3 ottobre 2014

Tesserati al Partito Democratico!

 

CIRCOLO PD SULBIATE

                                                   SABATO 4 OTTOBRE

dalle ore 9,00 alle ore 12,00  in P.zza Beretta Sulbiate Sup.

               DOMENICA 5 OTTOBRE  
dalle ore 9,00 alle ore 12,00 in P.zza Giovanni 23° Brentana

                                                                     
TI ASPETTIAMO!!!

La newsletter di Lucrezia Ricchiuti




   Jobs Act. L'impellente bisogno di dare una scossa all'economia, di aprire prospettive occupazionali, di rilanciare la domanda interna hanno indotto il Governo ad agire su due fronti, quello europeo e quello del mercato del lavoro interno.

Sul primo versante, Matteo Renzi ha sostenuto e sostiene con forza un'impostazione di allentamento delle politiche rigoristiche e una maggiore attenzione all'economia reale, alle necessità di investimenti. In una parola: meno vincoli di bilancio e più sviluppo, posizione ora assunta anche dalla Francia. Su questo, da militante del PD e da parlamentare, sono con lui e il Governo.

Sul secondo versante, invece, sono in totale dissenso. Ristabilire l'uguaglianza tra i lavoratori parificando al ribasso il livello delle tutele è sbagliato. La nostra Costituzione ha già fatto la scelta - dopo sacrifici fatti di lotte, guerre e sangue - che il lavoro e' la base del nostro ordinamento (articoli 1 e 4). Se parificazione deve essere - e deve - occorre estendere le tutele a coloro che non le hanno, non ridurle a chi ancora ce l'ha.
Bisogna ridurre le tipologie contrattuali, prosciugando il lago delle forme di precariato, eliminare le dimissioni in bianco, spostare la tassazione dal lavoro alla rendita e rendere fiscalmente più conveniente il lavoro a tempo indeterminato rispetto alle altre tipologie.
L'art. 18 della legge n. 300 del 1970 - poi - non è a rigore una regola del mercato del lavoro. E' la sanzione per la violazione delle norme sul lavoro. Se una persona viene ingiustamente licenziata deve essere reintegrata. Altrimenti e' inutile dire quali siano le regole, giacché esse potrebbero essere impunemente violate. Per fare un esempio: che senso ha dire quali siano le regole della proprietà dei beni se poi si depenalizza il furto? Se il ladro non fosse costretto a restituire la refurtiva o se la potesse tenere pagando una modesta cifra in danaro, in che paese saremmo? Per questi motivi in Senato ho presentato emendamenti volti a sventare l'ipotesi dell'abolizione dell'art. 18, a ridurre il numero delle tipologie contrattuali, ad aumentare i livelli di paga minima oraria per le prestazioni saltuarie e non coperte da un contratto collettivo nazionale.