21 novembre 2016



Sabato 19 Novembre 2016

Come può uno scoglio
Arginare il mare della globalizzazione è impresa improba e non sempre utile. Eppure per la sinistra, nel dopo Trump, una riflessione sul tema appare necessaria. Pena il lasciare la (illusoria) tutela dei perdenti alle destre antisistema. Per questo è da guardare con interesse l'esempio della piccola Vallonia, capace di bloccare fino ad ottenerne modifiche il trattato di libero scambio tra l'Unione Europea ed il Canada: il CETA.
La Costituzione belga prevede infatti che i trattati internazionali siano sottoposti al voto di ciascuno dei tre Parlamenti (Fiandre, Vallonia, Bruxelles). Ora ha suscitato scandalo il fatto che l'Europa fosse messa sotto scacco nemmeno da uno Stato ma da una singola Regione. Eppure, pur avendo presente che questa partita è stata giocata per ragioni di politica interna più che di ideali e che i risultati ottenuti sono stati modesti, ritengo assai importante l'aspetto simbolico. Per una volta infatti a contrastare il Pensiero Unico Liberista è stato un partito socialista, dimostrando che mettere in discussione CETA o TTIP non significa essere contro il commercio o i rapporti transatlantici. La differenza sta nel definirne le priorità: non già la logica del minor prezzo ma quella della sicurezza e degli interessi di cittadini ed ambiente.

La settimana in Regione
Nella seduta di martedì scorso il Consiglio Regionale ha approvato due progetti di legge, riguardanti rispettivamente il sostegno alla ricerca ed all'innovazione in Lombardia (favorevole anche il PD, astenuti i 5 stelle) e la riorganizzazione delle aree protette (votato solo dalla maggioranza). Ma la questione politica più rilevante della settimana è stato l'approdo in Commissione territorio del parere sui criteri da adottare per la definizione delle soglie sul consumo di suolo. In pratica si tratta di definire quale uso del territorio venga fittiziamente escluso dal computo. Secondo la giunta il terreno usato per costruire autostrade ed ogni altra infrastruttura non deve essere considerato ai fini di misurare l'incremento di consumo. Una visione bizzarra del territorio, di cui si discuterà di nuovo (stavolta con votazione finale) la prossima settimana.

Le gomme nel parco
In Lombardia oggi ci sono 24 parchi regionali (di cui 13 parchi naturali), 66 riserve naturali, 33 monumenti naturali, 242 siti Natura 2000, 101 parchi locali di interesse sovracomunale. La nuova legge si propone un loro progressivo accorpamento, all'interno di nove ambiti, a partire dall'incentivazione all'aggregazione dei parchi regionali. Ancora una volta le nuove norme riguardano però solo gli involucri, cioè il numero degli Enti, lasciando sostanzialmente invariato il contenuto, vale a dire la loro missione. Una folta delegazione di esponenti di associazioni ambientaliste del pavese ha seguito questo provvedimento per via di un impianto di pirolisi per il trattamento di pneumatici fuori uso in procinto di essere autorizzato nel comune di Retorbido, all'interno di un'area naturalistica. La Lega, dopo aver molto pasticciato nella gestione di questa vicenda, ha cercato di rimediare, anche in vista del ballottaggio di Voghera, con un emendamento addirittura retroattivo. L'impresa interessata, spalleggiata da Assolombarda, ha inviato una sgradevole lettera a tutti i consiglieri, chiusa con una minaccia di azione risarcitoria personale in caso di mancato via libera all'impianto. Il rischio è che ancora una volta sarà la magistratura a dipanare una matassa resa ingarbugliata dalla cattiva politica.

Ricerca e innovazione
La Lombardia, finora unica regione in Italia, si è quindi dotata di una propria legge a sostegno della ricerca e dell'innovazione. Più che sotto il profilo finanziario, le cui dimensioni sono inevitabilmente inferiori al fabbisogno, è interessante dal punto di vista della razionalizzazione e del coordinamento delle misure. Una particolare attenzione va alla costituzione del Foro Regionale della ricerca, luogo di promozione tra l'altro di pubbliche discussioni sulle ricadute sociali delle innovazioni. Non possiamo nasconderci che il progresso distrugge o dequalifica molti posti di lavoro: accanto ai "perdenti" della globalizzazione vi sono, altrettanto se non più numerosi, quelli della tecnologia. Non basta pensare che essa produca d'altro canto nuove occupazioni: il differenziale rimane pur sempre negativo. Ciò non significa fermare la ricerca, semmai porsi il problema di come fare perchè i suoi effetti positivi non vadano a favore solo di pochi.

Diario della crisi: Linkra

Dal 1 aprile scorso i circa 500 dipendenti del gruppo Linkra-Compel, con stabilimenti a Cornate d'Adda ed Agrate, sono in cassa integrazione straordinaria per dodici mesi. La scadenza si avvicina e le iniziative della proprietà per trovare nuovi investitori non stanno dando i frutti sperati. Nell'audizione tenutasi in settimana l'amministratore delegato ha parlato dell'interesse di un potenziale acquirente, che comunque garantirebbe occupazione per meno di duecento lavoratori. Tra le cause della crisi sono state evidenziate la perdita del cliente principale Alcatel e la chiusura della divisione dedicata al solare per la fine degli incentivi. Difficile ovviamente per le istituzioni locali trovare soluzioni in assenza di imprenditori disponibili: ogni forma di incentivazione possibile sarebbe insufficiente. Ora si tenterà di aprire un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico, nel quadro più generale della partita sul futuro delle telecomunicazioni. Martedì prossimo se ne dovrebbe discutere nuovamente in Consiglio.

Enrico Brambilla

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