18 luglio 2011

I Costi della Politica: le proposte del PD.


Di fronte all’emerg
enza economica il Pd ritiene che la politica debba dare un contributo concreto di sobrietà e di responsabilità, lottando invece contro le concezioni demagogiche che rischiano di confondere tutto e non risolvere nulla.

Per questa ragione, il Pd ha da tempo messo a punto precise proposte e dato vita a concrete iniziative parlamentari sul tema dei costi della politica e delle riforme istituzionali. Al Senato ha anche presentato emendamenti alla manovra del governo insieme a Idv e Udc, misure che il governo e la maggioranza hanno respinto, impedendone l’approvazione, ma che restano validi punti di riferimento per gli interventi da realizzare.

· Riduzione del numero dei parlamentari. Il Pd ha presentato da tempo diverse proposte di legge per ridurre entro la legislatura, il numero dei parlamentari e cambiare le funzioni del Senato. Per esempio, una Camera con 400 deputati e un Senato Federale con 200 senatori. E’ possibile calendarizzare già dal prossimo settembre il provvedimento volto alla riduzione dei parlamentari.

· Retribuzioni dei parlamentari. Il Pd punta a modificare la legge del 1965 che lega la retribuzione dei parlamentari alla retribuzione dei magistrati italiani, per scegliere un nuovo parametro. L’obiettivo è di allineare l’Italia alla media delle retribuzioni dei parlamentari degli altri paesi europei.

· Vitalizi. Con una decisione interna alla Camera e al Senato (gli organi costituzionali hanno un’autonomia decisionale sul proprio bilancio) il Pd propone di rivedere entro la legislatura i vitalizi dei parlamentari riportandoli al sistema previdenziale in vigore per tutti gli altri cittadini iscritti all’Inps.

· Risparmi e trasparenza su affitti e servizi. Il Pd propone di lavorare concretamente all’interno dei bilanci di Camera e Senato per ridurre la spesa collegata agli immobili (affitti), per dare trasparenza e risparmiare sui servizi offerti.

· Gli emendamenti al Senato. Con gli emendamenti alla manovra proposti anche insieme a Idv e a Udc il Pd punta inoltre ad alcune riforme capaci di dare un contributo importante al contenimento della spesa pubblica. Tra queste proposte vi sono:

1. L’accentramento dei comuni più piccoli.

2. L’accorpamento delle province sotto i 500.000 abitanti (di fatto si arriverebbe ad un dimezzamento delle attuali province).

3. L’accorpamento delle società che fanno capo ai comuni (un comune non potrà avere più di una società: e così verrebbero meno migliaia di aziende, con i relativi consiglieri).

4. La totale incompatibilità dell’incarico dei parlamentari con qualsiasi altro incarico (sindaco, consigliere, presidente di provincia…).

5. Taglio delle auto blu e dei voli blu, limitandone l’uso a chi ne ha davvero bisogno.

6. Reintroduzione del tetto alla retribuzione dei manager pubblici

Queste proposte costituiscono un punto fermo del Pd, un patrimonio di iniziative sulle quali daremo battaglia e che il Pd si impegna a realizzare.

Intervista di Pier Lugi Bersani di S. Collini de l'Unità. Clicca qui.

"Tasse e niente riforme. Ma l'alternativa ora c'è. Ricostruiremo il Paese".

Roma, 18 luglio 2011

PARTITO DEMOCRATICO
Ufficio Stampa

Questa sera, 18 luglio 2011 - ore 21,00 Consiglio Comunale sessione straordinaria.


Il Consiglio Comunale è convocato presso la sede municipale in
sessione straordinaria, in seduta pubblica, per il giorno
di lunedì 18 LUGLIO
2011 ore 21.00.
di se
guito l' O.d.G.



Per ingrandire cliccare sul doc.


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Sulbiate. La Residenza Sanitaria Disabili.

Articolo del Giornale di Vimercate del 12 luglio 2011. di G. Ticozzi.
cliccare sull'articolo per ingrandire





Fonte Sito del Comune di Sulbiate.
Rubrica: Ultimissime dal Comune - La parola agli Amministratori.


Intervento del
15 luglio 2011

La Residenza Sanitaria Disabili


La stampa in questi giorni ha diffuso notizie circa le difficoltà di realizzazione del progetto sul terreno di proprietà dei Comuni di Sulbiate-Aicurzio sito in via Madre Laura di fronte alla nostra Piazza Mercato. La Fondazione Le Due Rose che realizzarebbe l'intervento privato sull'area dei Comuni ha comunicato la rinuncia con la lettera che pubblichiamo (visualizza la lettera).

