7 febbraio 2017

Enrico Brambilla : Far qualcosa di sinistra


La mia impressione è che la lezione referendaria non sia stata capita fino in fondo. Non mi riferisco al progetto di riforma in sè, sul quale pure io non ero convinto, ma alle ragioni che ne hanno decretato la sconfitta. Essa è maturata (purtroppo) non tanto sul merito quanto sulla linea politica, evidenziando un malessere cui occorre urgentemente dare risposta. L'urgenza non è quella di correre alle urne a tutti i costi, illudendosi di riconfermare il 40% del SÌ, ma di riconquistare la nostra base sociale di riferimento, che ha prevalentemente votato NO. Lo si può fare non con qualche mancetta ma con politiche chiare e coraggiose. Stando dalla parte dei lavoratori e di quegli imprenditori, soprattutto i più piccoli, che con loro resistono. Ma perseguendo senza sconti tutti quelli che delocalizzano o speculano. Inutile prendersela con chi vota Grillo o Trump se lasciamo solo a questi la (presunta) difesa contro i mali di una globalizzazione senza regole.
La settimana in Regione
La sindrome di Fillon ha colpito anche a Milano: quattro consiglieri regionali (tre ex ed uno, appartenente alla Lista Maroni, ancora in carica) sono stati condannati in primo grado a pene detentive per false consulenze affidate a parenti. Per questioni simili ricordo essere in corso il processo al Governatore, che in settimana ha visto la testimonianza del Sindaco Sala, chiamato nella sua precedente veste di commissario di Expo. Maroni nel frattempo è volato a colazione da Trump, con l'assessore Cappellini. Sarà interessante comprendere, al loro ritorno, quali benefici possano derivare ai lombardi dalle politiche protezionistiche di oltreoceano. Nelle commissioni sono proseguiti i lavori su alcuni provvedimenti che arriveranno in aula nel mese di febbraio: tra questi segnalo la Rete escursionistica della Lombardia e la Videosorveglianza nelle RSA (in calendario il 14 febbraio) e la terza parte della Evoluzione del sistema socio sanitario, nonchè il Recupero dei piani seminterrati esistenti (in programma il 21 febbraio).

Lombardia 201...
La sindrome del voto anticipato sembra interessare anche Roberto Maroni. La Lombardia dovrebbe andare al voto nel febbraio 2018, cinque anni dopo le precedenti elezioni del 24 febbraio 2013. Il Presidente potrebbe però decidere di staccare la spina prima, se dovesse arrivargli la probabile condanna. Magari sfruttando anche il traino del referendum per l'autonomia. Nella Direzione Regionale di lunedì scorso il PD ha quindi avviato il proprio percorso per la definizione del programma e per la scelta del candidato nell'ambito di una coalizione di centrosinistra. A breve partirà una nuova fase d'ascolto nei circa 100 ambiti territoriali individuati. Per costruire un progetto diffuso e capace di penetrare anche in quelle zone più refrattarie nei nostri confronti, ed essere pronti a qualsiasi accelerazione.

Pronto soccorso. O quasi.
Il mese di gennaio ha fatto registrare un nuovo record negli accessi ai pronto soccorso degli ospedali lombardi. Influenza e ghiaccio sono state le principali cause di quella che ormai non si può più definire emergenza. Nella ATS della Brianza (Monza-Lecco) sono attivi 9 pronto soccorso ospedalieri. Nel 2016 hanno registrato quasi 400.000 accessi, più di mille al giorno. Di questi i codici rossi costituiscono una fetta minima: l'1,90 %; i gialli il 16,55%, i verdi il 64,32%, i bianchi il 17,23%. La media di attesa dichiarata è di 11 minuti per i codici rossi, 32 per i gialli ed oltre 70 per verdi e bianchi. Nella realtà in molti casi le attese sono ben superiori. Le ragioni del malfunzionamento sono diverse: disorganizzazione, carenza di personale, inappropriatezza della domanda. È comunque necessario ed urgente provvedere. A Monza è stato avviato un gruppo di miglioramento, coordinato dalla ATS, che dovrebbe produrre proposte entro 45 giorni.

Diario della crisi: La K sul tetto che scotta
L'indignazione che anima il mio primo post è stata alimentata in settimana dalla vicenda della K Flex di Roncello, leader mondiale nel settore degli isolanti termici. A dicembre i lavoratori hanno iniziato a nutrire sospetti sulle intenzioni future dell'azienda, dopo che alcuni macchinari erano stati smontati e preparati per la spedizione all'estero. Destinazione Polonia, dove è già attivo uno degli oltre 30 siti produttivi sparsi per il mondo. Nessuna informazione è stata data a chi in questi anni con la propria capacità e con il proprio sacrificio ha contribuito al successo di una società dai bilanci floridi. Chiamata in IV commissione per fugare dubbi, la proprietà ha finito viceversa per avvalorarli, sfidando l'intelligenza dei presenti col sostenere la necessità di abbandonare l'attuale sede, in affitto, per via del tetto malconcio. Come se tra Roncello e la Polonia non vi siano altri capannoni disponibili. La mia esplicita richiesta di confermare la volontà di continuare a produrre in Brianza è rimasta senza risposta. L'imbarazzo anche del rappresentante di Assolombarda è stato assai eloquente.

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