22 novembre 2016

Newsletter 121 / novembre 2016

In questi giorni fa buio presto. A metà pomeriggio il cielo si oscura e, in men che non si dica, cala la notte. Arriva inaspettata e reca con se' un filo di tristezza anche nel cuore dei milanesi e dei lombardi, sebbene costoro siano ben temprati al clima ostile, alle nebbie e al grigiore, perché l'unico comandamento meneghino è: laura', laura', laura', il resto non conta.
Ma la tristezza ci coglie spesso anche nei banchi consiliari. È possibile che in Regione Lombardia si riesca a combinare così poco di buono? È possibile che i provvedimenti regionali, bene che vada, siano incompleti, raffazzonati, pronti ad essere subito modificati e non resistano alla prova pratica?
Il problema reale è che questa maggioranza non ha a cuore le vere istanze dei cittadini e, ormai, ha ingranato la marcia del gambero: un passo avanti e tre indietro.

PEDEMONTANA: CHI PAGA?
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Si è parlato della bonifica da diossina dei terreni che verranno attraversati dal tracciato della tratta B2 della Pedemontana, in VI Commissione Ambiente. Ma in un modo e con delle novità che ci hanno lasciato perplessi.
Riteniamo che sia quanto meno singolare ciò che ha detto l’assessore regionale all’Ambiente Terzi, ovvero che prima verranno fatti i lavori di bonifica e poi ci si rivarrà sulla Givaudan. In pratica, la Strabag, che è la ditta che ha vinto l’appalto, dovrebbe intervenire e poi si rifarebbe sull’azienda che per altro ha già pagato 40 anni fa per quello che è successo. Quanto meno sembra una risposta messa lì tanto perché andava data.
Se da un lato è un bene che la Regione sia tornata sui suoi passi, visto che in un primo momento aveva detto che sarebbero stati i cittadini proprietari dei terreni a dover pagare per la bonifica per poi vederseli espropriare, ora si va oltre la fantasia, pensando che chi farà i lavori potrà rivalersi su chi ha provocato la fuoriuscita di diossina nel ‘76. Di 387 campionature effettuate sulle aree della tratta B2 da Lentate sul Seveso a Cesano Maderno, 73 sono considerate positive e ci parlano di grandi quantità di diossina ancora presenti su tutti i terreni.
Questa grana ambientale mette davvero una pietra tombale sul tratto B2 della Pedemontana, perché alla fine nessuno vorrà pagare una bonifica dai costi oltre modo rilevanti. Quindi, già non ci sono i soldi, in più c’è questo problema, mi pare che la vicenda si può proprio chiudere qui.

LOMBARDIA È RICERCA
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Siamo tra gli ultimi Paesi in Europa per spesa effettuata in ricerca e la Lombardia, che pure investe più di ogni altra regione italiana, sia a livello pubblico che privato, è comunque ferma all'1,6% del Pil. Da queste considerazioni ha preso avvio il progetto di legge "Lombardia è ricerca e innovazione", approvato martedì scorso dal Consiglio regionale con il voto favorevole del PD.
La legge intende promuovere la ricerca, lo sviluppo sperimentale e il trasferimento dei risultati della ricerca per lo sviluppo sostenibile e la competitività del sistema produttivo regionale, attraverso un sistema di investimenti strategici, forme di defiscalizzazione, sostegno per percorsi di formazione, accordi per l'innovazione e premi ai ricercatori. La Regione metterà a disposizione del progetto un obiettivo minimo di spesa non inferiore al 3% delle risorse stanziate in bilancio. Quando si vuole, si può anche fare bene!

SENZA UNA VISIONE LA RIORGANIZZAZIONE DEI PARCHI
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Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, con il voto contrario del PD, la riorganizzazione del sistema lombardo di gestione dei parchi e delle aree protette con una legge che non è ne' di grande respiro, ne' ambiziosa. Il testo, infatti, non affronta una revisione organica della normativa precedente, ma si pone quale unico obiettivo la razionalizzazione degli enti gestori. L’iter del progetto è stato travagliato e difficoltoso a causa di incertezze, contrarietà, della mancanza di un disegno di fondo, di una visione.
E se la giunta ha aderito a una nostra precisa richiesta iniziale, ovvero che fosse la Regione a dettare gli indirizzi per le aggregazioni tra parchi e le integrazioni di riserve e monumenti naturali nei parchi - senza scaricare, come avrebbe voluto, le decisioni sui parchi stessi - si fa fatica a capire le motivazioni di certe individuazioni.
Delle 9 macro aree previste, che suddividono il territorio regionale e costituiscono il riferimento per la progressiva aggregazione tra i parchi, poche presentano caratteristiche di omogeneità. Diventerà difficile in futuro valorizzare le peculiarità delle aree protette e favorire il passaggio da una funzione di esclusiva salvaguardia ad una funzione di "tutela e fruizione" in sinergia con lo sviluppo sostenibile dei territori.
Senza contare che i fondi messi a disposizione dei parchi per incentivare le aggregazioni, cioè 420 mila euro, non bastano nemmeno per iniziare.
Insomma, ci pare un’occasione persa: l'ennesima della giunta Maroni.

LOMBARDIA IN BRIANZA
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Il disegno della macro area 1, che comprende anche il territorio della Brianza è la dimostrazione plastica che il progetto è irrealizzabile. Dovrebbero infatti unificarsi tra loro i Parchi regionali di Montevecchia e del Curone (LC), Valle del Lambro (LC, MB), Bosco delle Querce (MB), Groane (MB, MI), Spina verde (CO), Pineta (VA) e Campo dei Fiori (VA) e a questi, sarebbe auspicabile, si aggiungessero Plis, riserve e monumenti naturali: una trentina di altri enti per un territorio che va dalla valle dell'Adda ai confini di Svizzera e Piemonte. Ci stiamo prendendo in giro?

GAME OVER
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È un flop la legge regionale che incentiva chi toglie le macchinette da bar e tabaccherie: le slot sono aumentate e i malati di gioco pure.
È questo il risultato evidenziato nella relazione predisposta dal Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione che ha esaminato la legge votata tre anni fa dal Consiglio regionale.
Legge inutile, dunque. È più che auspicabile una veloce revisione.

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