Due leggi per la parità di genere
La parità di genere è uno dei diritti
fondamentali della Costituzione, anche se, a seguire i dibattiti
parlamentari di questi giorni, questo concetto non sembra essere
patrimonio dei più.
Su questo tema l’Italia è in ritardo per
retaggio culturale, per questioni di carattere sociale, per l’eredità di
un passato di lenta emancipazione femminile.
Ed è in ritardo anche Regione Lombardia
che, negli organismi direttivi dei suoi enti partecipati, conta solo 229
donne a fronte di 1402 uomini.
La parità di accesso è ancora lontana.
A chi dice: “no alle quote rosa, prevalga
il merito”, rispondiamo che proprio il merito non viene mai preso in
considerazione e il problema è non essere escluse, come avviene oggi, in
quanto donne.
Serve dunque una forzatura per fare
evolvere un sistema che è maschilista ed arretrato: se dovessimo
lasciare la soluzione del problema ad una evoluzione naturale delle
cose, rischieremmo di non arrivare mai ad un risultato positivo in
questo senso. Il vantaggio delle quote rosa sta nel fatto che esse
potranno riequilibrare la presenza femminile che è qualificata.