5 dicembre 2011

Manovra Monti: c'è bisogno di più equità.

La manovra presentata dal Governo Monti è pesantissima. Sapevamo che non tutto ciò che avremmo voluto fare noi sarebbe stato messo in pratica. Alcuni nostri suggerimenti però sono presenti.
Nell' iter parlamentare bisognerà tentare di introdurre altri correttivi per aumenatare il carattere dell' equità, e in particolare nella lotta ai privilegi e all'evasione fiscale, rispetto ai quali si doveva e poteva fare di più.

Siamo consapevoli che la strada è un percorso obbligato per evitare il default, il fallimento, del nostro paese che stiamo rischiando "perchè qualcuno ci ha portato fin qui".

Il coordinamento dei democratici è già al lavoro per studiare la manovra nel dettaglio e poi decidere quali interventi proporre nelle Commissioni.

L'intervista di F. Fazio a Pier Luigi Bersani del 04/12/2011


L'uovo di Colombo, ovvero la Sulbiate che vorrei...



Apriamo una nuova rubrica (e sezione) che chiameremo "l'uovo di Colombo". Il nome deriva dall'aneddoto, famoso quanto probabilmente falso, in cui Cristoforo Colombo scommise con i nobili spagnoli, che cercavano di sminuire la sua scoperta delle Indie, di riuscire a far stare in piedi un uovo.
Colombo colpì leggermente la base dell'uovo, rompendola, e questo permise il trucco. Quando i commensali ribatterono che, come l'impresa del marinaio, anche quello scherzetto sarebbe stato alla portata di chiunque, colombo replicò: "certo, bastava pensarci".

Dunque ci proponiamo di trattare argomenti, relativi a Sulbiate, su cui dibattiti e spunti, anche e perché no fuori dagli schemi, possano dare idee e provocazioni. Vuole essere una rubrica aperta a tutti, quindi tutti sono liberi, e invitati, di proporre argomenti o dibattere su quelli aperti. Vogliamo che le idee circolino libere, in modo da trarre esempi e spunti per provare a costruire idealmente e, chissà, anche materialmente la Sulbiate che verrà.

Questa iniziativa sul blog nasce - e si affianca - insieme alle serate in cui il circolo PD di Sulbiate propone a tutti i cittadini interessati di passare insieme una serata per discutere della "Sulbiate che vorrei", non solo i tesserati PD ma chiunque abbia voglia di partecipare. Gli incontri vogliono essere una sorta di "gruppo consigliare allargato", in cui chi avesse voglia di dare un suggerimento o idea, per competenza o sensibilità verso un argomento, è benvenuto e invitato a partecipare.

La Politica, quella con la "P" maiuscola, è fatta soprattutto di partecipazione alla costruzione di idee, percorsi condivisi, decisioni strategiche, attuazioni sul territorio, indipendenti dai simboli di partito, da maggioranza o opposizione, buoni e cattivi. Il circolo del PD vorrebbe incontrare i pareri di tutti quelli che pensano di potere e volere partecipare al miglioramento della nostra comunità.
E' inutile - e francamente ci siamo stufati - continuare a bacchettarsi sul "tu hai fatto questo.... ma voi avete fatto quest'altro", giocare a chi è più bravo a screditare, senza nemmeno immaginare un'alternativa di pensiero, una strada diversa, un progetto basato su idee e non slogan.

Partecipate numerosi tramite questa nuova rubrica!

Postate i vostri commenti e inviate ogni tipo di materiale e suggerimento all'incaricato che si occuperà della rubrica: dopo Virus, diamo il benvenuto ad un nuovo super eroe, SempliceMistero!




Questo personaggio dal candido (?) mantello, ha scelto gli amici del circolo PD - perchè li ha giudicati gli unici disponibili ad accogliere i pensieri, evitando le inutili polemiche - come interlocutori alle sue domande e idee pazze sulla Sulbiate che verrà (in allegato una sua letterina visionaria sul tema).

Scrivetegli e non fatelo sentire solo.

Perchè siamo arrivati a questo punto?

