31 maggio 2019

Migranti. La Sea Watch: «La Marina non interviene, così annega un uomo»

Il drammatico video di un gommone in difficoltà, l'allarme lanciato dall'aereo di ricognizione, il tempo che passa senza soccorsi. E un corpo che si inabissa. La Marina: eravamo lontani
Nello Scavo - Avvenire.it



Quello che segue è il diario di bordo dell'aereo Moonbird di Sea Watch, in perlustrazione del tratto di mare antistante la Libia. Risale al pomeriggio di giovedì 23 maggio. Lo trascriviamo così com'è, accompagnato da un drammatico video in cui si assiste alla scomparsa tra le acque di un migrante caduto in acqua.

30 maggio 2019

Busta con proiettile a Maurizio Martina

Miccoli: “Solidarietà e vicinanza”
Pubblicato il 29 maggio 2019 dal PD di Monza

Marco Miccoli, coordinatore dell’iniziativa politica del PD, in una nota, esprime solidarietà da parte del partito, a Maurizio Martina che ha ricevuto una busta contente un proiettile.

“Caro Maurizio ti siamo vicini. A nome mio e di tutta la comunità dei democratici, ti esprimo la nostra solidarietà per il vile gesto intimidatorio di cui sei stato vittima. La violenza e le minacce non sono accettabili e se qualcuno pensa in questa maniera di farti e di farci paura, ha sbagliato strada. In attesa che la magistratura e le forze dell’ordine facciano piena luce sull’accaduto ritengo sia necessario tenere sempre alta la guardia contro qualsiasi forma e gesto di un passato violento che deve essere per sempre archiviato”.

24 maggio 2019

Domenica 26 si vota!

E' l'occasione per affermare i valori in cui crediamo e quindi cambiare l'Europa.

Dalle 7,00 alle 23,00

Potrai esprimere fino a tre preferenze di candidati.
Se ne esprimi UNA, puoi scegliere indifferentemente un uomo O una donna.
Se ne esprimi DUE, devi rispettare l’alternanza di genere (pena l’annullamento della seconda preferenza da te espressa): quindi devi indicare il nome di una donna E di un uomo.
Anche se decidi di esprimere TRE preferenze devi rispettare l’alternanza di genere (pena l’annullamento della seconda e della terza preferenza): devi quindi indicare i nomi di DUE uomini e UNA donna, oppure di DUE donne e UN uomo.

Pd + Siamo Europei sarà la lista comune, con un simbolo comune per il Partito Democratico guidato dal neo segretario Nicola Zingaretti e il manifesto/movimento di Carlo Calenda.

I capilista:
al Nord Ovest ci sarà Giuliano Pisapia;
al Nord Est, Carlo Calenda;
al Centro Simona Bonfé;
al Sud l'ex-procuratore Antimafia, Franco Roberti;
nelle isole Caterina Chinnici.

Candidati Circoscrizione Italia nord occidentale:
Giuliano Pisapia,
Irene Tinagli (per Siamo europei),
l'ex viceministro all’Economia Enrico Morando,
Patrizia Toia,
Brando Benifei,
l'ex governatrice Marcedes Bresso,
Caterina Avanza (già in En Marche),
Giuliano Faccani,
Monica Bersanetti,
Pietro Graglia,
Ivana Borsotto,
l'assessore alle politiche sociali a Milano Pierfrancesco Majorino,
Edda Crosa,
Luigi Morgano,
Anna Mastromarino,
Pierluigi Mottinelli,
Angela Radicchi,
Carmine Pacente,
Ernestina Signoroni Lomi
Daniele Viotti

Eurispes: ogni settimana la ‘ndrangheta guadagna milioni grazie alla droga

In un mercato dominato in maniera esclusiva dalla criminalità organizzata e dalla mafia il Ministro dell’Interno se la prende con i negozi che vendono una sostanza legale
Giuditta Pini - 9 maggio 2019 - Democratica

Secondo una indagine Eurispes, ogni settimana in Italia, la ‘ndrangheta guadagna dai trecento ai trecentocinquanta milioni grazie al traffico di droga. Secondo i dati Istat le mafie, ‘ndrangheta, mafia, camorra, sacra corona unita, ogni anno in Italia guadagno circa sedici miliardi di euro sempre e solo con il traffico di droga.

Una vergogna.

La maggior parte sono guadagni derivanti da eroina, cocaina e sostanze sintetiche. L’uso dell’eroina da parte dei ragazzi nel nostro paese è sceso a quattordici anni. A volte già a tredici fanno la prima fumata di crack. La mafia ha organizzato in questi anni una vera e propria svendita dell’eroina, facendola costare 2 euro a dose, e creando così un esercito di consumatori fedeli.

