9 aprile 2015

La newsletter di Lucrezia Ricchiuti


 











Commissione 6^ Finanze e Tesoro
Commissione parlamentare d'inchiesta sulle mafie


 Care amiche e cari amici,
per la serie Com'è andata a finire, ecco gli ultimi aggiornamenti sui lavori in Aula al Senato:

Riforma delle banche popolari: erano nate come società cooperative di credito, in cui vigeva il principio una testa un voto e servivano a dare credito alle piccole e medie imprese del territorio, anche con spirito mutualistico. Tanto tempo fa. Ora molte banche popolari si atteggiano a enti di credito come tutti gli altri, con il difetto che il voto capitario spesso consolida opachi meccanismi di potere personale molto difficili da rimuovere (vedi il caso della Popolare di Milano qualche anno fa). Per questo ho votato a favore del decreto legge n.3 del 2015 che impone loro di trasformarsi in società per azioni se hanno un attivo superiore a 8 miliardi di euro.
Lo stesso decreto contiene (art. 2) anche il recepimento di una mia storica battaglia, quella della sostanziale gratuità della portabilità dei conti correnti. Ne vado fiera. Nello stesso decreto ci sono anche agevolazioni per le start up innovative (art. 4).

Ddl Grasso contro la corruzione: il Senato ha approvato e mandato alla Camera (anche qui con il mio voto favorevole, anche se non entusiasta)  un provvedimento che innalza le pene per diversi reati, primi fra tutti corruzione e associazione mafiosa. Bene. Poi subordina la concessione della pena patteggiata alla restituzione dei profitti ottenuti con la corruzione. Bene. Sul falso in bilancio – perdonatemi il bisticcio – è stato invece fatto un passo falso. Viene – sì – reintrodotto ma con una formulazione contraddittoria e confusa, che renderà il reato di difficile applicazione. Si dice che il falso dovrà essere ‘rilevante’ ma non si specificano i parametri di quella rilevanza. Un falso potrà essere rilevante a Milano ma non a Torino, per esempio.

Divorzio breve: il Senato ha anche approvato il c.d. divorzio breve che riduce i tempi della previa separazione dei coniugi da 3 anni a 6 mesi, se la separazione era stata consensuale, 12 mesi, se era stata giudiziale.