15 dicembre 2011

Bersani: sulle liberalizzazioni c'è troppa timidezza.

Pier Luigi Bersani a margine della presentazione del nuovo numero di TamTam Democratico

Conferenza stampa di Pier Luigi Bersani a margine della presentazione del nuovo numero di TamTam Democratico.


Franceschini: ecco come il Pd ha migliorato la manovra.

"Grazie all'impulso del Pd il Parlamento ha portato molte modifiche alla manovra nel senso dell'equità, a cominciare dalla garanzia degli aumenti alle pensioni basse, all'aumento della franchigia sull'Ici per la prima casa, a un tetto nuovo e severo per le retribuzioni dei dipendenti pubblica, a un prelievo di queste risorse dallo scudo fiscale, aggiungendo anche una richiesta alle grandi rendite finanziarie, ai gandi patrimoni, alla richiesta dell'adeguamento dello stipendio dei parlamentari alla media europea"


La nota del mattino del 15 Dicembre 2011.


1. EUROPA IN AFFANNO. LA CURA TEDESCA NON VA BENE. IL RISCHIO E’ GRANDE.
Borse in calo. Euro in calo. Spread Btp-Bund in crescita. E soprattutto altre nuvole all’orizzonte. La ragione? L’accordo di Bruxelles del 9 dicembre, fortemente influenzato dagli obiettivi cari alla Germania, non solo non basta a garantire la tenuta dell’euro e dell’Unione europea perché manca tutta la parte della crescita, ma presenta anche difetti che i mercati stanno brutalmente giudicando.
La speranza è che l’Europa possa reggere e reagire. Perché, come spiega oggi il centro studi della Confindustria, se saltasse l’euro le conseguenze sarebbero devastanti per l’economia, per l’occupazione, per la vita di tutti i cittadini europei, e non solo.
Da Milano Finanza. Dall’articolo di Marcello Bussi. «Non ci sono soluzioni facili o scorciatoie per la crisi del debito europeo, che durerà anni». Lo ha affermato ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel in un discorso al parlamento tedesco. Queste parole hanno avuto un effetto deprimente sui mercati. Piazza Affari ha chiuso in calo del 2,8%, Francoforte dell` 1,7%. La peggiore tra le borse Ue è stata Parigi (-3,3%), su cui hanno pesato anche le voci, poi smentite, secondo cui Standard & Poor`s avrebbe già avvisato il governo francese in merito alla perdita della tripla A. Intanto l`euro è sceso sotto quota 1,30 dollari per la prima volta dal gennaio scorso, fino a un minimo di 1,2944. Nel discorso al Bundestag la Merkel ha ribadito i nein a tutte le soluzioni auspicate dai mercati e da molti partner europei per risolvere o perlomeno alleviare la crisi dei debiti sovrani. La cancelliera ha spiegato il suo no agli eurobond al vertice Ue di venerdì scorso, definendo «un errore» la loro introduzione, «una soluzione rapida, ma che non avrebbe cambiato le cose alla radice». La Merkel ha quindi detto che il tetto massimo combinato del Fondo salva-Stati (Efsf) e del fondo salva-Stati permanente (Esm) non dovrebbe superare i 500 miliardi, pur ammettendo che la questione sarà discussa nuovamente a marzo dall`Ue, in vista dell`attuazione anticipata dell`Esm a luglio 2012. Secondo la cancelliera, l`unica soluzione alla crisi del debito è l`unione fiscale e al vertice Ue «abbiamo iniziato a darle forma. Questo era l`obiettivo del governo tedesco e lo abbiamo raggiunto. La strada è tutt`altro che finita, ma abbiamo cominciato a percorrerla, io credo in maniera irreversibile».
Da La Stampa. Dall’intervista a Giuliano Amato. “Se anche riuscisse ad andare in porto tutto quello che si è deciso con il Consiglio di Bruxelles del 9, ne nascerebbe un Frankenstein. Un`Unione affidata a burocrati e ad automatismi da computer, non proprio un passo avanti verso l`integrazione. Nessuno aveva mai immaginato l`Europa come un robot...». Giuliano Amato dice che un`Unione nata sulla sola moneta non può progredire unificando le politiche di bilancio, e sommare pezzi come se l`Europa fosse un robot non è nemmeno una soluzione per la crisi. Come mostra bene anche l`andamento dei mercati, l`euro non è ancora in sicurezza. Lei ha governato l`unica altra crisi che ha visto l`Italia sull`orlo del default: ci sono davvero ancora pericoli, per noi e per l`eurozona? «Certo che vi sono ancora dei fischi. Rischi che la Germania corre e ci fa correre consapevolmente».
Dalle agenzie relative alla presentazione del rapporto del Centro studi della Confindustria. (ANSA) - ROMA, 15 DIC - "Le violenti ricadute della disgregazione della moneta unica possono essere solo congetturate", dice il centro studi di Confindustria. Che crede nel "lieto fine" ma analizza così "la posta in palio": per "alcune simulazioni riguardanti le quattro maggiori economie dell'eurozona, nel primo anno il Pil crollerebbe tra il 25 ed il 50%, svanirebbero tra i 6 e i 9 milioni di posti di lavoro in ciascuna di esse, i deficit e i debiti pubblici raggiungerebbero valori da immediata insolvenza perfino in Germania".(ANSA).

