7 novembre 2011

La nota del mattino del 7 novembre 2011.

1. UNA SETTIMANA DA BRIVIDO CON PAPANDREU DIMISSIONARIO E CON LO SPREAD BTPBUND CHE APRE A LIVELLI RECORD: 4,90.
Si apre oggi una settimana difficilissima sui mercati finanziari. Il primo ministro greco
Papandreu è dimissionario e si va alla formazione di un governo di unità nazionale. L’Italia è
nel mirino. Questa mattina lo spread Btp-Bund ha toccato il livello record del 4,90, segno di
che cosa può accadere se l’Italia non diventerà più credibile nelle prossime settimane.

2. UNA SETTIMANA DECISIVA IN PARLAMENTO PER IL FUTURO DEL PAESE.
Con oggi si apre anche una settimana politica decisiva. La maggioranza perde pezzi. Lo stesso
ministro Roberto Maroni, leghista, ieri sera è stato chiaro: o si riesce a governare o le elezioni.
Domani riprendono i lavori parlamentari e ogni giorno è buono per uno scivolone del governo.
C’è ancora nella maggioranza chi spera in un autonomo passo indietro di Berlusconi, ma non ci
sarà. Al contrario. In realtà, Berlusconi si prepara a guidare la destra alle elezioni.
Tutte le opposizioni stanno lavorando per ottenere la caduta del governo. Lo strumento si
vedrà. Le opzioni per il dopo sono due: o governo con personalità riconosciute a livello
internazionale, sostenute da un vasto schieramento parlamentare e con un programma da
concordare (compresa la riforma elettorale per poi tornare al voto), o elezioni subito.
L’alternativa esiste, come si vede dall’unione del centrosinistra e dall’accordo tra
centrosinistra e forze moderate.

3. ADESSO CHE SI VOLTA PAGINA ESCONO ALLO SCOPERTO LE AMBIZIONI PERSONALI E GLI INTERESSI DI CHI VUOLE CHE CAMBI TUTTO PER NON CAMBIARE NULLA. UN NOME PER TUTTI: MONTEZEMOLO. UN SOLO AVVERSARIO PER TUTTI: IL CENTROSINISTRA.
Come accade ogni volta che ci si avvicina davvero ad un cambiamento, escono finalmente allo
scoperto tutte le ambizioni personali e si manifestano tutti gli interessi perché il cambiamento
imbocchi una strada piuttosto che un’altra.
Accade come nelle corse più lunghe: nell’ultimo giro escono allo scoperto i finalisti. Così oggi
comincia ad apparire con maggiore chiarezza il campo di gioco per la finale. Montezemolo dice
né Bersani né Berlusconi, esattamente in questo ordine. Altri tirano la volata a politiche che
tutto cambiano ma senza scalfire gli interessi consolidati. E tutti coloro che stanno uscendo
allo scoperto hanno un solo obiettivo: impedire che il centrosinistra possa imprimere un
cambiamento vero al paese, facendo pagare la crisi un po’ di più a chi ha di più e imponendo il
rispetto delle regole. Il cuore del problema è sempre lo stesso: si rispettano le regole o non si
rispettano le regole, pagano gli evasori o pagano sempre gli stessi, la flessibilità riguarda tutti, comprese le imprese, i manager, i grand commis, gli oligopolisti, i professionisti, oppure solo i consumatori e i lavoratori.
In questa fase tornano di attualità tutti i giochi di prestigio. Le pressioni dei media controllati in Italia per larghissima parte dal presidente del Consiglio, dalle grandi imprese industriali, da banche e finanza.

4. BOOM TV E WEB PER LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI ROMA.
(AGI) - Roma, 6 nov. - Boom televisivo e di visite in poche ore, fanno sapere gli organizzatori, sui siti e sui social network per seguire la manifestazione nazionale del Partito Democratico, ieri pomeriggio in piazza San Giovanni a Roma. Non solo una grande festa di piazza, dunque, ma anche una grande partecipazione su web e tv, è il commento della nota Pd.
I dati: la diretta streaming è stata seguita da oltre 55mila visitatori con oltre 200mila pagine viste sul sito beta.partitodemocratico.it e sulla pagina fan di Facebook del Pd si sono registrate 748mila visualizzazioni di post, status e foto. Oltre 15mila persone hanno aderito alla manifestazione attraverso il sito o la pagina evento creata su Facebook.
L'album di foto creato su Flickr del Pd ha avuto 53.337
visualizzazioni. Youdem.tv ha avuto 60.000 visite per la diretta e 150 mila pagine viste sul sito web, mentre sulla pagina Facebook della televisione del Pd ci sono state 67.962
visualizzazioni di post, status e foto.
Ma la manifestazione è stata raccontata anche attraverso Twitter: sul social network di microblogging l'hashtag #cinque11 lanciato per la manifestazione era tra i trending topic giá nella tarda mattinata per poi essere usato in circa 12.000 tweet, di cui 1000 retwittati dalla redazione web del sito e ritrasmessi sui maxi schermi della piazza.
Quanto a radio e tv, la manifestazione è stata trasmessa in diretta da Rainews24, SkyTg24 e Radio Popolare. Solo Rainews24, ha registrato una media di 500mila spettatori. La manifestazione del Pd è stata trasmessa in diretta streaming anche dai siti de l'Unità, di Europa, di Repubblica e del Corriere. Repubblica ha registrato 70mila visualizzazioni.
L'Unità ha registrato, tra diretta e video dedicati, oltre 50mila visite. (AGI)

