18 agosto 2011

Con questa manovra arretra lo stato sociale. Enti locali senza più risorse.

Questa manovra seppellisce il federalismo. I tagli si sommano alle contrazioni dei trasferimenti degli ultimi anni. Gli enti locali dovranno ridurre sensibilmente le spese riferibili al welfare.

Una protesta di alcuni sindaci.

La destra che aveva vinto anche in nome di uno stato fondato sulle autonomie locali da tre anni taglia sistematicamente la loro possibilità di spesa. Ci saranno minori servizi per le fasce più deboli della popolazione, i più bisognosi saranno colpiti pesantemente, generando nuove domande che resteranno senza risposta. Pagano gli ultimi e i più deboli già tartassati, si favoriscono furbi ed evasori (quelli che non pagano mai).

Milioni di euro in meno per le città lasciano al collasso i servizi per i cittadini.

Anche Formigoni picchia duro:”Non mi è affatto piaciuto che il Consiglio dei ministri per la terza volta abbia calato la mannaia su regioni e comuni mentre abbia dato solo una spolveratina a se stesso”.

Questa destra non riesce a far proprio il concetto di giustizia sociale. Pesano di più gli evasori e a chi ha portato ingenti capitali all’estero che il problema lavoro delle nuove generazioni, una tra le principali priorità da risolvere per dare futuro al nostro paese: solo il 35% dei giovani ha un occupazione. Per un paese intero che vive nell’oblio e senza speranza, il Governo dimentica la risposta.

Intanto non solo non accolgono le proposte del PD ma qualcuno immagina già un nuovo vergognoso scudo fiscale.

Il problema non sono le scarse risorse. Il problema sono ingiustizia ed iniquità sociale. E’ bene gridarlo forte.