Pur essendo certo e condiviso l'intento dei due Comuni espresso nel 2008 (visualizza i documenti inerenti), le difficoltà tecnico-amministrative sono oggettive. In particolare per il Comune capofila di Aicurzio che deve fare gli adempimenti e le pratiche essendo l'area nel suo territorio di competenza.

Dall'estate del 2008, momento dell'adesione dei due Comuni alla proposta, la Fondazione ha trovato le risorse per l'investimento per circa 3 milioni di euro e le adesioni al progetto di diversi finanziatori privati, fra i quali la Fondazione Cariplo, e pubblici con molti Comuni del Vimercatese aderenti a Offerta Sociale e la Provincia di Monza Brianza nel frattempo costituitasi.

Questa battuta di arresto trova il nostro Comune in difficoltà a causa del coinvolgimento in adempimenti burocratici prolungatisi nel tempo per i quali non possiamo avere diretta competenza.

Assicuriamo i sulbiatesi che faremo di tutto per recuperare gli accordi ed i ritardi e per mantenere gli impegni presi. Con o senza Aicurzio.

In tal senso abbiamo dato ampio mandato ai colleghi di Aicurzio di trovare subito la migliore soluzione tecnico-burocratica che preferiscono, sgombrando il campo da qualunque titubanza, dopodichè cosegneremo alla Fondazione la nostra parte di terreno che vale i due terzi dell'area.

Se vogliamo questo importante servizio di utilità pubblica per tutta la brianzaest, non è più tempo di porre dubbi e tentennamenti ma bisogna fare i concreti atti amministrativi attesi sin dal 2008.

Il Sindaco e la Giunta


Il Comunicato Stampa 16/2011 del Comune di Vimercate del 20 gennaio 2011. clicca qui.

Ticket : si paga! Non siamo in Toscana nè in Emilia. Siamo in Lombardia.

Cliccare sull'immagine per ascoltare l'intervista.


La Lombardia non è intenzionata a seguire l'esempio di altre sette Regioni che come Toscana ed Emilia hanno detto no alla nuova tassa sulla salute.
Sembrerebbe che secondo Regione Lombardia quella dei ticket è una partira persa perchè si correrebbe il rischio di essere citati dalla Corte dei Conti per danno erariale.
Quindi, per ora, in Lomardia si paga. Nonostante la volontà espressa di Formigoni di fare qualcosa per contenere l'effetto dell manovra. Da subito via agli aumenti: 10€ in più su visite specialistiche, diagnostica ed esami di laboratorio. Per risonanza magnetica, TAC, mammografie, colonscopie, ed altri esami complessi il costo sarà di 46€. Secondo le stime regionali sarà colpito un lombardo su tre.

Martina segretario PD Regionale:"Non è vero che i due terzi dei lombardi non pagano, perchè l'esenzione è riservata solo ha chi ha patologie croniche, ai minori di 14 anni, e alle persone anziane con redditi bassi. E' chiaro che il fallimento di questo Governo si sta scaricando sui ceti medio bassi. Formigoni non si nasconda dietro spiegazioni poco plausibili e segua l'esempio di altre Regioni. Non si capisce perchè Lombardia dovrebbe essere da meno".

Intanto si scatena sul web la polemica per l'intervista rilasciata dal Governatore al TG3 in collegamento da Porto Cervo con tanto di sfondo di yacht.

Sviluppi ricorso al Tar per cantiere ex scuola.

Articolo del Giornale di Vimercate del 12 luglio 2011.

cliccare sull'articolo per ingrandire.

Delibera 52. Il Commento di Virus.

Il Commento di Virus:


Forse il mio pensiero non ha la competenza e la preparazione giuridica che si richiederebbero per commentare la deliberazione di Giunta Atto 52 del 12/07/2011 che annulla, revoca, il precedente Atto 39 del 19/04/2011.
Allora, da "cartone animato" vi dico quello che ho capito:

L'Atto 39, come più volte denunciato anche dalle pagine di questo blog, non era una necessità. Nessuna legge obbligava la Giunta ad esprimersi in merito a questo pronunciamento, perchè l'argomento è prerogativa di tutto il Consiglio Comunale. L'Atto 39, è servito semplicemente a spaccare la Giunta e lacerare la maggioranza del Sindaco di Sulbiate. L'Atto 39 è stato un clamoroso errore. Per il nostro esecutivo una brutta figura.

Nella sostanza, alla buon ora, è come se qualcuno (finalmente!) avesse preso coscienza di aver dato poss
ibilità con la DG 39 di pretendere risarcimenti in caso di dinieghi futuri!

Ora fa marcia indietro, dicendo al privato che la deliberazione del Consiglio Comunale del 10 di giungo non può essere intesa come un diniego, riaffermando l'ovvio che nes
suno ha mai negato:
i privati possono presentare alla PA qualsiasi istanza e che la PA è tenuta ad una risposta.


