15 aprile 2011

25 Aprile 2011. Iniziative a Sulbiate del Circolo PD.

cliccare sul manifesto per ingrandire.
Qui puoi leggere e meditare un bellissimo testo/discorso di Calamandrei che sarà stampato sul retro del Volantino che il Circolo PD di Sulbiate distribuirà in tutte le abitazioni per invitare tutti i cittadini a partecipare.
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09 aprile 2011 - Don Mario Ciceri disobbedisce al govenro fascita. Non consegna la bandiera dell'Azione Cattolica. Sulbiate 31 maggio 1931.


09 aprile 2011 - Corteo della Liberazione a Milano, quest'anno senza Sulbiate.


07 aprile 2011 - Volantini fascisti a Sulbiate. Propaganda razzista.


29 marzo 2011 - Il Circolo PD di Sulbiate per la prossima Festa della Liberazione. XXV aprile 2011


05 maggio 2010 - Evento del 30/04/2010 (ed invito all'amministrazione) Locandina della precedente iniziativa per la Festa della Liberazione 2010.

Dal governo della lega solo promesse e propaganda, zero fatti.

cliccare sul volantino per ingrandire.



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L'Alberto da Giussano con lo Spadone ricurvo. Video per denunciare le bugie della Lega.

G.D. cena di autofinanziamento candidati under 30



Questa sera Pierluigi Castagnetti a Vimercate.


Venerdì 15 aprile 2011 ore 21 Villa Gussi, VIMERCATE

"Democratici e Popolari, il ruolo dei cattolici in Politica".

parteciperanno:

Vittorio Arrigoni, Consigliere Provinciale PD - Giuseppe Giovenzana, Presidente Assemblea Provinciale PD - Gigi Ponti, Segretario Provinciale PD - Daniela Mazzuconi, Senatrice PD - Enrico Farinone, Deputato PD,

Paolo Brambilla,

Sindaco di Vimercate

Pierluigi Castagnetti

già vice Presidente Camera dei Deputati.



Allievi di Don Milani scrivono un appello al Presidente Napolitano.

Barbiana, Don Milani ed alcuni suoi allievi.

Di fronte al degrado morale e politico che sta investendo l'Italia gli allievi di Don Milani hanno scritto al Presidente della Repubblica il testo che segue, per chiedergli di dire chiare parole di condanna per lo stato di fatto che si è venuto a creare e di fare obiezione di coscienza ogni volta che è chiamato a promulgare leggi che insultano nei fatti lo spirito della Costituzione.

Se condividi puoi a mandare un messaggio a Napolitano ( presidenza.repubblica@quirinale.it ) in cui dichiari di sottoscrivere l'appello inviato l'11 aprile 2011, dagli allievi di Don Milani, e preferibilmente porre come oggetto "Presidente, segua Don Milani."


Lettera aperta al Presidente della Repubblica, on. Giorgio Napolitano.


Signor Presidente,

lei non può certo conoscere i nostri nomi: siamo dei cittadini fra tanti di quell'unità nazionale che lei rappresenta.

Ma, signor Presidente, siamo anche dei "ragazzi di Barbiana". Benchè nonni ci portiamo dietro il privilegio e la responsabilità di essere cresciuti in quella singolare scuola, creata da don Lorenzo Milani, che si poneva lo scopo di fare di noi dei "cittadini sovrani". Alcuni di noi hanno anche avuto l'ulteriore privilegio di partecipare alla scrittura di quella Lettera a una professoressa che da 44 anni mette in discussione la scuola italiana e scuote tante coscienze non soltanto fra gli addetti ai lavori.

Il degrado morale e politico che sta investendo l'Italia ci riporta indietro nel tempo, al giorno in cui un amico, salito a Barbiana, ci portò il comunicato dei cappellani militari che denigrava gli obiettori di coscienza. Trovandolo falso e offensivo, don Milani, priore e maestro, decise di rispondere per insegnarci come si reagisce di fronte al sopruso. Più tardi, nella Lettera ai giudici, giunse a dire che il diritto - dovere alla partecipazione deve sapersi spingere fino alla disobbedienza: “In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando avallano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate”.

Questo invito riecheggia nelle nostre orecchie, perché stiamo assistendo ad un uso costante della legge per difendere l'interesse di pochi, addirittura di uno solo, contro l'interesse di tutti. Ci riferiamo all’attuale Presidente del Consiglio che in nome dei propri guai giudiziari punta a demolire la magistratura e non si fa scrupolo a buttare alle ortiche migliaia di processi pur di evitare i suoi.

In una democrazia sana, l'interesse di una sola persona, per quanto investita di responsabilità pubblica, non potrebbe mai prevalere sull'interesse collettivo e tutte le sue velleità si infrangerebbero contro il muro di rettitudine contrapposto dalle istituzioni dello stato che non cederebbero a compromesso. Ma l'Italia non è più un paese integro: il Presidente del Consiglio controlla la stragrande maggioranza dei mezzi radiofonici e televisivi, sia pubblici che privati, e li usa come portavoce personale contro la magistratura. Ma soprattutto con varie riforme ha trasformato il Parlamento in un fortino occupato da cortigiani pronti a fare di tutto per salvaguardare la sua impunità.

Quando l'istituzione principe della rappresentanza popolare si trasforma in ufficio a difesa del Presidente del Consiglio siamo già molto avanti nel processo di decomposizione della democrazia e tutti abbiamo l'obbligo di fare qualcosa per arrestarne l'avanzata.

Come cittadini che possono esercitare solo il potere del voto, sentiamo di non poter fare molto di più che gridare il nostro sdegno ogni volta che assistiamo a uno strappo. Per questo ci rivolgiamo a lei, che è il custode supremo della Costituzione e della dignità del nostro paese, per chiederle di dire in un suo messaggio, come la Costituzione le consente, chiare parole di condanna per lo stato di fatto che si è venuto a creare. Ma soprattutto le chiediamo di fare trionfare la sostanza sopra la forma, facendo obiezione di coscienza ogni volta che è chiamato a promulgare leggi che insultano nei fatti lo spirito della Costituzione. Lungo la storia altri re e altri presidenti si sono trovati di fronte alla difficile scelta: privilegiare gli obblighi di procedura formale oppure difendere valori sostanziali. E quando hanno scelto la prima via si sono resi complici di dittature, guerre, ingiustizie, repressioni, discriminazioni.

Il rischio che oggi corriamo è lo strangolamento della democrazia, con gli strumenti stessi della democrazia. Un lento declino verso l'autoritarismo che al colmo dell'insulto si definisce democratico: questa è l'eredità che rischiamo di lasciare ai nostri figli. Solo lo spirito milaniano potrà salvarci, chiedendo ad ognuno di assumersi le proprie responsabilità anche a costo di infrangere una regola quando il suo rispetto formale porta a offendere nella sostanza i diritti di tutti. Signor Presidente, lasci che lo spirito di don Milani interpelli anche lei.

Nel ringraziarla per averci ascoltati, le porgiamo i più cordiali saluti

Francesco Gesualdi, Adele Corradi, Nevio Santini, Fabio Fabbiani, Guido Carotti, Mileno Fabbiani,

Nello Baglioni, Franco Buti, Silvano Salimbeni, Enrico Zagli, Edoardo Martinelli, Aldo Bozzolini


Don Lorenzo Milani, morto nel giugno 1967, è salito alla ribalta della scena italiana per essersi dedicato, corpo e anima, all'elevazione culturale di operai e contadini affinché potessero affrancarsi dall'oppressione e dall'ingiustizia.

Persona tutta d'un pezzo, appena nominato cappellano a Calenzano (Firenze), scosse l'Italia per la sua costante denuncia di tutte le situazioni che provocano ingiustizia e violazione dei diritti, indipendentemente da chi le provocasse o avallasse. Ciò gli procurò molti nemici anche all'interno della sua stessa Chiesa, che per neutralizzarlo lo confinò a Barbiana, un villaggio sperduto sugli Appenini toscani. Ma la sua notorietà crebbe ulteriormente perché creò una scuola del tutto innovativa, per contenuti, finalità e metodi. L'atto finale fu la stesura di Lettera a una professoressa, un testo collettivo scritto assieme agli allievi per denunciare il carattere classista e discriminatorio della scuola italiana.

