30 aprile 2020

"Siamo tornati alla preistoria, dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere"

di LUIGI PASTORE - La Repubblica
27 aprile 2020

Roberto Cingolani, fisico, membro della task force del governo Conte guidata da Vittorio Colao: "Riparametrarsi è in fondo una opportunità, se non ci fosse stato questo scossone avremmo continuato questa corsa un po' insensata dentro un certo modello economico, invece siamo chiamati a cambiare. E se sprecheremo questa opportunità, sarà un grande errore storico"
"Questo tsunami che si è abbattuto su di noi, ci mette di fronte a una sfida epocale. Qui non si tratta solo di uscire da una situazione di emergenza gravissima, ma anche di rivedere la nostra visione del mondo per il futuro e dobbiamo iniziare a farlo a partire dalle scuole, perché è lì che si costruiscono le prossime generazioni, è lì che ci sono i nostri figli, che tra poco dovranno vivere da adulti in questo mondo".

Dottor Cingolani, quanto sarà importante in questa fase e poi anche dopo l'innovazione tecnologica il più possibile non diseguale?
"Noi siamo vissuti sino a due mesi fa con una certa scala di valori per noi fondamentali, poi è arrivato uno tsunami che ci riporta drammaticamente come a uno stato di preistoria. Il Covid è una cosa estremamente seria, che tuttavia ci ha indicato che dobbiamo cambiare qualcosa nel nostro modo di vivere. Ora che siamo ancora dentro l'epidemia dobbiamo minimizzare i rischi e controllare il danno, bisogna cercare dei compromessi, stando attenti alla evoluzione della malattia".

29 aprile 2020

130 ore alla fase due: le famiglie senza risposte

di Redazione Vita.it

Lettera del presidente del Forum delle Famiglie a Giuseppe Conte: «La prima risposta che chiediamo all’esecutivo è quella di soluzioni concrete e immediate affinché il 4 maggio le famiglie sappiano come conciliare serenamente il lavoro e l’attività di cura dei propri figli. La seconda? L'assegno per ogni figlio nel dl aprile»

Mancano 130 ore all’avvio della fase due. Il 4 maggio i genitori torneranno al lavoro ma ancora non sanno a chi potranno lasciare i figli. «Chiediamo di inserire l’assegno straordinario per ogni figlio nel dl di aprile. Nei 55 miliardi di euro che saranno messi a disposizione non può non esserci questo assegno»: così il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo, in una lettera aperta inviata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo l’incontro di ieri sul tema delle misure di sostegno economico e sociale alle famiglie.

Il suo “osservatorio privilegiato” permette di avere bel il ‘termometro’ delle famiglie italiane: «riceviamo ogni giorno feedback allarmanti. Il timore è che, se non arrivano risposte chiare entro le 130 ore che restano all’avvio della fase due, la delusione sarà tanta. Le famiglie non chiedono elemosina, ma di essere messe nelle condizioni di vivere dignitosamente. La prima e più urgente risposta che chiediamo all’esecutivo è quella di soluzioni concrete e immediate affinché il 4 maggio le famiglie sappiano come conciliare serenamente il lavoro e l’attività di cura dei propri cari a casa».

«Confido pertanto - conclude la lettera - nella possibilità di non perdere l’opportunità aperta dal nostro incontro di ieri, al quale auspichiamo seguano nuovi appuntamenti, per trasformare una crisi storica e drammatica per le famiglie in opportunità di rilancio e di costruzione del Paese che verrà».

26 aprile 2020

Sono i Bond europei il nostro obiettivo vitale, il MES è complementare



Care, cari, 

si è chiusa una settimana cruciale in Parlamento UE e se ne apre un’altra con un appuntamento fondamentale, cioè la riunione del Consiglio europeo del 23 aprile, da cui ci attendiamo una decisione forte per affrontare e superare la crisi del COVID-19.

Una decisione forte richiede: la rapidità, l’adeguatezza del monte delle risorse, ma soprattutto, LO SFORZO COMUNE DI TUTTA L’EUROPA. Solo in un’ottica di solidarietà e di cooperazione, ma anche di convenienza reciproca il nostro continente supererà la crisi più grande da quando è nato.

Tre sono stati i passaggi:

  • L’Eurogruppo, formato dai Ministri del Tesoro che ha chiuso con un documento con decisioni già prese e con proposte da sviluppare;
  • il Parlamento UE che ha approvato una risoluzione con alcuni punti chiave;
  • il Consiglio europeo, cioè il consesso dei capi di Stato e di Governo, cui spettano le decisioni formali.

Sul tavolo ci sono tante proposte per l’immediato e per il futuro e ci sono paesi come l’Italia, la Francia, la Spagna e tanti altri che spingono per un forte piano europeo, altri come l’Olanda, l’Austria e la Finlandia che frenano o si oppongono e la Germania è molto titubante, che “dobbiamo assolutamente portare dalla nostra parte” (si veda aggiornamento in calce).

Arrivati a questo punto l’obiettivo fondamentale, direi vitale, per l’Italia è avere un “FONDO PER LA RICOSTRUZIONE” alimentato da obbligazioni (Recovery Bond o Eurobond che siano) garantite dall’Europa, o attraverso il Bilancio Europeo o attraverso i singoli Stati. La garanzia europea rende tali obbligazioni solide e perciò “attrattive” capaci di mobilitare molte risorse.

25 aprile 2020

Né eroi né invasori! On line “Non sono io” un video ispirato a “Bella ciao” e interpretato da migranti.

“Non siamo eroi, ma nemmeno invasori”. “Non sono io”, un video realizzato da COSPE e dall’Associazione Carta di Roma, per la regia del giornalista Valerio Cataldi e con le musiche di Alaa Arsheed e Isaac De Martin.


Un video che, con un testo che si ispira a “Bella Ciao”, dà voce e volto agli immigrati e alle seconde generazione che in questi giorni di emergenza continuano a lavorare in prima linea e in situazioni a rischio, negli ospedali, nei supermercati, nei campi, nelle Rsa, nelle consegne a domicilio… Sono Henry, Lela, Ajay, Marwa, Andi, Luisa, Yvan, Yiftalem, Mercy e Ana Lou e hanno origini peruviane, indiane, cinesi, etiopi etc…

"Ma soprattutto, vedete, dobbiamo fare noi stessi: è la premessa per tutto il resto"

Lettera agli amici, Giacomo Ulivi

Cari Amici,

Vi vorrei confessare innanzi tutto, che tre volte ho strappato e scritto questa lettera. L'avevo iniziata con uno sguardo in giro, con un sincero rimpianto per le rovine che ci circondano, ma, nel passare da questo argomento di cui desidero parlarvi, temevo di apparire "falso", di inzuccherare con un patetico preambolo una pillola propagandistica. E questa parola temo come un'offesa immeritata: non si tratta di propaganda ma di un esame che vorrei fare con voi. Invece dobbiamo guardare ed esaminare insieme: che cosa? Noi stessi. Per abituarci a vedere in noi la parte di responsabilità che abbiamo dei nostri mali. Per riconoscere quanto da parte nostra si è fatto, per giungere ove siamo giunti. Non voglio sembrarvi un Savonarola che richiami il flagello. Vorrei che con me conveniste quanto ci sentiamo impreparati, e gravati di recenti errori, e pensassimo al fatto che tutto noi dobbiamo rifare. Tutto dalle case alle ferrovie, dai porti alle centrali elettriche, dall'industria ai campi di grano. Ma soprattutto, vedete, dobbiamo fare noi stessi: è la premessa per tutto il resto. Mi chiederete: perché rifare noi stessi, in che senso? Ecco per esempio, quanti di noi sperano nella fine di questi casi tremendi, per iniziare una laboriosa e quieta vita, dedicata alla famiglia e al lavoro? Benissimo: è un sentimento generale, diffuso e soddisfacente. Ma, credo, lavorare non basterà; e nel desiderio invincibile di "quiete", anche se laboriosa è il segno dell'errore. Perché in questo bisogno di quiete è il tentativo di allontanarsi il più possibile da ogni manifestazione politica. È il tremendo, il più terribile, credetemi, risultato di un'opera di diseducazione ventennale, di diseducazione o di educazione negativa, che martellando per vent'anni da ogni lato è riuscita ad inchiodare in molti di noi dei pregiudizi. Fondamentale quello della "sporcizia" della politica, che mi sembra sia stato ispirato per due vie. Tutti i giorni ci hanno detto che la politica è un lavoro di "specialisti". Duro lavoro, che ha le sue esigenze: e queste esigenze, come ogni giorno si vedeva, erano stranamente consimili a quelle che stanno alla base dell'opera di qualunque ladro e grassatore. Teoria e pratica concorsero a distoglierci e ad allontanarci da ogni attività politica. Comodo, eh? Lasciate fare a chi può e deve; voi lavorate e credete, questo dicevano: e quello che facevano lo vediamo ora, che nella vita politica – se vita politica vuol dire soprattutto diretta partecipazione ai casi nostri – ci siamo stati scaraventati dagli eventi. Qui sta la nostra colpa, io credo: come mai, noi italiani, con tanti secoli di esperienza, usciti da un meraviglioso processo di liberazione, in cui non altri che i nostri nonni dettero prova di qualità uniche in Europa, di un attaccamento alla cosa pubblica, il che vuol dire a sé stessi, senza esempio forse, abbiamo abdicato, lasciato ogni diritto, di fronte a qualche vacua, rimbombante parola? Che cosa abbiamo creduto? Creduto grazie al cielo niente ma in ogni modo ci siamo lasciati strappare di mano tutto, da una minoranza inadeguata, moralmente e intellettualmente.

24 aprile 2020

25 Aprile 2020

Il 25 aprile, alle ore 15.00, ognuno dalla propria casa, distanti ma uniti, canteremo Bella Ciao e appenderemo il tricolore dalle finestre di ogni casa.

Abbiamo aderito all'appello lanciato da Anpi per celebrare la Liberazione e faremo sentire le voci della nostra comunità. Perché, mai come in questo momento, il nostro Paese ha bisogno di ricordare l'importanza e il significato di questo giorno di liberazione.

#bellaciaoinognicasa


23 aprile 2020

"RINASCERE": il manifesto ANPI per il 25 aprile

In occasione del 75esimo anniversario della Liberazione il Maestro Ugo Nespolo ha realizzato e donato all'ANPI un manifesto con la parola d'ordine: RINASCERE. La Festa della Liberazione come Festa della ripartenza per tutti gli italiani.


