7 novembre 2011

Governo sull'orlo del precipizio. Berlusconi vuole vedere in faccia chi lo tradirà.

Questa mattina nuovo record dello spread che ha superato i 490 punti tra i titoli italiani e i titoli tedeschi e conseguente attacco speculativo in borsa.

La maggioranza continua a dare segni di cedimento. Ieri sera anche il Ministro LN Maroni ospite da Fazio è stato esplicito: "Così non si può andare avanti."



In tarda mattinata il direttore Ferrara dal sito de il Foglio ha comunicato che entro poche ore il Cavaliere si sarebbe dimesso.

La Borsa ha subito guadagnato il 3% e lo spread è immediatamente diminuito.

Poche ore dopo Berlusconi ha smentito e ha dichiarato che sulla lettera UE chiederà la fiducia perchè vuole vedere in faccia chi lo tradirà.
La Borsa è tornata a perdere punti e lo spread ad aumentare.

... la giornata non è ancora finita.

post correlato: On. Pisanu: "Governo di unità nazionale scelta obbligata".

PD: "Pronto, è il terzo polo?".

Video satira de l'Unità.

On.Pisanu: Governo di unità nazionale scelta obbligata.


Il Presidente della antimafia Beppe Pisanu nel suo intervento tenuto durante un convegno del terzo polo ha così dichiarato: “Chi nel Pdl vede le cose che succedono nel Paese e le denuncia e chiede di cambiare non sono traditori, semmai traditi. “Come tanti sono persuaso che l' Italia ha tutte le risorse necesarie per superare la crisi”. Ma “per cambiare le cose da cambiare e che non siamo ancora riusciti a fare, bisogna mobilitare le migliori energie del Paese e tutte le forze che le rappresentano, nella società e nel Paese”. “Nessun normale governo di centrodestra o di centrosinistra – avverte l’ex ministro dell’Interno – sarebbe in grado di reggere il peso tremendo della crisi e di gettare contemporaneamente le basi per un futuro migliore. C’è bisogno di tutti. Ormai il governo di unità nazionale è quasi una scelta obbligata e un dovere verso gli italiani”. Perché “l’Italia sta male e rischia di finire peggio” a causa della crisi che morde il Paese. “Il paradigma – dice infatti il senatore Pdl – non sono i ristoranti affollati ma le mense della Caritas che si riempiono di nuovi poveri”. Una considerazione seguita da un riferimento al fatto che “l’umiliazione internazionale del nostro Paese non ha precedenti”.

Casini, intevenuto successivamente ha aperto al PD:“Senza il Pd è da irresponsabili pensare di poter ricostruire il Paese” e ha quindi lanciato l’ipotesi di un esecutivo di unità composto da Terzo Polo, Pd e Pdl.

Berlusconi, però, è convino di avere ancora la maggioranza:

Una donna chiamata Italia - Sabato 12 Novembre 2011 ore 21,00 presso l'auditorium.

SABATO 12 NOVEMBRE 2011
alle ORE 21.00
presso L'AUDITORIUM di SULBIATE


in occasione dell'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia

PRO LOCO SULBIATE
con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale

presenta

La compagnia Maschere in Movimento
in un atto unico liberamente tratto da carteggi originali

UNA DONNA CHIAMATA ITALIA

con
Christian Gallucci
Niccolò Cinquini
Valeria Dainese
Luisa Tafuri
Marilù Nicatra

Ingresso libero

La nota del mattino del 7 novembre 2011.

1. UNA SETTIMANA DA BRIVIDO CON PAPANDREU DIMISSIONARIO E CON LO SPREAD BTPBUND CHE APRE A LIVELLI RECORD: 4,90.
Si apre oggi una settimana difficilissima sui mercati finanziari. Il primo ministro greco
Papandreu è dimissionario e si va alla formazione di un governo di unità nazionale. L’Italia è
nel mirino. Questa mattina lo spread Btp-Bund ha toccato il livello record del 4,90, segno di
che cosa può accadere se l’Italia non diventerà più credibile nelle prossime settimane.

2. UNA SETTIMANA DECISIVA IN PARLAMENTO PER IL FUTURO DEL PAESE.
Con oggi si apre anche una settimana politica decisiva. La maggioranza perde pezzi. Lo stesso
ministro Roberto Maroni, leghista, ieri sera è stato chiaro: o si riesce a governare o le elezioni.
Domani riprendono i lavori parlamentari e ogni giorno è buono per uno scivolone del governo.
C’è ancora nella maggioranza chi spera in un autonomo passo indietro di Berlusconi, ma non ci
sarà. Al contrario. In realtà, Berlusconi si prepara a guidare la destra alle elezioni.
Tutte le opposizioni stanno lavorando per ottenere la caduta del governo. Lo strumento si
vedrà. Le opzioni per il dopo sono due: o governo con personalità riconosciute a livello
internazionale, sostenute da un vasto schieramento parlamentare e con un programma da
concordare (compresa la riforma elettorale per poi tornare al voto), o elezioni subito.
L’alternativa esiste, come si vede dall’unione del centrosinistra e dall’accordo tra
centrosinistra e forze moderate.

