25 gennaio 2017

Verso una legge sul consumo di suolo: un dossier per approfondire


Sono riprese ieri al Senato, nelle Commissioni competenti, le audizioni sul disegno di legge sul consumo di suolo. Nel numero di gennaio, Aggiornamenti Sociali dedica un ampio dossier a questo tema, frutto della lavoro della Rete CepEA, che è tra i soggetti ascoltati in Senato .

Nei mesi scorsi la Rete ha promosso un approfondimento interdisciplinare sul tema, attraverso una serie di incontri seminariali tra i propri componenti ed alcuni esperti esterni. Il dossier mette a disposizione il frutto di quel lavoro, nella convinzione che possa risultare utile per illuminare la complessità di una questione la cui importanza pare ancora sottovalutata.


Dalla valorizzazione della ricchezza del suolo in senso ecologico, si passa a evidenziare come regolarne il consumo richieda di mettere in discussione la concezione occidentale moderna del diritto di proprietà. Il successivo contributo offre una panoramica del ddl, sottolineandone alcuni elementi significativi in chiave etica. I due contributi conclusivi affrontano il tema del consumo di suolo dal punto di vista dell’agricoltura e i problemi operativi in vista dell’attuazione del testo normativo, che a una attenta lettura non appaiono ancora risolti.

La Rete, e con essa Aggiornamenti Sociali che ne è parte, auspica che i lavori parlamentari possano ancora migliorare un testo che introduce nella nostra normativa novità importanti e significative nella linea della sostenibilità e di un approccio etico all’uso del territorio.

Di seguito pubblichiamo una scheda che riassume i termini quantitativi della questione, con dati di fonte Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale). Qui è possibile scaricare l'intero dossier.


Consumo di suolo: i dati del problema
Il suolo urbanizzato nel 2014 risulta pari a circa 2,1 milioni di ettari, ovvero al 7% del territorio nazionale (la media europea è del 2,3%), con un incremento del 260% rispetto agli anni ’50. Nel nostro Paese tra il 2008 e il 2013 sono stati cementificati oltre 100mila ettari, in grandissima parte a scapito dei terreni agricoli più fertili, con un ritmo di 55 ettari/giorno, ovvero di 6-7 mq al secondo. Volendo provare a visualizzare, si può dire che giornalmente consumiamo una quantità di suolo equivalente a 80 campi da calcio!

Questi dati si riferiscono alla percentuale di suolo impermeabilizzata rispetto alla superficie complessiva; l’incidenza aumenta considerando il consumo di suolo effettivo, calcolato escludendo le aree naturali (laghi, corsi d’acqua, zone non edificabili per la quota o la pendenza): in questo caso si raggiunge il 10,8%. Ancora più preoccupante il dato relativo alla misurazione del “disturbo ecologico” causato dall’impermeabilizzazione, cioè la riduzione delle funzioni ecologiche dei suoli situati a meno di 100 metri da aree urbanizzate: il problema riguarda il 54,9% del territorio nazionale.

Gli effetti sono ingenti. Ad esempio, per quanto riguarda il ciclo del carbonio, l’impermeabilizzazione di terreni agricoli registrata tra il 2010 e il 2012 ha comportato 21 milioni di tonnellate di maggiori emissioni di anidride carbonica (corrispondenti alle emissioni di 4 milioni di veicoli circolanti), mentre, rispetto al ciclo dell’acqua, la conseguenza è una minore capacità di ritenzione idrica nell’ordine di 270 milioni di tonnellate di acqua.

Pesanti sono anche i costi economici. Secondo l’ISPRA il costo delle opere necessarie allo smaltimento delle acque meteoriche non più direttamente assorbite dal terreno è stimato nell’ordine del mezzo miliardo di euro, a cui bisogna aggiungere i costi di ripristino e messa in sicurezza causati dalle sempre più frequenti alluvioni.

L’impermeabilizzazione dei suoli nei tre anni considerati ha inoltre comportato una minor produzione agricola stimabile in 450mila tonnellate di cereali, pari a un valore di circa 90 milioni di euro.

18 gennaio 2017

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