16 dicembre 2011

Su liberalizzazioni, lavoratori precoci e penalizzazioni, il PD non mollerà mai.

Bersani dopo la riunione di Gruppo alla Camera, ribadisce la posizione del PD sulla manovra e chiede subito la riforma degli ammortizzatori sociali. La nostra bussola è sacrifici sì ma non senza cambiamento.


"Su liberalizzazioni, lavoratori precoci e penalizzazioni, il PD non intende mollare. Quello che non abbiamo ottenuto fin qui, lo otterremo in seguito. Il Partito prosegue le sue battaglie”, così Pier Luigi Bersani al termine della riunione del Gruppo PD alla Camera ha anticipato l'orientamento dell'intervento che domani farà in Aula sulla manovra economica. "La nostra bussola è sacrifici sì ma non senza cambiamento. Domani diremo che siamo fedeli ai nostri impegni, ma diremo anche quello che non va. C'è ancora del lavoro da fare - ha aggiunto - e io sollevo il tema della tutela dei lavori precoci che per noi va assolutamente risolto, perchè l'Italia deve qualcosa a chi è andato in fabbrica a 15 anni. E' un punto su cui non molleremo mai", ha assicurato il Segretario democratico.

Bersani ha poi ricordato che "c'è il tema delle liberalizzazioni: non pensino che debba riguardare solo il tema del mercato del lavoro. E prima o poi lo si capirà e più passa il tempo più lo si deve capire".

Il Segretario ha anche sottolineato che " dopo la riforma delle pensioni, il tema su cui il governo si deve impegnare subito è quello degli ammortizzatori sociali per il lavoro, magari utilizzando i soldi risparmiati con la riforma delle pensioni. non è la questione. La riforma delle pensioni - ha spiegato il leader democratico - apre la questione degli ammortizzatori sociali per dare una risposta a chi a rimane senza lavoro magari a 55 anni. Oggi, come ha detto Confindustria, abbiamo 800mila lavoratori in meno. Dunque i lavoratori escono facilmente, non mi si venga a dire che il problema è quello. Sono sicuro – ha sottolineato Bersani - che il governo e il ministro Fornero concordino".

Importante è anche il cambiamento della politica in Europa. Di questo si parlerà oggi alle 16,00, presso il Tempio di Adriano in piazza Di Pietra: una conferenza nazionale sul "Futuro dell'Europa" a cui prenderanno parte il candidato progressista alle presidenziali francesi del 2012 François Hollande e Pier Luigi Bersani.

Sindaco di Sulbiate:"...la civica ha deciso che nel gruppo consiliare non potranno essere presenti persone con tessere di partito.." 18-05-2011


Il manifesto appeso in bacheca
del Circolo PD di Sulbiate.







LA PROVA INTEGRALE:


Per leggere il testo della e-mail del 18 maggio 2011
del Sindaco di Sulbiate clicca qui.

La nota del mattino del 16 dicembre 2011.

1. OGGI IL VOTO DI FIDUCIA SULLA MANOVRA. IL PD, CON GLI INTERVENTI DI FRANCESCHINI E BERSANI, DICE SÌ, VANTA LE MODIFICHE IN POSITIVO OTTENUTE, MA INDICA ANCHE I TEMI SUI QUALI NON MOLLA E CONTINUERÀ A LOTTARE PER OTTENERE RISULTATI: LAVORATORI PRECOCI, LIBERALIZZAZIONI, CONCORRENZA. SENZA DIMENTICARE LA PROSSIMA RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI.
Oggi la Camera dei Deputati vota la fiducia e la manovra economica che il governo di Mario
Monti ha presentato per togliere l’Italia dal “fronte più esposto” della crisi che imperversa in
Europa e nel mondo, cioè dall’orlo del baratro dove l’avevano condotta l’incapacità di
governare e le idee sbagliate di Bossi e di Berlusconi.
Se il Pd fosse stato al governo la manovra non sarebbe stata la stessa, come è ovvio.
L’intervento messo a punto da Monti e dai suoi ministri presenta diversi punti dolenti. Non
pochi sono stati corretti grazie all’intervento parlamentare del Pd. Altri sono rimasti aperti. Ma
la storia non finisce con il voto di oggi.
Con gli interventi in aula del presidente del gruppo parlamentare Dario Franceschini e del
segretario nazionale, Pier Luigi Bersani (tra le 19 e le 20 in diretta tv) , il Pd oggi dirà sì alla
manovra per salvare il paese, rivendicherà le numerose modifiche positive ottenute e i
provvedimenti inserititi su suggerimento dei democratici, ma indicherà anche i punti sui quali
il Pd continuerà la propria battaglia, a cominciare dal trattamento da riservare ai lavoratori
precoci (“agli operai entrati in fabbrica a 15 anni l’Italia deve pur dire grazie”, ha detto Bersani)
e dalle liberalizzazioni.
Bersani già ieri ha preannunciato anche la posizione del Pd per i passi successivi del governo.
“Proprio la riforma delle pensioni impone ora di pensare al lavoro, ma partendo dal punto
degli ammortizzatori sociali. Ci sono i lavoratori meno giovani e che stanno perdendo il lavoro,
ma hanno di fronte un lungo periodo prima di poter accedere alla pensione. Ci sono i giovani.
Come ha certificato la Confindustria stiamo perdendo 800 mila posti di lavoro. Il punto dal
quale prendere le mosse è dunque quello della riforma e dell’irrobustimento degli
ammortizzatori sociali. Sul resto dopo si vedrà”.

