Indietro di vent’anni. Expo trema e la Regione osserva…
Nuove nubi si addensano su Expo
L’arresto di Primo Greganti, il compagno G di Tangentopoli, e di
Gianstefano Frigerio ci riporta indietro agli anni ’90. La procura di
Milano parla di una cupola che gestiva appalti ed affari e ricostruisce
meccanismi di favore e turbativa d’asta che sembravano ormai dover
appartenere solo al passato. Partita da vicende legate alla criminalità
organizzata, l’indagine ha pesantemente toccato anche Expo, visto che è
finito in manette Angelo Paris, top manager della società Expo 2015.
Raggiunto da un nuovo provvedimento cautelare anche l’ex AD di
Infrastrutture Lombarde Antonio Rognoni.
Se a questo aggiungete l’arresto, nell’ambito di altre indagini, dell’ex
ministro Claudio Scajola e dell’attuale segretario generale della
Provincia di Novara Princiotta (già nei guai per vicende legate alle
indagini su Sesto San Giovanni), la giornata è di quelle pesanti.
Ora tutti diranno che Expo va salvaguardata, e ci mancherebbe altro,
ma questo obiettivo non deve togliere nulla alla possibilità di andare
fino in fondo con le indagini.
E pensare che solo ieri in commissione II abbiamo esaminato la relazione
semestrale del “Comitato regionale per la trasparenza degli appalti e
la sicurezza dei cantieri” direttamente gestiti da Regione Lombardia o
da sue partecipate. La richiesta avanzata dalla Commissione Antimafia e
da noi condivisa e sottoscritta è stata quella di poter ampliare le
attività del Comitato per poter controllare anche gli appalti di Expo
2015 e opere connesse. Non sapevamo nulla dell’indagine resa nota oggi e
degli arresti conseguenti, ma i potenziali rischi connessi alle opere
Expo ci erano ben evidenti.