22 aprile 2020

Sala: “La Lega in due giorni dal terrore al libera tutti. Più test e meno slogan”

L’intervista al sindaco di Milano di Piero Colaprico – la Repubblica
Pubblicato il 16 Aprile 2020



Sindaco Sala, la Regione dice che si riparte il 4 maggio… Parla di 4 D. Distanza, dispositivi e cioè mascherine, digitalizzazione e diagnosi…
«L’ha deciso la Regione o Salvini? Stanno passando dal terrore sul numero dei contagi di due giorni fa al liberi tutti. Un po’ più di equilibrio non guasterebbe. Guardi, io non sono contrario a rimettere in moto l’economia, perché alla fine si parla di lavoro per tanta gente. Ma devono essere fornite le garanzie adeguate per chi andrà a lavorare. Quello del 4D è uno slogan senza contenuto. Nella D di dispositivi varranno anche i foulard o le sciarpe, come da loro precedente ordinanza?».

Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha invitato alla cautela…
«E ci mancherebbe, abbiamo tutti continuato a dire che la salute è la prima cosa. Qualche settimana fa quando c’erano da sostenere le ragioni della chiusura ci dicevano di guardare all’Oms, faranno così anche adesso?».

Qual è la cosa più importante per rimettere la gente al lavoro?
«Che vengano fatti i test d’immunità e purtroppo su questi, che vengono praticati largamente in Veneto, in Lombardia siamo indietrissimo. Siccome a Milano non si fanno, oggi ho rotto gli indugi e mi sono accordato con l’ospedale Sacco per farli in autonomia, cominciamo con i 4mila del personale Atm, che lavorano nel delicato settore dei trasporti, e poi vediamo».

21 aprile 2020

Coronavirus. Gentiloni: "Europa e Italia davanti ad un bivio decisivo"

Il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni
Parla il commissario dell’Unione all’Economia, Paolo Gentiloni: evitare di uscire dalla crisi con vincitori e sconfitti. Un nuovo umanesimo europeo è possibile.
Giovanni Maria Del Re - Bruxelles sabato 18 aprile 2020 - Avvenire.it

Attenti a evitare che la crisi lasci vincitori e perdenti, l’Eurozona non potrebbe sopportarlo. È un chiaro monito quello che lancia Paolo Gentiloni: un’intesa sul Fondo di ripresa e i titoli comuni per finanziarli sono anche nell’interesse dei Paesi del Nord, Germania in testa. Non senza però rassicurare che nessuno vuole il ritorno all’austerity o pensa a una “troika” per chi utilizzerà il Mes. A pochi giorni dalla videoconferenza di giovedì dei leader Ue, il commissario europeo all’Economia condivide le sue riflessioni in questa intervista ad Avvenire. Partiamo dalle scuse all’Italia della presidente della Commissione Ursula von der Leyen. «C’è stata una difficoltà iniziale – dice il commissario –, pensiamo che nei primi giorni ci sono stati addirittura divieti nazionali all’esportazione di materiale medico. C’è stato un deficit di solidarietà, ha fatto bene la presidente a scusarsi di questo ritardo. Un ritardo che però è stato recuperato».

Gli italiani però continuano a ritenere che l’Ue stia facendo troppo poco...
La domanda di un intervento ancora più forte da parte dell’Europa è più che legittima, anche se è un po’ curioso quando a chiedere molto all’Europa sono proprio coloro che nei diversi Paesi hanno fatto di tutto per indebolirla. Detto questo, la crisi rappresenta per l’Ue un banco di prova ma anche un’occasione: riporta al centro dell’attenzione dei nostri concittadini il suo ruolo indispensabile. In questo senso, è doveroso da parte delle istituzioni europee fare ancora di più; ma anche spiegare quel che è stato fatto, che è moltissimo. Perché l’Ue ha preso in un mese decisioni senza precedenti: ha sospeso il Patto di stabilità, cambiato le regole degli aiuti di Stato, reso disponibili decine di miliardi di fondi europei inutilizzati o destinati ad altro, consentendo così un’azione poderosa degli Stati membri, impensabile tre mesi fa. Pensiamo all’intervento della Bce, senza le cui decisioni oggi singoli Stati membri avrebbero potuto trovarsi in difficoltà ancora più serie. E l’Eurogruppo ha deciso 540 miliardi di euro di interventi comuni su sanità, disoccupazione e sostegno alle piccole e medie imprese, rompendo un tabù. E cioè che la Bce fa la politica monetaria ma sulle politiche economiche e di bilancio ogni Paese fa per conto suo: sono state prese decisioni di spesa e di politica economica comune. È la strada che va percorsa per la prossima fase.

20 aprile 2020

Coronavirus, perché tanti morti in Lombardia? Le 6 domande inevitabili

Ospedali pubblici e privati sullo stesso piano: così il sistema è andato in crisi. I nodi: mancata «zona rossa» nella Bergamasca e assenza di una rete di controllo sul territorio
di Milena Gabanelli e Simona Ravizza - 15 aprile 2020 - Corriere.it


Sarebbe ragionevole che il governatore Attilio Fontana e il suo assessore alla Sanità Giulio Gallera spiegassero onestamente perché in Lombardia c’è stato, e continua ad esserci, un numero di decessi così alto rispetto al Veneto e all’Emilia-Romagna, dove l’epidemia è partita quasi contemporaneamente. Non lo giustifica il fatto che il 25 febbraio ci fossero 231 contagiati contro i 42 in casa Zaia e i 26 in casa Bonaccini. L’epidemia si è allargata alla velocità della luce e a oggi sono morti 11 lombardi ogni 10 mila abitanti, contro i 6 dell’Emilia Romagna e i 2 del Veneto. Dai dati dell’Istat e del ministero della Salute, emerge che a Milano stanno morendo quotidianamente 90 residenti contro i 30 dell’anno scorso, a Bergamo 21 contro 4, a Brescia 20 invece di 5.