3. ADESSO CHE SI VOLTA PAGINA ESCONO ALLO SCOPERTO LE AMBIZIONI PERSONALI E GLI INTERESSI DI CHI VUOLE CHE CAMBI TUTTO PER NON CAMBIARE NULLA. UN NOME PER TUTTI: MONTEZEMOLO. UN SOLO AVVERSARIO PER TUTTI: IL CENTROSINISTRA.
Come accade ogni volta che ci si avvicina davvero ad un cambiamento, escono finalmente allo
scoperto tutte le ambizioni personali e si manifestano tutti gli interessi perché il cambiamento
imbocchi una strada piuttosto che un’altra.
Accade come nelle corse più lunghe: nell’ultimo giro escono allo scoperto i finalisti. Così oggi
comincia ad apparire con maggiore chiarezza il campo di gioco per la finale. Montezemolo dice
né Bersani né Berlusconi, esattamente in questo ordine. Altri tirano la volata a politiche che
tutto cambiano ma senza scalfire gli interessi consolidati. E tutti coloro che stanno uscendo
allo scoperto hanno un solo obiettivo: impedire che il centrosinistra possa imprimere un
cambiamento vero al paese, facendo pagare la crisi un po’ di più a chi ha di più e imponendo il
rispetto delle regole. Il cuore del problema è sempre lo stesso: si rispettano le regole o non si
rispettano le regole, pagano gli evasori o pagano sempre gli stessi, la flessibilità riguarda tutti, comprese le imprese, i manager, i grand commis, gli oligopolisti, i professionisti, oppure solo i consumatori e i lavoratori.
In questa fase tornano di attualità tutti i giochi di prestigio. Le pressioni dei media controllati in Italia per larghissima parte dal presidente del Consiglio, dalle grandi imprese industriali, da banche e finanza.

4. BOOM TV E WEB PER LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI ROMA.
(AGI) - Roma, 6 nov. - Boom televisivo e di visite in poche ore, fanno sapere gli organizzatori, sui siti e sui social network per seguire la manifestazione nazionale del Partito Democratico, ieri pomeriggio in piazza San Giovanni a Roma. Non solo una grande festa di piazza, dunque, ma anche una grande partecipazione su web e tv, è il commento della nota Pd.
I dati: la diretta streaming è stata seguita da oltre 55mila visitatori con oltre 200mila pagine viste sul sito beta.partitodemocratico.it e sulla pagina fan di Facebook del Pd si sono registrate 748mila visualizzazioni di post, status e foto. Oltre 15mila persone hanno aderito alla manifestazione attraverso il sito o la pagina evento creata su Facebook.
L'album di foto creato su Flickr del Pd ha avuto 53.337
visualizzazioni. Youdem.tv ha avuto 60.000 visite per la diretta e 150 mila pagine viste sul sito web, mentre sulla pagina Facebook della televisione del Pd ci sono state 67.962
visualizzazioni di post, status e foto.
Ma la manifestazione è stata raccontata anche attraverso Twitter: sul social network di microblogging l'hashtag #cinque11 lanciato per la manifestazione era tra i trending topic giá nella tarda mattinata per poi essere usato in circa 12.000 tweet, di cui 1000 retwittati dalla redazione web del sito e ritrasmessi sui maxi schermi della piazza.
Quanto a radio e tv, la manifestazione è stata trasmessa in diretta da Rainews24, SkyTg24 e Radio Popolare. Solo Rainews24, ha registrato una media di 500mila spettatori. La manifestazione del Pd è stata trasmessa in diretta streaming anche dai siti de l'Unità, di Europa, di Repubblica e del Corriere. Repubblica ha registrato 70mila visualizzazioni.
L'Unità ha registrato, tra diretta e video dedicati, oltre 50mila visite. (AGI)

5. ALLARME ONU SUI DISASTRI DEL CLIMA. SE NE PARLA NEI VERTICI MONDIALI DI KAMPALA E DURBAN.
Da La Repubblica. Dall’articolo di Antonio Cianciullo. “Cinque Terre, Genova, Napoli. Eccola qui, concentrata in pochi giorni, l`anticipazione del clima che verrà. La rabbia del vento che spazza via tutto, i muri d`acqua che si trasformano in bombe idriche, le tempeste di lampi che riempiono il cielo: fenomeni che chiamiamo estremi perché fino a ieri rappresentavano il limite dell`orizzonte conosciuto, oggi si ripetono con frequenza devastante. Domani potrebbero diventare routine. L`allarme viene dal quinto rapporto sul cambiamento climatico che l`Ipcc, il panel di oltre 2 mila scienziati messo in piedi dalle Nazioni Unite, sta mettendo a punto. A Kampala, in Uganda, dal 14 al 19 novembre si
riuniranno gli esperti di eventi estremi e dalla loro analisi (Special report on managing the risk of estreme events and disasters) emerge un quadro drammatico del caos climatico prodotto dall`uso di carbone e petrolio e dalla deforestazione: è «praticamente certo», dicono gli esperti, che aumenteranno le ondate di gelo e di calore estremo, le inondazioni, i cicloni tropicali ed extratropicali. E a pagare lo scotto maggiore saranno i tropici e l`artico, ma anche le aree temperate più vicine alla fascia in forte riscaldamento. «Munich Re, uno dei colossi di un settore assicurativo sempre più allarmato, ha fatto i conti del 2010: ci sono stati 950 disastri, legati peri190 per cento a fattori meteo, che hanno prodotto danni per 130 miliardi di dollari», racconta Mariagrazia Midulla, responsabile clima del Wwf. «Dal 1990 il prezzo pagato al cambiamento climatico continua a crescere. È ora che a Durban, dove tra un mese si incontreranno i governi di tutto il mondo per stabilire una strategia sulla difesa del clima, si decida uno stop rapido alle emissioni serra»….

6. ISRAELE-IRAN: NON C’È PACE IN MEDIO ORIENTE.
Da La Repubblica. Dall’articolo di Fabio Scuto. “Se il premio Nobel per la Pace e capo dello Stato Shimon Peres per due volte consecutive ribadisce che un eventuale intervento militare di Israele contro l`Iran si avvicina, anzi è «sempre più probabile», significa che davvero i motori areazione dei cacciabombardieri con la stella di David stanno per essere accesi nelle basi nel deserto del Negev. «La possibilità di un attacco militare all`Iran è ormai più vicina a essere realizzata di quanto non lo sia il ricorso all`opzione diplomatica», ha detto Peres in un`intervista al quotidiano Hayom e ieri s era in una o c casi o ne ufficiale è tornato sull`argomento: «L`Iran è il principale pericolo sia per Israele che per il mondo intero perché è sempre più prossimo a dotarsi di armamenti nucleari». Il primo ministro Benjamin Netanyahu è convinto che l`opzione militare sia l`unica in grado di fermare il programma nucleare iraniano. Nel governo è sostenuto dal ministro della Difesa Ehud Barak e da quello degli Esteri Lieberman ma non aveva fino a giovedì la maggioranza dei voti nel Gabinetto per dare il "semaforo verde" alle operazioni militari. Serve un governo compatto c unito per guidare una delle azioni militari più audaci della Storia d`Israele destinata, qualunque ne sia l`esito, a sconvolgere l`intero Medio Oriente. Adesso questa compattezza nel governo, stando a quanto rivelava ieri sera la tv americana Fox, sarebbe stata raggiunta. Da giorni stampa e tv israeliane vanno avanti a colpi di rivelazioni sui piani d`attacco e sul rapporto che sarà presentato dall`Aiea domani a Vienna con le prove della proliferazione atomica dell`Iran per uso militare. Washington segue con attenzione l`evolvere della situazione. Ha avviato anche la macchina militare - con due gruppi navali nel Golfo e nell`Oceano Indiano ma vorrebbe agire, nel caso si vada verso l`azione, in coordinamento con i suoi principali alleati, come la Gran Bretagna, e Londra è pronta a mettere in campo basi aeree, missili e mezzi navali per cooperare. Ma gli Stati Uniti sono «assolutamente» preoccupati dall`eventualità di non essere avvertiti preventivamente nel caso in cui Israele attaccasse l`Iran. Il capo del Pentagono Leon Panetta, rivelava ieri Haaretz, ha ricevuto da Netanyahu e da Barak soltanto risposte vaghe, senza l`assunzione di
alcun impegno concreto in tal senso da parte degli interlocutori. La Casa Bianca non vorrebbe essere avvertita da una telefonata di Barak che annuncia al presidente Obama che il suo primo ministro ha appena ordinato a diversi squadroni di caccia F-15 e F-16 e altri jet di volare verso Est per distruggere i siti nucleari iraniani. Per condurre i raid Israele dovrà violare gli spazi aerei di diversi Paesi. Difficile che i caccia vadano sul confine turco-siriano, più probabile chela rotta passi attraverso l`Arabia Saudita (la via più breve) e per l`Iraq. Con Riad ci sarebbe un tacito accordo al sorvolo, se i caccia con la Stella di David sono diretti sui siti atomici dell`Iran con Bagdad no. Ma la prossima fine dell`accordo sulla presenza militare americana in Iraq facilita l`ipotesi di un raid aereo. In base a quell`accordo gli Stati Uniti, su richiesta, devono sventare le minacce alla sovranità dell`Iraq e non permettere che il suo territorio, le sue acque territoriali o il suo spazio aereo vengano utilizzati per attaccare altri Paesi. Ma appunto l`accordo scade alla fine dell`anno. Proprio per questo nelle ultime settimane è aumentata in misura esponenziale la "vigilanza" Usa sulle mosse d`Israele e dell`Iran, affidata tanto al Comando Centrale quanto a quello in Europa”….