi si è poi così interrogato: «Come sono, quindi, i giorni che oggi viviamo? Possiamo rispondere nel modo più semplice, ma non per questo meno provocatorio per ciascuno di noi, interrogandoci con coraggio sul criterio che ispira nel vissuto quotidiano i nostri pensieri, i sentimenti, i gesti. È un criterio caratterizzato da dominio superbo, subdolo, violento, oppure è un criterio contraddistinto da attenzione, disponibilità e servizio agli altri e al loro bene?» «Siamo allora chiamati a interrogarci sull'unica vera potenza che può realmente arricchire e fare grande la nostra vita, intessuta da tanti piccoli gesti - ha aggiunto l'Arcivescovo - la vera potenza sta nell'umiltà, nel dono di sè, nello spirito di servizio, nella disponibilità piena a venerare la dignità di ogni nostro fratello e sorella in ogni età e condizione di vita».



La nota del mattino del 18 aprile 2011.


1. STRATEGIA DELLO STRAPPO: BERLUSCONI ALZA IL TONO DELLO SCONTRO PER COPRIRE L’INCAPACITA’ DEL GOVERNO, STANCARE GLI INDIGNATI, FAR DIMENTICARE LE MANIFESTAZIONI CONTRO, IMPAURIRE GLI INCERTI. Un altro fine settimana di dichiarazioni gridate e scandalose. Ogni volta, il presidente del Consiglio si spinge un po’ più in là, strappa un altro pezzo di vita civile. E’ la strategia dello strappo, dello scandalo, ogni volta più forte: perché in questo modo gli italiani concentrano l’attenzione sulle sue esternazioni, l’indignazione a forza di esercitarsi si stanca, ci si dimentica che appena qualche settimana fa le piazze erano piene di donne e uomini capaci di protestare tutti insieme, gli incerti prendono paura, chi decide di opporsi deve fare i conti nella propria testa con la possibilità di uno scontro cattivo. E tutto questo rumore copre l’incapacità del governo, i problemi non risolti, le divisioni interne del Popolo delle libertà. Ieri, per esempio, Berlusconi ha accusato Fini di aver materialmente concordato con la magistratura l’attacco al premier. Non importa che non sia vero. Importa che l’accusa sia eclatante, talmente semplice e infantile da entrare nella testa, grazie al megafono della tv. Importa che raddoppi il clamore, dopo le dichiarazioni sugli insegnanti di sinistra, i giudici terroristi. Ogni volta uno strappo più forte, per sfiancare la resistenza di chi dissente e fare il vaccino di richiamo al popolo della destra profonda. Per questa ragione gli vanno bene anche i manifesti sui giudici Br, gli va bene che chi li ha realizzati e affissi sia candidato nelle liste del Pdl, come dimostra la foto in prima pagina pubblicata da Il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi.

2. IL PD, PUR CON PROBLEMI E CRITICITA’, E’ UN ARGINE DI FRONTE A QUESTA DERIVA ED E’ IL PILASTRO PER OGNI ALTERNATIVA. Il Partito democratico non da oggi è il pilastro della diga che impedisce a questa ondata di travolgere tutto. Nello stesso tempo è per forza di cose il pilastro di qualsiasi alternativa credibile. Insomma, pur con i suoi problemi e anche tutti i suoi punti di criticità, il Pd è la chiave della tenuta e del cambiamento. E’ stato il Pd a costruire il percorso perché la maggioranza passasse dal oltre cento deputati a qualche manciata di voti, peraltro comprati. E’ il Pd che ha tessuto la rete dei rapporti con tutte le opposizioni per reggere insieme questo momento, prendere iniziative e, quando se ne porrà l’occasione, avviare il superamento del berlusconismo. In vista della votazione sulla fiducia, il 14 dicembre, a lungo si è discusso con le altre opposizioni anche sulla possibilità di dare vita ad un governo di transizione per superare questa fase drammatica. E’ il Pd, con la sua forza, che ha impedito insieme alle altre forze dell’opposizione che Berlusconi facesse un blitz alla chetichella sulla proscrizione breve. Da tempo il segretario, Pier Luigi Bersani, avverte: il ciclo è finito, ma lui è ancora forte: cercherà di scassare le mura della casa comune, pur di restare al potere. Da tempo si lavora alla predisposizione di un programma alternativo di governo sul quale avviare un confronto con tutte le opposizioni di centrosinistra e di centro. E’ uno scontro che presuppone tenacia, tenuta, fiato lungo. E non a caso tutti i sondaggi indicano una costante crescita del consenso verso il Pd e un rafforzamento della leadership del suo segretario nazionale. Ieri Walter Veltroni ha lanciato l’ennesimo grido di allarme sul pericolo che Berlusconi faccia cadere l’Italia nell’abisso. Tutto è necessario pur di impedire questa deriva, ha detto Veltroni, rilanciando la proposta avanzata insieme a Pisanu di un governo di decantazione, di transizione, per impedire questo esito infausto. In una lunga intervista a Il Corriere della Sera, oggi Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, chiede di andare subito al voto politico, perché il paese non può andare avanti in questo modo. Tra le altre cose Il Messaggero ha chiesto al vicesegretario del Pd, Enrico Letta, perché il Pd non chiede a Napolitano di sciogliere subito le Camere. Risposta: «Noi vogliamo le elezioni anticipate. Ma Napolitano è l`architrave che, in una situazione di conflitto permanente creata da Berlusconi, tiene insieme le istituzioni. Il Pd non deve complicare ulteriormente il lavoro del Presidente, già difficilissimo, tirandolo per la giacca».

3. AMMINISTRATIVE-REFERENDUM. IL RICHIAMO DELL’ATTENZIONE SERVE ANCHE A SOSTITUIRE L’INCAPACE MORATTI NELLO SCONTRO ELETTORALE A MILANO. L’occupazione della scena mediatica con sparate sempre più grandi serve al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, oltre a coprire tutto lo spazio disponibile perché così non si parla dei fallimenti del governo, anche per coprire con la sua persona il fallimento amministrativo del sindaco uscente di Milano, Moratti. Ancora una volta Berlusconi gioca tutto impostando un referendum sulla sua persona. La verità è che tutti i sondaggi dicono che a Milano il centrosinistra ce la può fare. Berlusconi ha paura che questa previsione sul consenso degli elettori si avveri. E svia l’attenzione dalle cose concrete per riportarla sul solito binario: o me o i comunisti. O me o i giudici. O me o crolla tutto.

4. LEGGE PORCATA DUE. MENTRE IN PARLAMENTO RIPRENDE LO SCONTRO SULLA PRESCRIZIONE BREVE, LA DESTRA PENSA A CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE PER NON PERDERE AL SENATO. Riprende questa settimana al Senato il cammino della legge sul processo breve, che contiene anche la prescrizione breve. Riprende dunque la battaglia sulla giustizia, tenendo conto che Berlusconi vorrebbe che passasse anche una leggina per bloccare il processo Ruby (dopo che la Camera ha sollevato il conflitto di attribuzione presso la Corte Costituzionale). «Molti agiscono con ingiustizia, ma non vogliono che la giustizia giudichi le loro azioni» ha detto ieri nell’omelia, nel Duomo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, in occasione della domenica delle Palme. Ma dietro le quinte si prepara anche un altro scenario. Alcuni esperti del Pdl stanno lavorando ad una nuova legge elettorale, dopo la “porcata” di Calderoli. Il presidente del Consiglio, infatti, è ormai sicuro che, anche se vincesse le elezioni politiche (oggi i sondaggi danno il centrodestra perdente), non riuscirebbe in ogni caso ad avere la maggioranza in entrambe le camere. Così sta pensando di modificare la legge elettorale.

5. IMMIGRAZIONE. ITALIA-FRANCIA, DUE POPULISMI A CONFRONTO. DALLA FINLANDIA SOFFIA IL VENTRO ANTIEUROPEO DELLA DESTRA. MA PRODI: L’ANTIEUROPEISMO E’ UN GRAVE ERRORE. Scontro diplomatico tra Italia e Francia ieri per gli immigrati alla frontiera di Ventimiglia. Il populismo del governo Berlusconi-Bossi si è dovuto scontrare con il populismo del presidente Sarkozy. Dice Enrico Letta, vicesegretario del Partito Democratico (intervista a Il Messaggero): «La Francia sbaglia. Ma Sarkozy trova facili alibi nell`atteggiamento della Lega e del governo italiano. Bossi che dice "fora d`i ball" è l`alibi per Sarkozy per affermare: "Non li vogliono loro, perché dovrei prendermeli io?!". Questa è la dimostrazione che il populismo leghista, utilizzato per solleticare le paure della gente, alla prova di governo fallisce. E danneggia l`Italia». La destra sta portando allo sfaldamento dell’Europa. Ieri in Finlandia le elezioni politiche si sono concluse con l’affermazione come terzo partito dei “Veri finlandesi”, organizzazione di destra che ha trionfato battendosi contro l’ipotesi che i paesi ricchi d’Europa contribuiscano al salvataggio dei paesi indebitati, primo fra tutti il Portogallo. E’ il trionfo dell’egoismo e dell’euroscetticismo. Un errore catastrofico secondo Romano Prodi, intervistato oggi da La Stampa: «L`Europa in questo momento ha paura di tutto, della concorrenza cinese, degli immigrati africani e degli altri Paesi europei, ha paura della non ripresa ed ha anche paura dell`euro» dice Prodi, spiegando che la responsabilità è «dei governi europei che non prendono decisioni collettive» indugiando «nei riti di questi summit europei in cui Francia e Germania danno la linea, per poi non essere d`accordo neanche fra loro» come dimostra anche «l`emergenza della Libia sulla quale l`Europa è divisa». Ciò che più lo preoccupa è come «la paura si diffonda anche a livello popolare» portando a situazioni nelle quali «singoli Stati ipotizzano l`uscita dall`Europa». L`ex presidente della Commissione Europea ha quasi un sussulto nell`affrontare questo ipotetico scenario. Evita accenni diretti all`attuale governo italiano ma il suo riferimento alle recenti minacce di «uscire dall`Europa» lascia pochi dubbi sull`identità di chi ha in mente: «Coloro che fanno tali affermazioni sono leader politici che non hanno il senso della Storia, preferiscono inseguire le elezioni del giorno dopo o i sondaggi del giorno stesso che indubbiamente riflettono gli umori di un populismo che aumenta, creando così una reazione a catena. Ma significa andare verso un suicidio collettivo».

6. IMMIGRAZIONE. I GIOCHI DI PAROLE DI TREMONTI SU IMMIGRATI E DISOCCUPATI. IL RICHIAMO ALLA RELATA’ DI ENRICO LETTA. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha preso una posizione diversa da quella della Lega: gli immigrati sono tutti al lavoro, ha detto, dimostrando così implicitamente che l’immigrazione serve. Tuttavia, ha fatto questa affermazione con uno scopo anche polemico: dice che gli immigrati sono occupati perché fanno i lavori che i giovani italiani non vogliono fare più, criticando così – con questa affermazione – il grido di allarme lanciato nei giorni scorsi dalla Banca d’Italia sulla disoccupazione giovanile. In una lunga intervista su Il Messaggero, il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, contesta oggi il ministro. «Credo che Tremonti abbia voluto dire che gli immigrati sono utili e sono d`accordo. Ma sbaglia a lanciare il messaggio che la disoccupazione giovanile è frutto del rifiuto dei lavori umili. La disoccupazione è un dramma, ha raggiunto livelli impressionanti: il 28% dei giovani non ha lavoro, al Sud uno su due né lavora, né studia. E siamo un Paese in cui mediamente i ragazzi escono di casa a 31 anni. Nell`Italia del boom economico i trentenni lavoravano, facevano figli e mantenevano i loro genitori. Nell`Italia di oggi i trentenni non lavorano, non fanno figli e sono mantenuti dai genitori. Insomma, siamo un Paese che non ha i trentenni nel motore».

7. ALLARME PREZZI E SPECULAZIONE. IL CIBO COSTERA’ DI PIU’ IN TUTTO IL MONDO. Da La Repubblica. Parla Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia. “«C`è un boom dei prezzi delle materie prime e degli alimentari» che fa soffrire tutti, in special modo il sud del pianeta. Perciò, ci vuole "cautela". Bisogna stare attenti «agli eccessi di euforia che si sono spesso conclusi in lacrime». Draghi parla al Development Committee, l`organismo dove siedono anche le nazioni più povere, le più minacciate dai rincari del pane… «I prezzi degli alimentari sono in aumento dalla fine de12010 e si stanno avvicinando ai picchi del 2008». Anche la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole «è aumentata, portandosi sui livelli più alti dal 2006». Lo scotto lo paghiamo tutti”.