Un po' di storia per non dimenticare che:



2006:
Il precedente Governo Berlusconi lascia in eredità al Governo Prodi, un macroscopico buco nei conti pubblici. La nuova squadra corre ai rimedi. Guidati da Prodi, Tommaso Padoa Schioppa, Vincenzo Visco e Pier Luigi Bersani preparano una manovra da 30 miliardi di euro. Gli interventi più significativi sono contro l’evasione fiscale, liberalizzazioni e anche riduzioni di imposta e di contributi.

2007: ancora misure contro l’evasione fiscale, con particolare attenzione ad alleggerire la pressione del fisco sui redditi bassi. Per i meno abbienti via l’Ici, sgravi per i figli che studiano fuori sede e così via. Ma la destra di fronte all’operazione risanamento-rilancio insorge e accusa il Governo di mettere la mani nelle tasche degli italiani. Cade il governo Prodi.

Nel 2008 la destra vince. Tutte le risorse recuperate dal centrosinistra con il recupero dell’evasione andrebbero impegnate per sostenere la ripresa, perchè la crisi è già in atto. Ma Berlusconi le spende per togliere l’Ici per le case dei più ricchi; condono al 4 per cento sugli esportatori di capitali; salvano l’Alitalia con i soldi pubblici; cancellate tutte le norme di contrasto all’evasione fiscale; interrotto lo studio delle spese pubbliche (la spending rewiew).

Per tre anni, secondo i nostri "eroi", la crisi è solo psicologica, l'Italia sta meglio degli altri paesi europei, bisogna stare allegri perchè la crisi è passeggera.

A
luglio, dopo le elezioni, finalmente il Governo ammette che la crisi c’è e per rimediare si invetano una manovra "farlocca": tutti i più importanti sacrifici sono rinviati al 2013 dopo le elezioni. Seguiranno altre proposte confuse e inefficaci.

Ad agosto, il mercato si accorge che le manovre approvate sono finte.

Sono necessari nuovi urgenti interventi ma questa volta imposti dall'Europa
: voci, passi in avanti, ripensamenti, scontri interni, fino all’epilogo.

L’Italia è a un soffio dal fallimento, senza più credibilità. Il debito italiano è enorme e per essere rinnovato deve necessariamente rivolgersi ai mercati.
Ma il mercato non si fida più del nostro paese.
Entro aprile dovranno essere rinnovati 200 miliardi di euro altrimenti, se non ci riusciamo, il pese rischia il fallimento, trascinandosi l'Europa e l'Euro. Questo è quanto.

Responsabili di questa situazione sono Berlusconi e Bossi.

Monti è stato chiamato per evitare il fallimento!


Berlusconi, ora si nasconde dietro al "cortigiano" Angelino Alfano, mentre Bossi dopo aver fatto approvare tutte le possibili leggi vergogna a favore del miliardario di Arcore, e aver contribuito a portare il paese sull'orlo del default, riveste i panni del duro e puro che inneggia, a Roma ladrona, alla secessione ed alla padania libera.


I voti di P. Ichino sulla manovra del Governo Monti.

IN UNA SITUAZIONE GRAVISSIMA E IN COSI’ POCO TEMPO ERA DAVVERO DIFFICILE COSTRUIRE UNA MANOVRA MAGGIORMENTE CENTRATA SULLA RIDUZIONE MIRATA DELLA SPESA PUBBLICA E SULLE DISMISSIONI; MA ALCUNI ASPETTI DEL DECRETO POSSONO ESSERE MIGLIORATI IN PARLAMENTO

Pensioni
: le misure adottate colpiscono soltanto una generazione (la mia) che è stata sistematicamente privilegiata nei due decenni passati; in sostanza, le vengono estesi, ma ancora molto parzialmente, alcuni aspetti del trattamento pensionistico già da tempo previsto per le generazioni successive; vengono comunque fatte salve le situazioni particolari dei lavoratori in mobilità e alcune altre. Rinvio a quanto ho detto in proposito nell’intervista a Repubblica di giovedì. Voto: 8,5

Aumento della pressione fiscale: il grosso dell’aumento della pressione fiscale è concentrato sulle proprietà immobiliari, con esenzione per la fascia bassa; vengono colpite anche auto di lusso, aeromobili, yacht; attraverso l’imposta di bollo sulle transazioni finanziarie si lancia un messaggio favorevole alla Tobin Tax. Fin qui bene. Aumento dell’Iva (differito all’anno prossimo): male; l’auspicio è che lo si possa far rientrare, compensando con i risultati della lotta all’evazione e della spending review (v. sotto). Voto medio: 6

Riduzione del costo del lavoro, e in particolare di quello femminile: bene; ma è urgente anche una riduzione dell’Irpef sui redditi di lavoro, almeno nella fascia fino a mille euro. Inoltre occorre avviare subito la sperimentazione con metodo scientifico sulla detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile. Voto: 6,5

Lotta all’evasione fiscale: bene le riduzione drastica del limite dei pagamenti in contanti (da 2500 a 1000 euro), ma avrei sperato che il limite venisse abbassato addirittura a 300 euro (nei giorni scorsi si era parlato di 500); spero che in Parlamento si riesca a ridurlo. Voto: 7

Liberalizzazioni: forse in 17 giorni non era possibile mettere a punto disposizioni più estese e incisive; ma occorrerà farlo nel prossimo futuro. Voto: 5

Tagli mirati della spesa pubblica: bene l’intervento riduttivo sulle province e su alcuni organi dello Stato; per il resto, una rigorosa spending review è già prevista nella legge 14 settembre n. 148 (conversione della manovra di agosto): qui non è più materia di interventi legislativi, ma soltanto di capacità politica e amministrativa, che deve investire, insieme a tutte le altre amministrazioni, anche quelle dei due rami del Parlamento e delle Regioni. Il giudizio sull’operato del nuovo Governo su questo punto non può che rimanere sospeso (ma nella conferenza stampa di ieri sera Mario Monti avrebbe dovuto, a mio avviso, enunciare i propri intendimenti su questo capitolo con maggiore enfasi). Voto: n.c.

Dismissioni del patrimonio pubblico poco o male utilizzato: anche questa è materia importantissima, che però non richiede nuovi interventi legislativi; giusto, dunque, che non se ne parli nel decreto-legge e che su questo punto il giudizio sull’operato del Governo resti sospeso (ma anche su questo Mario Monti avrebbe potuto enunciare i propri intendimenti in modo più incisivo). Voto: n.c.

Mercato del lavoro: la riforma preannunciata nel discorso programmatico del 17 novembre non può ovviamente essere oggetto di un decreto-legge; è stato comunque opportuno che nel corso della conferenza-stampa di ieri sera sia il Presidente del Consiglio sia il ministro del Lavoro abbiano confermato che la consultazione con le parti sociali su questo capitolo cruciale del programma verrà avviato nelle prossime settimane. É comunque ancora presto per una valutazione. Voto: n.c.

Capacità di comunicazione: nel corso della conferenza-stampa di ieri sera Mario Monti mi è piaciuto molto, anche per la sincerità con cui è riuscito a esprimere la fatica del compito che si è assunto e la limpidezza dei suoi intendimenti. Bravi e convincenti anche Elsa Fornero, la cui crisi di commozione non ha tolto nulla – anzi, semmai ha aggiunto qualche cosa – alla sua credibilità personale, e Corrado Passera. Un po’ più impacciati mi sono parsi Piero Giarda e Vittorio Grilli. Voto: 8,5

Bersani chiude gli Stati generali della cultura.

E’molto più difficile superare il berlusconismo che far uscire dal governo Berlusconi e Bossi. Il PD non fa il verso al berlusconismo. Noi facciamo l’inverso perché siamo alternativi a quel sistema di valori senza se e senza ma”. Pier Luigi Bersani chiude gli Stati generali della Cultura.



La nota del mattino del 5 dicembre 2011.

1. PER EVITARE IL FALLIMENTO DELL’ITALIA (NIENTE PENSIONI, NIENTE STIPENDI, SI FERMA LA SANITA’….) IL GOVERNO MONTI VARA UNA MANOVRA DAVVERO PESANTE. NON BISOGNA DIMENTICARE, E LASCIARE CHE IL PAESE DIMENTICHI, PERCHE’ SIAMO A QUESTO PUNTO E CHI CI HA PORTATIO QUI. ANCHE SE BERLUSCONI SI NASCONDE DIETRO ALFANO. ANCHE SE BOSSI RIMETTE IN SCENA LA RIVOLTA.
Prima di affrontare il giudizio sulla manovra varata dal governo di Mario Monti in pochi giorni (ma la destra e anche molti quotidiani illustri non lo avevano accusato di essere troppo lento? ), è importante ricordare come siamo giunti a questo punto, perché ci siamo arrivati e chi porta su di sé la colpa del disastro. Perché Monti e il suo governo hanno approvato questa manovra davvero pesante. Ma chi ha portato l’Italia nella condizione di dover fare questo sono altri.
Basta un breve pro memoria (e che però non va dimenticato, ma riproposto ogni volta) sugli ultimi anni. Il governo Prodi, appena insediato, trova un buco terrificante nei conti pubblici lasciati dal precedente governo Berlusconi. Prodi, Tommaso Padoa Schioppa, Vincenzo Visco e Pier Luigi Bersani presentano una manovra da 30 miliardi di euro, con misure stringenti contro l’evasione fiscale, liberalizzazioni e anche riduzioni di imposta e di contributi (5 miliardi di taglio dei cuneo fiscale, cioè del costo del lavoro per imprese e per i lavoratori). 2007. Altra finanziaria con misure contro l’evasione fiscale, ma contemporaneamente per alleggerire la pressione del fisco sui redditi bassi (via l’Ici per le case dei meno abbienti, sgravi per i figli che studiano fuori sede e così via). Di fronte all’operazione risanamento-rilancio la destra insorge (ricordate le campagne contro il grande fratello del fisco?). Cade il governo Prodi. Nel 2008 la destra vince le elezioni. Il centrosinistra ricorda che c’è la crisi e che le risorse recuperate con il recupero dell’evasione (perché allora c’è stato recupero concreto dell’evasione) vanno impegnate per sostenere la ripresa. Berlusconi le spende per togliere l’Ici sulle case dei più ricchi. Fanno il condono al 4 per cento sugli esportatori di capitali. Si salva l’Alitalia con i soldi pubblici. Vengono cancellate tutte le norme di contrasto all’evasione fiscale e che stavano portando nuove risorse. Viene interrotto lo studio delle spese pubbliche (la spending rewiew).
Poi, per tre anni, “Va tutto bene”, “stiamo meglio degli altri”, “La crisi è passeggera”. Fino a luglio, dopo le elezioni, quando finalmente il governo ammette che la crisi c’è e fa una prima manovra. Mezza finta e tutta rinviata come sacrifici a dopo le elezioni del 2013. Ad agosto, quando i mercati si accorgono che le manovre approvate sono finte, altra manovra imposta questa volta dall’Europa: voci, passi in avanti, ripensamenti, scontri interni, fino all’epilogo. La nuova manovra ha ancora un buco di 20 miliardi di euro per raggiungere quello che Berlusconi e Tremonti hanno promesso da tempo all’Europa: il pareggio di bilancio.
Senza questa storia non si capisce perché l’Italia oggi è ad un soffio dal fallimento: l’Italia è a un soffio dal fallimento perché ha un debito enorme e deve continuamente rivolgersi ai mercati per poter rinnovare il proprio debito. Ma ormai non le crede più nessuno. Gli investitori (creditori) non si fidano più. E se l’Italia, che deve rinnovare 200 miliardi di euro di titoli di debito entro aprile, non riesce a ottenere i soldi che le
mancano a prezzi ragionevoli si avvita e fallisce. Che cosa significhi il fallimento lo racconta l’Argentina che lo ha vissuto: lo Stato non ha soldi per pagare gli stipendi, le pensioni, i servizi (sanità, trasporti…).
Ecco dunque il punto a cui siamo arrivati. Senza contare che siamo così importanti da rischiare di trascinarci dietro l’Europa e l’euro.
Memento dunque: Monti è stato chiamato a fare una manovra per evitare il fallimento. Ma il fallimento lo hanno provocato Berlusconi, Bossi, la destra trionfante al governo e l’ideologia eroica dell’uomo ricco, potente, senza regole, che non ha bisogno di cultura, di fatica, di studio per trionfare, perché dotato di forza, di fascino e prepotenza. Ora Berlusconi si tiene in disparte e lascia bruciare Alfano, mentre Bossi si rimette i panni dell’arme per ricostruire chirurgicamente la verginità perduta dalla Lega nelle votazioni delle leggi vergogna, mentre l’Italia andava in declino verso il default.

