19 gennaio 2012

Il potere della sedia.



Oggi vorrei discutere della potente forza attrattiva e di coesione sociale di uno strumento semplice e complesso allo stesso tempo: la sedia!
Insieme all'amico tavolo, e alla compagna panchina, si dimostra essere il perfetto veicolo di attrazione, per le persone che vorrebbero uscire di casa, ma sono pigre.
Non è una novità, che il pubblico vada invogliato. Per la socializzazione e la vita di una città, nulla di meglio di due tavoli e quattro sedie dove, credetemi, su può fare di tutto.
Parlare, bere un bicchiere, giocare a scacchi, leggere il giornale o collegarsi ad internet.
Ci sono alcuni remoti angoli del pianeta, dove pare - almeno così sembrano scrivere alcuni siti internet pirata - abbiano assimilato il concetto "sedia=piazza frequentata", e dove hanno provato a buttare là quattro panche, senza grandi costi e pretese.

Pensate: la gente ha iniziato ad usarle, riempiendo, anche in pieno inverno, piazze e parchi. Nessuno ha immaginato di portarsele a casa o bruciarle, addirittura venivano da lontano a fare delle foto.

Incredibile vero?
E se provasse anche Sulbiate a riprendersi lo spazio sociale, e vitale, con degli sgabelli? Metti che in qualche scantinato comunale si rinvenissero quattro sedie. Magari due (ri)baldi portano anche un pallone ed un plaid...

Troppo antico? O troppo futurista?
Cosa ne pensate?

Bersani accellera sulla legge elettorale:"Incalziamo gli altri".

«La nostra proposta c'è, ora incalziamo gli altri». Pier Luigi Bersani ha convocato i vertici del Pd per pianificare una strategia che porti a «stanare» le altre forze politiche sulla legge elettorale. Il leader dei Democratici ha discusso brevemente dell'argomento con Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini il giorno dell'incontro a Palazzo Chigi con Mario Monti. E l'idea che si è fatto è che il problema non sia tanto di «tempi o modi»: «Il problema è la volontà politica di superare l'attuale legge». Così, per capire se ci sia o meno, negli altri leader politici, Bersani si è detto disponibile a «incontri bilaterali» con tutte le altre forze politiche. A questo punto, per il segretario del Pd, è necessario infatti «forzare per capire chi vuole una nuova legge elettorale e chi vuole invece andare al voto con quella attuale».

Al di là delle dichiarazioni, infatti, nel Pdl c'è ancora chi - Silvio Berlusconi in primis - vuole mantenere il Porcellum pensando tra l'altro che sia funzionale a un'alleanza con la Lega che ancora (in questo fronte) non viene data per esclusa. E parallelamente la Lega è spaccata tra chi, come Umberto Bossi, non vuole l'approvazione di una nuova legge elettorale e chi, come Roberto Maroni, pensa invece che non si possa andare alle prossime elezioni col Porcellum a meno di voler «sfidare il sentimento democratico dei cittadini».

In questo quadro, Bersani vuole dare un'accelerazione al confronto con iniziative nel Parlamento e anche fuori (presto i circoli saranno invitati a una mobilitazione «per una buona politica» con iniziative pubbliche e raccolte di firme su legge elettorale, riforme istituzionali e costi della politica).

I senatori del Pd che fanno parte della commissione Affari costituzionali ieri hanno chiesto di iniziare ad esaminare la trentina di proposte che da mesi giacciono nei cassetti. Compresa quella del Pd, che prevede l'assegnazione del 70% dei seggi della Camera mediante sistema maggioritario, il 28% con metodo proporzionale e un 2% riservato al diritto di tribuna. Una proposta di legge che prevedendo anche il doppio turno può piacere anche all'Udc, formalmente ferma sul proporzionale alla tedesca ma disponibile a discutere anche altre ipotesi.