Le Rianimazioni in crisi
Il sistema ospedaliero, dove pubblico e privato sono stati nel corso degli anni messi sullo stesso piano, va subito in crisi. A ridosso del 21 febbraio, con i posti letto delle Terapie intensive sottodimensionati (8,5 su 100 mila abitanti contro i 10 dell’Emilia e del Veneto) e il 30% in gestione alla Sanità privata convenzionata, la Regione deve contrattare la loro attivazione con gli ospedali privati in un momento in cui il fattore tempo è determinante. Mentre tutti gli sforzi si concentrano nel potenziare il sistema ospedaliero davanti all’ondata di pazienti in gravi condizioni, ai primari non arrivano disposizioni chiare e al personale medico mancano i dispositivi di protezione.

19 aprile 2020

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale L'assedio

L’assedio è stato per secoli una delle principali strategie di guerra. Tutti noi ci sentiamo un po’ sotto assedio ed è normale attendere con ansia il momento in cui questo assedio finirà, ma sarebbe anche normale attendersi che chi dovrebbe decretarne la fine ci fornisca indicazioni chiare e coerenti.
In Lombardia, purtroppo, questo non sta accadendo. Abbiamo un’amministrazione regionale che pare cambiare di giorno in giorno la sua strategia e oscilla tra un ottimismo volontaristico e un cupo pessimismo, invocando interventi altrui e appellandosi alla necessità che altri decidano il da farsi.
Ascoltando il Consiglio regionale dedicato alla fase due dell’emergenza Covid-19 abbiamo avuto l’impressione che Fontana e la sua giunta si sentano sotto assedio e vivano l’ansia di chi si accorge che le proprie risorse stanno per finire e che il nemico possa prevalere. Ma qui non c’è nessun nemico. Il nemico di Fontana e dei suoi sono loro stessi che si illudono di poter gestire da soli, contro tutto e tutti, una crisi da cui si può uscire solo tentando di capire che cosa non ha funzionato e riconoscendo che la Lombardia, da sola non può andare da nessuna parte. Per questo il PD e tutte le minoranze hanno chiesto una commissione d’inchiesta e una cabina di regia condivisa. Ma Palazzo Lombardia preferisce continuare a sentirsi sotto assedio e rischia così di lasciare sotto assedio tutti i lombardi.

16 aprile 2020

UN CAMBIO DI PASSO PER LA BRIANZA

La fase 2 della gestione emergenza covid-19

In queste settimane, come Sindaci e più in generale come comunità di amministratori locali, abbiamo cercato di far fronte ai numerosi problemi e fornire risposte ai cittadini con il massimo della responsabilità e dello spirito collaborativo, senza alimentare alcun tipo di polemica e di conflitto istituzionale, perché il momento richiede coesione e spirito di collaborazione. Con lo stesso spirito tuttavia, chiediamo un cambio di passo nella gestione dell’emergenza qui in Provincia di Monza e Brianza, perché riteniamo che in queste settimane siano emersi alcuni problemi da risolvere al più presto per fornire ai cittadini la miglior risposta possibile. Ecco alcuni punti che vorremmo che l’Assemblea dei Sindaci, regolarmente convocata, discutesse e recepisse, per ottenere quel cambio di passo che ci sembra sempre più necessario.
  • Queste settimane hanno mostrato i limiti dell’organizzazione sanitaria in Lombardia e in particolare qui su Monza e Brianza: la sanità di territorio è infatti in grandissima difficoltà e si sta reggendo grazie alla dedizione e all’impegno di tantissimi operatori che con i loro sforzi e la loro abnegazione stanno facendo il massimo. Ci sarà tempo per riflettere sugli errori che sono stati fatti nella nostra Regione e sui limiti dell’attuale organizzazione sanitaria, ma ora occorre un cambio di passo per: 1) ampliare il più possibile la disponibilità di posti in strutture di accoglienza di secondo livello, superando l’attuale ricerca su base volontaristica di mezzi e attrezzature; 2) intervenire drasticamente all’interno delle RSA, per fare i tamponi e limitare concretamente le possibilità di contagio; 3) ampliare le forme di assistenza per quanti devono rimanere a casa in quarantena e in cura.

15 aprile 2020

15 aprile 2011 - 15 aprile 2020



9 anni fa Vittorio Arrigoni, volontario ed attivista per i diritti umani, è stato ucciso a Gaza-Palestina.
A 9 anni dal suo omicidio ricordiamo insieme Vittorio nelle nostre case:
con una candela accesa, un disegno, una foto, musica, un bicchiere di vino o birra (come piaceva a lui) con un momento di silenzio o come volete voi, ogni gesto di vicinanza sarà da noi apprezzato.

Grazie a tutti voi che in questi 9 anni non ci avete mai lasciate sole.
Alessandra Arrigoni ed Egidia Beretta

Se voleste, potete pubblicare su FB, nell'evento: "Ricordando VIK "
https://www.facebook.com/events/646258432613993/

http://www.fondazionevikutopia.org



10 aprile 2020

Lotta al CoViD-19: un documento del PD lombardo

Dal 21 febbraio scorso la Lombardia continua ad essere al centro di una pandemia che sta avanzando costantemente: in poco più di quaranta giorni, infatti, il numero dei cittadini positivi al CoViD-19 ha superato le 50mila unità e il dato dei decessi – ben 8.905 alla data del 5 aprile – tocca drammaticamente il 17,6% dei contagiati.
Purtroppo, rimane ancora troppo basso il numero massimo di tamponi che Regione Lombardia è in grado di processare (non si scosta infatti dai 5mila al giorno) e quotidianamente assistiamo a un triste bollettino che riporta un numero costantemente crescente di decessi tra gli ospiti delle case di riposo oltre che di cittadini lasciati soli nelle proprie abitazioni. Un numero impressionante di contagiati si riscontra tra gli operatori sanitari negli ospedali, nelle residenze per anziani e tra i medici di famiglia, tutte persone che hanno contratto il virus in percentuali altissime e che si sono ammalate proprio nell’adempiere al loro lavoro, a volte con conseguenze estreme, troppo spesso in assenza di adeguati dispositivi di protezione.
Siamo dentro una nuova fase dell’epidemia. L’intervento nel solo ambito ospedaliero, importante, ma riparativo, è oramai insufficiente e va integrato rapidamente con il monitoraggio e la prevenzione sul territorio. La Lombardia si è trovata gravemente impreparata proprio su questo versante, e non c’è più tempo da perdere: lo dimostrano le nuove restrizioni ai comportamenti individuali che si succedono giorno dopo giorno, e pongono interrogativi sul quando e come ci si dovrà attrezzare per un graduale ritorno alle attività lavorative, di studio, e sanitarie oggi interrotte dall’emergenza.
Il tema oggi è come attraversare l’epidemia in sicurezza: non c’è un prima e un dopo, ma un durante che rischia di essere senza fine e di provocare nuovi morti, povertà, crollo dell’economia. Per questo dobbiamo agire subito con azioni concrete sul versante della salute individuale e collettiva in Lombardia.
E’ urgente che il Presidente Fontana risponda alle domande poste da molti, dai Sindaci e dal Gruppo PD in Regione, che il PD Lombardia fa proprie.

9 aprile 2020

Ripensare il ruolo della Sanità

... e lavorare insieme per affrontare le sfide economiche

Carissima, Carissimo,

superata la fase organizzativa per l’utilizzo dei fondi destinati ai meno indigenti, è necessario rivolgere le risorse e dedicare il tempo necessario, per aprire una nuova fase e segnare in modo determinante un cambio di passo, attivandosi per il territorio di Monza e Brianza.

A questo proposito, ritengo fondamentale che si traguardino obiettivi di medio termine sia per l’organizzazione territoriale della Sanità, che per i provvedimenti destinati a economia e lavoro. In particolare, penso si debba fare, con la massima urgenza, il punto per conoscere tempi, modi e risorse per attivare strutture di secondo livello: sia quelle per persone in quarantena o post acuzie che altre da dedicare all’accoglienza di anziani o famiglie in difficoltà.

8 aprile 2020

Situazione Coronavirus


Amministrare ai tempi del corona virus: aggiornamento

dal Diario di Gigi Ponti
Carissima,
Carissimo,

confinati a casa, le stanze che frequentavamo poche ore al giorno sono diventate il nostro quartier generale e "la rete'" ha sostituito tutte le altre forme di relazione esterne.
Un aggiornamento forzato dell’utilizzo del digitale sarà un effetto che lascerà il segno per il prossimo futuro.
Meno spostamenti più incontri virtuali.

Sono cambiate anche le abitudini quotidiane, l’attenzione che riservavamo al meteo o all’indice dello spread è stata sostituita da quella per la conferenza stampa della Protezione Civile. La situazione rimane complicata e, nonostante, le mura di casa possano sembrare un limite ai contatti, in realtà continuo a lavorare, cercando di dare il mio contributo fatto di pareri e informazioni, perché tutto questo possa diventare anche un momento di riflessione.

COVID-19 e pipistrelli, ISPRA chiarisce

tratto dal Sito Web Snpambiente (Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente)

Nessun coronavirus potenzialmente dannoso per l’uomo è stato isolato in Italia o in Europa e la prossimità di pipistrelli all’uomo, come ad esempio quella che si realizza in presenza di colonie di questi mammiferi in aree abitate, non pone rischi di trasmissione di SARS-CoV-2. I pipistrelli italiani svolgono un importantissimo servizio ecosistemico sopprimendo insetti effettivamente o potenzialmente nocivi alla salute umana, ai coltivi e ai boschi. Pertanto, la presenza di pipistrelli anche in prossimità di aree abitate costituisce un elemento positivo e non deve causare preoccupazione.

L'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha precisato in una nota quali sono le relazioni tra la presenza di chirotteri e il rischio di trasmissione Covid-19. I pipistrelli sono stati indicati come origine del virus SARS-CoV-2, causa della pandemia Covid-19 che sta colpendo tutto il mondo, causando moltissime vittime. Il virus non è stato isolato nei pipistrelli, tuttavia studi recenti hanno evidenziato una forte similitudine (96%) tra il genoma del SARS-CoV-2 e quello di coronavirus SARS-like presenti in pipistrelli rinolofidi cinesi. Va evidenziato che i coronavirus costituiscono un gruppo assai diverso presente in uccelli e mammiferi.

Pipistrello, pangolino, uomo: lo spillover zoonotico

Il nome coronavirus deriva dalla presenza di strutture superficiali acuminate (peplomeri) dotate di glicoproteine spike che si legano ai recettori cellulari dell’ospite che viene infettato con un meccanismo tipo chiave-serratura, che richiede cioè specificità strutturale. Le glicoproteine di superficie dei coronavirus SARS-like presenti nei pipistrelli non hanno la capacità di legarsi efficacemente ai recettori posti sulla superficie delle cellule umane, fatto che rende, sulla scorta delle migliori conoscenze, queste forme virali innocue per l’uomo.  Sulla base di queste considerazioni, si ritiene che il passaggio diretto dal pipistrello all’uomo non possa provocare alcuna patologia in quest’ultimo. Lo spillover zoonotico, quindi il salto dall’animale all’uomo, ha perciò implicato una modifica di tali strutture che sono così divenute compatibili con le cellule umane. Tale modifica è plausibilmente avvenuta all’interno di un ospite intermedio appartenente ad un’altra specie, con ogni probabilità attraverso il pangolino. Forme virali presenti in pangolini importati illegalmente in Cina sono risultate vicine al nuovo coronavirus e il pangolino è ampiamente utilizzato a scopo alimentare e nella farmacopea tradizionale di quel Paese, fatto che spiega le modalità di passaggio dall’animale all’uomo. I coronavirus isolati nei pangolini sequestrati appartengono a due varianti i cui genomi sono molto simili (85.5%-92.4%) a quello di SARS-CoV-2, con una similitudine particolarmente elevata per quanto riguarda le strutture spike di ancoraggio alla cellula infettata.

7 aprile 2020

Quando è troppo è troppo.

Dato che Fontana, da settimane, va pavoneggiandosi sulla sua gestione dell’emergenza e si permette pure di aggredire gli altri, è forse bene che si facciano alcune rapide osservazioni sulla gestione del modello sanitario lombardo e di chi l'ha governato in questi tragici giorni.

Allora, nel giro di quattro giorni (quattro!), è saltato fuori che:
1. Per l’ospedale della Fiera di Milano inaugurato in pompa magna (per giunta con un assembramento) non solo mancano ad oggi i posti letto promessi, ma anche medici. Che Fontana non è riuscito ad ottenere neanche proponendo uno “scambio” (posti per medici) a Cirio in Piemonte.
2. Ieri la Regione Lombardia ha annunciato trionfante l’arrivo, in un solo giorno, di 300mila mascherine gratis in tutte le farmacie. Per poi venire immediatamente smentita dalla stessa Federfarma.
3. La Regione, l’8 marzo, ha firmato una delibera dove chiedeva alle aziende sanitarie locali di individuare case di riposo dove assistere pazienti covid 19 a bassa intensità. Il risultato? Aver “acceso un cerino in un pagliaio”.
4. “Dulcis in fundo”, nel pomeriggio di oggi è arrivata anche una lettera ufficiale di denuncia dell’Ordine dei Medici della Lombardia indirizzata proprio alla Regione. Di chi è sul fronte a sporcarsi le mani. Una disperata lettera che evidenzia i madornali errori della Regione nella gestione dell’emergenza, parlando, senza mezzi termini, di disastro sanitario. E che lo fa nella speranza che il possibile possa essere riparato.

Ecco. Tutto questo lo diciamo per un motivo.

Per correggere gli errori. E per mettere un freno alla propaganda che Fontana e la Lega stanno mettendo in piedi in questi giorni. Una propaganda vuota, aggressiva. E, come dimostrano i fatti e gli errori di chi ha governato la sanità lombarda, costruita davvero sul nulla.

Smettetela. Ci sono errori e gravi mancanze. Oggi non è il momento della propaganda.
È il momento della serietà, dell’unità, dell’umiltà del lavoro. L’Italia, con tutte le sue regioni, di questo ha bisogno.

L’Italia. E, sì, anche la Lombardia.

Vinicio Peluffo
Segretario PD Lombardia

Sul terrore a mezzo stampa: «Il virus è nell’aria», un titolo che farà molti danni

Pubblicato il 03.04.2020 su Giap - Il blog di Wu Ming

Su Repubblica online di oggi compare un articolo intitolato «Il virus circola anche nell’aria / L’oms si prepara a rivedere le linee guida» illustrato con foto di una mascherina. È anche nell’edizione cartacea, a pag. 5, col titolo ancora più tranchant: «Il virus è nell’aria / Gli Usa: usatele tutti / E l’Oms si prepara a rivedere le norme.»

Poiché su web l’articolo è a pagamento, il titolo è l’unica cosa che la maggior parte dei visitatori leggerà. E penserà che per infettarsi basti uscire di casa senza mascherina.

Noi invece siamo abituati a leggere gli articoli per intero, e se serve a verificarne le fonti.

Precisiamo che titoli simili sono apparsi anche su altre testate. Abbiamo scelto Repubblica perché è il più mainstream, il più visitato on line, ha una patina di «rispettabilità» e fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus ha diffuso con zelo certe narrazioni – quelle che su Giap cerchiamo di smontare – in determinati settori dell’opinione pubblica.

Gli articoli citati come «pezze d’appoggio» dicono altro

Dall’articolo, piuttosto ingarbugliato, non si capisce molto, ma vengono citati in modo vago due articoli scientifici, uno apparso sul New England Journal of Medicine il 17 marzo di cui ci eravamo già occupati in una discussione qui su Giap, e l’altro apparso su Jama il 26 marzo.

Partiamo da quest’ultimo: non è uno studio fatto direttamente sul virus Sars-Cov2, ma una ricapitolazione di scoperte sulla trasmissione di agenti patogeni tramite goccioline e tramite aerosol. Spiega che uno starnuto non consiste solo di goccioline ma anche – traduciamo da profani – di «una nube gassosa turbolenta e multifase». Grazie alla compresenza di goccioline e aerosol, un agente patogeno trasmesso da uno starnuto può arrivare anche a 7-8 metri di distanza. La nube poi perde spinta e si disperde ma lascia «residui o nuclei di goccioline che possono restare in aria per ore, seguendo [attenzione a quel che sta per dire, corsivo nostro, NdR] i pattern di correnti imposte da sistemi di ventilazione o aria condizionata».

Stiamo dunque parlando principalmente di ambienti chiusi.

6 aprile 2020

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale La responsabilità e le responsabilità

Il numero dei morti in Lombardia continua ad aumentare. Solo un mese fa pensare a 8000 vittime ci avrebbe fatto rabbrividire. Oggi ci scorrono davanti agli occhi le immagini delle bare in attesa di essere trasportate in altre regioni e la triste contabilità di chi non ce l’ha fatta cresce al ritmo di 400 persone al giorno. In questo clima la priorità dovrebbe essere l’impegno a fermare questa lista, la ricerca di ogni strumento e collaborazione per evitare nuove sofferenze ed onorare così, con un impegno silenzioso e tenace, la memoria di chi non c’è più. I lombardi hanno sempre interpretato al meglio questo ruolo. Lo dimostra la generosa dedizione dei tanti che sono impegnati nei servizi essenziali e che fanno molto più di quello che spetterebbe loro. Un impegno corale di cui bisogna essere grati e di cui bisogna anche essere degni.
Deve farlo anzitutto chi governa Regione Lombardia, che pare più impegnata a curare la comunicazione che a tenere assieme tutti coloro che stanno offrendo il loro contributo.
I sindaci dei comuni capoluogo da settimane chiedono di venire ascoltati e coinvolti nella gestione di una crisi che non può essere gestita solo negli ospedali e che trova parte della sua possibile soluzione proprio nella cura del territorio. Anche noi del gruppo regionale chiediamo solo di poter dare un contributo di informazioni e proposte per far sì che la crisi sia meglio gestita.
Le istituzioni dovrebbero mostrare in questi frangenti tutta la loro responsabilità ed unità. La prima forma di responsabilità è quella di rispondere a domande che non sono accuse, ma proposte di collaborazione.
A Palazzo Lombardia si è preferita un’altra strategia, forse per dimostrare di poter essere autosufficienti o per poter addossare ad altri le responsabilità.
La responsabilità si può condividere, le responsabilità si scaricano. Non è una differenza da poco.

5 aprile 2020

Coronavirus, a L'Aquila niente fiaccolata

Coronavirus, a L'Aquila niente fiaccolata nell'anniversario del terremoto del 6 aprile 2009. L'appello al Paese: "Accendete una luce alle finestre"

A 11 anni dal sisma che distrusse il capoluogo dell'Abruzzo e i paesi vicini, non ci sarà il corteo in memoria dei 309 morti in rispetto delle norme per arginare il contagio del coronavirus. I familiari delle vittime hanno chiesto a tutti gli italiani di partecipare con un gesto simbolico, anche in onore delle tante persone morte a causa dell'epidemia

La confusione sotto il plateau

da HuffPost News

La disinvoltura del capo della Protezione civile su un altro mese di serrata disvela l'assenza di una seria plancia di comando e il default della politica che si nasconde dietro ai tecnici, incapace di un discorso di verità al Paese. Anche l'opposizione sta colpevolmente mancando al suo ruolo
By Alessandro De Angelis

Tra gli effetti collaterali del virus c’è il totale ribaltamento di tanti luoghi comuni da sempre attribuiti al carattere degli italiani: l’impazienza, la refrattarietà alle regole, il ribellismo, e così via. La verità è che c’è più senso dello Stato in un popolo chiuso nel tunnel dell’angoscia collettiva, tra pandemia e carestia, che nello Stato stesso, inteso come classe dirigente chiamata a una grande assunzione di responsabilità. Mentre sul plateau dei contagi la situazione è stabile, a terra, nella plancia di comando, vige una colpevole confusione, talmente incomprensibile da rendere lecito il dubbio se di gioco delle parti si tratta, oppure, semplicemente, di una drammatica inadeguatezza a compiti e ruoli.
La disinvoltura di un capo della Protezione civile che annuncia, a Circo Massimo, un altro mese di “serrata”. Così, come voce dal sen fuggita, con leggerezza, col linguaggio del “può essere”, quasi fosse un dialogo da bar: mese più, mese meno, che vuoi che sia. E questo accade appena due giorni dopo che il presidente del Consiglio, nel suo zuccheroso format serale, l’aveva prolungata fino a Pasqua, mettendo nel conto una nuova proroga, ma senza dare l’impressione di averlo fatto. E ancora: appena due giorni dopo che il ministro della Salute aveva spiegato, nella sede consona, il Parlamento, la ratio e i criteri delle misure necessarie, senza allusioni. Diciamolo, forse l’unico è Speranza ad aver mantenuto in queste settimane una grammatica istituzionale e un “metodo” a cui è aliena l’insopportabile dipendenza dal circo mediatico, cresciuto in una scuola dove insegnano che chi governa ha il dovere di occuparsi del bene comune, parlando attraverso quello che fa.

Unione Europea e Coronavirus, un po' di chiarezza.


Videoconferenza su Zoom lunedì 6 aprile

L’appuntamento (virtuale) è per lunedì 6 aprile, alle ore 18, sulla piattaforma di videoconferenza Zoom. Si parlerà dell’Unione Europea al tempo del Coronavirus. L’incontro è organizzato dai Giovani Democratici di Monza e Brianza.

