27 luglio 2009

Nostalgia del futuro. La Sinistra ed il PD da oggi in poi.


In preparazione al prossimo congresso mi sembra una buona lettura.
Per conoscere direttamente il pensiero politico di Pippo Civati responsabile della campagna elettorare del candidato alla segreteria del Pd. sen. Marino.

Il Partito democratico non è partito e finora non è nemmeno stato molto democratico. Giuseppe Civati lo dice con chiarezza, indicando le ragioni delle difficoltà incontrate dal progetto che avrebbe dovuto cambiare la politica e il Paese, e che si ritrova alle prese con i suoi limiti, numerosi come le potenzialità che non ha ancora espresso. Alla ricerca di un profilo e di un metodo, prima ancora che di un’identità, il partito che l’autore immagina è qualcosa di rivoluzionario per la politica italiana perché parte dai cittadini, dalle nuove modalità di comunicazione e aggregazione sociale e, soprattutto, dalle domande della contemporaneità. Il lavoro, la società multietnica, l’ambiente, la laicità e la riforma della politica sono i temi di una nuova proposta che ha il sapore antico della passione e la freschezza di chi ha iniziato a far politica con l’Ulivo e con Berlusconi. E ha tutta la vita davanti: proprio come il pd.

Giuseppe “Pippo” Civati è uno dei volti nuovi del PD. Monzese, classe ‘75, laureato in Filosofia appartiene alla scuola di quelli che nella creatura veltroniana ci hanno creduto - e ci credono - davvero. E che un pò come tutti gli amanti delusi, non ha mai risparmiato critiche - peraltro, direi tutte sensate - alla direzione del partito. Leggete per esempio il suo discorso al Lingotto di Torino.

Che cosa troviamo in Nostalgia del Futuro? Una resoconto impietoso di tutti gli errori del Partito Democratico dalla nascita in poi, qualche suggerimento al PD per sfondare al nord, fino al passaggio, critico, dal “si può fare” al “fare qualcosa”, non proprio un punto da nulla.

In particolare Civati affronta un punto che a mio modo di vedere è centrale: ovvero, cito testualmente “l’aver costruito la retorica del nuovo, senza accompagnarla con le novità”, uno dei drammi esistenziali del PD. Forse è impossibile sintetizzare meglio che cosa sia diventato il Partito Democratico che in quelle dodici parole virgolettate qui sopra. Leggetelo, merita: e vedremo che futuro arriverà.