DOPPIO BINARIO
L'intenzione del Pd è di avviare però la discussione anche alla Camera. L'idea è di dare il via a un doppio binario, lasciando al Senato la pratica delle riforme istituzionali (superamento del bicameralismo perfetto e riduzione del numero dei parlamentari) e di accelerare a Montecitorio sulla legge elettorale. Slegare i destini delle riforme istituzionali da quelli della legge elettorale è necessario perché, come ha detto nei giorni scorsi Massimo D'Alema in una discussione con Gianfranco Fini, di fronte a un allungarsi eccessivo dei tempi necessari per le riforme istituzionali (sono obbligatorie almeno quattro letture tra Camera e Senato), la priorità andrebbe data al superamento del Porcellum («è un dovere morale del Parlamento» per il presidente del Copasir

Bersani, che dopo aver riunito ieri al quartier generale del Pd i capigruppo Franceschini e Finocchiaro, esponenti che si sono occupati dell'argomento (da Violante a Bressa a Bianco), Letta, Bindi, D'Alema, Veltroni, Gentiloni, Marino, nei prossimi giorni tornerà a discutere della questione con Alfano e Casini. Per il leader dell'Udc un accordo «è possibile» e per il segretario del Pdl questa può essere l'occasione per giocare le sue carte dentro un partito che ancora non controlla come vorrebbe.

Al vertice del Pd si è concordato che la discussione dovrà partire dalla proposta del partito. Si è deciso anche di aprire un'istruttoria per studiare le altre proposte, ma chiarendo che per il Pd andranno mantenuti tre paletti: bipolarismo, possibilità per gli elettori di scegliere i candidati e per i partiti di scegliere gli alleati (ma senza coalizioni coatte).

Fonte l' Unità - di Pier Luigi Bersani.

La nota del mattino del 19/01/2012

1. MONTI E CAMERON PONGONO IL TEMA DEL GOVERNO EUROPEO. LA GRECIA ENTRO DOMANI DEVE FARE L’ACCORDO SUI DEBITI CON LE BANCHE. E DA LUNEDI’ PARTE LA VOLATA PER I TRATTATI EUROPEI.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha incontrato ieri il primo ministro britannico, David
Cameron, e gli operatori finanziari della City, il mercato più importante del mondo insieme alla
borsa di New York. Due fondamentalmente i temi al centro di questi incontri: lo stato di salute
dell’Italia, rispetto al quale Monti ha rassicurato gli interlocutori, e la possibilità per l’Europa di
superare la crisi. Da questo punto di vista la posizione di Monti, condivisa dal premier
britannico, è stata chiara: l’Italia non chiede nulla alla Germania, ma ormai è chiaro a tutti che
il problema è la credibilità del “governo” europeo.
Entro domani la Grecia deve raggiungere un accordo con i creditori privati. E’ corsa contro il
tempo per evitare il fallimento.
Da lunedì, con la riunione dell’Ecofin, il summit dei ministri economici e finanziari europei,
comincia la volata finale per la firma dei nuovi trattati europei sulla finanza pubblica.

2. VIGILIA BOLLENTE PER LE LIBERALIZZAZIONI. SUL TEMA DEL LAVORO IL GOVERNO SEMBRA INTENZIONATO A SEGUIRE ALCUNI DEI SUGGERIMENTI DEL PD.
Da ieri sono in circolazione le bozze del nuovo decreto sulle liberalizzazioni. Le informazioni sul
provvedimento del governo, all’ordine del giorno della riunione del Consiglio dei ministri di
domani, presentano molte e importanti novità, compresa la divisione della rete di conduzione
del gas (Snam rete Gas) dall’Eni e interventi sulle banche, le assicurazioni, i carburanti, ma non
si capisce perché su temi tanto delicati e sicuramente destinati a suscitare reazioni e proteste
escano tante (troppe) indiscrezioni. Guadagna consensi il sospetto che la vecchia struttura
burocratica del governo precedente, rimasta per larga parte al lavoro con Monti, lo faccia
apposta per favorire la battaglia delle lobby.
Su Il Corriere della Sera e altri quotidiani molte informazioni sui diversi temi delle
liberalizzazioni. Su La Repubblica invece viene descritta la proposta del governo per il mercato
del lavoro, gli ammortizzatori sociali e la battaglia contro la precarietà. Alcune di queste
indiscrezioni sembrano andare nella direzione indicata dalle proposte e dalla riflessione svolta
su questi stessi temi dal Pd nelle sue assemblee (a cominciare da quella di Genova) e per
ultimo nella riunione svolta nei giorni scorsi alla Camera dal Forum lavoro con la relazione di
Stefano Fassina.
Su Il Corriere della Sera le domande della Commissione europea all’Italia sul tema delle
liberalizzazioni e le risposte del governo italiano.

3. FIBRILLAZIONI ATTESE E FIBRILLAZIONI SOSPETTE. TASSISTI IN RIVOLTA. IN SICILIA BLOCCO DELL’ISOLA. MA GLI IMPRENDITORI AVVERTONO: QUI C’E’ ANCHE LO ZAMPINO DELLA MAFIA.
Tassisti in piazza, proteste, lobby in fibrillazione. Molte di queste proteste erano previste. Ma in questi giorni sta montando anche un fenomeno più inquietante, come il blocco totale della Sicilia da parte degli autotrasportatori e del movimento dei forconi. Su Il Riformista Emanuele Macaluso dice che bisogna guardare con attenzione questa protesta, perché rivela il grado di drammaticità che la crisi ha raggiunto al Sud e il rischio che questo problema sfoci in fenomeni politici non prevedibili. Gli imprenditori siciliani vanno più per le spicce e denunciano infiltrazioni mafiose nelle proteste, come se nel tramonto di una fase politica la criminalità voglia rimarcare (nel 1993 ciò avvenne addirittura con attentati e bombe in tutta Italia) che bisogna fare i conti con il suo potere.

4. PENSIONI: SI RECUPERANO ESODATI E LAVORATORI PRECOCI. GLI EMENDAMENTI DEL PD.
Emendamenti al decreto milleproroghe per rimediare almeno ad alcune asprezze della riforma pensionistica a favore degli esodati e dei lavoratori precoci. L'auspicio per una rapida approvazione delle proposte emendative da parte della camera è arrivato ieri dal capogruppo Pd in Senato, Anna Finocchiaro: con la presentazione degli emendamenti sulle pensioni dei relatori al milleproroghe il Pd conferma il suo impegno «affinché gli interventi del governo, necessari per affrontare la crisi, siano improntati il più possibile all'equità. È questo il faro della nostra azione politica e parlamentare». E se per la Finocchiaro «accanto al rigore è necessaria l'equità», per il capogruppo Pd in commissione bilancio della camera Pier Paolo Baretta gli emendamenti dei relatori rappresentano «un passo avanti importante in particolare su esodati e penalizzazioni. Finalmente alcune storture della riforma delle pensioni trovano una prima soluzione».

5. IN UNA LUNGA INTERVISTA A PANORAMA BERSANI SPIEGA LA POSIZIONE DEL PD. DOMANI E SABATO ASSEMBLEA NAZIONALE DEL PARTITO A ROMA.
Panorama, da oggi in edicola, pubblica una lunga intervista al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Domani si apre a Roma l’Assemblea nazionale del Pd.
Da Panorama. “Segretario Pier Luigi Bersani, lei è stato il primo liberalizzatone. Le piacciono le «lenzuolate» di Mario Monti?
Rivendico almeno il coraggio. Con un mio provvedimento, dalla sera alla mattina, scomparvero a suo tempo le licenze del commercio e le tabelle merceologiche: c`era un asse della politica che cercava di dare qualche occasione di lavoro ai giovani e di limitare speculazioni sui prezzi. Ora chiedo al governo di riprendere la questione sotto quei due profili, senza lasciare margine a cattive interpretazioni. Chi interpreta male e che cosa? Sento dire per esempio che intervenire sui farmaci è «de minimis». Non è vero, è una cosa fondamentale che riguarda miliardi di euro addosso in particolare agli anziani e alle famiglie numerose. Facciano il massimo, con coraggio, senza discriminare questo o quello.
Quale consiglio, lei che ci è passato e che di proteste ne ha incassate tante, sì sente di dare al premier?
Avrei dato un consiglio preventivo: far girare meno bozze. Prima le decisioni, poi le discussioni e gli aggiustamenti. Secondo consiglio: stare larghi, trattandosi appunto di lenzuolate, affrontando il tema a 360 gradi. Terzo: darsi alcune priorità, non tutto quello che si fa poi lo si porta a casa. Vuole la scala? Farmaci, benzina, gas, banche e assicurazioni, professioni e servizi
pubblici. Per equilibrare il consenso fra lobby e opinione pubblica, il messaggio di occuparsi di cose che incidono sul reddito reale dà una forza enorme per combattere.
Ma i tassisti, che lei non cita, sono un potere debole o forte?
Qui a Roma, per me o per lei, sono un potere fortissimo. Ma per l`universalità dei pensionati e dei lavoratori italiani no. E quindi, se si parla di Roma, Napoli, Milano, ok. Poi ci appassioniamo moltissimo perché questa categoria rappresenta un`idea di città non spendibile in Europa.
Anche lei fu attaccato dai tassisti. Per questo ora li mette in secondo piano?
No, ero stupefatto dai titoli sui giornali, tutti sui taxi. Avevo avuto minore attenzione facendo una cosa unica in Europa, e cioè la liberalizzazione del sistema elettrico. Per intenderci, avevo spacchettato l`Enel, che adesso è un attore mondiale.
Due mesi sono pochi per giudicare, ma come si sta a bordo di un governo tecnico? Vedo più luci che ombre, se non altro per come è cambiato il glossario del governo, che ci ha riportato sui problemi reali. Ha fatto parecchie cose buone, però alcune scelte non vanno bene. Riguardo alla riforma delle pensioni, non avere ragionato sui meccanismi di transizione è un guaio serio che va aggiustato. Penso ai lavoratori precoci, quelli che si trovano senza lavoro, senza ammortizzatori, senza pensione. Bisogna aggiustare il tiro, e il governo si è impegnato a farlo.
Sulla lotta all`evasione fiscale, secondo Vincenzo Visco si sta agendo con timidezza. Monti ha dato un segnale forte, pedagogico: mai più condoni. Anche la pressione mediatica è importante, ma si può fare di più.
Che cosa, dica.
Banche dati interconnesse per creare una normale fisiologia di fedeltà fiscale. Consentire al fisco di guardare i movimenti bancari è positivo. Tuttavia sulla tracciabilità avremmo fatto un passo in avanti, con misure scomode come l`elenco clienti fornitori, che è una delle chiavi fondamentali della banca dati. Insomma, noi la metteremmo ancora di più sullo strutturale: facciamo una Maastricht della fedeltà fiscale, un 2 o 3 per cento in più o in meno del livello europeo, andando a prendere i meccanismi di banca dati che funzionano meglio in Europa. Tassare a cascata gli enti locali che magari vogliono calibrare la pressione a seconda del reddito diventa paradossale di fronte a una base di imposizione poco credibile Le regioni applicano il ticket secondo il reddito, poi ti trovi quello esente che parcheggia il suv davanti alla farmacia.
Perché è così difficile incrociare tutti i dati che segnalano gli evasori? Noi, nel 2008, abbiamo perso un pezzo delle nostre elezioni sulla questione elenco clienti fornitori. Mascherata sotto il tema del carico burocratico c`è la volontà di aggirare il fisco. Ma adesso basta: tu cittadino ti accolli un minimo di carico burocratico in nome della fedeltà fiscale. Abbiamo cominciato, ora andiamo avanti, per favore. E che altro dice a Monti dopo due mesi di coabitazione, anzi di sostegno. Le dico quali dovrebbero essere i prossimi passi. Primo, una mozione unitaria con tutti i partiti sui grandi temi europei. Secondo: sull`agenda di governo va fatta una mossa ulteriore per creare un rapporto stabile tra esecutivo e gruppi parlamentari. Terzo: i partiti devono fare subito un calendario per le riforme istituzionali ed elettorale. Regolamenti parlamentari, bicameralismo, riforma elettorale, costi della politica.
Mettervi d`accordo su tutto in tempi brevi sarà impossibile.
No, se ciascuno dice: ok, ho la mia posizione, ma faccio uno sforzo. Il peggio del peggio sarebbe arrivare dopo un anno senza avere portato a casa qualcuna di queste cose.
Su «Panorama» Pier Ferdinando Casini ha lanciato il suo personale auspicio, dopo Monti, di una grande coalizione con lei e Angelino Alfano al governo.
Alfano e Bersani sono due italiani leali verso l`Italia che però la pensano diversamente. E penso che la democrazia respiri in questa dialettica. Il prossimo appuntamento elettorale sarà di ricostruzione, ciascuno schieramento presenterà il suo programma per la ripartenza dell`Italia. Io auspico un bipolarismo civilizzato, alternativo sulle grandi questioni. Per esempio: torniamo ai meccanismi di semplificazione populistica, col nome sul simbolo, il maggioritario estremizzato e il consenso che viene prima delle regole, o andiamo a riformare la democrazia rappresentativa dove ci sono i partiti, le coalizioni, dove c`è un sistema parlamentare più efficiente, dove i leader sono pro tempore e vengono fuori da un processo politico? Anche sul tema sociale dobbiamo chiarirci: o facciamo un po` di ridistribuzione o non possiamo avere crescita. Siamo alla disparità non più tollerabile dei redditi. Poi c`è il terzo punto, il civismo: dovremo rilanciare il sistema delle regole nella vita comune e qui c`è un campo sterminato che va dalla legalità alla giustizia, dalle donne agli immigrati. L`attuale sistema elettorale non garantirebbe questo processo?
Tutti pensano che non si può continuare così, e quando vedo riaffiorare antichi legami fra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi penso che in tale illusione disastrosa ci potrebbe essere l`idea di andare avanti con questo meccanismo per fare ciascuno pulizia in casa propria. Spero che non si arrivi a questo, sarebbe un disastro. Per fare pulizia in casa tua non puoi far crollare la casa di tutti.
Quando dice noi si riferisce ancora al Pd con Idv e con Nichi Vendola?
La ricostruzione presuppone un incontro tra forze progressiste, il Nuovo Ulivo, e forze moderate o di centro. Presuppone una piattaforma comune di legislatura che si preoccupi, con una decina di riforme, di fare democrazia contro il populismo e di aggiustare il patto sociale. Quanto avviene oggi passa, ma può influire sulla prospettiva. Quindi dico ad Antonio Di Pietro e a Vendola: il Pd si è caricato generosamente di questo passaggio, ben vengano le critiche, ma se si grida all`inciucio o al tradimento, non ci sto.
Quanto ritiene possibile un rapporto politico, se non una futura alleanza, con il movimento 5 stelle? Invito il mio partito a tenere l`orecchio a terra e ad ascoltare tutto quello che si muove, anche nel movimento 5 stelle. Però non credo alla possibilità di un rapporto politico. Quando il movimento esprime domande, le ascolto con rispetto, ma quando sento le soluzioni, non mi convincono. Non serve la demagogia.
Sul tema del lavoro, dopo tutti i distinguo, riuscirete ad approdare a una posizione unitaria? Da un anno ci occupiamo del tema, abbiamo tenuto un centinaio di assemblee locali e due nazionali. Il Pd è diviso? No, abbiamo fatto la nostra proposta al tavolo delle forze sociali. Al 90 per cento ci vede tutti d`accordo. La minoranza la tuteliamo come un patrimonio prezioso.
Ma quanto tempo impiega, tutte le volte, a negare le divisioni dentro il suo partito? Non è facile abituarsi all`idea che ci sia una democrazia dei partiti dove il leader non è indicato dalla Madonna, ma risulta da un meccanismo competitivo. Qui ci sono una maggioranza e una minoranza, ma quando si arriva al dunque sappiamo decidere. Non do la colpa ai giornalisti, mi rendo conto che stiamo proponendo un altro sistema politico. Due anni fa ho detto: non metterò mai il mio nome sul simbolo. Qualcuno poteva chiedersi: ma questo, che si è beccato 1 milione e mezzo di voti alle primarie che idee ha in testa? È inutile che mi girino attorno. Non ho carisma? Il mio carisma è questo.
Quante volte si è sentito messo in difficoltà da Susanna Camusso, la leader della Cigl?
Non sono stato sempre d`accordo con la Cgil, con la Cisl o con la Uil, ma ancora meno con un governo che puntava sulla loro divisione. Mi sembrava puro masochismo. Ora vedo che il sindacato si presenta al tavolo del ministro Elsa Fornero con la sua piattaforma. È un bene. I tavoli sono fatti perché ognuno lasci lì qualcosa e tutti assieme si prenda su qualcosa. I tavoli sono drammatici, non sono inciucio, sono il luogo della sofferenza.
Ha mai pensato a quando riterrà conclusa la sua esperienza di segretario? Ho una missione: devo svezzare questo bambino. Il Pd ha 4 anni, è nato da una cosa che non si è mai vista, cioè da culture e politiche diverse che si sono date un`idea comune. Questi quattro anni ci dicono che siamo troppo giovani per avere risolto tutto, ma che non siamo più un esperimento fallito, tocca a noi. Devo mettere in sicurezza la prospettiva del partito riformista del nuovo secolo. Se pensassi che questo partito ci fosse già, me ne andrei adesso.
L`emergenza economica e politica ha relegato in secondo piano i rottamatori. Col senno del poi, riconosce a Matteo Renzi qualche ragione?
Ho sempre riconosciuto a Renzi la volontà di dare al Pd il senso di un contenitore vivace e mi dispiacerebbe, ora, vedere indebolita questa vivacità. Però ribadisco: tutto quello che si dice deve suonare come lealtà alla ditta. Se non siamo solidali fra noi, perché dovrebbero essere solidali con noi?
Festeggia per i risultati degli ultimi sondaggi?
Guardi, abbiamo vinto le amministrative, Berlusconi è andato a casa e siamo il primo partito. Ma io festeggio per quello che abbiamo seminato. Mi emoziona di più dire che siamo riusciti a mettere in formazione 2 mila giovani nel Mezzogiorno per un anno. Oppure avere allestito una specie di anagrafe, i circoli online, dove saranno collegati i nostri iscritti. Nei prossimi mesi potrò parlare in rete con tutti i farmacisti e i tassisti iscritti al Pd. O con quelli nati nel 1952 che magari mi insulteranno per la riforma delle pensioni. Secondo lei, si devono ancora fare i conti con Berlusconi?
Guardo avanti, non mi interessa metterlo nel mirino. Credo che influenzi largamente la situazione, ma voglio augurarmi che prospetti per sé un futuro da leader, perché i leader a un certo punto sanno lanciare le fasi nuove ed essere generosi sul futuro. Hanno ancora senso propositi di «discese in campo» di personaggi come Luca Cordero di Montezemolo?
La politica ha bisogno di persone nuove, ma le persone nuove devono emergere da un percorso politico. Il ritornello Montezemolo si presenta o non si presenta mi appassiona poco.
E di Corrado Passera si preoccupa? Sono sempre più insistenti le voci di una sua candidatura con un movimento appoggiato dalla Chiesa...
Passera dove, come, con chi, con quali voti? Benvenuti quelli che dicono: voglio dedicarmi alla politica, ma mi aspetto che dicano attraverso quale strada. Non può esistere più l`uomo solo al comando che si alza al mattino e dice: io amo l`Italia.
Quindi niente più ausiliari?
No, non è che finita questa storia torniamo al manuale Cencelli. Ma non è il tasso tecnico di un ministro che fa la differenza. Il governo può ospitare personalità non suddite del partito, ma i partiti sono fondamentali per tenere insieme il Paese, il Nord e il Sud, e per
rendere stabili le maggioranze. Detto questo, alt. Finito Monti torna il pur simpatico Clemente Mastella? Non credo.
I partiti servono anche nella Rai?
No, sia chiaro che a marzo, se capita ancora di fare il cda con i partiti, io non partecipo, facciano loro.
Può nascere un nuovo partito dei cattolici?
Quest`anno festeggeremo i 50 anni del concilio: voglio che alla festa nazionale del Pd si discuta anche di questo. Incrociando gli esiti del Concilio Vaticano II con la Costituzione repubblicana, penso che l`idea di coagulare un partito attorno a una religione non sia proponibile. Non esiste in natura.
Senza Berlusconi, si chiude la stagione degli interventi sulla giustizia? Lascerete la faccenda nelle mani dei tecnici?
Se questo governo riuscirà a cambiare l`agenda e cioè a dirci: mi occupo prima dei problemi strutturali, quindi di circoscrizioni giudiziarie, del codice, dei tre gradi di giudizio, dei disastri del processo civile, io porterò il mio partito a qualsiasi convergenza. Il paradosso italico è che per 10 anni abbiamo parlato di giustizia ed è il settore meno riformato e meno funzionante. Se il Pdl si convince di questo, io ci sto. Il caso Penati ha scosso le fondamenta del Pd: serve un nuovo rigore anche a casa vostra? Quell`inchiesta è stato un colpo duro che mi ha fatto soffrire e riflettere, sempre con la presunzione di innocenza. Nessuna cautela, la magistratura vada in fondo. Da parte nostra, abbiamo con l`occasione lavorato per rafforzare i meccanismi interni. Il partito deve trovare regole di ingaggio più strette, lo stiamo già facendo. Con Maurizio Crozza lei è diventato più pop. A maggior ragione in questa fase servirebbero i comici per riavvicinare i politici all`opinione pubblica?
Potevo dirlo anche in latino che non stiamo qui a pettinare le bambole. Ma mi piace l`idea di una politica al di sotto della sua solennità. Non credo, come qualcuno dice, di avere consentito a un comico di ridicolizzare la politica. Quindi penso che, sì, una comicità che critica senza volgarità e becerume può riavvicinare noi politici alla gente