8 novembre 2015

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA N. 135 del 7 novembre 2015

I costi della sanità
Lo stanziamento per la sanità nazionale nel 2016 è di 111 miliardi. Un miliardo in più rispetto al 2015. Perchè allora le Regioni si lamentano? Il motivo sta nel fatto che con quel miliardo devono essere coperti costi aggiuntivi per quasi il doppio, peraltro  non stabiliti dalle Regioni medesime. Sono i costi per i nuovi LEA (cioè per le nuove prestazioni che il servizio sanitario nazionale deve garantire a tutti i cittadini), per i nuovi farmaci, per l'adeguamento dei contratti. Il tema è serio e non può essere risolto con sfide o dichiarazioni stucchevoli. I tagli al fondo sanitario non colpiscono le burocrazie regionali ma i cittadini. Se è vero che nella sanità esistono molti sprechi, è altrettanto vero che esistono ancor più bisogni non soddisfatti. Ne sa qualcosa chi di questi tempi si vede rinviare esami o interventi da strutture che hanno già esaurito il budget a loro disposizione. I risparmi in sanità vanno reinvestiti nella stessa, non utilizzati per finanziare altre politiche. Lo stato italiano non spende più della media europea in questo settore. L'alternativa sarebbe rinunciare all'universalismo e spalancare le porte ad assicurazioni e grandi gruppi privati. Molti attacchi ai sistemi regionali non sono affatto disinteressati.

La settimana in Regione
Una noiosa seduta di Consiglio, dedicata a question time e mozioni, ha riservato un paio di piacevoli sorprese con due voti a scrutinio segreto che hanno di fatto sfiduciato due assessori leghisti: Fava e Terzi. Il primo, con delega all'agricoltura, si è visto bocciare una misura del Piano di sviluppo Rurale, la seconda, all'ambiente, è stata smentita nella sua politica persecutoria nei confronti dei parchi che hanno messo a disposizione proprie strutture per l'accoglienza dei profughi. Pezzi di maggioranza hanno votato con noi, costringendo gli assessori a modificare le loro delibere. In casa Lega gli animi erano piuttosto agitati.