2. BERLUSCONI E LA LEGA RECITANO LA SOLITA FILASTROCCA. MA E’ SOLO UN CERTIFICATO DI ESISTENZA IN VITA.
La Lega sbraita alla Camera (come già aveva fatto al Senato) e tenta di oltrepassare così il
muro del silenzio e di tornare a quindici anni fa, ma nel frattempo auto blu, scandali e leggi
disastrose ne hanno sfregiato l’immagine. Berlusconi torna a fare uno dei suoi discorsi
strampalati. Ma sono solo l’ombra di ciò che erano. Queste manifestazioni di celodurismo verbale o fisico equivalgono alla richiesta – di fronte all’anagrafe degli elettori - di un certificato di esistenza in vita. Oggi il Pdl voterà la manovra, perché ben sa che senza questo passaggio la situazione tornerebbe al baratro dove proprio il centrodestra l’ha portata. La Lega tenta di trarre un lucro politico da un atteggiamento da masanielli. Ma il risultato di questa mancanza di responsabilità è tutto da verificare.

3. RISCHIO ANNI TRENTA. IL FONDO MONETARIO ALZA IL LIVELLO DELL’ALLARME. E IN EUROPA I PROGRESSISTI METTONO SOTTO ACCUSA I PATTI SARKOZY-MERKEL. OGGI INCONTRO HOLLANDE-BERSANI PER UN A NUOVA EUROPA.
Il Fondo monetario internazionale alza il livello dell’allarme. Adombra addirittura il pericolo di una situazione simile a quella degli anni Trenta. E lascia intendere che gli accordi europei forse non sono in grado di garantire la fuoriuscita dalla crisi dei debiti sovrani.
Dalle agenzie di stampa. (TMNews) - Il direttore del Fondo monetario internazionale ha affermato che la crisi sui debiti pubblici dell'area euro "si sta espandendo" e che sta subendo "una escalation" tale che potrebbe non esser più gestibile solo da un gruppo di paesi. Un monito che Christine Lagarde ha lanciato durante un evento a Washington. Il contrasto a questa crisi dovrà ovviamente iniziare "là dove ha epicentro: i paesi dell'area euro". Tuttavia è "un motivo di inquietudine per tutte le economie", viste le loro "interconnessioni". Il vice direttore del dipartimento relazioni esterne del Fmi, David Hawley, ha detto che al momento il Fmi ha risorse "adeguate alle sue necessità", ma che nell'eventualità di un aumento che si rendesse necessario sta portando avanti le discussioni con vari paesi membri su come procedere.
Oggi il candidato progressista alle presidenziali francesi, Francois Hollande, è a Roma. Nel pomeriggio, insieme al segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, parteciperà alla conferenza sul futuro dell’Europa organizzata dal Pd nell’auditorium del tempio di Adriano.
Da La Repubblica. Intervista a Hollande. «L`Italia deve tornare a essere protagonista in Europa. E’ assurdo rinchiuderci in un téte à téte tra Francia e Germania». Francois Hollande ha già preso un piglio presidenziale, per come parla ispirato, con frasi nette, assumendo spesso un tono grave che si differenzia molto da quello, più bonario, che tutti conoscevano fino a qualche mese fa. Il candidato della gauche si appresta a sfidare Nicolas Sarkozy con la speranza di entrare all`Eliseo, diventando il secondo presidente socialista della Quinta Repubblica dopo Mitterrand. «Le sinistre francesi, italiane e tedesche devono poter elaborare una risposta comune e alternativa alla crisi» racconta Hollande che stamattina arriva a Roma, su invito del Partito democratico. Nel corso del colloquio con Repubblica, le sue parole più frequenti sono "giustizia", "equità", "speranza". E sul suo rivale dice: «Sarkozy ha fallito e vuol far credere a tutti di non avere nessuna responsabilità». L`Europa ha faticosamente raggiunto un nuovo accordo per la riforma dei Trattati. Se lei sarà eletto, lo sottoscriverà? «L`accordo approvato a Bruxelles il 9 dicembre non risolve la situazione. Nessuno ancora ne conosce la traduzione giuridica. In questa emergenza, una revisione
dei trattati dall`esito incerto è una perdita di tempo. Generalizzare le politiche di austerità non ci permetterà di superare questa crisi. La crescita è stata dimenticata dall`accordo, come anche gli eurobond. Se sarò eletto dai francesi, chiederò che venga rinegoziato per favorire anche la crescita e la solidarietà». Angela Merkel dispone e Sarkozy esegue? «Il metodo è sbagliato. Riconosco che il motore franco-tedesco è essenziale per l`Europa quando è in grado di trascinare, convincere, non di imporre. Rinchiudersi in un faccia a faccia porta solo a privarci di sostegni importanti, come ad esempio quello del presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. Il lavoro con gli altri partner europei è fondamentale, in particolare quello con l`Italia, grande paese fondatore dell`Europa. Ciò che vengo a dire agli amici del partito democratico, come ho già fatto con la Spd in Germania». Oggi incontrerà anche il Presidente Napolitano e il premier Monti. Cosa pensa del nuovo governo tecnico? «Vorrei intanto rendere omaggio a Giorgio Napolitano e alla sua azione per l`Italia e l`Europa. Mario Monti ha ricevuto la fiducia dal parlamento, che ha scelto di rispettare la scadenza elettorale già fissata. Nei prossimi mesi avremo in Francia, Germania, poi anche in Italia, importanti appuntamenti elettorali. E` la grande forza delle democrazie in questi tempi di crisi». Il rigore finanziario è l`unica via possibile? «Niente potrà essere fatto senza una riduzione dei deficit e del debito. Quello che propongo ai francesi è un ritorno programmato all`equilibrio di bilancio nel 2017 seguendo un criterio di giustizia sociale. Non basta. Dobbiamo creare le condizioni per rilanciare la crescita e sviluppare gli strumenti per una regolamentazione che permetta alle nostre democrazie di prendere il sopravvento sul ricatto imposto dai mercati finanziari». L`Italia sta approvando una nuova riforma delle pensioni. Lei vuole rinegoziare quella approvata dall`attuale governo francese, che ha abolito l`età pensionabile a 60 anni? «Il piano di Sarkozy non è né giusto né sostenibile finanziariamente. Correggere quella riforma è soprattutto una questione di giustizia. Bisogna ristabilire la possibilità di andare r in pensione a 60 anni per quelli che hanno incominciato a lavorare a 18 anni, o prima, e che hanno i contributi necessari. Ne discuterò anche con i sindacati. Contrariamente a Sarkozy, r non voglio usare la comunicazione come alibi né dare soluzioni dogmatiche». La crisi può accelerare il cambio di maggioranza in trancia com`è già successo in altri paesi europei? «La crisi è ovviamente un dato essenziale dell`elezione di maggio 2012. Spetterà ai francesi fare una scelta di cambiamento dopo un quinquennio nel quale il Presidente uscente ha fallito». Lei è sempre favorito nei sondaggi ma Sarkozy ha recuperato qualche punto. Teme un`inversione di tendenza? «Francamente, preferisco essere in questa situazione anche se cerco di non occuparmi troppo dei sondaggi. Sarkozy vuole far credere di non avere non avere nessuna colpa, di non essere responsabile dei deficit pubblici esplosi sotto al suo mandato, del debito, della disoccupazione. La verità è invece che ha una pesante responsabilità nei problemi che la Francia oggi attraversa. Il mio dovere è mostrare che un`altra via è possibile. Voglio creare un nuovo slancio, aprire la speranza, imponendo alcune priorità: i giovani e l`istruzione, la produzione e la competitività, la giustizia fiscale e sociale». Cercherà un accordo con Francois Bayrou, candidato centrista sempre più popolare? «Bayrou è un politico che rispetto ma non appartiene alla sinistra. Le sue posizioni sono spesso
conservatrici. Su molti punti siamo in disaccordo. Il cambiamento in Francia non passa da lui. Quando ci sarà il secondo turno delle elezioni, Bayrou dovrà scegliere tra il Presidente uscente, che ha spesso combattuto, e il candidato del cambiamento e della giustizia, quale io voglio essere». Se sarà eletto, quale sarà il suo primo atto da Presidente? «La destra ci lascerà la Francia in uno stato economico e sociale tale che avrò molte emergenze da affrontare. Dovrò dunque andare subito all`essenziale. Per questo che la prima legge che proporrò ai parlamentari è quella di una grande riforma fiscale, affinché i prelievi siano più progressivi ed equi. Nessuno sforzo sarà accettato dai francesi se non vedranno che è equamente distribuito. Questa riforma fiscale sarà la base sulla quale potrò sviluppare le mie priorità. In un contesto così difficile, voglio dare una speranza credibile al mio paese».