Don Milani è famoso anche per la Lettera ai Giudici, nella quale sostiene il primato della coscienza sulle leggi dell'uomo proponendo la disobbedienza come via estrema per evitare all'umanità il ripetersi delle atrocità che ha conosciuto.

Formigoni: firme false. Procura: "Prove granitiche".


Dopo mesi di indagini la Procura di Milano si dice certa della falsità di alcune firme che sono servite a presentare la lista "Per la Lombardia"che ha partecipato alle ultime elezioni regionali a sostegno della candidatura a Governatore di Roberto Formigoni.
Sotto inchiesta dieci consiglieri PDL. L'accusa è di falso ideologico.
Convalidate 770 firme false.
Sono stati convocati uno per uno tutti i firmatari.
Le indagini erano partite lo scorso ottobre quando i radicali si erano presentati in Procura con tre scatoloni pieni delle copie di "474 firme certamente false, perché scritte dalle stesse, mani e 99 fortemente sospette".


Teorema ne aveva già parlato in questo post del 07 ottobre 2010:
Su Formigoni...ci metto la firma.

Bersani:"Abbiamo fatto una splendida battaglia."


Pier Luigi Bersani, dopo il voto della Camera sul processo breve spiega:
"Noi abbiamo fatto una splendida battaglia che ha avuto un risultato indiscutibile. Una legge che doveva passare in silenzio nel giorno della visita di Berlusconi a Lampedusa, è stata messa sotto gli occhi degli italiani per una settimana, usando gli strumenti che il regolamento ci consente. Faremo sempre così".

Manca il lavoro , i redditi sono sempre più bassi, i nostri giovani non hanno più speranza di futuro, i servizi costano di più e che sono sempre meno. Il Parlamento non vuole affrontare questi problemi, si riunisce solo per parlare di giustizia e delle leggi ad personam. Si occupa sempre e solo dei problemi di uno solo. Non si può parlare d'altro.

Video della dichiarazione di voto di Fassino sul processo breve alla Camera.

Il PD, il partito momentaneamente all'opposizione, ha presentato il suo «piano per le riforme», cioè le proposte per abbattere il debito e rilanciare la crescita.

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La nota del mattino del 15 aprile 2011.


1. VITTORIO ARRIGONI E’ MORTO. UN ITALIANO HA PAGATO CON LA VITA NELLA STRISCIA DI GAZA PERCHE’ I SALAFITI POTESSERO DIMOSTRARE CHE SONO PIU’ ESTREMISTI DEI MILITANTI DI HAMAS.
Vittorio Arrigoni è stato trovato morto. L’operatore umanitario italiano era stato fatto prigioniero da un gruppo di militanti di un gruppo salafita, che ha così voluto sfidare Hamas nella striscia di Gaza. Non si capisce perché, per ottenere la liberazione di alcuni dei suoi uomini arrestati dalle milizie di Hamas, il Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento (Gspc) abbia scelto di rapire un volontario italiano. Vittorio Arrigoni era giunto a Gaza nel 2008 e rimasto li come operatore umanitario della ong Movimento per la Solidarietà internazionale. I rapitori, in un video lanciato in rete, hanno attaccato in un colpo solo l`Italia: «Attacca i musulmani» (dove e quando non è specificato), Vittorio Arrigoni: «Diffonde vizi occidentali» e il leader di Hamas Ismail Haniyeh: «E` uno che opera contro la sharìa (la legge islamica) e che va abbattuto». Probabilmente Hamas non si aspettava questo tipo di attacco-ricatto da islamici ancor più radicali.