Ieri Matteo Salvini al Viminale ha presentato, in una conferenza stampa insieme al Ministro Fontana, la sua nuova guerra contro la droga. Sapete quante volte nel suo intervento e in quello di Lorenzo Fontana è stata nominata la parola “eroina”, “cocaina” “mafia” o “narcotraffico”. Neanche una volta.

23 maggio 2019

Non sporcate il ricordo di Falcone

Divampano le polemiche intorno alle celebrazioni del ricordo della strage di Capaci
Maddalena Carlino - Democratica

Mai come quest’anno, il ventisettesimo, ci sono state così tante polemiche intorno alle celebrazioni del ricordo della strage di Capaci, dove il 23 maggio del 1992 morirono in un attentato della mafia il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

A far partire la polemica le presenze e le defezioni alla celebrazione con relativo scambio di accuse. Il presidente della commissione antimafia della Sicilia Claudio Fava ha annunciato che non sarà presente nell’Aula bunker di Palermo perché “hanno trasformato il ricordo del giudice Falcone nel festino di Santa Rosalia. Ci saranno i ministri romani, gli unici che avranno titolo per parlare e per spiegarci come si combatte cosa nostra. Cioè verranno loro, da Roma, per spiegarlo a noi siciliani”. Ancora Fava è stato polemico con la Falcone, dicendo che “la professoressa Falcone ha detto una cosa abbastanza divertente, cioè che la scaletta di quelli che devono intervenire l’ha decisa la Rai, come se fossimo al Grande Fratello”. Ma non è l’unica assenza, anche il governatore della Sicilia Nello Musumeci non sarà presente perchè “c’è troppo veleno”.

Eppure Maria Falcone, sorella del giudice antimafia Giovanni e presidente dell’omonima Fondazione dedicata al magistrato ha tentato di gettare acqua sul fuoco: “Musumeci? Non so perchè non sia voluto venire in Aula Bunker. Il clima di veleno non l’ho creato io, lo dica a chi lo ha creato”. “In aula bunker non parlano tutti i rappresentanti del potere in Sicilia – ha replicato alle accuse di Fava Maria Falcone- . La scaletta viene decisa in base al tema affrontato ogni anno”.

Venerdì 24 maggio, ore 18, Milano: Chiusura della campagna elettorale nazionale


Carissima, carissimo,

siamo ormai entrati nell'ultima settimana di una campagna elettorale che è stata come sempre difficile e impegnativa, in cui i nostri dirigenti, iscritti e militanti hanno compiuto un lavoro enorme per sostenere sia le tantissime liste per le elezioni Amministrative sia i nostri candidati al Parlamento Europeo.
Ora ci troviamo davanti all'ultimo tratto di strada e dobbiamo lavorare ancora sodo, sino all'ultimo minuto disponibile, per conseguire un grande risultato.

Voglio anzitutto ringraziare tutti per il lavoro compiuto e voglio in particolare invitarti all'appuntamento del prossimo venerdì, quando a Milano vivremo insieme la

CHIUSURA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE NAZIONALE
MILANO, ARCO DELLA PACE (PIAZZA SEMPIONE)
VENERDI' 24 MAGGIO, ORE 18.00

Saranno con noi
NICOLA ZINGARETTI
Segretario nazionale del Partito Democratico
FRANS TIMMERMANS
Candidato del PSE alla Presidenza della Commissione Europea
BEPPE SALA
Sindaco di Milano

Sarà un momento importante, in cui daremo ancora una volta prova del nostro entusiasmo e della voglia che abbiamo di costruire un'Europa forte, coesa e solidale, dalla quale avviare un cammino che ci porti anche a cambiare in meglio l'Italia, forti delle nostre convinzioni prima tra tutte quella che non è fomentando le paure che si governano i Paesi, ma creando opportunità, lavoro, conoscenza e cultura.

Per questo ti aspetto, saremo in tantissimi: l'appuntamento è per venerdì 24 alle 18 all'Arco della Pace di Milano.

Un caro saluto,

Vinicio Peluffo
Segretario regionale PD lombardo

22 maggio 2019

Ormai Salvini è preso a schiaffi da tutti

La spinta si è esaurita e il ministro vive nel bunker delle sue certezze, isolato e intrappolato nel suo personaggio sempre meno credibile
di Mario Lavia - Democratica

Da Zorro che gli srotola uno striscione in faccia a Piazza Duomo al Cardinale Parolin che lo bacchetta forte, dalla Guardia di Finanza che fa sbarcare i migranti a Lampedusa a Di Maio che lo insulta quotidianamente, per Matteo Salvini gli ultimi tornanti della campagna elettorale sono un calvario.

Milano non l’ha accolto per niente bene – striscioni a parte – regalandogli ampi spazi vuoti nella grande piazza simbolo della città. Lasciamo perdere le solite, vacue considerazioni sulla frase di Nenni “piazze piene urne vuote” che non era poi una “legge” come molti scrivono ma una costernata considerazione post-elettorale. E però se proprio vogliamo notare una cosa, è questa: a Milano è andata piuttosto male. Ipotizziamo qui che venti giorni fa sarebbe andata diversamente. Ci sarebbe stata più gente, più entusiasmo, più scioltezza. Vogliamo dire, cioè, che la campagna elettorale di Salvini è stata forse controproducente: troppo aggressiva, troppo di destra, troppo arrogante, troppo tutto. Un leader di un partito di governo non fa così. Cerca di prendere sulle sue spalle una parte la più larga possibile del Paese, non prende a calci alleati, avversari, l’Europa, l’Onu, il Papa!

21 maggio 2019

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Legnano addio

Da Legnano tutto è iniziato, a Legnano si torna, ma con ben altre prospettive.
Il Carroccio è il simbolo della città dell’Alto Milanese e per metonimia è diventato il nomignolo di una Lega che pare ormai più a suo agio a bordo di una carrozzella romana, ma tiene ancora molto allo spadone di Alberto da Giussano che si staglia nel cielo di una trafficata rotonda della città sulle rive dell’Olona.
L’arresto di mezza amministrazione comunale legnanese, sindaco in testa, è piombato addosso a una politica lombarda già provata dalle indagini sulla rete oscura di Caianiello e sodali.
L’effetto immediato potrebbe essere il rigetto nei confronti di un’intera classe politica, ma non è questo il tema, anche in vista dell’imminente turno elettorale amministrativo. Il problema è piuttosto quello di capire a chi affidare la guida delle nostre comunità: la democrazia è un grande strumento, ma va utilizzato con cura e responsabilità e va anche alimentato con l’unico combustibile che può davvero farlo funzionare, la partecipazione.
Le ormai prossime elezioni amministrative ed europee possono diventare una grande occasione di democrazia solo a patto che tutti i cittadini partecipino e scelgano responsabilmente a chi affidare il futuro della propria comunità locale e della ben più vasta, ma non per questo meno importante, comunità europea. Chi partecipa non perde mai.

17 maggio 2019

Sulbiate in prima linea nella sperimentazione della tariffa puntuale

Il Comune di Sulbiate ha scelto di continuare il percorso iniziato con Ecuo Sacco il famoso “sacco rosso”.
I risultati, grazie ai cittadini, sono stati davvero ottimi e significativi, siamo tra i primi Comuni Ricicloni della Provincia.

Da luglio 2019 sarà quindi introdotta un’ulteriore innovazione: passeremo ad una raccolta puntuale della frazione secca residua attraverso ECUO BOX, un contenitore rosso da 30 litri riutilizzabile e dotato di microchip che sostituirà l’attuale Ecuo Sacco.
Nei sei mesi del 2019 ci sarà una sperimentazione mediante raccolta puntuale, saranno cioè contate le vuotature di ogni utenza per quantificare meglio la produzione di rifiuto secco residuo raccogliendo dati, la tariffazione resterà la stessa.
Successivamente, nel 2020, si passerà invece alla tariffa puntuale. La tassa rifiuti quindi sarà personalizzata in base a quante vuotature conferisce ogni singolo utente.

Si terranno due serate informative in Auditorium a cui è invitata tutta la cittadinanza:

VENERDI’ 17 MAGGIO ore 21.00
VENERDI’ 24 MAGGIO ore 21.00

Sottolineiamo con piacere che oltre a partecipare attivamente a una fase sperimentale siamo anche uno dei pochi Comuni che hanno fatto la scelta di utilizzare per le utenze domestiche il contenitore rigido con microchip eliminando il consumo dei sacchi monouso non riciclabili. Altra plastica in meno da smaltire.

16 maggio 2019

TERZO SETTORE - Una frontiera di libertà


Carissima, carissimo,

negli ultimi tempi si è riacceso il dibattito sul Terzo settore, una straordinaria esperienza italiana, una vera eccellenza del nostro Paese a cui in Europa si guarda come un modello, ma che oggi è bersaglio di ingiusti attacchi da parte di alcuni partiti al governo, come ha denunciato il Prof. Stefano Zamagni, economista e già portavoce dell'Agenzia per il Terzo settore.

