30 giugno 2018

Occorre che diamo un senso alla nostra vita

Ma non quello bello e che tutti vedono. Quello, per intenderci, che il mondo vorrebbe darci, se accettiamo di vendere la nostra anima. Non quello che la modernità tecnica vorrebbe proporci per essere vincenti e felici secondo il sistema vigente e trionfante, ma quel giro di boa che consiste nell’affacciarsi sull’infinito ed i cui cavalieri dell’apocalisse scorrono, oggi più che mai, le praterie della storia.
Non mi stancherò mai di ripetere che oggi occorre modificare modus vivendi ritornando dentro i limiti che la natura ha posto a salvaguardia del pianeta. Se faremo ciò i nostri successori ci ringrazieranno.
Il  sistema di vita attualmente in auge purtroppo non lascia speranza di un benché minimo rientro nel limite naturale e, anche se qualcuno rimane un ottimista inveterato, c’è da chiedersi quanta parte di ottimismo nasce dalla speranza e non piuttosto dalla convenienza o dalla disperazione. 
Quello che conta al termine della vita è avere amato. Come questa storiella racconta.

L’uomo nel pozzo
Un uomo cadde in un pozzo da cui non riusciva a uscire.
Passava da quelle parti una persona di buon cuore e disse: “Mi dispiace davvero tanto per te. Partecipo al tuo dolore”. E ciò detto, passò oltre.
Passa un uomo politico impegnato nel sociale, vide e disse: “Hai tutta la mia solidarietà, ma era logico che qualcuno, prima o poi, finisse in quel fossato!” e passò oltre.
Un uomo pio, lui pure vide e disse: “solo gli uomini cattivi cadono nei pozzi!”  e passò oltre.
Uno scienziato calcolò come aveva fatto l’uomo a cadere nel fossato ma finita questa sua elaborazione, passò oltre.
Un politico di opposizione si impegnò a fare un esposto contro il governo, ma anche lui passò oltre.
Un giornalista pure lui vide, promise di scrivere un articolo polemico sul proprio settimanale, ma passò oltre.
Un uomo pratico gli chiese se erano alte le tasse per coprire il pozzo e passo oltre.
Una persona triste gli disse: “il mio pozzo è peggio!” e passò oltre.
Un umorista sghignazzò: “prendi un caffè che ti tira su!” e tirò oltre ridendo della propria battuta.
Un ottimista disse: “potresti star peggio!” e tirò oltre credendo di aver consolato quel disgraziato.        
Un pessimista: “scivolerai ancora più giù!” e tirò oltre pensando di aver messo inquietudine e tristezza in quell’uomo.
Un povero cristiano, incoerente ma autentico nella sua povera fede, lo prese per mano e lo tirò fuori dal pozzo.

BREVE RIFLESSIONE: Chi si è comportato da prossimo? Avvicinati. Fatti prossimo all’altro e vedrai un uomo come te con i tuoi stessi occhi. Mi ricordo di un Grande Generale che diceva sempre: “il nemico a trecento metri è un bersaglio, a tre metri è un uomo.” Un bersaglio da colpire senza pietà? Avvicinati. Scoprirai il volto dell’altro. Poi se ti rimane un po’ di paura, premi pure il grilletto. Lascia perdere i ruoli sociali, le divise e le maschere quando ti sono d’impedimento a scoprire il volto dell’altro. Quante maschere inutili e dannose a noi stessi e agli altri indossiamo per ogni occasione!!! Sii autentico/a, sii te stesso/a senza ipocrisia e falsità. Ciò che serve oggi al mondo è un po’ più gentilezza e più distacco dalle cose e meno avidità; un po’ più dare gratuitamente e un po’ meno pretendere; niente calci e tirare in piedi chi è steso a terra; sorridere, facendo loro coraggio, quando gli altri stringono i denti; dare la propria acqua quando hanno sete e dividere il proprio pane quando non ne hanno; portare la fatica dei deboli; dare luce a coloro che vedono buio; infondere speranza e volere fermamente. Alla sera, quando tutto tace, fare il segno della croce e pregare per loro.  

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