2. LA MANOVRA E’ SQUILIBRATA. PUR NEI TEMPI STRETTI DOBBIAMO LAVORARE PER MODIFICARLA, PER RENDERLA PIU’ EQUA E PER FARE DAVVERO LA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE.
Il governo di Mario Monti ha presentato la sua manovra. Che sia pesantissima non vi sono dubbi. Che non tutto vada bene non vi sono dubbi (non bisogna dimenticare che Monti risponde a un Parlamento che è ancora quello uscito dalle elezioni del 2008, con la vittoria schiacciante del centrodestra). Tuttavia sono stati anche accolti alcuni dei suggerimenti del Pd (il prelievo sugli scudati per permettere la rivalutazione delle pensioni fino a 900 euro, per esempio, la tracciabilità dei pagamenti). Pur nella ristrettezza dei tempi parlamentari sarà necessario lottare per introdurre altri correttivi. Sul sistema delle pensioni (per esempio, ma non solo, trovando altre risorse per alzare ancora la soglia delle pensioni che godranno della rivalutazione), ma soprattutto sulle norme contro l’evasione, che sono deludenti e troppo marginali. Nell’incontro con Monti il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha già presentato le proposte del Pd. Nell’iter parlamentare e nel confronto con il governo si dovrà tentare di fare di più.
Quella presentata questa sera dal presidente del consiglio Mario Monti "è una manovra molto dura", ha detto il segretario Pd Pierluigi Bersani intervistato da Fabio Fazio a "Che tempo che fa" ieri sera, aggiungendo che "certamente lavoreremo perché i tratti di equità siano ancora più forti". "Vedo con piacere che il presidente Monti ha accolto una delle nostra proposta che abbiamo avanzato, di far pagare i famosi scudati", ha aggiunto Bersani. "Allargando questo bacino di solidarietà potremmo risolvere qualche altro problema".

3. OGGI RIUNIONI DEI GRUPPI PARLAMENTARI. QUESTA SERA RIUNIONE DEL COORDINAMENTO DEL PD.
Oggi pomeriggio alla Camera si riuniscono i vertici dei gruppi parlamentari del Pd alla Camera e al senato. Questa sera la manovra e la linea del Pd verrà discussa nel corso di una riunione presso il centro del partito dal cosiddetto coordinamento.

