30 dicembre 2013

Un ultimo saluto a Lino Pedroni "Modroz"

Ciao Lino e grazie per come hai vissuto

lino_pedroniLa figura di Lino Pedroni, “Modroz” il suo nome da partigiano della 122 brigata Garibaldi, ha da sempre accompagnato le manifestazioni partigiane alle quali fin da ragazzo ho partecipato. Figura imponente, voce tonante, autorevolezza che, come ho avuto modo di apprendere, derivava dall’esperienza di chi giovane di 16 anni ha sperimentato il coraggio della ribellione, la pericolosità della lotta partigiana, il dolore e la tragedia che sempre accompagnano le guerre. Nel tempo la figura si era un poco ripiegata, la voce un po’ affievolita, ma la fierezza dello sguardo no, non era mai venuta meno.
Ho imparato a conoscerlo, lui Presidente dell’ANPI provinciale, da amministratore locale ed esponente politico, nonchè da attivista delle Fiamme Verdi, in occasioni pubbliche sui tanti luoghi della storia delle Resistenza bresciana, ma anche a coglierne, in momenti pi privati, risvolti pi personali, se volete più dolci di Lino. Forte è sempre stato il suo richiamo ai valori della libertà e della giustizia, così come la lotta contro ogni forma di ingiustizia e diseguaglianza. Lo ricordo reagire senza alcun dubbio e con veemenza contro chi in piazza Loggia durante un 25 Aprile voleva impedire all’allora Sindaco di parlare. Aveva ben chiaro che il valore della resistenza consiste anche e soprattutto nell’essere un patrimonio messo a disposizione e non rinchiuso in un cerchio ristretto ed esclusivo.
Così come lo ricordo gli ultimi tempi assieme ad Agape Nulli Quilleri, Presidente provinciale delle Fiamme Verdi, in tante cerimonie in montagna, figure incredibili che sapevano trasformare la “fragilità” dell’età nella forza coinvolgente della testimonianza.

Lombardia, un altro anno volge al termine...

Un compito per il nuovo anno, ritrovare la Lombardia

natale1Si chiude un altro anno. Tempo di bilanci, ma anche di strategie per pianificare i prossimi mesi per la Lombardia, mesi decisivi per la possibile uscita dalla crisi e per la marcia di avvicinamento a quell’Expo 2015 che viene dipinto come il primo vero passo di rinascita della nostra regione e dell’Italia intera.
Parliamo allora di bilanci.
Il 2013 verrà probabilmente ricordato come l’anno della grande occasione mancata per cambiare la Lombardia. Il ventennio formigoniano non si è chiuso, ma prosegue sotto mentite spoglie. L’asserita voglia di cambiamento trascolora in un gioco delle parti all’ombra della crisi economica e di un’istituzione regionale che fatica a ritrovare credibilità dopo i colpi delle indagini per corruzione, prima, e uso scorretto dei fondi pubblici, poi. E c’è il rischio, come spesso accade, che tutto sia considerato da buttare in un impeto di semplificazione che tanto assomiglia a voglia di ricentralizzare. Un 2013 molto faticoso, dunque, per l’istituzione regionale sulle cui spoglie tenta di vivacchiare una maggioranza scomposta più che composita e un presidente che pare affidarsi più alle relazioni esterne che alla fiducia nella propria azione politica e nella sua maggioranza.
Ed ecco, allora, il secondo bilancio, quello di previsione per il 2014. Se dovessimo immaginare il nuovo anno a partire da quanto approvato in aula, potremmo descrivere i prossimi mesi come l’ennesimo capitolo della storia di una Lombardia che si proclama eccellente, fatica a tenere il passo del mondo che cambia e rischia di vedere consumata la ricchezza accumulata negli anni e, ormai, non più rigenerata. Il timone della barca è affidato all’assessore al bilancio Garavaglia, brillante dispensatore di certezze riguardo la necessità che tutti si adeguino alla Lombardia (unica eccellenza in un’Europa di pazzi destinata all’autodistruzione).