Per cortesia, per il futuro oso proporre due consigli:
  • Maggior prudenza prima di assumere decisioni che impegnano pesanemente la Comunità.
  • Maggior ascolto dei collaboratori che indicano percorsi corretti e meno conflittuali.
... ma per chi non sa ascoltare persone di sua fiducia, saprà prendere in considerazione le parole di un cartone animato?

grazie
by Virus

Ecco quanto già affermato in Teorema dal Coordinatore del Circolo del PD di Sulbiate in un precedente post del 6 giugno 2011:

· Non stiamo contestando solo l’adozione della delibera, MA IL PREVENTIVO ASSENSO POSITIVO che la Giunta non poteva esprimere senza andare ad incidere su prerogative del Consiglio Comunale. Se le decisioni in merito devono essere prese dal Consiglio, gli elementi per valutare li chiede il Consiglio, i paletti per valutare li fissa il Consiglio. Il ruolo di una Giunta che chiede l’acquisizione di elementi utili per la valutazione, in questo caso è curioso e bizzarro, perché del tutto inventato.

· Non esistono delibere ininfluenti. Se il Sindaco ha messo all’Odg un atto inutile, ha sbagliato. Ora che l’atto esiste, non è più sufficiente dire “la delibera non ha nessun valore”. Perché per l’operatore un valore c’è.

clicca sul logo qui sotto per leggere l'intervento integrale:



Osservazioni sollevate in tempi non sospetti che non hanno mai avuto nessun tipo di riscontro.

Attività in Provincia di Monza Brianza. N° 24/2011.

Settimana dal 11 al 15 luglio 2011

a cura del Consigliere Vittorio Arrigoni.

1)Lunedì 11 luglio ’11 in Commissione 7 don Augusto Panzeri, responsabile Caritas di Monza, ci ha illustrato le iniziative dell’istituzione da lui guidata.

I temi più importanti perché più richiesti dalle persone bisognose sono il lavoro e la casa.

Oggi tra le persone bisognose non ci sono solo gli emarginati, ma anche persone normali.

A Monza mancano case popolari. Caritas ha fondato una fondazione “ Casa Ospitalità” con lo scopo di affittare case private di cui Caritas paga l’affitto e garantisce il proprietario circa l’affidabilità dell’inquilino. Per il lavoro si rivolge ai centri per l’impiego provinciali o alle agenzie: non da indicazioni dirette perché la crisi è grave.

Caritas Monza ha istituto un centro di recupero della serenità per le donne che vivono momenti di degrado, violenza e abbandono. Stanno aiutando le famiglie immigrate in particolare i loro figli adolescenti che faticano ad inserirsi e che tendono a costituirsi in bande violente.

Stanno seguendo una trentina di giovani adolescenti immigrati e offrono loro anche un doposcuola.

L’interazione con gli immigrati è più decisiva della loro integrazione.

2)Martedì 12 luglio ’11 in Commissione 9 il rag. Pallara del settore finanza e bilancio, ci ha illustrato alcuni aspetti pratici applicativi del federalismo provinciale definito dai recenti decreti dello Stato. L’imposta sulla RC auto potrà passare, dal 2011, dal 12,5% al 16,00% portando le entrate della provincia di MB da 20 a 28 milioni di euro.

A settembre la provincia di MB dovrà decidere come variare questa imposta.

Sarà una imposta propria e non derivata, pertanto potrà essere regolamentata dalla Provincia che potrà controllare le targhe con l’assicurazione relativa. Oggi questo non è possibile.

L’IPT degli autoveicoli verrà parametrata sulla potenza dell’autoveicolo con 4,5 euro per kW di potenza, mentre oggi una Panda ed una BMW pagano la stessa imposta (190 euro).

Manca però il decreto applicativo che sembra addirittura frenato.

L’ addizionale sull’energia elettrica passa allo Stato e verrà sostituita da una compartecipazione all’IPERF locale, ma come?

3)Giovedì 14 luglio ’11 in consiglio provinciale l’assessore Colombo ha risposto ad una mia interrogazione sugli FTS e sugli ITS presentata tempo addietro.

A seguito di bando della Regione Lombardia nel a.s. 2010/2011 sono stati presentati tre progetti di formazione tecnica superiore, da parte di istituti secondari della provincia. Sono stati finanziati solo due istituti: l’Olivetti di Monza ed un istituto di Cesano Maderno.

Per gli ITS, la Regione Lombardia non ha finanziato il progetto presentato dall’istituto Meroni di Lissone. La provincia assicura più impegno su questo fronte, in coordinamento con gli istituti secondari del territorio.

