6 agosto 2019

I cattolici un tanto al chilo

Editoriale di don Aldo Buonaiuto - IN TERRIS

Lungi da noi ergerci a paladini dell’ortodossia, giannizzeri di qualunque forma di papolatria, guardia pretoriana del Sacro Soglio. Non è una novità in duemila anni di storia pontificia avere opinioni discordanti sui successori di Pietro, ciò che invece è strumentale è tirare per la bianca veste i Pontefici a seconda delle convenienze del momento. Le antipatie, le invidie, le maldicenze, le ostilità non risparmiarono neppure i patriarchi biblici come Abramo e Mosè, figuriamoci se potevano mancare nella litigiosa comunità nascente dei seguaci di Gesù. Se c’è un posto nella storia e nella geopolitica antiche, in cui lo spirito polemico, per usare un eufemismo, abbondò, fu proprio la Palestina di duemila anni fa. Lo stesso Gesù, come amava ripetere il Cardinale Giacomo Biffi, aveva un temperamento mediorientale fumantino e appassionato come ben sanno i mercanti nel tempio. Così non sorprende che fin dalle origini del cristianesimo non siano mai mancati strali acuminati scagliati contro i Vicari, contrapposti persino a quel Principale da cui traggono la loro autorità. Anche nell’ultimo mezzo secolo non sono stati risparmiati attacchi ad alcun Pontefice: per i nemici Roncalli era modernista, Montini amletico e tentennante, Luciani improvvisatore e inadeguato, Woytila viaggiava troppo e pensava solo alla Polonia, Ratzinger troppo astratto e lontano dal popolo. Il trattamento però riservato a Francesco dai sedicenti cattolici tutto d’un pezzo, presenta caratteristiche anomale. Stavolta infatti sono proprio certi cattolici a sparare senza pietà la più inplausibili accuse.

Sicurezza bis: ecco cosa prevede il testo e cosa non va

5 agosto 2019 - Le critiche al testo non arrivano solo dalle Ong ma anche da molti esperti giuristi

E’ in arrivo l’ultimo passaggio per il decreto legge sicurezza bis: domani il provvedimento voluto dal vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini dovrebbe incassare il via libera del Senato, dove dovrebbe essere posta anche la questione di fiducia. 

Il provvedimento si occupa prevalentemente di immigrazione e di manifestazioni pubbliche. E’ soprattutto sul primo tema che si è concentrata la comunicazione politica di Salvini, all’insegna di una “stretta” sulle operazioni di soccorso operate in mare dalle Ong, che a ben vedere risultano essere il bersaglio sostanziale del decreto.

Ma le critiche al testo non arrivano solo dalle Ong ma anche da molti esperti, giuristi, come anche l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani che con una lettera di dodici pagine il 18 maggio ha chiesto all’Italia di ritirare le direttive di marzo e aprile sul soccorso in mare.

PALETTI PER L’ACCESSO DELLE NAVI: il ministro dell’Interno “può limitare o vietare l’ingresso il transito o la sosta di navi nel mare territoriale” per motivi di sicurezza, quando si pensa che sia stato violato il testo unico sull’immigrazione e sia stato compiuto il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.

Questo articolo in particolare è stato criticato da diversi esperti perché pone una questione di conflitto di competenze tra ministero dell’interno, ministero dei trasporti e delle infrastrutture e ministero della giustizia. È competenza infatti del ministero dei trasporti e delle infrastrutture autorizzare l’entrata di una nave in un porto italiano, inoltre è compito delle procure e quindi del ministero della giustizia aprire un’indagine per un’ipotesi di reato di tipo penale come il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.