19 novembre 2019

Padre Costa: «Cattolici in politica, alternativi anche nella comunicazione»

Padre Giacomo Costa
L’appello della Cei, il ruolo dei giovani, la capacità di parlare in pubblico, il rifiuto del populismo e dell’intolleranza, la strumentalizzazione dei simboli religiosi, la ricerca del dialogo senza rinunciare all’identità: confronto a tutto campo con il direttore di «Aggiornamenti sociali»

di Pino NARDI - ChiesadiMilano

«Insieme ai loro coetanei, l’attuale generazione di giovani cattolici è chiamata a riconfigurare la democrazia e a trovare per il mondo di oggi nuove forme per i valori di libertà e uguaglianza su cui essa si fonda». Lo sostiene padre Giacomo Costa, direttore di Aggiornamenti sociali. Nel mondo cattolico c’è un nuovo fermento nel dibattito sull’impegno dei laici in politica. Questa la riflessione del gesuita che guida il mensile di piazza San Fedele, nominato da papa Francesco prima segretario speciale del Sinodo sui giovani, poi consultore della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi.

La Chiesa italiana, attraverso le parole del presidente della Cei, cardinale Bassetti, invita con forza a una nuova presenza di laici cattolici nella politica. Come comprende questo invito?
Si tratta di un appello ricorrente: la Chiesa sa quanto è importante un concreto impegno per il bene comune e non vuole tirarsi indietro. Oggi è fondamentale che sia rivolto soprattutto ai giovani e siano loro a rispondere. La democrazia infatti sta cambiando perché rispecchia una cultura in continuo mutamento. Dopo l’irruzione dei social media, si prepara quella dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi. Non investirà solo l’economia e il mondo del lavoro, ma anche i circuiti di formazione e aggregazione del consenso. Serve anche un dialogo tra generazioni riguardo alla democrazia, come quello che sta portando avanti il Forum nazionale di etica civile di Firenze, attraverso il quale la tradizione e il passato siano una radice generativa dell’impegno e non un ostacolo.