3 ottobre 2017

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA


Sabato 30 Settembre 2017

Catalunyia
Ho sempre avuto in simpatia i movimenti indipendentisti. Storicamente hanno costituito forme di resistenza agli autoritarismi ed hanno avuto guide progressiste ed attente ai problemi sociali. L'autodeterminazione dei popoli era la premessa anche per il loro sviluppo in un quadro democratico. Il recente caso del Kurdistan sembra confermare questo ragionamento. Più complicata la questione in Paesi dove la democrazia è già bene o male riconosciuta. Qui le rivendicazioni separatiste incorporano anche elementi di nazionalismo antisolidale. Non sempre prevalente, certo, ma altresì pronto ad emergere. Ciò detto, a queste spinte è sbagliata una risposta solo legalitaria ed autoritaria. Nel ripensare l'Europa andranno rimessi in discussione anche gli attuali Stati e le loro articolazioni regionali. Comunque finisca, la questione catalana è una cosa seria, da analizzare sul serio. Come lo fu quella scozzese: chissà se ci sarebbe stata la Brexit in caso di diverso esito di quella vicenda. Nessun legame invece con la Lombardia: qui nessun dramma, è solo operetta.

La settimana in Regione
In assenza di seduta del Consiglio (rinviata su richiesta degli Alfaniani, impegnati nella loro Direzione nazionale) il fatto più significativo è stata la ripresa del lavoro sulla legge elettorale regionale. La Lega sembra rassegnata a subire l'introduzione della doppia preferenza di genere, in cambio chiede l'allargamento delle liste. È stato inoltre licenziato il piano di ristrutturazione delle società partecipate dalla Regione. Le nostre critiche si sono principalmente concentrate su Asam, la holding infrastrutturale che detiene la partecipazione in Serravalle e quindi in Pedemontana, oltre che sulla sovrapposizione tra diverse centrali d'acquisto: Arca, Lombardia Informatica, Infrastrutture Lombarde. Asam è stata messa in liquidazione, ma il punto è il futuro assai incerto delle società sottostanti. La Giunta naviga a vista, Maroni è andato da Delrio provando a spostare nuovamente sul Governo responsabilità che sono invece tutte sue: nella prossima campagna elettorale gliele dovremo ricordare puntualmente.