2. BERLUSCONI NON LASCIA, RADDOPPIA. DOPO LA PRESCRIZIONE BREVE, LE INTERCETTAZIONI E LA MODIFICA (IN PEGGIO) DELLA LEGGE ELETTORALE. ALFANO GIA’ MOLLATO. I RESPONSABILI A BOCCA ASCIUTTA. E ADESSO SI RICOMINCIA AL SENATO.
Chissà che cosa scriveranno nei prossimi giorni i quotidiani internazionali che qualche giorno fa avevano rilanciato in tutto il mondo l’intenzione di Silvio Berlusconi di lasciare la guida del governo e di lanciare come delfino il ministro della Giustizia Angelino Alfano. In poche ore di quelle angeliche dichiarazioni non è rimasto niente. Come previsto, Berlusconi non lascia niente. Anzi raddoppia: ieri in un incontro con i vertici dei gruppi parlamentari è stato chiaro: dopo il processo breve deve toccare alle intercettazioni. E non solo. Secondo alcune ricostruzioni di stampa, il premier intenderebbe ritoccare (in peggio) la legge elettorale (la porcata, come l’ha chiamata il suo artefice, il leghista Roberto Calderoli), inserendo al Senato un meccanismo come quello della Camera per assicurare al governo il controllo assoluto. Il presidente del Consiglio sente odore di elezioni politiche, dopo le amministrative. E intende preparare un percorso di guerra, con altri acquisti di parlamentari in modo da formare alla sua sinistra un partito di centro che sfidi il Terzo Polo di Casini, Fini, Rutelli.
Anche i cosiddetti responsabili per il momento sono rimasti a bocca asciutta: ottenuto il voto alla Camera, Berlusconi ha rinviato la loro nomina a sottosegretari.
La prossima settimana intanto si ricomincia con il processo breve al Senato. Il presidente Napolitano ha assicurato che valuterà con attenzione le norme di questo provvedimento, quando sarà il momento in cui lo avrà in mano per promulgarlo.

3. ECONOMIA. GLI INDUSTRIALI QUESTA VOLTA PARLANO: GLI INTERVENTI DEL GOVERNO SONO UNA SCATOLA VUOTA. FMI E BANKITALIA CONSIGLIANO PIU’ CRESCITA, COME DICE IL PD. I TAGLI DI TREMONTI ORA SI CHIAMANO MANUTENZIONE.
Altro che Piano nazionale delle riforme: quello presentato dal governo è il Piano Nazionale della Rassegnazione. La battuta è di Stefano Fassina, responsabile economia della segreteria del Pd, e spiega bene il contenuto dei provvedimenti sull’economia varati dal governo e scritti dal ministro Giulio Tremonti. Questa volta perfino gli industriali non sono riusciti a tacere: Montezemolo e Emma Marcegaglia hanno criticato duramente l’assenza di concretezza del governo. Come ha più volte segnalato il Pd con le sue proposte per il suo piano Nazionale delle Riforme, uno studio della Banca d’Italia rileva che senza una forzatura della crescita dell’economia almeno al due per cento l’anno (ora viaggiamo intorno all’1,1 per cento) alla fine anche i conti pubblici non terranno, perché la quantità delle entrate dello Stato dipende ovviamente dalla quantità di ricchezza prodotta (meno se ne produce, meno imposte incassa lo Stato, meno spese si possono finanziare). Secondo la Banca d’Italia la mancanza di crescita ci costerà da qui al 2016 35 miliardi di euro in tagli di spesa. Già quest’anno ci saranno manovre. “Tremonti parla di manutenzione” ha spiegato ieri Pier Luigi Bersani “ ma è chiaro che la traduzione è manovra economica e tagli”.
Il Fondo monetario internazionale indica nel lavoro il problema da mettere in cima a tutte le preoccupazioni in ogni paese.

4. IMMIGRAZIONE, DALLA LIBIA NUOVE MINACCE. E SULL’UNIONE EUROPEA. L’ITALIA SI RITROVA SCHIERATA SULLA LINEA DI LE PEN.
Il colonnello Gheddafi ha liberato decine di migliaia di persone che teneva prigioniere e che provenivano da altri paesi africani. Secondo gli esperti ascoltati al Copasir (la commissione parlamentare sui servizi segreti) c’è il pericolo di un’ondata di arrivi dalla Libia sulle coste italiane. Il governo invece sostiene che il peggio è passato. E ovviamente non si attrezza per gestire l’emergenza.
Intanto, gli attacchi leghisti all’Unione europea hanno trovato un alleato: Marine Le Pen, campionessa dell’estrema destra francese, ha annunciato che proporrà un referendum per lasciare l’Europa.