4. SETTIMANA CRUCIALE PER LA SALVEZZA DELL’EURO. OGGI INCONTRO SARKOZY MERKEL. GIOVEDI’ DRAGHI RIDUCE ANCORA I TASSI DI INTERESSE DELLA BCE. GIOVEDI’ E VENERDI’ SI RIUNISCONO I CAPI DI STATO E DI GOVERNO PER SALVARE L’EUROPA. IL SEGRETARIO AL TESORO USA GEITHNER INCONTRA MONTI.
Da La Repubblica. Articolo di Federico Rampini. «Dieci giorni per salvare l`euro» aveva detto il commissario europeo Olli Rehn. Ne sono passati cinque. Tra oggi e venerdì, resta una "settimana corta" ma di fuoco, in cui il mondo intero ha gli occhi puntati sull`Europa. La manovra italiana, due vertici (franco-tedesco ed Ecofin), un meeting della Bce che potrebbe tagliare i tassi: è il percorso a ostacoli schiacciato in 120 ore, dove la posta in gioco è altissima. Da Washington a Pechino, da Londra a Brasilia, anche gli attori esterni hanno il fiato sospeso e attendono le mosse dell`eurozona. Barack Obama manda il suo segretario al Tesoro in missione, sapendo che la fragile ripresa americana è appesa anche alla sopravvivenza dell`eurozona. Obama vuole ribadire la sua convinzione agli europei: non si può curare questa crisi solo con l`austerità; manovre fatte di soli tagli precipiterebbero l`intero continente verso una nuova recessione, che a sua volta farebbe risalire deficit e debiti (pubblici e privati). Non è bastato il maxi-intervento concertato tra le due rive dell`Atlantico mercoledì scorso, l`operazione "pompa-dollari" che ha visto impegnate la Federal Reserve, la Bce e altre quattro banche centrali inclusa quella del Giappone. Dopo quell`offensiva delle banche centrali non è svanito il senso di pericolo. Uno dei timori che costringe Obama a inviare di nuovo in missione nel Vecchio continente il segretario al Tesoro americano Tim Geithner al capezzale dell`euro, è proprio lo stato di illiquidità delle banche europee. Secondo quanto risulta al Tesoro Usa, dopo che la Fed ha messo a disposizione credito in dollari a tassi stracciati, ben 350 di quei miliardi sono stati "parcheggiati" dagli istituti di credito europei presso la Bce. E’ un segnale di paura estrema, che rasenta la paralisi: invece di farsi credito tra loro, o meglio ancora di prestare all`economia reale, le banche affidano i loro fondi alla cassaforte infruttifera della Bce, come se fossero alla vigilia di un tracollo. Un altro segnale di allerta è la missione che la direttrice del Fondo monetario internazionale è andata a compiere in America latina... per chiedere aiuto. È il mondo alla rovescia, gli ex bancarottieri trasformatisi in potenziali salvatori. Christine Lagarde ha sondato i governi del Brasile, del Messico e del Perù per la loro disponibilità a partecipare a nuovi" prestiti bilaterali", da attivare se occorresse salvare dal default l`Italia o la Spagna. Sono degli strumenti ancora da inventare, avrebbero il cappello della Bce e del Fmi, consentirebbero di evitare la "multilateralità" tipica del Fondo: vietata dal fatto che l`Amministrazione Obama in campagna elettorale non può far digerire al contribuente americano un suo finanziamento all`eurozona. Alla riapertura dei mercati oggi due eventi dominano l`attenzione: la manovra italiana e il vertice franco-tedesco. E sono già due test difficili da superare. Il termometro della fiducia tra gli investitori globali reagirà a seconda di quanto appaia solido il consenso verso il governo Monti. D`altra parte i mercati attendono dal dialogo tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy le prove tangibili di un`intesa vera. Il patto dovrebbe includere l`unione fiscale che Il segretario al Tesoro Tim Geithner piace alla Germania, con le sanzioni automatiche ai paesi che sforano sul deficit; e qualche forma di via libera agli eurobond o a interventi più vasti della Bce (quanto meno a salvataggio degli istituti di credito, possibilmente anche sul mercato dei titoli pubblici). Gli osservatori angloamericani o cinesi non sono allenati a cogliere tutte le sfumature
dell`eurodiplomazia: dovranno accettare che l`intesa Merkozy resti almeno in parte implicita, sia per non irritare gli altri partner mettendoli di fronte al fatto compiuto, sia per non invadere il campo di autonomia della Bce. Anche per questo è importante la missione di Geithner. Il segretario al Tesoro fungerà da "interprete" per decifrare la settimana europea a Obama ed anche a Wall Street. Nel frattempo Christine Lagarde continuerà a sondare Bric e dintorni per misurare quanti capitali i paesi emergenti sono disposti a investire nei salvataggi dell`eurozona. La Cina, che a sua volta sta correndo ai ripari per il rallentamento della sua crescita, è la chiave di volta: ma Pechino aspetta a esporsi perché vuol capire quanto investirebbe la Germania nei nuovi strumenti "bilaterali" targati Fmi. Se non si fidano i tedeschi, sarà difficile attirare i cinesi. Giovedì la Bce farà sapere se taglia i tassi, o vara eventuali nuovi interventi a sostegno del sistema creditizio. E venerdì si chiude l`Ecofin. Nella versione più virtuosa la settimana avrà inizio con un via libera per le misure di Monti, si chiuderà all`insegna di una svolta interventista della Bce e con la benedizione Ecofin al patto franco-tedesco: unione fiscale, sanzioni automatiche, in cambio di una solidarietà verso gli Stati a rischio. Qualsiasi incidente di percorso rispetto a questo tracciato virtuoso, potrebbe gettare i mercati nello sconforto, e non solo loro”.