Ne sono passati trentaquattro, eppure ogni anno, il 16
marzo (uccisione dei cinque agenti della scorta e cattura
dell'onorevole Moro) e il 9 maggio (ritrovamento del cadavere dello
statista democristiano) sono occasione per riflettere non soltanto su
una delle pagine più drammatiche della vita della repubblica, ma anche
sullo straordinario magistero di uno dei suoi protagonisti più
importanti. Moro non è stato infatti soltanto un dirigente di partito e
uomo di governo a livelli di massima responsabilità, ma è stato
"l'architetto" dell'allargamento e del compimento della democrazia e,
come tale, uno dei maggiori pensatori e ideatori di processi politici
nuovi.