16 settembre 2017

NEWSLETTER QUINDICESIMO PIANO




È consuetudine guardare dalla finestra alla mattina i bambini che vanno a scuola con gli zainetti colorati e pensare che hanno davanti una vita la cui qualità dipenderà, in buona parte, dall' eredità che noi saremo in grado di lasciare loro. La nostra è una società sempre più complessa. Trovarne le chiavi di lettura è un'attività laboriosa e non sempre coronata da successo.
Dovrebbe essere il compito principe della politica, ma spesso quest'ultima preferisce le scorciatoie che garantiscono l'immagine e il consenso immediato.
Un caso da manuale è quello della maggioranza di Maroni che fin dall'inizio ha imboccato la strada della propaganda facile e della paura verso l'immigrato. I veri problemi non vengono neppure affrontati. La violenza sulle donne, ad esempio, imperversa e la Regione Lombardia che fa? Mette in difficoltà, per pura convenienza organizzativa, chi da oltre trent'anni cerca di fronteggiare questo fenomeno terribile.
Nella sanità continuano le ruberie, la corruzione e gli scandali? Non sono argomenti che interessano al manovratore. Ciò che conta è fomentare la paura verso l'immigrato.



FERMI TUTTI
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Il referendum per l'autonomia diventa l'alibi per mascherare la palude in cui è immersa la maggioranza.
La campagna elettorale incombe e il Consiglio si blocca per oltre 20 giorni.
Ad ottobre, infatti, dopo la seduta di martedì 3, si tornerà in aula solo a fine mese, dopo l'espletamento del referendum.
Di grande evidenza il fatto che non ci siano provvedimenti degni di tale nome da discutere: per la maggioranza la legislatura è già finita da un pezzo.

DOPPIA PREFERENZA DI GENERE
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In vista delle prossime elezioni regionali in Lombardia il PD si batterà per la doppia preferenza uomo/donna. Questa modalità di espressione di voto è stata introdotta con successo nelle amministrative e ora nelle politiche.
Da mesi la nostra proposta di legge è ferma in commissione perché è evidente che nel centrodestra ci sono forti resistenze, soprattutto da parte della Lega.
Chiederemo che lo stallo sia superato e che il tema diventi prioritario perché lo riteniamo giusto oltre che un obbligo non più rinviabile.

PRESIDIO DEI CENTRI ANTIVIOLENZA
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Il gruppo PD ha partecipato al presidio promosso dalla Rete lombarda dei centri antiviolenza a palazzo Lombardia per protestare contro la politica della Regione in tema di violenza sulle donne.
La Regione, con un semplice decreto dirigenziale, ha equiparato i centri antiviolenza a un servizio pubblico, in questo modo ha imposto di fatto alle operatrici dei centri l'obbligo di denuncia, anche senza il consenso delle donne. Si tratta di un provvedimento inaccettabile, perché l'obbligo di denuncia, oltre che violare la libertà di scelta delle donne, ne mette in serio pericolo la sicurezza.
Oltretutto l'assessorato ha chiuso ogni interlocuzione, non tenendo in alcun conto le richieste dei centri. Non è questo il modo di operare di un'istituzione che sarebbe invece tenuta a tenere in considerazione il lavoro di chi opera da più di 30 anni nel settore, sia pure conciliandole con le esigenze di monitoraggio costante dell'entità del fenomeno e di rendicontazione della spesa. Per questo chiediamo sia riaperto al più presto un dialogo con i centri, a partire dalla convocazione del tavolo antiviolenza.

ECCOLI DI NUOVO
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È di ieri la notizia di un'altra inchiesta che ha travolto la sanità lombarda. L'intervento della magistratura ha portato alla luce un sistema corruttivo che mirava ad aumentare il profitto non solo di una società coinvolta che forniva protesi, ma anche di 21 chirurghi ortopedici e medici di base nei confronti dei quali sono state emesse misure cautelari. Il tutto, a scapito di chi finiva sotto i ferri. Si tratta dell'ennesimo scandalo che tocca un settore che dovrebbe rappresentare l'eccellenza lombarda. Al di là di come possa finire la vicenda, denunciamo fin da ora la permeabilità di un sistema che è facilmente aggredibile dal fenomeno corruttivo. Anche qui, toccherebbe alla Regione programmare gli anticorpi per mettere in sicurezza un settore strategico.

ANCORA BUFERA
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Dunque in Lombardia non è cambiato niente nella sanità! A scandali si aggiungono scandali come ai tempi di Formigoni.
... E il governatore, che aveva promesso la discontinuità con il passato, cosa fa? Assolutamente nulla. Se ne sta bello tranquillo, tutto intento ad occuparsi dei suoi guai giudiziari personali. Punta sull'assuefazione, sulla memoria cortissima degli elettori ed è sicuro di vincere anche questa volta a mani basse.
Vogliamo impegnarci una buona volta per cancellare queste certezze?




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