5 gennaio 2012

Parcheggio Selvaggio


Le libertà personali dovrebbero ragionevolmente fermarsi, dove iniziano a ledere le altre libertà personali.
Esempio: sono libero di fumare dove voglio. Dovrei smettere se a fianco trovo qualcuno che è libero di non aspirare, e fumare lui stesso, la mia sigaretta.
Conoscete qualcuno che si domanda se darà fastidio, accendendosi la "bionda"? Io li conto sulle dita di una mano!

Altro esempio: ho un auto e sono libero di lasciarla al sole dove mi pare e piace! Ma dentro le apposite strisce di parcheggio (mi pare che sia scritto anche su qualche libercolo dal nome particolare: Codice della Strada).

Le persone non sono cattive per natura, solo che ogni tanto vanno indirizzate e consigliate ad essere migliori, più attente al bisogno del prossimo che non alla comodità personale.
In tutti questi anni l'amministrazione di Sulbiate (e non solo) ed i vigili, hanno ricevuto suggerimenti e lamentele, circa il parcheggio con metodo "a caso" effettuato da proprietari di auto particolarmente - e comodamente - distratti.
Facendo notare che lo spazio occupato dalle auto, limita o elimina lo spazio necessario al resto del traffico (quei piccoli veicoli chiamati pedoni), la perentoria risposta e definitiva presa di posizione è arrivata su un allegato di un recente "Vivi Sulbiate" dove, genericamente, viene stilato un decalogo del bravo cittadino, tra cui si suggerisce di parcheggiare negli appositi spazi.
Fine del problema!
Peccato che così non cambia nulla: esempio... uno dei tanti, non me ne vogliano i residenti (anzi me ne vogliano! Mettete dritte quelle auto!)


Più o meno sempre, la situazione è quella che vedete: l'auto nel box non ci sta, non serve, non si ha voglia di metterla... e va bene. Però in questo modo non si pensa al fatto che:
1 chi passa a piedi è costretto ad andare sulla strada per proseguire
2 carrozzine dei disabili o passeggini finiscono de tutto sulla carreggiata stradale
3 a pochissimi metri si strova una curva, impegnata con una certa velocità dalle auto in arrivo (perchè lo stop è poco rispettato)

Risultati possibili? Chissà... 
Rischio? Ma quando mai...

Io (io solo) non sarei stato tanto generico, stilando un decalogo delle buone maniere.
Io (io solo) avrei prima suggerito, ed eventualente poi multato quegli automobilisti.
Io (io solo) non avrei consentito di costruire negli stessi quattro metri quadri, un marciapiede e un parcheggio - addirittura il transito pedonale all'esterno del parcheggio: questo è il massimo del non-senso di progetto urbano.
Io (io solo) avrei pensato prima a chi passa a piedi e dopo alle auto, regolando di conseguenza il progetto di strade e vie pedonali.
Io (io solo) avrei già tolto da tempo parcheggi come questi e messo delle belle aiuole.

E voi? vivete altre situazioni del genere? Assurdita pericolose dettate solo dalle possibilità offerte alle automobili? Siete felici della situazione-parcheggio di Sulbiate?
Raccontate la vostra esperienza.
Grazie.



Ptcp: un territorio tutelato solo a parole.

Duro il commento degli ambientalisti brianzoli sul Piano territoriale di coordinamento provinciale.



Le associazioni ambientaliste che hanno dato vita ad un apposito Osservatorio hanno espresso un duro giudizio sul PTCP di Monza e Brianza. Sostengono che la battaglia di Allevi per la difesa del suolo sia stata intrapresa solo perchè i risultati dei sondaggi hanno rilevato che la riqualificazione degli spazi verdi è tra i primi posti tra le richieste dei cittadini. I portavoce dell'Osservatorio hanno così dichiarato:"Il Ptcp è un'occasione persa. Per non distrubare la Giunta Allevi ha preferito non osare evitando di vincolare terreni liberi."
Gli ambientalisti avrebbero voluto dall'Assessore Antonino Brambilla maggior coraggio e decisione, tipo quella intrapresa dal comune di Desio dove l'amministrazione ha ridotto di 1.400.000 mq le previsioni edificatorie.




Di seguito il Comunicato stampa del coordinamento ambientalista PTCP MB:


Il consumo di suolo nella Provincia di Monza e Brianza ha raggiunto percentuali elevatissime e insostenibili. La nascita della Provincia di Monza e Brianza è stata accompagnata da questo grido di allarme anche da parte degli amministratori provinciali. Abbiamo ascoltato discorsi politici e proclami sulla tutela del suolo, abbiamo assistito al proliferare di Convegni indetti dalla stessa amministrazione provinciale sul tema del consumo di suolo. A quali decisioni concrete corrispondono questi proclami? Per il momento a nessuna. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale avrebbe potuto essere un’ occasione per mettere l’ambiente al centro delle scelte urbanistiche in Brianza. Il PTCP avrebbe permesso alla Provincia di esprimere un’ipotesi di tutela del territorio, anche al di sopra degli interessi particolari dei singoli Comuni, per lo più amministrati da uomini e donne (poche) che non si distinguono per l’attenzione alle problematiche ambientali. Unica eccezione l’attuale amministrazione di Desio, che ha recentemente rivisto il proprio PGT con una variante che salva da progetti edificatori 1.400.000 mq di territorio. Questa operazione avrebbe dovuto trovare anche un riconoscimento nel Piano Territoriale della Provincia di Monza e Brianza, ma di fatto ciò non è ancora accaduto. Come associazioni e gruppi ambientalisti abbiamo scelto di essere soggetto PROPOSITIVO in un rapporto di confronto con la Provincia, disposti a entrare in tensione con quelle amministrazioni del territorio più ostili a comprendere la difficoltà del tempo presente. Questo perché è più che mai importante intervenire per una responsabile gestione della cosa pubblica e dell’ambiente. Per questo, ci si è costituiti in un coordinamento denominato OSSERVATORIO PTCP. Il coordinamento ha prodotto una serie di proposte riunite in tre documenti presentati alla Provincia e in una serie di progetti ed osservazioni “dal basso”, mossi da una conoscenza dettagliata dei singoli ambiti territoriali ove questi soggetti agiscono. Questo lavoro è confluito in un documento tecnico propositivo finale inoltrato alla Provincia di MB contenente OSSERVAZIONI E RICHIESTE ESPLICITE DI MODIFICA ED INTEGRAZIONE al PTCP sulle NORME APPLICATE, sulle AREE AGRICOLE STRATEGICHE, sulla RETE VERDE. Modifiche sviluppate sulla base di segnalazioni arrivate da gruppi e associazioni dell’Osservatorio per ben 44 comuni della provincia. Ci ha guidato una vision ambientalista sul nostro territorio che non è utopista ma è una visione concreta per salvaguardare il bene collettivo che ci rimane e di cui intendiamo assumerci a tutti gli effetti la responsabilità, contagiando altri cittadini e cittadine già sensibili in tal senso. L’Assessore Antonino Brambilla non ha disdegnato l’interlocuzione con noi dell’ OSSERVATORIO PTCP. Purtroppo, questa interlocuzione si è spesso limitata ad una semplice azione informativa, non cogliendo sinora gli elementi di condivisione a lui proposti. Esiste quindi una contraddizione evidente tra le dichiarazioni verbali fatte dagli Amministratori Provinciali, lo stato dell’arte dell’attuale elaborazione del PTCP e la scarsa volontà sinora dimostrata nell’accettare le nostre proposte di tutela del territorio. C’è una domanda cui vale la pena di tentare di dare una risposta: perché questa amministrazione ha allora parlato come se fosse ambientalista? Alla base v’è una ricerca commissionata dalla stessa Provincia di Monza e Brianza all’illustre sociologo Mannheimer che ha messo in evidenza come per i cittadini e le cittadine di questo territorio il verde e l’ambiente, la riqualificazione degli spazi e dell’aria che respiriamo, sia al primo posto degli interessi e di quello che viene richiesto agli amministratori. Forse anche per questo, nel suo discorso inaugurale della Provincia di Monza e Brianza il presidente Dario Allevi si era preso questo compito con i cittadini e le cittadine, le associazioni e i gruppi presenti. Però, allo stato attuale d’elaborazione del PTCP, siamo ben lontani da una reale e fattiva VOLONTA’ DI ATTUARE, POLITICHE AMBIENTALI SERIE, CORAGGIOSE E FORTI PER TUTELARE IL TERRITORIO E QUANTO RESTA DEGLI AMBIENTI NATURALI DELLA BRIANZA. Fino a questo momento abbiamo più la percezione che la Provincia si sia assunta semplicemente un ruolo “notarile”, prendendo atto dei “desiderata” delle Amministrazioni Comunali, senza tentare di avere un ruolo ATTIVO nel contrastare l’esasperato consumo di suolo brianzolo. Di più, è stato ignorato e si è evitato di prendere posizioni definite contro situazioni che devasteranno ulteriormente la Brianza, quali lo scellerato piano edificatorio che a Monza sacrifica ai poteri forti, l’area verde della Cascinazza. E ancora non è stato preso in considerazione l’ampliamento possibile del Bosco delle Querce verso la via della Roggia di Seveso, annettendo quest’area nella Rete Verde insieme alla zona delle Cave di Meda, dando vita a un progetto di possibile, per quanto minimo, contrasto alla devastante azione prevista dalla Regione Lombardia con lo sbancamento del Bosco delle Querce per il passaggio dell’Autostrada Pedemontana. Non sono mancate incomprensibili amnesie sulla salvaguardia di alcuni ambiti agricoli destinati alle opere di compensazione ambientale di Pedemontana (Lissone, Macherio ecc..) così come su una efficace tutela di significative emergenze dall'alto valore naturale e paesistico insistenti nel settore collinare della provincia come, ad esempio, la porzione settentrionale della Torbiera dei Cariggi (tra Veduggio, Renate e Briosco). Per non disturbare, s’è scelto di non osare, evitando d’inserire terreni liberi e verdi in quanto tali, nel PTCP. Aree che proprio in virtù dell’assedio del cemento, SONO DA CONSIDERARE TUTTE STRATEGICHE per la vivibilità della Brianza. Così, mentre amministrazioni coraggiose, come quella di DESIO, dimostrano che una nuova politica urbanistica e di tutela del territorio E’ POSSIBILE, la Provincia di MB perde un’occasione per DIMOSTRARE CON I FATTI la sua “dichiarata e sbandierata” sensibilità ambientale. Si profila un’opportunità mancata. Fatto questo che aggraverà ulteriormente la condizione di selvaggia urbanizzazione in cui versa il territorio provinciale. L’attuale stesura del PTCP, sicuramente, non consente alla Provincia di fregiarsi di patenti ambientali a proprio uso e consumo. Il documento di proposte ed osservazioni, che presentiamo al tavolo di confronto con l’Assessore Brambilla e agli estensori del PTCP, offre un’ulteriore possibilità di rilancio. La revisione del PTCP con le nostre istanze darà la misura delle reali intenzioni della Provincia rispetto alla salvaguardia del territorio e allo stop all’indiscriminato consumo di suolo, e sarà la base del nostro giudizio politico finale su questa delicata partita di politica ambientale.

21/12/2011

Quello che Sulbiate non si merita.

Ripubblichiamo per maggior visibilità i links alle tre provocazioni contenute in questi recenti nostri interventi: