L'italoamericano democratico batte con un margine molto ampio il repubblicano Lhota. Ringrazia la città su Twitter e poi, festeggiando con i suoi sostenitori promette ancora una volta "più uguaglianza". Erano vent'anni che un democratico non guidava l'amministrazione della Grande Mela
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NEW YORK - L'urlo dura vent'anni e una notte: il primo exit poll arriva nella grande palestra del Park Slope Armory Ymca un minuto dopo le nove: le percentuali parlano subito chiaro, fanno battere le mani e urlare di gioia. Dopo una vita New York ha di nuovo un sindaco democratico: è Bill de Blasio che con una strategia da manuale della politica prima si è preso le primarie e ora la città. Le grida rimbombano dentro lo stanzone ancora semivuoto: il suo popolo, che si è dato appuntamento qui nel cuore di Brooklyn, preme all'esterno contro le transenne, dentro si abbracciano i volontari, quelli che da mesi aspettano, lavorano e sognano questo attimo da gustare all'infinito. Poi finalmente le porte si aprono, il fiume di gente scorre sorridente e felice, stappa le emozioni: la scaramanzia, la prudenza, i calcoli, i timori per l'affluenza bassa sono l'incubo svanito di un pomeriggio di mezz'autunno.