27 febbraio 2016

L'economia che non conosce crisi: sommerso e illegale valgono 211 miliardi

Il sommerso è fatto anche da semplici gesti quotidiani di tutti, come richiedere lo scontrino, la fattura,…

L'analisi della Cgia di Mestre: economia sommersa e illegale occupano una fetta sempre più rilevante del reddito nazionale. Per questo, il peso del Fisco sui contribuenti onesti sale oltre il 50%

MILANO - Mentre l'economia arranca, secondo la Cgia di Mestre quella riconducibile alle attività in nero e alla criminalità organizzata non conosce battute d'arresto. Se tra il 2011 e il 2013 l'economia sommersa e quella illegale sono aumentate di 4,85 miliardi, arrivando a toccare i 207,3 miliardi nel 2013 (pari al 12,9%del Pil), la fetta 'pulita' di reddito nazionale - cioè al netto dell'economia non osservata - è diminuita di 36,8 miliardi, scendendo sotto quota 1.400 miliardi. Ipotizzando prudenzialmente che l'incidenza percentuale dell'economia non osservata sul Pil sia rimasta la stessa anche nel biennio successivo al 2013, gli artigiani mestrini stimano in quasi 211 miliardi il "contributo" che questa economia "grigia" ha dato al Pil nel 2015. Questo aspetto, per la Cgia, ha effetti molto importanti sul fronte fiscale. "Nel 2015 - sottolinea Paolo Zabeo della Cgia - al lordo dell'operazione bonus Renzi, la pressione fiscale ufficiale in Italia è stata pari al 43,7%. Tuttavia, il peso complessivo che il contribuente onesto sopporta è di fatto superiore ed è arrivato a toccare la quota record del 50,2%".

(da Repubblica on-line del 27 feb 2016)