5. A FORZA DI PARLARE DI SPARI, ALLA FINE SONO ANCHE ARRIVATI. MA IN ITALIA.
A forza di parlare come se nulla fosse di milioni di uomini in armi nella padania, di fucili, di sparare agli immigrati sui barconi, alla fine gli spari sono arrivati sul serio. Ma in Italia.
Ieri è stato ferito uno dei leader del gruppo di destra romano Casa Pound. Chi ha qualche anno sulle spalle ed ha già vissuto la strategia della tensione e gli anni di piombo ha provato un brivido gelido alla schiena. La discesa agli inferi può cominciare anche così. Bisogna tenere alta l’attenzione.

6. L’ESTREMISMO E’ SEMPRE UN’ARMA CHE TI SI RITORCE CONTRO.
Alberto Asor Rosa, intellettuale tra i più prestigiosi in Italia, ha scritto sul Manifesto che occorre che le istituzioni italiane fermino Berlusconi. La sortita dell’anziano professore è stata critica dalle forze politiche di centrosinistra (“sono esterefatto” ha detto Enrico
Letta), ma è stata accolta come una manna dalla destra. Giuliano Ferrara ci ha imbastito sopra una campagna sul tentativo di golpe, finita in onda a reti unificate su tutti i telegiornali direttamente controllati da Berlusconi o a lui vicini.

7. RIFORMA DEI PARTITI. LE PROPOSTE DI SPOSETTI, DI CASTAGNETTI E DI VELTRONI, CHE INSIEME A PISANU RILANCIA ANCHE L’IDEA DI UN GOVERNO DI TRANSIZIONE PER RISCRIVERE LA LEGGE ELETTORALE.
Molti articoli in questi giorni parlano delle proposte di legge presentate dai parlamenti del Pd sul tema dei partiti. I quotidiani hanno parlato solo delle parti che riguardano primarie e finanziamento pubblico, tralasciando altri aspetti anche importanti. Nei giorni passati sono state al centro dell’attenzione le proposte di Castagnetti e di Sposetti, volte ad applicare la Costituzione, a regolare la vita interna dei partiti, a imporre il ricorso obbligatorio alle primarie, pena la secca riduzione dei finanziamenti pubblici. E non solo. Sposetti, accanto all’attuale finanziamento pubblico, aveva previsto il sostegno finanziario a fondazioni politiche. Ieri ha rettificato il tiro, lasciando solo il finanziamento ai partiti e nelle cifre di oggi.
Walter Veltroni ha presentato ieri in una conferenza stampa la sua proposta su questi temi, con l’idea di introdurre obbligatoriamente il ricorso alle primarie e prevedendo una penalizzazione nel finanziamento pubblico per i partiti che non dovessero farlo. Su Il Corriere della Sera oggi Veltroni ha anche firmato un articolo in coppia con Giuseppe Pisanu, senatore del Pdl, per rilanciare l’idea di superare questa fase di stallo della politica con un governo di “decantazione” tra le diverse forze politiche presenti in Parlamento, che faccia la riforma della legge elettorale per tornare poi al voto su proposte alternative.
LA BATTAGLIA DELL’INFORMAZIONE. LA RAI CON I CONTI IN ROSSO FA PESSIMA INFORMAZIONE MA POTREBBE TAGLIARE LE SUE TRASMISSIONI MIGLIORI. E MEDIASET GUADAGNA.
La Corte dei Conti ha messo a nudo ieri il disastro dei conti Rai dopo gli ultimi anni di governo berlusconiano, con l’azienda piegata agli interessi politici del presidente del Consiglio e che ha lasciato molto spazio agli interessi economici di Mediaset. Invece di fare mea culpa, adesso il centro destra si accinge a usare questi dati per tentare di cancellare le trasmissioni di gran successo (ma che Berlusconi non ama) che fanno informazione non subalterna (Fazio, Gabbanelli, Santoro) e che portano una montagna di pubblicità alla Rai. Così oltre alla beffa un altro danno: perché la pubblicità che si perderebbe con queste trasmissioni rischierebbe di finire in casa Mediaset.