Tra capi di stato, fake news e interessi stranieri è un periodo decisamente oscuro e l'Europa sembra ancora più complicata del solito. A tal proposito arriva la prima iniziativa a distanza dei GD, che ci porterà a scoprire l'Unione Europea ai tempi del Coronavirus. Assieme a due ospiti d'eccezione: Brando Benifei, capodelegazione Europarlamentari PD, e Andrea Lamberti, già assistente europarlamentare.

Il link dell'evento sarà diffuso dalle 17,50 di lunedì, siete tutti invitati!

Redazione PD Monza

4 aprile 2020

BUONI SPESA PER CITTADINI IN DIFFICOLTA'



Il Comune di Sulbiate, facendo riferimento alle misure contenute all'ordinanza n. 658 del 29/03/2020 della Protezione Civile, ha avviato la procedura finalizzata a sostenere i cittadini che, a causa dell'emergenza Covid-19, si trovano in difficoltà economica e non riescono a provvedere alla spesa alimentare per se e/o per il proprio nucleo famigliare.

Sul sito del Comune di Sulbiate ordinanza, procedura e modulo per presentare la domanda.

3 aprile 2020

Lettera del Segretario di Monza

Quarta settimana di isolamento.
Dal PD di Monza

Care Democratiche, cari Democratici,
vi scrivo all’inizio di questa quarta settimana di isolamento.
Le giornate si fanno sempre più lunghe e complesse e moltissimi stanno iniziando a fare i conti con una sofferenza economica oltre che sociale.
Siamo nel pieno di una situazione di emergenza straordinaria, lo sappiamo.
Anche noi, nonostante, magari, ci sentiamo impotenti, possiamo fare la nostra parte.
Dobbiamo fare la nostra parte.
La politica locale, quella fatta dai non amministratori, anche se apparentemente ferma, può (e deve!) fare la propria parte.
Come? Me lo sono chiesto parecchie volte in queste lunghe giornate.
Tenendo accesa la speranza e diffondendo messaggi positivi.
Evitando le polemiche ma continuando a tenere alta l'attenzione per i più fragili.
Aiutando gli altri anche solo attraverso una telefonata.
Non è facile, e anche quando questo isolamento finirà, il lavoro da fare sarà molto per ricostruire una normalità.
Ma ce la faremo.
Torneremo ad abbracciarci più forte e riempire strade e piazze, affollare cinema, ristoranti, bar e negozi.
Intanto, a distanza, un abbraccio a tutti voi.
Matteo Raimondi
Segretario Pd Monza

2 aprile 2020

CORONAVIRUS ITALIA: ecco QUANDO si AZZERERANNO i CONTAGI

Le previsioni con le date REGIONE per REGIONE
Articolo del 01/04/2020
di Team iLMeteo.it Meteorologi e Tecnici
Studio pubblicato da Corriere.it

fonte: Istituto Einaudi (Einaudi Institute for Economics and Finance - Eief)

1 aprile 2020

Coronavirus, proroga delle chiusure:

"Confermate fino al 13 aprile le misure restrittive. Non cedere a facili ottimismi"
(ansa)

Informativa del ministro della Salute al Senato: "Gli italiani hanno dato una grandissima prova di maturità. La ripresa sarà graduale e prudente". E chiede di investire con tutte le forze sul Servizio sanitario nazionale. Tra gli interventi in aula, quello di Renzi. Che torna a chiedere la commissione d'inchiesta
Il bollettino Protezione civile: trend in calo, 837 morti

Scuola, nessun bocciato e per la maturità solo un maxi colloquio
Critica Ruocco (M5s): "Allunghiamo l'anno, in classe fino a luglio"
Italia ferma fino a dopo Pasqua. Il ministro della Salute Roberto Speranza, durante l'informativa in Senato sulla situazione dell'emergenza coronavirus, ha confermato il prolungamento delle misure restrittive adottate dal governo per contenere la diffusione dell'epidemia. "I dati migliorano ma sarebbe un errore cadere in facili ottimismi. L'allarme non è cessato e per questo è importante mantenere fino al 13 aprile tutte le misure di limitazioni economiche e sociali e degli spostamenti individuali".

Coronavirus creato in laboratorio? Ecco perché non può essere vero

In effetti il servizio mandato in onda dal Tg3 Leonardo nel 16 novembre 2015 fa saltare sulla sedia: “scienziati cinesi creano un super virus polmonare da pipistrelli e topi, ma serve solo per motivi di studio”. Tutti vedendolo hanno pensato a virus del covid-19, le coincidenze sono tante. Il video ha cominciato a girare in rete, sulle chat di gruppo, ed è finito sui telegiornali. Ma l’ipotesi che il nuovo coronavirus sia un esperimento da laboratorio finito male è smentito dagli scienziati. La composizione del covid-19, infatti, è incompatibile con un prodotto da laboratorio. Vediamo con parole semplici perché.

E uscito due giorni fa uno studio sistematico delle sequenze genetiche di SARS-CoV-2 (Andersen KG et al. Nature Medicine 2020) che dimostra senza ombra di dubbio che il virus ha una origine naturale e zoonotica (da animali, ed in particolare pipistrelli e pangolini), per cui la storia del virus ‘creato’ in laboratorio si conferma una bufala colossale. Attenzione, quindi, a non fare collegamenti da spy story. Siano gli scienziati a dire l’ultima”. La rivista Nature spiega: “Ci risulta che questa storia viene usata per far circolare teorie infondate che il nuovo coronavirus che causa Covid-19 sia stato ingegnerizzato.