2. ALCUNI PASSI AVANTI NELLA MANOVRA IMPOSTI DAL PD. MA CI SONO ANCORA BUCHI NERI E CEDIMENTI ALLE LOBBY. E ARRIVA IL GRIDO DI ALLARME SU RECESSIONE E DISOCCUPAZIONE.
Il Partito democratico è riuscito ad imporre molte e positive modifiche alla manovra che il governo presieduto da Mario Monti ha messo in campo per evitare che l’Italia cadesse nel baratro, a causa dell’incapacità, dell’immobilismo e degli errori compiuti dal governo di Berlusconi e di Bossi. Ma vi sono anche molti aspetti sui quali il governo o non ha avuto il coraggio di andare avanti o è addirittura tornato indietro, come le liberalizzazioni e il trattamento non punitivo per i lavoratori precoci.
Il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, autore di tutte le liberalizzazioni fatte in Italia, ieri ha rilasciato durissime dichiarazioni sulla mancanza di coraggio del governo.
Oggi il governo metterà la fiducia. Domani ci sarà il voto.
La manovra interviene nel quadro di una drammatica situazione economica. Questa mattina, scomparso il governo Berlusconi, anche la Confindustria ha finalmente spinto il pulsante dell’allarme. L’Italia è di fatto in recessione. (ANSA) - ROMA, 15 DIC - Confindustria giudica "molto probabile che si attenui il reintegro delle persone in Cig, aumentino i licenziamenti, il tasso di disoccupazione salga più velocemente e raggiunga il 9% a fine 2012". Con altre 219 mila persone occupate in meno, il biennio 2012-2013 si chiuderà con un calo di 800 mila rispetto al momento dell’avvio della crisi nel 2008.(ANSA).
Il ministro Corrado Passera, sempre alla presentazione del rapporto del Centro studi della Confindustria: "La situazione è anche peggio di quello che ci aspettavamo. Siamo in recessione. Guardiamo i numeri: ci siamo dentro" anche se "per colpe non nostre: viene da fuori". Mentre sul fronte del lavoro c'è "una condizione ai limiti della sostenibilità".

3. LA LEGA PER FARSI SENTIRE TENTA DI TORNARE ALL’ANTICO. MA SONO LORO AD AVERCI PORTATO QUI. E NESSUNO LO DIMENTICA.
Ieri la Lega Nord ha realizzato un patetico tentativo di bucare il muro del silenzio con una plateale gazzarra in Senato. La Lega fa finta di atterrare oggi da Marte e rifarsi una verginità protestando contro la manovra imposta dall’incapacità di Bossi e di Berlusconi di governare. Solo che nessuno dimentica.

4. RAZZISMO&VIOLENZA. ARRESTI A ROMA. LACRIME A FIRENZE. UN VIRUS PERICOLOSO COLTIVATO DALLA DESTRA E CHE VA COMBATTUTO.
Dopo la devastazione del campo Rom a Torino, gli omicidi dei senegalesi innocenti a Firenze, ieri un altro episodio – l’arresto di alcuni estremisti di destra pronti ad agiore con violenza – ha riportato sotto i riflettori il problema della violenza e del razzismo, coltivati a piene mani in questi anni come una innocente ideologia da Berlusconi e dalla Lega Nord, e che invece ora presentano il conto alla società italiana.
E’ necessaria una battaglia culturale, oltre che politica, per bloccare questo virus, di cui la destra al governo ha favorito la proliferazione.

