2 ottobre 2017

Nebbia fitta in Brianza

Ci risiamo. Purtroppo.
Un altro comune lombardo è scosso da un'indagine che ipotizza collusioni con la malavita organizzata. Questa volta c'è addirittura un sindaco agli arresti domiciliari e un consiglio comunale che si scioglie per le dimissioni di buona parte degli eletti. Uno spettacolo triste, che deve far riflettere sull'ormai pervasiva capacità della malavita organizzata, la 'ndrangheta in particolare, di mettere radici nei nostri territori, soprattutto laddove gli affari si profilano più allettanti. Il sistema è più o meno quello che già conosciamo: un imprenditore compiacente si fa carico di garantire affari con il beneplacito o addirittura il favore di qualche politico locale.
Non sta a noi ricostruire l'accaduto o ipotizzare gli sviluppi giudiziari, di certo non possiamo esimerci dal sottolineare come sia finito il tempo dell'antimafia delle parole e della legalità fatta a proclami. Servono fatti concreti e azioni che portino a costruire anticorpi solidi e condivisi contro le infiltrazioni. Amministratori locali che spadroneggiano sul proprio territorio e ostentano interventi draconiani per sicurezza e legalità possono anche conquistare consensi sui social network, ma non costruiscono il clima giusto per scongiurare possibili tentativi di infiltrazione e isolare imprenditori spregiudicati o altri soggetti troppo ingombranti.