Bruxelles sovrasta ogni pensiero. Le vite
spezzate.
Gli occhi di chi ha visto il terrore.
La facilità di distruggere e la
fatica di costruire.
La prima
reazione è il silenzio.
Continuare il proprio lavoro. Rispondere con la vita.
E
con l'impegno in ciò a cui si crede.
La seconda
però è mettere qualche seme di ragionevolezza,
di speranza rispetto a chi ha
tutte le risposte, i giudizi
sprezzanti, e una lunga lista di nemici da mettere
all'indice per coltivare facili consensi cavalcando la paura, lo smarrimento,
la rabbia. Senza nessuna autocritica.
la rabbia. Senza nessuna autocritica.
Continuano a
raccontarci un nemico esterno e a
generalizzare. Fanno analisi superficiali.
Abbiamo
bisogno di più Europa. Di superare gli Stati nazionali. Un'Europa più forte, e
che sia più amica e più amata. Abbiamo bisogno di investimenti e di dare
speranza, e lavoro, a intere generazioni che non ne hanno. Di più interventi
sociali per togliere acqua agli estremisti che coltivano la rabbia dei
diseredati e dei disperati. Che alimentano l'odio. Scuola, cultura, le uniche
armi contro l'odio e la disperazione.
Serve il
contrario delle soluzioni facili dei troppi venditori di fumo. Molti dei quali
tra l'altro, lo si dimentica spesso, hanno avuto negli anni passati le leve del
potere e fanno finta di venire da Marte. Serve un lavoro lungo. E rimboccarsi
le maniche. Mettersi in discussione.
E serve
tanto rispetto per chi, anche per colpa della nostra inadeguatezza, ha perso la
vita.