5. ALLARME ONU SUI DISASTRI DEL CLIMA. SE NE PARLA NEI VERTICI MONDIALI DI KAMPALA E DURBAN.
Da La Repubblica. Dall’articolo di Antonio Cianciullo. “Cinque Terre, Genova, Napoli. Eccola qui, concentrata in pochi giorni, l`anticipazione del clima che verrà. La rabbia del vento che spazza via tutto, i muri d`acqua che si trasformano in bombe idriche, le tempeste di lampi che riempiono il cielo: fenomeni che chiamiamo estremi perché fino a ieri rappresentavano il limite dell`orizzonte conosciuto, oggi si ripetono con frequenza devastante. Domani potrebbero diventare routine. L`allarme viene dal quinto rapporto sul cambiamento climatico che l`Ipcc, il panel di oltre 2 mila scienziati messo in piedi dalle Nazioni Unite, sta mettendo a punto. A Kampala, in Uganda, dal 14 al 19 novembre si
riuniranno gli esperti di eventi estremi e dalla loro analisi (Special report on managing the risk of estreme events and disasters) emerge un quadro drammatico del caos climatico prodotto dall`uso di carbone e petrolio e dalla deforestazione: è «praticamente certo», dicono gli esperti, che aumenteranno le ondate di gelo e di calore estremo, le inondazioni, i cicloni tropicali ed extratropicali. E a pagare lo scotto maggiore saranno i tropici e l`artico, ma anche le aree temperate più vicine alla fascia in forte riscaldamento. «Munich Re, uno dei colossi di un settore assicurativo sempre più allarmato, ha fatto i conti del 2010: ci sono stati 950 disastri, legati peri190 per cento a fattori meteo, che hanno prodotto danni per 130 miliardi di dollari», racconta Mariagrazia Midulla, responsabile clima del Wwf. «Dal 1990 il prezzo pagato al cambiamento climatico continua a crescere. È ora che a Durban, dove tra un mese si incontreranno i governi di tutto il mondo per stabilire una strategia sulla difesa del clima, si decida uno stop rapido alle emissioni serra»….

6. ISRAELE-IRAN: NON C’È PACE IN MEDIO ORIENTE.
Da La Repubblica. Dall’articolo di Fabio Scuto. “Se il premio Nobel per la Pace e capo dello Stato Shimon Peres per due volte consecutive ribadisce che un eventuale intervento militare di Israele contro l`Iran si avvicina, anzi è «sempre più probabile», significa che davvero i motori areazione dei cacciabombardieri con la stella di David stanno per essere accesi nelle basi nel deserto del Negev. «La possibilità di un attacco militare all`Iran è ormai più vicina a essere realizzata di quanto non lo sia il ricorso all`opzione diplomatica», ha detto Peres in un`intervista al quotidiano Hayom e ieri s era in una o c casi o ne ufficiale è tornato sull`argomento: «L`Iran è il principale pericolo sia per Israele che per il mondo intero perché è sempre più prossimo a dotarsi di armamenti nucleari». Il primo ministro Benjamin Netanyahu è convinto che l`opzione militare sia l`unica in grado di fermare il programma nucleare iraniano. Nel governo è sostenuto dal ministro della Difesa Ehud Barak e da quello degli Esteri Lieberman ma non aveva fino a giovedì la maggioranza dei voti nel Gabinetto per dare il "semaforo verde" alle operazioni militari. Serve un governo compatto c unito per guidare una delle azioni militari più audaci della Storia d`Israele destinata, qualunque ne sia l`esito, a sconvolgere l`intero Medio Oriente. Adesso questa compattezza nel governo, stando a quanto rivelava ieri sera la tv americana Fox, sarebbe stata raggiunta. Da giorni stampa e tv israeliane vanno avanti a colpi di rivelazioni sui piani d`attacco e sul rapporto che sarà presentato dall`Aiea domani a Vienna con le prove della proliferazione atomica dell`Iran per uso militare. Washington segue con attenzione l`evolvere della situazione. Ha avviato anche la macchina militare - con due gruppi navali nel Golfo e nell`Oceano Indiano ma vorrebbe agire, nel caso si vada verso l`azione, in coordinamento con i suoi principali alleati, come la Gran Bretagna, e Londra è pronta a mettere in campo basi aeree, missili e mezzi navali per cooperare. Ma gli Stati Uniti sono «assolutamente» preoccupati dall`eventualità di non essere avvertiti preventivamente nel caso in cui Israele attaccasse l`Iran. Il capo del Pentagono Leon Panetta, rivelava ieri Haaretz, ha ricevuto da Netanyahu e da Barak soltanto risposte vaghe, senza l`assunzione di
alcun impegno concreto in tal senso da parte degli interlocutori. La Casa Bianca non vorrebbe essere avvertita da una telefonata di Barak che annuncia al presidente Obama che il suo primo ministro ha appena ordinato a diversi squadroni di caccia F-15 e F-16 e altri jet di volare verso Est per distruggere i siti nucleari iraniani. Per condurre i raid Israele dovrà violare gli spazi aerei di diversi Paesi. Difficile che i caccia vadano sul confine turco-siriano, più probabile chela rotta passi attraverso l`Arabia Saudita (la via più breve) e per l`Iraq. Con Riad ci sarebbe un tacito accordo al sorvolo, se i caccia con la Stella di David sono diretti sui siti atomici dell`Iran con Bagdad no. Ma la prossima fine dell`accordo sulla presenza militare americana in Iraq facilita l`ipotesi di un raid aereo. In base a quell`accordo gli Stati Uniti, su richiesta, devono sventare le minacce alla sovranità dell`Iraq e non permettere che il suo territorio, le sue acque territoriali o il suo spazio aereo vengano utilizzati per attaccare altri Paesi. Ma appunto l`accordo scade alla fine dell`anno. Proprio per questo nelle ultime settimane è aumentata in misura esponenziale la "vigilanza" Usa sulle mosse d`Israele e dell`Iran, affidata tanto al Comando Centrale quanto a quello in Europa”….

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