5. FREQUENZE. DAL BEAUTY CONTEST NON SOLO UN DANNO ECONOMICO.
Da La Repubblica. Lettera di tre commissari dell’Autorità di controllo sulle comunicazioni, Agcom. “Caro Direttore, il dibattito sull`assegnazione delle frequenze tv si è polarizzato sull`alternativa tra un`asta competitiva e una assegnazione gratuita sulla base del "beauty contest". Anche se quello della gratuità soprattutto nelle attuali condizioni del Paese è un problema, non è il solo. Il passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale per le trasmissioni comporta una moltiplicazione della capacità trasmissiva delle singole frequenze (con un rapporto di circa 5 a 1). Cambiando tecnologia si crea così uno straordinario surplus di capacità trasmissiva. A chi deve essere attribuito? Alle stesse emittenti che detenevano le frequenze analogiche o allo Stato che di quelle frequenze è il titolare e che le ha
solo "concesse in uso" alle tv? In Italia si è scelto di darlo tutto alle emittenti. Per ricavare qualche frequenza da vendere alle compagnie telefoniche si son dovute ricomprare le frequenze dalle emittenti locali. Il cosiddetto "dividendo digitale" è stato così garantito per intero alle stesse emittenti e il "dividendo esterno" - che ha consentito allo Stato un introito di circa 4 miliardi - è stato realizzato, e non gratuitamente, togliendo qualcosa alle locali. È ovvio che, dando tutte le nuove frequenze digitali a chi deteneva quella analogiche, l`assetto oligopolistico del sistema è stato rafforzato e la promessa di una grande apertura del mercato tv a nuovi soggetti non si è realizzata. La critica che noi abbiamo sempre fatto non è solo, quindi, al "beauty contest", ma al rapporto di conversione adottato e attraverso il quale lo Stato si è spogliato del diritto di recuperare risorse di cui è titolare per poterle destinare, alle migliori condizioni economiche, agli usi più efficienti, secondo principi di neutralità tecnologica. Per sostenere la tesi contraria si fanno osservazioni contestabili. La prima è che il " beauty contest" sarebbe stato voluto dalla Commissione Europea. In realtà la Commissione Europea non ha indicato il modo in cui le frequenze dovessero essere assegnate, ma ha ribadito la necessità di aprire il mercato ai nuovi operatori, in modo da far cessare quella situazione di privilegio per gli operatori esistenti che aveva provocato l’apertura di una procedura di infrazione (peraltro non ancora chiusa). La seconda affermazione è che il "beauty contest" è stato scelto per favorire gli operatori più piccoli e dotati di minori risorse finanziarie. Argomento invero singolare visto che ai nuovi entranti la gara non riserva in modo esclusivo alcuna frequenza e che si limita a prevedere un lotto di tre multiplex da assegnare sì ai nuovi entranti, ma in competizione con i broadcaster esistenti diversi da Rai, Mediaset e Telecom. In ogni caso si tratta di tre multiplex su 21. Se tutto rimanesse com`è e si mettessero all`asta queste frequenze, potrebbe accadere quello che molti vaticinano: che nessuno, cioè, le comprerebbe. Ma il problema sta a monte. A dissuadere eventuali nuovi operatori dal concorrere dall`asta c`è la circostanza che la pubblicità è controllata dai due "incumbent" e che nessuna iniziativa è stata assunta per allentare tale dominanza. Anzi per evitare una pronuncia sulla posizione dei. Due soggetti all`interno del mercato pubblicitario, si è deciso che quello pubblicitario non è un mercato rilevante. E infine va ricordata la decisione di ieri dell`Antitrust - su conforme parere di Agcom - di consentire a certe condizioni l`integrazione verticale tra Elettronica Industriale (Mediaset) e Dmt, l`unico soggetto indipendente detentore a livello nazionale di infrastrutture trasmissive (le cosiddette "torri") al quale gli operatori di rete che ne sono privi si potevano in precedenza rivolgere per assicurare la diffusione di programmi. Quello della maggiore liberalizzazione del sistema è l`obiettivo che abbiamo perseguito - purtroppo in posizione minoritaria - all`interno dell`Agcom in questi anni, per evitare che le risorse trasmissive ed economiche, e le infrastrutture restassero concentrate nelle mani di pochi”. Nicola D`Angelo, Michele Lauria, Sebastiano Sortino (commissari dell`Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni