28 giugno 2011

Il Papa ha nominato Angelo Scola Arcivescovo di Milano.

Angelo Scola - nuovo Arcivescovo di Milano.

Il Papa ha nominato l'ex Patriarca di Venezia Angelo Scola successore di Dionigi Tettamanzi.

L'annuncio di Scola a Venezia:"Ho accolto in obbedienza la decisione del Papa".


Giuliano Pisapia - Sindaco di Milano
: «Esprimo a sua Eminenza, cardinale Angelo Scola, il più sincero sentimento di benvenuto nella nostra città, convinto che saprà proseguire nella missione pastorale che ha contraddistinto la chiesa ambrosiana negli ultimi decenni». «Allo stesso tempo - ha aggiunto il sindaco - intendo rinnovare l'apprezzamento e la stima mia personale e dell'intera nostra comunità nei confronti del cardinale Dionigi Tettamanzi. A lui va la gratitudine di Milano per essere un punto di riferimento illuminante per tutti i cittadini e per aver diffuso con grande lungimiranza i valori dell'accoglienza, della solidarietà e del dialogo».

Matteo Salvini capogruppo Lega Nord: «Benvenuto monsignor Scola»- «riesca a unire la nostra città e non a dividerla come ha fatto il suo predecessore, per il quale c'erano milanesi figli di un dio minore».

Questa sera, 28 giugno '11, ore 21,00 presso DEMOCRATICI IN FESTA 2011 a Bernareggio CTL 3.

Podestà aumenta l'addizionale RC auto.


La Provincia di Milano, ieri, ha deliberato l'aumento sull'addizionale RC auto di ben 2,5 punti %.
Si passa dal 12,5 % al 15%
. La Giunta Podestà si è avvalsa della facoltà prevista dai decreti attuiativi del federalismo fiscale. Questo è l'unico strumento deciso dal Governo con la manovra dello scorso anno a disposizione della Province per far fronte al taglio dei traferimenti.
Sono già più di trenta le Province che hanno deliberato l'aumento dell'addizionale.
Altre se ne aggiugeranno: i tagli devono essere necessariamente compensati.

Presto conosceremo l'entità della nuova manovra finanziaria.
Siamo curiosi e un po' preoccupati di scoprire ed analizzare i contenuti.

Non era questo il Governo che non avrebbe mai messo
"le mani in tasca agli italiani".

C'è qualcuno che ci crede ancora?

SO THINGS THEY ARE. - Così stanno le cose- Di Eugenio Benetazzo






Il libero mercato semplicemente non esiste: chi pensa che tutto quello che sta accadendo attorno a lui sia il frutto della casualità e del processo evolutivo umano, è meglio che continui a vivere nella la sua beata ignoranza. Pur tuttavia esiste una mano invisibile, ma non intesa come meccanismo economico che regola l'economia in modo tale da condurre la società al più ampio benessere in virtù della ricerca della massima soddisfazione a carico di ogni singolo individuo. La mano invisibile è in realtà l'ingerenza nella vita di tutti i giorni di una potente establishment di lobby planetarie che ha ben presente che cosa dovrà accadere nel prossimo futuro.

L'idea di base è facilmente comprensibile: creare una società di individui isolati privi di autocoscienza, senza ideali e punti di riferimento. Il raggiungimento di questo processo di metamorfosi è stato conseguito grazie ad una meticolosa pianificazione: nulla è stato lasciato al caso, globalizzazione compresa. Tutto è iniziato con il ridimensionamento del settore primario (agricoltura) in cui la moltitudine della popolazione mondiale era assorbita ed impegnata. Con una propaganda consumistica ingannevole hanno convinto milioni di persone nel mondo occidentale (adesso stanno facendo lo stesso con quello orientale) ad abbandonare la coltivazione della terra per proiettarsi in un finto mondo, migliore solo in superficie, spingendoci a vivere dentro nidi di scarafaggi, ognuno per conto suo, tutti contro tutti.

Abbiamo abbandonato la vita sana e gratificante all'aria aperta per fare l'interinale che fa il pendolare tra l'ufficio e un monolocale in cemento a Baranzate di Bollate oppure lo sportellista sfigato e depresso della grande banca d'affari che vende prodotti porcheria a pensionati e coppie neosposate. Sono stati grandi, non vi è dubbio: ci hanno spinto a fare lavori che non ci piacevano per comprare beni e servizi di cui non abbiamo bisogno. Il passo successivo è stato quello di mettere a redditto l'infelicità, soprattutto quella di coppia: la strada intrapresa è stata diabolica ovvero portare l'emancipazione della donna sino al fanatismo per polverizzare la famiglia tradizionale basata sui valori cristiani sostituita da famiglie mononucleari ispirate agli ideali di vita promossi da Maria De Filippi.

La colonna portante della società è venuta destituita lentamente e progressivamente producendo un riverbero mondiale al volano dei consumi: adesso tutti hanno un appartamento, un frigorifero, una televisione, un'automobile, un telefono cellulare. Tutto doppio. L'infelicità rende parecchio all'establishment: una persona infelice e sola infatti tende a cercare gratificazioni personali attraverso il consumo sfrenato di beni e sevizi (superflui o inutili) che arricchiscono virtualmente la sua vita e colmano il vuoto degli affetti personali. Invece il multiculturalismo è stato lo strumento inventato e propagandato per distruggere i popoli e creare una melma senza identità, un gregge di soggetti facili da governare e sfruttare, senza grandi capacità di reazione.


Il penultimo passo del processo devolutivo studiato a tavolino è di recente introduzione: creare delle reti virtuali di relazioni sociali con lo scopo di schedare e profilare gratuitamente ogni individuo al fine di conoscere con approfondimento i suoi gusti, le sue amicizie, i suoi desideri, le sue paure, lo stile di vita ed i gusti sessuali. Se vi avessero chiesto di fornire queste informazioni dedicate con un provvedimento di legge ci sarebbe stata una sommossa popolare ovunque invece l'avete fatto gratis da soli invitando anche altri vostri conoscenti a farlo.

Pensate che oggi ci sono persone che vivono con un alter ego rappresentato dal loro iPhone considerandolo ormai come una estensione artificiale del proprio corpo. La fase finale coinciderà con il controllo globale di tutte le interazioni sociali ed economiche di ogni individuo, probabilmente attraverso l'introduzione di un transponder di identificazione a onde radio che servirà per effettuare da prima pagamenti istantanei con moneta elettronica e successivamente servirà per identificare e localizzare le persone e monitorare tutti i loro movimenti e fenomeni di consumo. Tutto questo non sarà imposto dall'alto con la forza o con una legge, ma sarà proprio il singolo individuo a richiederlo a gran voce. So things they are. Così stanno le cose.

Oggi, 28 giugno 2011, in edicola: articoli su crisi di maggioranza e movimento NO OUTLET.

Oggi in edicola interessanti articoli su il Giornale di Vimercate e su IL GIORNO MONZA BRIANZA.

GIORNALE DI VIMERCATE DEL 28 GIUGNO 2011. Pag. 39

Sindaco Maurizio Stucchi:”La provincia dica se si può insediare in Brianza un outlet oppure no”
Maggioranza sempre in bilico. Incontro questa settimana.

i Virgolettati.

Stucchi:”Non si prendono scelte secondo declamatorie elettorali. Tutti hanno deciso che l’outlet fa schifo. Noi invece ci aspettiamo che la provincia dica la sua, commissionando magari ad una università, uno studio per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, in base al quale ci dica se un outlet in Brianza può starci o meno, e se si dove”. Ha poi aggiunto:”Per me Maurizio Sarchielli non è un interlocutore. Lo sono gli Assessori e i Consiglieri. Confido che si possa tornare a ragionare e che non si discuta a colpi di slogan”.

GIORNO DI MONZA E BRIANZA. Pag. 17

SULBIATE
Il comitato non molla: “No all’outlet anche nel resto del vimercatese”.

I virgolettati.

I promotori:”Deve essere molto chiaro che la nostra contrarietà all’insediamento vale per tutto il territorio del vimercatese, e non solo per Sulbiate. Vogliamo continuare a tenere accesa la’attenzione dei cittadini su un argomento che non sembra essere chiuso”.

Circa lo stato di salute della maggioranza dopo il voto sull’outlet che ha sancito la spaccatura tra democratici e lista civica, spiega Sarchielli:”Chiediamo un incontro con il Sindaco il prima possibile”.

Bersani chiude a Berlusconi. "Dialogo è parola fumosa".

«La parola dialogo, è una parola fumosa, c'è un posto che si chiama parlamento e li ci sono le nostre proposte. Ad esempio sull'emergenza rifiuti in Campania abbiamo chiesto un decreto ma siamo totalmente inascoltati». Così Pierluigi Bersani, leader del Pd, a margine della conferenza stampa di presentazione della nuova rivista online del partito, a proposito della proposta di collaborare con le opposizioni lanciata ieri dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

La Campania è un tema centrale per il segretario del Pd: «Se il governo non è in grado di risolvere l'emergenza rifiuti a Napoli deve andare a casa, non si può mollare sui livelli minimi di civiltà ». «È una vergogna» che non scatti la solidarietà quando a subire questi disagi ci siano anche dei bambini, ha detto Bersani che ha parlato di «una vera e propria barbarie». Il leader del Pd ha ricordato la grave emergenza che aveva colpito Milano negli anni '90: «Quando furono loro nei guai, c'era un sindaco leghista che parlò direttamente con me: mi presi i rifiuti in Emilia Romagna, affrontai la polemica scoppiata nella mia regione perché volevo e dovevo dare una mano». Ora «sono il primo a dire che la Campania deve arrivare all'autosufficienza nel ciclo dei rifiuti», ha aggiunto il leader del Pd ricordando che su questo argomento in questi giorni è stata presentata una proposta di legge dal Pd: «Noi siamo un partito di governo che è temporaneamente all'opposizione».



Ipotecata quindi ogni idea di governo di emergenza. «Un governo di emergenza? ma di cosa stiamo parlando...», dice Bersani, rispondendo al leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini che ha proposto un governo di emergenza in alternativa al voto. Per Bersani «se stessimo parlando di Berlusconi che fa un passo indietro, allora il Pd direbbe 'vediamo'. ma siccome siamo in un periodo ipotetico del terzo tipo, mi chiedo se non sia meglio andare a votare, piuttosto che perdere un sacco di tempo inutilmente. almeno l'appuntamento elettorale può consentirci di fare il punto e riprogrammare la ripartenza necessaria al paese». Viceversa «un tramonto del berlusconismo così estenuante può essere pericoloso: lo dice lo stesso Casini - conclude il leader Pd - quando spiega che se non si riesce a fare un governo è meglio andare a votare».
27 giugno 2011 fonte l'Unità