17 gennaio 2018

Italiani a tavola: come stiamo cambiando le abitudini

Più fibre, meno grassi e zuccheri: l’acquisto diventa “virtuoso”
Allo scaffale il consumatore premia i prodotti salutisti. A rilevarlo è il 2° rapporto dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy che ha incrociato i dati di 40 mila preferenze alimentari con quelli di vendita nella Gdo fotografando il profilo nutrizionale della dieta degli italiani
di VITO DE CEGLIA (Repubblica del 12/1/2018)


Più fibre e proteine, meno zuccheri e grassi saturi. Senza però diminuire il contributo calorico. La svolta salutista del consumatore medio italiano si consolida nel 2017, confermando un atteggiamento attento nelle scelte di acquisto allo scaffale. Il dato arriva dall’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy che ritorna a fotografare nel suo 2° rapporto i cambiamenti avvenuti negli ultimi 12 mesi nei supermercati e ipermercati italiani.

In particolare, lo studio ha monitorato la variazione della composizione nutrizionale di 40 mila prodotti venduti nei reparti drogheria alimentare, fresco, freddo e bevande.
Delineando alla fine un “meta prodotto”, cioè un indicatore statistico che calcola la media dei valori nutrizionali indicati sulle etichette dei prodotti venduti nella Gdo. Secondo i risultati dello studio, c’è stata una crescita della presenza delle fibre negli acquisti degli italiani (+2,3% nell’anno terminante a giugno 2017), elemento nutrizionale che arriva a pesare quasi per il 2% nella composizione del “meta prodotto”, misurato su 184,8 calorie ogni 100 grammi. Per la restante parte si compone del 20,8% di carboidrati di cui 8,5% zuccheri, 8,6% di grassi di cui 3,0% saturi, e 6,2% di proteine.

Nel complesso, le fibre sono la tendenza più importante sul mercato in questo momento - ribadisce lo studio -, mentre calano i grassi saturi (-0,8% in una componente lipidica media sostanzialmente invariata) e gli zuccheri (-0,1%). Cresce anche l’apporto medio di proteine (+1,7%), elemento “gettonato” tra sportivi, vegetariani, vegani, alle prese con la sostituzione di proteine di natura animale.

A guidare lo sprint alla riduzione di grassi saturi (-1,7%) sono i prodotti della drogheria alimentare come pasta, riso, condimenti, sughi, vegetali in scatola, prodotti da forno. Altro punto a favore del comparto è il crescente ruolo delle fibre (+2,2% trainato dalle vendite di farine speciali soprattutto nei prodotti senza glutine). Per i prodotti freschi come latte, yogurt, formaggi, salumi e uova, il rapporto evidenza in particolare una riduzione significativa degli zuccheri (-3,5% il valore più alto registrato dall’Osservatorio).

Quando si parla invece di prodotti freddi, il registro cambia: qui emerge il ritratto di un settore controcorrente rispetto all’intero mondo alimentare. Peggiora il suo profilo nutrizionale virtuoso, anche se non va sottovalutato – sottolinea il rapporto - l’impatto importante del caldo record registrato la scorsa estate, che ha fatto schizzare in alto la vendita dei gelati. Infine, le bevande che si collocano all’ultimo posto nella classifica dei prodotti che più contribuiscono all’apporto nutrizionale degli italiani. Ma si fanno comunque notare mostrando anche fenomeni innovativi coma la crescita della componente proteica (+2,1%) e il “debutto” di grassi, anche saturi, con aumenti a due cifre partendo dai dati pari a zero.

Tra i freddi la tendenza più rilevante in termini di vendite è però la riduzione del contenuto di carboidrati (-0,2%) e di zuccheri (-0,3%), che ha interessato molte tipologie di prodotti: le bevande gassate e quelle piatte, i succhi e i nettari di frutta.

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