19 dicembre 2011

Questa sera, 19 dicembre 2011, Consiglio Comunale.

Questa sera si svolgerà la seduta del Consiglio Comunale.




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Questa sera, sarà ratificata l'uscita dei consiglieri di minoranza tesserati PDL Sanità e Pastore dal Gruppo Progetto Territorio e conseguentemente si costituirà il nuovo Gruppo Consiliare del Popolo delle Libertà.

Auspichiamo che la dichiarazione del nuovo Capogruppo PDL sia sufficentemente chiara ed esaustiva al fine di comprendere se gli equilibri politici ed il futuro assetto di questa amministrazione, saranno coerenti, oppure no, con la volontà espressa dagli elettori di Sulbiate in occasione delle ultime elezioni amministrative del 2009.


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Ministro Passera:"Su liberarizzazioni ci torneremo".

«Non c'è nessun altra manovra in arrivo». Ma sulle opposizioni che hanno trovato le liberalizzazioni, il ministro dello Sviluppo Corrado Passera si è preso «un'arrabbiatura pazzesca» e assicura che «non finisce qua». «Il caso dei farmacisti - ha detto - è emblematico. Un grande peccato anche per loro, ma ci torniamo».
Il ministro dello Sviluppo economico durante la registrazione della trasmissione 'Che tempo che fa' ha evidenziato la sua posizione sulle liberalizzazioni. «Innanzitutto - ha affermato - nel decreto ci sono cose clamorose positive e fortissime, poi ci sono ancora un paio di cose non ancora andate dentro: il caso farmacisti è emblematico ma è stato un grande peccato anche per loro. Ci torniamo».


«Di fronte ai sacrifici chiesti agli italiani, pensare che un bene di Stato possa essere dato gratuitamente non è tollerabile. Verosimilmente non lo tollereremo», ha detto il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera rispondendo ad una domanda sull'assegnazione delle frequenze tv posta da Fabio Fazio. «Può essere - ha spiegato - una cosa pò diversa, non decido da solo, ho preso l'impegno di fare delle proposte al governo. Probabilmente le ragioni di mercato e tecnologiche che hanno portato alla decisione del 'beauty contest' si sono modificate».

Contro l'evasione «l'impegno nostro, non dovendo rendere conto a nessuno, sarà senza pace», ha detto il ministro dello Sviluppo Corrado Passera. «Si tratta - ha aggiunto - di 120 miliardi. Di soldi veramente rubati agli altri, da andare a recuperare per consentire di fare investimenti sulla crescita».

Fonte l'Unità.

L'intervento di Bersani alla Camera in occasione dell'approvazione della manovra "salva Italia".

L'intervento in Aula del segretario Pier Luigi Bersani
Dichiarazione di voto




Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, noi abbiamo promesso lealtà al suo Governo in nome di un impegno nazionale. Manterremo la promessa oggi e domani - voglio dirlo a qualche commentatore frettoloso - senza alcun limite temporale che non sia la fine naturale della legislatura. Abbiamo promesso agli italiani - e, al tempo stesso, ai nostri elettori - assoluta sincerità, trasparenza e parole chiare. Anche questa promessa la manterremo oggi e domani, tenendo viva la nostra visione e il nostro orizzonte di ricostruzione democratica, sociale del Paese, per la quale continuiamo a lavorare.

Questo Governo ha il compito, con l'aiuto di tutti, di evitare la catastrofe, di togliere l'Italia dal fronte più esposto della crisi, di far sentire la voce italiana a correzione di politiche europee palesemente inadeguate. Noi non abbiamo mai taciuto negli ultimi due anni le nostre preoccupazioni, la nostra analisi della crisi, i rischi che incombevano sul Paese e i problemi, quando non si affrontano e quando li si nega, si aggravano e le medicine, a quel punto, diventano più pesanti. Questo lo sappiamo e questo lo vediamo.

A questo proposito, colleghi leghisti, cosa dire? Non c'è nessuna esibizione e nessuna vostra critica che possa far dimenticare una cosa semplice e chiara: ve la state prendendo violentemente con chi è qui da otto giorni, ma voi avete guidato la macchina per otto anni e l'avete parcheggiata dove siamo adesso, e cioè ampiamente nei guai. O volete farci credere che venite dalla Padania di Marte?

Basta demagogie, basta demagogie, dobbiamo dare prospettive all'Italia e alle nuove generazioni, e c'è un lavoro duro da fare, e non lo diciamo da oggi, l'abbiamo detto anche al vecchio Governo. Non vi tremi il polso, ed a questo Governo abbiamo chiesto coraggio e equità, e assieme all'equità abbiamo chiesto un'attenzione al problema della recessione a all'esigenza di dare qualche stimolo al lavoro e alle attività economiche.

Non c'è dubbio che la manovra così com'è stata modificata dal Parlamento ha fatto dei passi avanti, li riconosciamo e lasciateci dire che vediamo in questo anche i segni del nostro lavoro, nella nostra iniziativa e delle nostre idee. Sia chiaro, ad esempio, che mentre rivendichiamo i cambiamenti che ci sono stati a proposito del sistema pensionistico, della rivalutazione, alcune attenuazioni delle punte più acute, lavoratori in mobilità e così via, però voglio dirlo davanti al Paese: non ci sfugge il peso del mutamento nei progetti di vita di tante persone. Lamentiamo ancora, lasciatecelo dire, che riforme di questo genere, che hanno un loro concetto - certo utile - meriterebbero però una qualche gradualità in più, una qualche ponderazione in più
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Ci sono un paio di punti in particolare e mi fa piacere che siano stati raccolti da tutti negli ordini del giorno, anche con il consenso del Governo, che sono problemi prima ancora che di ordine finanziario, di ordine morale, il Paese deve qualcosa a gente che è andata a lavorare in fabbrica a 15 anni e non possiamo penalizzarli! Così come dobbiamo sapere che c'è gente, come abbiamo scritto, che è senza pensione, senza lavoro e senza ammortizzatori. Allora, io chiedo al Governo e credo di poterlo dire a nome, se posso, di tutti: su queste cose interveniamo subito, subito interveniamo, non lasciamo marcire queste cose.

Inoltre, credo che abbiamo compreso tutti quanti che con una riforma delle pensioni di questo genere si apre una porta abbastanza anche nuova, e drammatica per certi versi, sul tema del mercato del lavoro e noi adesso dovremmo dire a un giovane che ha avuto la totalizzazione, è un grande passo avanti, ma dovremmo dire a un giovane adesso come aiutiamo con il lavoro ad accumulare contribuzione. E a quelli di 55 anni che possono perdere il lavoro che altre risposte diamo? Io credo che ci sia consapevolezza che adesso parlare di mercato del lavoro significa affrontare questi temi, che sono prima di tutto i temi di un grande progetto sulle tutele e sugli ammortizzatori perché viviamo in un'epoca in cui il problema non è buttare fuori dal lavoro, considerato che se ne stanno andando tanti, il problema è andare dentro il lavoro e non essere strappati dal lavoro.

Certo ci sono cose in questa manovra, voglio dirlo, che non si sono mai viste in Italia, non si sono mai viste: la progressività netta sugli immobili, il coinvolgimento delle rendite finanziarie, la trasparenza a fini fiscali dei movimenti bancari, il concorso degli scudati. Sono novità rilevanti per questo Paese e assieme a questo, perché voglio essere chiaro, continuiamo a pensare, signor Presidente del Consiglio, che uno sforzo in più sulla tracciabilità andasse fatto e andrà fatto. Continuiamo a considerare che un'operazione vera e propria sul tema dei patrimoni, a cominciare da quelli immobiliari, ci avrebbe consentito - sarebbe stata fattibile - da subito anche di avere qualche esenzione ulteriore in più sull'IMU, pure apprezzando quello che è avvenuto in termini di esenzione anche nella sua curvatura per la prima volta familiare.

Per toccare poi il tema della crescita, voglio rispondere all'intervento - ma garbatamente spero - dell'onorevole Cicchitto sul tema delle liberalizzazioni: onorevole Cicchitto, ma è possibile che quando si parla di liberalizzazioni si parli sempre di mercato del lavoro o si parli di artigiani o di piccolo commercio, che c'è andato dentro anche questa volta, e tutti gli altri al riparo?

Onorevole Cicchitto, per toccare un punto solo, anche forse per sdrammatizzare un po', mi si lasci citare la relazione che nel 1888, dicasi 1888, fece a quest'Aula il Governo Crispi. Cito: è evidente che il privilegio del farmacista viene conferito dal diploma; è il diploma che conferisce al farmacista il monopolio Pag. 296dell'esercizio. E aggiungeva, la relazione: diciamo questo mossi a pietà per chi è obbligato a risecare il già tenue salario con la spesa per i medicinali. Dovremmo ricorrere ad un reduce garibaldino per cambiare uno iota, non dico tutto questo, sul sistema delle farmacie? Allora, farmaci, professioni, petrolio, assicurazioni, banche, trasporti, perbacco, ci sono tante cose da fare.

Salto altri punti perché mi interessa concludere. Capisco che il tempo sta stringendo e volevo dire qualcos'altro sulla crescita, a proposito del tema di sbloccare qualcosa, per favore, nei tavoli che si apriranno, sugli investimenti e gli enti locali, perché è l'unico modo per dare un po' di lavoro in questo momento. Bisogna derogare un po' al Patto di stabilità e vedere con i comuni se i fondi sociali oggi sono agibili per i disagi sociali che stanno crescendo. Infine, vado a concludere, signor Presidente, segnalando due punti per noi crucialissimi. In primo luogo, non possiamo più slegare la questione nazionale dalla dimensione europea. Se le teniamo separate non andiamo più da nessuna parte e tutto quel che facciamo qui può essere vanificato. Spendiamo la nostra credibilità e il nostro sforzo per convincere gli altri a mettere in comune non solo le politiche di disciplina, ma le politiche di difesa dell'euro e di crescita comune dell'Europa, e facendolo con tutti o facendolo con chi ci sta. Anche noi stiamo lavorando in queste ore ad una piattaforma dei progressisti. Chiediamo che il Governo assuma come problema nazionale questo.

Parliamoci chiaro: la manovra che facciamo oggi non sconta la recessione e quindi rischierà di aggravarla. Diciamolo chiaro: bisogna uscire da questo dilemma. Non possiamo, né in Europa né qui, rincorrere manovra su manovra una recessione con manovre che provocano un'ulteriore recessione. C'è un circolo vizioso che va interrotto, quindi chiedo, Presidente, che noi reagiamo così. Io la direi così e la invito a dirla così, molto semplicemente: noi non manderemo a fondo l'Europa, ma l'Europa di Merkel e Sarkozy non mandino a fondo tutti quanti, compresi noi. Volevo fare un cenno all'ultimo punto, per trenta secondi. C'è un ruolo per il Parlamento.

In questa fase c'è un ruolo che il Parlamento deve prendersi la responsabilità di giocare. Bisogna affiancare questa fase con delle riforme che tocchino la politica, le istituzioni e la legge elettorale. Se no sarà difficile dire che i sacrifici producano cambiamento. Su questo insisteremo come Partito Democratico.

La nota del mattino del 19 dicembre 2011.


1. SETTIMANA DECISIVA PER LA MANOVRA IN ITALIA. E GIA’ SI DISCUTE SULLA SECONDA FASE: LIBERALIZZAZIONI, AMMORTIZZATORI SOCIALI, LAVORO. QUI IL GOVERNO GIOCA LA SUA CREDIBILITA’.
Oggi la manovra per salvare l’Italia dal disastro provocato dall’incapacità e dagli errori di Berlusconi, Tremonti e Bossi approda al Senato. L’iter dovrebbe concludersi mercoledì, se tutto va come previsto. Con questo passaggio, la manovra economica varata dal governo Monti e modificata alla Camera dai parlamentari, entra definitivamente in vigore. Molti sono le modifiche e i suggerimenti ripresi dal Pd. Ma molti altri punti sono rimasti critici.
In questo contesto il Pd preme perché il governo provveda immediatamente a realizzare il dettato degli ordini del giorno migliorativi approvati alla Camera, a cominciare da quello che riguarda il miglior trattamento da riservare ad i lavoratori precoci.
Questa stessa settimana, come hanno annunciato i ministri Elsa Fornero (intervista a Il Corriere della Sera di domenica) e Corrado Passera (intervento di ieri sera a Che tempo che fa su Rai Tre) si apre anche una seconda fase, dedicata alle iniziative per la crescita e il lavoro. Più in particolare, il ministro Passera ha garantito in Tv che per gennaio si procederà sul tema delle liberalizzazioni, che il governo prenderà iniziative per favotire gli investimenti e che procederà all’asta delle frequenze Tv. Il ministro Fornero ha parlato di ammortizzatori sociali e di lavoro.
In questo contesto, la posizione del Pd è chiara. Sostiene Monti per la salvezza del paese. Ma con le proprie posizioni e le proprie proposte.
Dichiarazione alle agenzie di Maurizio Migliavacca: “Prima di tutto l’Italia. Il Pd sosterrà lealmente gli sforzi del governo di impegno nazionale di Monti per allontanare l’Italia dal luogo più esposto della crisi, dove il paese era stato condotto dall’incapacità e dalle mosse sbagliate del governo di Bossi e di Berlusconi. A questo è servita una manovra economica, dove sono state accolte molte delle nostre proposte ma che presenta anche aspetti critici. Dopo l’approvazione della manovra economica, sarà importante realizzare il dettato degli ordini del giorno approvati dal Parlamento, a cominciare da quello che riguarda i problemi dei lavoratori precoci, e prendere iniziative per sostenere la crescita, come sono le liberalizzazioni e gli investimenti dei comuni. In questo contesto sarà importante affrontare il problema degli ammortizzatori sociali. I dati forniti dall’Istat e dalla Confindustria confermano che si sono persi e rischiano di essere cancellati ancora centinaia di migliaia di posti di lavoro, mentre la riforma della previdenza ha portato all’aumento dell’età in cui si potrà andare in pensione. E’ dunque indispensabile mettere questo problema al primo posto, fuori da ogni diversivo. Accanto alle iniziative del governo per salvare il paese, è importante che il Parlamento affronti quanto prima il tema della riforma della politica. Il Partito democratico si farà promotore con le proprie proposte di un piano di azione per la riforma elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari, l'ulteriore riduzione dei costi della politica dopo le misure già significativamente avviate. Il confronto su questi temi può utilmente prendere le mosse dalle forze che sostengono oggi il governo di emergenza, ma senza chiusure nei confronti di nessuno”.
Da La Repubblica. Intervista con Rosy Bindi, presidente del Pd. «La manovra ha avuto tempi stretti, non c`è stata la possibilità del confronto che sarebbe stato necessario. Ma se parliamo adesso di nuove riforme strutturali, il governo Monti deve mettersi in testa che le proposte vanno costruite con le forze politiche che lo sostengono e con le parti sociali». Rosy Bindi, la presidente del Pd, dà un altolà. La fase due del governo Monti si presenta forse più indigesta, con lo stop alle detrazioni fiscali e la modifica dell`articolo 18. Il Pd è disposto ad accettare tutto in nome del senso di responsabilità? «Il Pd ribadisce il sostegno al governo. Non verremo meno all`atteggiamento di responsabilità che ha consentito di approvare una
manovra che mette il paese sulla strada giusta. Abbiamo ottenuto delle modifiche, quindi il nostro non è stato un "sì" senza condizioni. Però la fase due per noi Intervenire sulle detrazioni fiscali significa toccare le famiglie e la crescita significa tre azioni. Liberalizzazioni, su cui il governo ha chiesto tempo per approfondire e il ministro Passera ha detto cose interessanti soprattutto a proposito dell`asta sulle frequenze. Quindi, crescita. Per noi è un capitolo tutto da aprire, e abbiamo proposto intanto di sbloccare alcuni patti di stabilità per gli enti locali virtuosi. Poi, c`è la questione lavoro e ammortizzatori sociali». Accettereste la scure sugli sconti fiscali? «Intervenire sulle detrazioni fiscali significa andare a toccare le famiglie e anche alcuni elementi di crescita e di lotta all`evasione fiscale. Ad esempio, se si può avere una detrazione per la ristrutturazione della casa, questo è vantaggioso per la famiglia, è crescita ed è lotta all`evasione. Mi auguro che il governo Monti non faccia tagli lineari alla Tremonti, ma selettivi. Altrimenti il paese non li può davvero reggere, perché tutto si abbatterebbe sulle stesse fasce che pagano di più la benzina, l`Ici... Non ci può essere una fase due che insegua la recessione». Ma della modifica dell`articolo 18 il Pd è disposto a discutere o è il vostro un totem, come sostiene il ministro Fornero? «Nella tanto invocata "flexsecuriy" è chiaro dove è la flessibilità, non si vedono altrettanto bene gli aspetti di sicurezza. Un governo tecnico che non si limita a intervenire sull`emergenza ma fa riforme strutturali deve per prima cosa, ripeto, confrontarsi con sindacati e forze politiche e non per un pomeriggio. Aggiungo che la flessibilità in uscita si fa in tempi di crescita, non di recessione. Prima ci vogliono gli ammortizzatori, cioè un impianto di sicurezza che renda la flessibilità sopportabile per il lavoratore. Per tutto ciò occorrono risorse. Il governo le ha?». Discuterne è per la sinistra un tabù oppure no? «Non lo è. Però temo che qualcuno si illuda che la crescita venga dalla libertà di licenziamento. Il problema con 900 milioni di ore di cassa integrazione, non è licenziare ma creare posti di lavoro. E noi non offriamo il nostro contributo a scatola chiusa». E con Di Pietro come la mettete? «Di Pietro si è sottratto al confronto di merito sulla manovra e ha sbagliato». Ha detto Bersani che nell`orizzonte del Pd ci sono le elezioni.
«Non voleva dire che vogliamo andare a votare prima della scadenza della legislatura, ma che lavoriamo al nostro progetto politico. Dopo il governo tecnico si torna alla normalità della vita politica in cui le parti si confrontano». Casini propone un patto costituente, lei è in disaccordo? «Nessuna Grande Coalizione. Dopo Monti, ci sarà chi vince e chi perde le elezioni. Noi vinceremo con un progetto e su questo si ricostruirà il paese. Pronti già da adesso a discutere con tutti di riforme costituzionali e istituzionali».
2. SETTIMANA DECISIVA IN EUROPA. OGGI SI RIUNISCE L’EUROGRUPPO. GLI ISPETTORI DEL FMI A ROMA.
Anche per l’Europa quella si apre è una settimana decisiva. Oggi si riuniscono i ministri finanziari dei 17 paesi dell’Eurozona. La riunione punta a superare alcuni contrasti sull’attuazione dell’accordo raggiunto a Bruxelles il 9 dicembre. Dal superamento di queste difficoltà può emergere un’Europa dell’euro più forte.
Oggi pomeriggio il presidente della Bce, Mario Draghi, interviene presso il Parlamento europeo. Chiarirà le intenzioni della Bce nell’acquisto di titoli pubblici dei paesi europei.
Questa settimana arrivano a Roma anche gli ispettori del Fondo monetario internazionale.
Da Il Corriere della Sera. Articolo di Ivo Caizzi. “È arrivata in extremis l`attesa convocazione d`urgenza di un Eurogruppo straordinario dei 17 ministri finanziari dell`Eurozona. La riunione è fissata per oggi pomeriggio in teleconferenza. Punta a superare alcuni contrasti emersi nell`attuazione dell`accordo politico anticrisi concluso nel vertice dei 27 capi di Stato e di governo dell`Ue il 9 dicembre scorso (con la clamorosa defezione del solo Regno Unito). Già l`impegno a versare 150 miliardi di euro al Fondo monetario di Washington (Fmi) con prestiti bilaterali dei 17 membri, a cui dovrebbero aggiungersi 50 miliardi forniti dagli altri partner Ue, sta avendo difficoltà nel passaggio dalle parole ai fatti. via libera era previsto entro dieci giorni, che scadono oggi. Ma, dopo lo strappo nel vertice del premier britannico David Cameron, da Londra hanno fatto sapere di non voler sborsare la loro quota. Anche dalla Germania, dove
avevano accettato di pagare per respingere le pressioni sull`aumento del fondo salva Stati, sono arrivati segnali poco rassicuranti per l`Italia e gli altri Paesi potenziali beneficiari degli interventi di Washington. Ancora da definire appare l`ulteriore conferimento al Fondo di Washington, sempre per azioni di sostegno dell`euro, da parte di Russia, Cina, Brasile e altri Paesi emergenti con ampie risorse finanziarie. Questa settimana sono già attesi a Roma i tecnici del Fmi. Dovrebbero iniziare il monitoraggio sui conti pubblici italiani (in vista anche di eventuali aiuti). Un portavoce Fini l`ha però sminuita come «piccola missione». Sempre oggi pomeriggio il presidente della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, ha in programma un intervento nell`Europarlamento di Bruxelles. Ampi settori dell`Assemblea Ue premono per un maggiore coinvolgimento della Bce a sostegno dell`Italia e degli altri Paesi dell`Eurozona in difficoltà, che hanno visto esplodere i costi di indebitamento a causa dell`attacco della speculazione ai loro titoli di Stato. Draghi ha ribadito in un`intervista al Financial Times che gli acquisti di bond sui mercati non sono «né eterni, né infiniti», che i Trattati Ue non gli consentono di finanziare i governi, che non si salva l`euro distruggendo «la credibilità della Bce». Ha apprezzato l`accordo del summit invitando però a «non barattare la disciplina di bilancio con la crescita e la competitività». Non si sbilancia sulla recessione ammettendo che «la crescita globale rallenta» e «l`incertezza è salita». Si dice «triste» per lo strappo del Regno Unito. E indica due errori. Non aver aspettato l`avvio del fondo salva Stati per chiedere la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà e il «coinvolgimento dei privati» nelle perdite sui titoli greci, che potrebbe aver favorito il contagio dell`Italia. L`Eurogruppo deve discutere il testo del patto per una maggiore disciplina di bilancio, detto «fiscal compact», concordato nell`ultimo summit. Quel giorno il premier Mario Monti aveva rassicurato sull`assenza di automatismi nell`impegno per l`Italia di rientro del debito in 20 anni dal 120 al 60% del Pil (che imporrebbe manovre da una quarantina di miliardi l`anno). Ma sta emergendo la necessità di difendere la concessione di sconti in base agli «altri fattori rilevanti» (come il basso debito privato), in quanto ottenuta quando il valore dei titoli di Stato non era precipitato e il settore bancario italiano non ne scontava le conseguenze. L`estensione delle decisioni a maggioranza è un altro punto critico soprattutto in relazione al fondo salva Stati stabile, che deve entrare in vigore in anticipo nel 2012 per impiegare fino a 500 miliardi di euro (con eventuali incrementi nei prossimi mesi). Nell`Eurozona non tutti accettano di procedere con 9 favorevoli e 8 contrari. A complicare la situazione complessiva c`è l`aspettativa sui mercati di un declassamento dell`affidabilità del debito perfino della Germania e della Francia, che potrebbe arrivare dalle agenzie di rating da un giorno all`altro e che fa temere la solita conseguente offensiva della speculazione sui titoli di Stato dell`Eurozona”.

3. SOSTENUTO ANCHE DAL TERZO POLO, ALFANO TENTA DI DISTACCARSI DA OLTRANZISTI, MALPANCISTI, EX MINISTRI PDL. MA LA VERA PROVA SARANNO LE LIBERALIZZAZIONI E L’ASTA SULLE FREQUENZE.
Pier Ferdinando Casini non fa mistero di puntare a trasformare il sostegno di responsabilità nei confronti del governo di impegno nazionale di Mario Monti in un impegno politico esplicito e strutturale.
Angelino Alfano punta a svincolarsi dalle posizioni oltranziste degli ex An e del circolo più stretto di Berlusconi. Per questo mantiene il Pdl su una posizione di sostegno responsabile al governo Monti. Il banco di prova per la tenuta di questa posizione saranno l’asta sulle frequenze digitali e le prossime liberalizzazioni. Cioè i primi passaggi concreti in cui sono in gioco interessi concreti.
Ieri straordinaria prova di faccia tosta da parte dell’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: intervistato da Lucia Annunziata, si è messo a criticare la manovra come un cittadino qualunque, come se non fosse stato fino a pochi giorni fa, e per molti anni, il dominus della politica economica, colui che ha portato l’Italia a un passo dal baratro