Nell’ambito delle comunicazioni ho commentato la decisione della Cassina di Meda (poltrona Frau) di delocalizzare in Bulgaria la cucitura degli imbottiti dei loro divani, mettendo a rischio 50 posti di lavoro diretto e molto più nell’indotto.

Il settore non è in crisi: le richieste sono alte e la concorrenza non fa spavento per questi prodotti di qualità del made in Italy. Non c’è esigenza di ridurre i costi. Gli azionisti vogliono solo alzare i profitti. La gravità di questa scelta sta nel rappresentare il primo cedimento di un settore di eccellenza come il distretto del mobile brianzolo.

Dopo questa scelta, cosa faranno i Minotti, i T Settanta, i Molteni e le tante aziende di qualità del settore?

I nostri imprenditori, contrariamente ai loro colleghi francesi e tedeschi che sostengono un mercato vincente a costi più alti ma con prodotti di qualità, delocalizzano all’estero per qualche euro in più fregandosene del sistema Italia.

La Provincia, la Regione Lombardia e il MSE devono intervenire per sostenere l’innovazione e la qualità del distretto del mobile brianzolo, dicendo anche qualche no alle manovre di delocalizzazione speculativa fatte sulle spalle dei lavoratori e del sistema produttivo brianzolo.

Nell’ambito delle interrogazioni ho sollecitato la GP ad intervenire attivamente sulla situazione di crisi delle aziende informatiche del Vimercatese, anche in vista dell’incontro previsto per il 25 luglio p.v. presso la Regione Lombardia per definire un accordo di programma per la reindustrializzazione dell’area.

IBM, arrivata a Vimercate nel 1965, dopo aver ceduto nel 2000 l’impianto e la produzione a Celestica, e dopo che questa ha delocalizzato in Cechia tutte le attività produttive, cedendo nel 2007 le poche attività rimaste a Bames/Sem, ora IBM vuole spostare a Segrate 900 dipendenti dei 1150 rimasti a Vimercate.

La città di Vimercate ha fatto di tutto per agevolare la presenza di IBM nel territorio: lo stabilimento è stato insediato in una località isolata e tutta immersa nel verde, ha creato servizi sociali e culturali di qualità in un ambiente cresciuto in modo sostenibile per i suoi cittadini, ma anche per i dipendenti IBM. E questo è il ringraziamento IBM dopo 46 anni di permanenza tra noi.

L’Italia è troppo arrendevole verso le multinazionali presenti sul nostro territorio.

ST Microelectronics di Agrate ha recentemente definito con Enel e Sharp un accordo per realizzare a Catania uno stabilimento per la produzione di pannelli fotovoltaici, con un investimento di circa 400 milioni di euro finanziato con 70 milioni ciascuno, più 49 milioni del CIPE e il resto sostenuto da IMI, Centrobanca e Unicredit.

STM fa business ad Agrate ed investe a Catania! Perché in Lombardia non è previsto nulla?

Ricordiamoci che STM ha ceduto all’americana Micron il settore non più strategico delle grandi memorie di Agrate, mettendo su un percorse ricco di incognite 800 ricercatori circa.

Questo per scorporare dal core business un settore che contribuiva a tenere basso sul mercato finanziario il valore dell’azione STM.

Bames/Sem su 600 dipendenti in organico ne ha posti in CIGS ben 400.

Sono falliti almeno due accordi di reindustrializzazione soprattutto per inadeguatezza della stessa Bames. Di fronte a ciò, grazie alle sollecitazioni delle OO.SS. e del comune di Vimercate, il MSE ha proposto alla Regione Lombardia, alla Provincia di MB e la Comune di Vimercate di definire in accordo di programma per il rilancio dell’area Bames.

A fronte di questa grave situazione le OO.SS. hanno indetto uno sciopero di tutte le aziende del sito di Vimercate (IBM, Bames, Borghi e Sem) per mercoledì 20 luglio p.v. con presidio presso la sede della Regione Lombardia

Per avviare questo accordo è previsto un primo incontro lunedì 25 luglio a cui la provincia di MB si deve presentare con tutta la volontà di contribuire a risolvere una crisi delicatissima per il Vimercatese.

Vimercate, 23 luglio 2011

AV

SULBIOUTLET? NO! e senza grazie!

QUALE DELLE DUE?




O



PREFERISCO ANCORA SULBIATE!
E tu?

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I segreti della casta di Montecitorio. Un blog esplosivo.

spiderTruman

Si firma con lo peudonimo di SpiderTruman l' autore della pagina Facebook "I Segreti della Casta di Montecitorio". La pagina sembra sia a rischio di essere oscurata. Le informazioni dal suo profilo:"Licenziato dopo 15 anni di precariato in quel palazzo, ho deciso di svelare pian piano tutti i segreti della casta".

L’autore spiega anzitutto perché si è trovato costretto ad abbandonare Facebook per cercare collocazione tra le pagine di Blogger: «ho già ricevuto una lettera da Facebook che mi intima a rimuovere i contenuti della pagina “I segreti della casta di Montecitorio”. Ora cerco di traslocare tutto qui su questo blog nel giro di pochi minuti, sperando che qui la censura non arrivi. Ci lavoro da subito, voi intanto aiutatemi a far circolare il blog!».

Sono già diverse le denunce pubblicate all'indirizzo della Casta. Clamorosa la partecipazione dei cittadini!
Quanto sia attendibile spiderTruman non possiamo sapere, ma l'indignazione dei cittadini è vera.
Per ora l'anonimo blogger spiderTruman è certamente il personaggio, il caso web, di questo fine settimana.
Il suo successo difficilmente potrà passare inosservato.
E' stato già aperto un account Twitter nel caso in cui la censura in seguito alle reazioni della "Casta" dovesse fare il suo corso . Qui il Blog.




Nota del mattino del 18 luglio 2011.


1. I MERCATI NON SI FIDANO DEL GOVERNO BERLUSCONI E FANNO BALLARE L’ITALIA. CALA LA BORSA. SI ALLARGA ANCORA LO SPREAD TRA BTP E BUND TEDESCHI. E A FINE MESE DOBBIAMO RINNOVARE 25 MILIARDI DI DEBITI.
Grazie all’ennesimo voto di fiducia, il governo ha approvato una manovra pesantissima, scaricandone i costi sui ceti medi e bassi e senza interventi sull’evasione fiscale o sulle rendite finanziarie. Sotto l’attacco della speculazione, e nella certezza che la maggioranza avrebbe votato la fiducia facendo passare comunque questa manovra, Pd, Idv e Udc hanno presentato emendamenti correttivi (accorpamento piccoli comuni, accorpamento province, accorpamento società comunali, riduzione degli stipendi dei parlamentari, riforma dei vitalizi, aumento delle imposte sulle rendite finanziarie…), ma hanno accettato di accorciare i tempi rispondendo anche all’appello del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
La manovra di dimensioni rilevantissime, ma per come è stata costruita iniqua e sbagliata, non è riuscita a rasserenare i mercati. La ragione è semplice: nessuno si fida più nel mondo del governo Berlusconi: non è stato capace di affrontare i problemi fino ad oggi; ha rinviato i provvedimenti che poteva prendere; ha fatto una manovra raccogliticcia e senza un vero progetto. L’Italia è senza guida. E questo penalizza tutto il Paese: il fallimento del governo lo stanno pagando tutti gli italiani sotto forma di tasse in aumento e meno servizi e di incertezza sul futuro. L’appuntamento più pesante sarà con le aste dei titoli pubblici di fine mese: 25 miliardi di euro di debito pubblico da rinnovare.
Per questa ragione l’unica strada per dare certezza al futuro è chiudere la fase del berlusconismo, arrivare rapidamente alle dimissioni del governo e andare alle elezioni per ricostruire un governo nuovo e credibile del Paese. Questa è la strada maestra. Tutte le altre sono subordinate.

2. OGGI BERLUSCONI DISERTA I PROCESSI E SI PRESENTA A NAPOLITANO PER IL RIMPASTO, PER PARLARE DEL NUOVO GOVERNATORE DI BANKITALIA E PER TENERE DURO SUL MINISTRO ROMANO ACCUSATO DI ECCESSIVA VICINANZA ALLA MAFIA.
Questa mattina il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non si presenterà alle udienze milanesi per i processi sul caso Ruby (prostituzione minorile) e sul caso Mills (corruzione). A fine mattinata incontra invece il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per parlare di rimpasto (Alfano si deve dimettere e va sostituito) e per cercare di chiudere in fretta la sostituzione del governatore di Bankitalia, spingendo Vittorio Grilli, attuale direttore generale del Tesoro e candidato del centrodestra (il PD è schierato a difesa dell’autonomia di Bankitalia dalla politica). Di sicuro si parlerà anche del caso del ministro Romano, accusato di eccessiva vicinanza con la criminalità organizzata.

3. LE REGIONI SI RIBELLANO AI TICKET. GLI ITALIANI CHIEDONO ALLA POLITICA DI FARE LA SUA PARTE DI SACRIFICI. MA SCATTA ANCHE UN’OPERAZIONE DI CONFUSIONE CHE METTE TUTTI (POLITICA BUONA E POLITICA CATTIVA) NEL CALDERONE. LE PROPOSTE DEL PD (PRESENTATE ANCHE CON IDV E UDC) VANNO NELLA DIREZIONE GIUSTA.
Molte Regioni, a cominciare dall’Emilia Romagna, dalla Toscana e dal Veneto si ribellano ai ticket sulla sanità. Gli italiani, di fronte alla prospettiva dei sensibili sacrifici imposti dalla manovra, chiedono che anche i politici facciano sacrifici e taglino gli sprechi. In questo contesto è scattata, tra web e grandi giornali (soprattutto quelli nella cui proprietà prevalgono i grandi industriali e la
grande finanza) un’operazione di confusione che mette tutto nel calderone, come se la casta potesse essere individuata solo nei parlamentari nazionali, o solo nei politici, da considerare tutti uguali, tutti da appiattire nella generalizzazione delle accuse.
Il Pd, l’Idv e l’Udc proprio in occasione della manovra economica hanno presentato precise proposte di riforma su questi temi: dai vitalizi agli stipendi, dall’accorpamento delle province a quello dei piccoli comuni, all’accorpamento delle società che fanno capo ai comuni). Se quegli emendamenti non sono passati è perché il governo e la maggioranza di destra hanno fatto muro. Ma l’obiettivo della campagna non è solo mettere in luce i privilegi della cosiddetta casta (altrimenti giornalisti, manager, grandi avvocati, grandi evasori condonati, corporazioni sarebbero tutti nel mirino): l’obiettivo è attaccare tutta la politica per indebolire quella parte di politica che potrebbe cambiare davvero le cose. Memento: il libro la Casta di Rizzo e Stella uscì durante il governo Prodi. Riportava episodi largamente riconducibili alle decisioni e azioni del precedente centrodestra. Ma nell’immaginario collettivo coinvolse tutti, anche lo stesso Prodi che aveva limitato auto blu e viaggi aerei dei ministri. Poi è tornato Berlusconi, le auto blu si sono moltiplicate, i viaggi aerei dei ministri si sono moltiplicati e poco o nulla è stato scritto in materia.
Il tema esiste. Il tema dei costi della politica è serio e va affrontato concretamente e con coraggio. Ma buttarla in antipolitica è un errore: in tutto il corso della storia l’antipolitica ha portato a un solo sbocco, quando ha vinto. L’arrivo di un uomo solo al comando. L’Italia da questo punto di vista ha dato più volte.

4. LA DIREZIONE DEL PD SU ECONOMIA, SCELTE POLITICHE, RIFORMA ELETTORALE. LA PROPOSTA DEL PD SARA’ IN LINEA CON LE INDICAZIONI DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE.
Domani mattina si riunisce la direzione nazionale del Partito democratico. Situazione economica, prospettive politiche e proposta di riforma elettorale saranno al centro del dibattito. La relazione di Bersani e la direzione indicheranno la strategia del partito per uscire dal berlusconismo secondo la linea nata dall’analisi della realtà e che ha portato il Pd alla vittoria nelle recenti elezioni amministrative.
La direzione varerà anche la proposta del Pd sulla riforma elettorale secondo le indicazioni approvate dall’assemblea nazionale del partito e in base alla proposta che Bersani ha condiviso con il vertice del partito.

5. MERCOLEDI’ LA CAMERA VOTA SULL’ARRESTO DEL PARLAMENTARE DEL PDL PAPA. QUESTA SERA INCONTRO BOSSI-BERLUSCONI IN VISTA DI QUESTO APPUNTAMENTO. LA LEGA NEL CAOS, TRA RICATTI, POPULISMO, DIVISIONI.
Mercoledì la Camera dei Deputati vota sulla richiesta di arresto del deputato del Pdl, Papa, accusato dalla magistratura nell’ambito dell’inchiesta denominata P4.
Berlusconi teme che l’arresto di Papa dia la stura a rivelazioni e che si apra la fase del cedimento, come avvenne durante il periodo di Mani pulite. Quindi ha chiesto al Pdl di votare contro. Bossi non sa più che fare: la base vuole che la Lega voti sì all’arresto. Berlusconi vuole che voti no e lo tira dalla sua parte con ogni mezzo. Questo spiega l’atteggiamento ondivago del leader della Lega.
Le opposizioni, a cominciare dal Pd, sono per il voto a favore dell’arresto.

6. FIAT. PD: ADESSO RIPRENDA IL NEGOZIATO.
Stefano Fassina, responsabile economia del Pd. (Adnkronos)- "La sentenza del Tribunale di Torino sulla vertenza Fiom Fiat potrebbe e dovrebbe essere colta da entrambe le parti come opportunità per ritornare al terreno negoziale". Così Stefano Fassina, responsabile Economia e lavoro del Pd, commenta la sentenza Fiat del giudice di Torino. "L'accordo interconfederale del 28 giugno scorso - dice Fassina - offre la cornice nella quale definire soluzioni adeguate a dare garanzie sia di esigibiltà del contratto sia di partecipazione democratica dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali loro rappresentanti". "In una fase drammatica per le prospettive economiche ed occupazionali dell'Italia, - conclude Fassina - sarebbe un risultato rilevante ben oltre i confini della specifica vertenza".

7. DOLLARO-EURO, LO SCENARIO MONETARIO. PER CAPIRE DI PIU’ LE INCERTEZZE E LE TURBOLENZE CHE IL MONDO STA ATTRAVERSANDO.
Da La Repubblica. Un lungo articolo (e di non facile lettura, ma pieno di spunti e di informazioni di contesto) di Marcello De Cecco, economista italiano tra i più noti, che ha insegnato in diverse università italiane, inglesi e americane, oggi professore ordinario di storia della finanza e della moneta alla Scuola Normale di Pisa. “Dal 1971 al 1998, il sistema monetario internazionale, che aveva, per gli accordi di Bretton Woods, due strumenti di riserva funzionanti, oro e dollaro (c`era anche la sterlina, ma in via di estinzione, perpetuamente in crisi), fu ridotto, dalla fine della convertibilità aurea del dollaro, ad averne uno solo, lo stesso dollaro. Iniziava così il dollar standard, con la virtuale demonetizzazione dell’oro. Si disse allora che il nuovo sistema era in realtà a cambi flessibili e non avrebbe avuto bisogno di riserve, perché i cambi si sarebbero aggiustati seguendo le bilance dei pagamenti degli stati. Il vecchio e illustre economista Sir Roy Harrod previde invece che il nuovo sistema avrebbe avuto bisogno di assai più riserve di quello precedente, perché bisognava capire che i vari paesi non avevano alcuna intenzione di farsi dettare il tasso di cambio dai mercati dove imperavano i movimenti di capitali a breve termine. Sir Roy ebbe ragione. Oggi di riserve ce ne sono 10.000 (diecimila) volte la quantità che c`era prima del 1971. Fino al 1998 il dollaro non ha avuto concorrenti come moneta di riserva. I paesi più importanti per scambi internazionali, Germania e Giappone, erano entrambi fortemente dipendenti dalle esportazioni, e non vollero mai accettare che il loro cambio col dollaro si rivalutasse, rendendo le loro esportazioni meno competitive. Non crearono riserve, perché mantennero positive le loro bilance dei pagamenti, esportando dunque capitali e assorbendo dollari, né più né meno come fanno ora la Cina, la Russia, i paesi del petrolio, il Brasile. Ma anche se avessero avuto bilance dei pagamenti in deficit, ciò non sarebbe bastato alle monete di questi paesi, allora come ora, per diventare monete di riserva. Occorre anche che il paese che emette una moneta di riserva sia un rilevante centro finanziario internazionale, e che la sua moneta sia usata come preferibile veicolo di scambio tra altre monete sul mercato dei cambi. Occorre che tale moneta sia pure usata per denominare transazioni sia commerciali che finanziarie. Da quando è nato l`euro, è cessata la responsabilità di paesi individuali per la moneta unica europea. Essa è passata a quella esclusiva della Bce. L`euro rappresentando una massa economica totale pari a quella degli Stati Uniti, è stato dall`inizio il candidato naturale a costituire la seconda moneta di riserva del sistema monetario internazionale. Esso è anche la moneta di un`area che non è in surplus di pagamenti col resto del mondo e nella quale ci sono sia paesi forti che paesi più deboli. I mercati finanziari dei paesi dell`euro si stanno velocemente integrando tra loro e sono comparabili, grosso modo, a quello degli Stati Uniti. C`è tuttavia una novità importante. I due mercati finanziari atlantici, quello europeo e quello americano, si stanno anch`essi velocemente integrando tra loro, cosa che non accadde nel caso di Usa e Giappone e non accade tra Usa e Cina. La Fed e la Bce non intervengono a modificare il corso di mercato delle loro rispettive monete, e i flussi finanziari tra zona euro e Stati Uniti sono del tutto liberi. Inoltre esiste,
come ha documentato uno studio della Bis, un importante flusso di transazioni finanziarie che collega i mercati americani e quelli dei principali centri offshore, che quindi, tramite New York, servono anche il mercato finanziario della zona euro. Tutti questi elementi servono a inquadrare la peculiare situazione che il sistema monetario internazionale sta vivendo attualmente. Sono allo stesso tempo deboli tutt`e due le valute di riserva, euro e dollaro. Non vale la regola semplice, secondo la quale ad un euro forte corrisponde un dollaro debole. Le monete forti di oggi sono esplicitamente il franco svizzero, lo yen e le monete dei paesi esportatori di materie prime, come Australia e Nuova Zelanda. Lo sono, invece, solo potenzialmente, perché le autorità monetarie che le controllano non accettano la rivalutazione su dollaro ed euro e intervengono pesantemente ma con solo parziale successo sui mercati dei cambi, il Renmimbi cinese e il Real brasiliano, la lira turca e altre monete di paesi esportatori di materie prime, che accumulano riserve. Queste riserve sono per lo più in dollari, ma la loro componente in euro ha cominciato a diventare cospicua, superando il 40% del totale. La Cina, in particolare, ha cominciato ad accumulare titoli di stato dei paesi euro, anche di quelli del Sud Europa, per far accettare l`enorme surplus commerciale che ha nei confronti dei paesi euro, e anche per motivi precauzionali e di politica estera nei confronti degli Stati Uniti. La Cina, forse nel futuro non immediato, deciderà di aprire il proprio mercato finanziario interno liberandolo dai controlli di capitale e dalle altre estese restrizioni che permettono al governo di Pechino di mantenere la libertà di gestione della propria politica monetaria. Per ora, tuttavia, non sembra ancora aver deciso per una decisa liberalizzazione finanziaria. E, con gli attuali estesi problemi debitori che affliggono le comunità locali cinesi, non è probabile che il giorno della liberalizzazione finanziaria sia prossimo. La moneta cinese resterà dunque ancora per parecchio lontana dall`assumere lo status di moneta di riserva. Si nota che una parte della dirigenza cinese preferirebbe andare più risolutamente verso la liberalizzazione e l`uso del Renmimbi come moneta di riserva, ma dopo un apparente prevalere di tate corrente l`anno scorso, ora sembra ci si diriga verso una assai maggior prudenza. In realtà, se non si devono fare i conti con le necessità, anche occupazionali, di una piazza finanziaria internazionale già esistente e non si vedono i vantaggi derivanti dal far tenere la propria moneta a investitori stranieri, mancando un deficit strutturale della bilancia commerciale e invece si dipende ancora fortemente da una poderosa industria di esportazioni come volano dell`economia, i vantaggi netti derivanti dallo status di moneta di riserva non sono molto elevati. Ancor oggi, ad esempio, un grande paese come la Germania preferisce l`integrazione finanziaria con gli Stati Uniti, come testimonia la fusione tra la borsa di Francoforte e quella di New York, alla diretta costruzione di una piazza finanziaria internazionale in Germania. Si corrono rischi, come è accaduto alle banche tedesche con i mutui subprime americani, ma si mantiene la struttura di successo della propria economia, basata sulle esportazioni di prodotti industriali. A queste considerazioni se ne deve aggiungere una importantissima: per la prima volta in molti decenni, sulle due sponde dell`Atlantico si segue, ormai da tre anni, la stessa politica monetaria, di espansione a oltranza per impedire prima gli effetti peggiori della crisi e poi fomentare una ripresa dell`economia reale. Il fiume di denaro creato dalla Fed e dalla Bce è riuscito finora a tenere deboli entrambe le monete di riserva, inchiodando i tassi di interesse su livelli prima impensati in tempo di pace. Sia la Fed che la Bce hanno tenuto finora in assai limitata considerazione i rincari nei prezzi delle materie prime che questa politica monetaria di medesimo segno e portata ha indotto. I paesi sviluppati, infatti, usano molto meno materie prime, proporzionalmente, di quelli emergenti. Solo per la benzina questo non è ancora vero ed è questo un cruccio che affligge i governatori di entrambe le banche centrali delle due monete di riserva. La Bce aveva, a dire il vero, deciso di trovarsi di fronte a una solida ripresa dell`economia europea e fatto anti vedere il passaggio in tempi brevi ad una minore espansione monetaria. Ma la crisi del debito sovrano dei paesi periferici della zona euro li ha costretti ad un rinvio, che speriamo breve solo perché sarebbe il segno che tale crisi è finita. Date le incertezze della dirigenza politica europea, che passano da una non decisione all`altra in merito ai debiti sovrani sopraddetti,
temiamo però che per tale segno dovremo invece aspettare ancora a lungo. A meno che Mario Draghi non voglia seguire i numerosi esempi di governatori che si insediano e che vogliono mostrare la propria risolutezza aumentando i tassi. Ma lo conosciamo come persona abbastanza prudente e intellettualmente sicura da non aver bisogno di questi gesti teatrali.