9 ottobre 2020

Inchiesta sulla più silenziosa delle stragi. Perché in Italia, ogni giorno, tre lavoratori perdono la vita nell'indifferenza di tutti

di CARLO BONINI (coordinamento editoriale e testo), SARAH MARTINENGHI (Torino), MARCO PATUCCHI (Roma).

L’Italia celebra l’11 ottobre la sua settantesima giornata nazionale per le vittime del lavoro. E mai come quest’anno nella ricorrenza, nei numeri di una strage silenziosa che non conosce contrazioni, sono le stimmate della cattiva coscienza del nostro Paese, della sua distratta e cinica classe dirigente. Da gennaio ad agosto di quest’anno, 830 donne e uomini hanno perso la vita uccisi dal lavoro. Uno ogni 8 ore. Dal lunedì alla domenica.

‘Climate elections’, finalmente i cambiamenti climatici sono protagonisti del dibattito politico

di Sarah Brizzolara - Immagina

Le elezioni presidenziali di quest’anno sono da molte persone definite come “climate elections”.

Il primo dibattito televisivo tra Donald Trump e Joe Biden che si è svolto il 29 settembre scorso, è stato anche il primo dibattito presidenziale del Ventunesimo secolo in cui sono state presenti domande relative alla crisi climatica.

Trump dall’inizio del suo primo mandato nel 2016 ha da sempre definito la crisi climatica come “una bufala inventata dai cinesi per minare la competitività dell’industria americana” e “an expensive hoax”, ovvero una bufala costosa (fonte: https://www.bbc.com/news/world-us-canada-51213003 ). Arrivando a notificare l’uscita dagli Accordi di Parigi.

Uscita che avverrà il 4 novembre 2020, il giorno successivo alle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti, creando un precedente per altri Paesi.

La presenza di un negazionista climatico alla Casa Bianca e l’assenza degli USA non invaliderebbero comunque l’Agreement, ma renderebbe ancora più difficile rimanere sotto l’aumento di temperatura media di 2 gradi che gli scienziati dell’IPCC segnano come soglia da non superare per evitare effetti incontrollabili legati alla crisi climatica, tra cui la scarsità di risorse idriche e alimentari, migrazioni e guerre civili.

Joe Biden, invece, si è collocato sul versante opposto, annunciando un piano che porterebbe gli USA a diventare leader globale nella mitigazione della crisi climatica, con investimenti di 1750 miliardi di euro per riuscire a raggiungere le zero emissioni nel 2050 e cessare la dipendenza dalla fonti fossili già nel 2035.