L'Editoriale L'assedio
L’assedio è stato per secoli una delle principali strategie di guerra. Tutti noi ci sentiamo un po’ sotto assedio ed è normale attendere con ansia il momento in cui questo assedio finirà, ma sarebbe anche normale attendersi che chi dovrebbe decretarne la fine ci fornisca indicazioni chiare e coerenti. In Lombardia, purtroppo, questo non sta accadendo. Abbiamo un’amministrazione regionale che pare cambiare di giorno in giorno la sua strategia e oscilla tra un ottimismo volontaristico e un cupo pessimismo, invocando interventi altrui e appellandosi alla necessità che altri decidano il da farsi. Ascoltando il Consiglio regionale dedicato alla fase due dell’emergenza Covid-19 abbiamo avuto l’impressione che Fontana e la sua giunta si sentano sotto assedio e vivano l’ansia di chi si accorge che le proprie risorse stanno per finire e che il nemico possa prevalere. Ma qui non c’è nessun nemico. Il nemico di Fontana e dei suoi sono loro stessi che si illudono di poter gestire da soli, contro tutto e tutti, una crisi da cui si può uscire solo tentando di capire che cosa non ha funzionato e riconoscendo che la Lombardia, da sola non può andare da nessuna parte. Per questo il PD e tutte le minoranze hanno chiesto una commissione d’inchiesta e una cabina di regia condivisa. Ma Palazzo Lombardia preferisce continuare a sentirsi sotto assedio e rischia così di lasciare sotto assedio tutti i lombardi.
|
| | |