Quello su come tutelarlo e valorizzarne i protagonisti è un dibattito appassionante, a cui vorrei contribuire portando la mia esperienza di collaborazione più che decennale con le imprese sociali e solidali. Queste imprese combinano gli obiettivi della società con lo spirito imprenditoriale e, assumendo una varietà di forme e status giuridici - fondazioni, cooperative, associazioni, mutue - operano in moltissimi settori: l’occupazione, i servizi sociali, dell’ambiente, lo sport, l’arte e la cultura. In Europa i soggetti del Terzo settore sono due milioni e impiegano oltre 14,5 milioni di persone, più del 6,5% dell'intera popolazione lavorativa. Anche in Italia i numeri parlano chiaro: il Terzo settore contribuisce significativamente alla nostra economia. Infatti produce da solo lo 0,7% del PIL nazionale, con 800.000 occupati e 6 milioni di volontari, che molto spesso sopperiscono alle inadeguatezze del welfare statale nella cura e nell'assistenza delle persone e delle categorie sociali più fragili.

13 maggio 2019

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Il retrobottega della politica

Decine di arresti in Lombardia. Pare l’esordio della cronaca di un’ordinaria retata contro la criminalità, ma riguarda molto da vicino la politica lombarda. L’arresto di due degli esponenti di spicco di Forza Italia a Milano ha scosso la maggioranza regionale che è piombata in un silenzio attonito. E’ toccato a un Fontana più cupo e meno loquace del solito affidare a uno scarno comunicato letto nell’aula del Consiglio regionale la rivendicazione di assoluta correttezza e trasparenza dell’operato della sua amministrazione. Un tentativo di chiamarsi fuori vanificato, almeno dal punto di vista mediatico, dall’arrivo di un avviso di garanzia a suo carico. Non sappiamo quali saranno gli sviluppi giudiziari, ma il sistema di relazioni politiche che sta emergendo ha il sapore rancido di uno stile da retrobottega più che da social network. Attendiamo sviluppi augurando a Fontana e agli altri coinvolti nell’inchiesta di poter chiarire al più presto le loro posizioni.
Consoliamoci con gli Alpini, vero orgoglio d’Italia, che stanno assediando Milano con la loro allegra voglia di stare assieme e di dare una mano agli altri.

11 maggio 2019

La follia di Toninelli e del governo contro la mobilità sostenibile

Dovevamo intuire che mettere nelle mani di Toninelli un’opportunità così interessante avrebbe condotto al suo ennesimo fallimento, ma non immaginavamo che si sarebbe spinto a tanto
di Luciano Nobili - Democratica

Da Parigi a Berlino, da Madrid a Bruxelles, ovunque in Europa le grandi città puntano su ambiente e innovazione e negli ultimi anni hanno dato grande spazio alla micromobilita elettrica, sempre più in espansione.

La mobilità è uno dei diritti fondamentali – troppo spesso negato – dei cittadini del XXI secolo e la mobilità urbana sta cambiando volto in tutto il mondo.

Il numero delle persone che scelgono la mobilità sostenibile è in continuo aumento così come l’offerta dei mezzi in condivisione. In questo quadro, ormai in tutta Europa e non solo, si inserisce la mobilità elettrica di piccola taglia. Ossia i piccoli mezzi dedicati al trasporto di una sola persona. Monopattini, monoruota, segway, skate, hoverboard, leggeri e facilmente trasportabili (in treno, in metro, in auto), ricaricabili a casa o in ufficio, stanno riscuotendo un successo crescente per i piccoli spostamenti urbani. Non inquinano, rappresentano la soluzione ideale per gli spostamenti di piccolo e medio raggio (dai 3 ai 5 km) sono perfettamente intermodali (consentono un facile abbinamento con un tratto in treno, in metro o sul bus), non hanno bisogno di grande spazio e consentono di bypassare lo stress da traffico e la ricerca, spesso vana, di un parcheggio.

10 maggio 2019

La contromanovra di Zingaretti

Abbassare tasse sul lavoro e costo istruzione
Scritto da La Redazione di Monza

Ecco il nostro piano per l’Italia in tre mosse.

Ora, prima le persone. L’Italia merita di più di selfie e slogan: un intervento shock da 15 miliardi di euro per ridurre davvero le tasse sul lavoro e le differenze tra i salari; una strategia per ridurre l’impatto ambientale e creare 400mila nuovi posti di lavoro.

Occupazione verde, legata alla sostenibilità ambientale e alla difesa del pianeta.

E infine, la scuola: aumento degli stipendi per gli insegnanti, messa in sicurezza gli edifici, più tecnologia. E abbattiamo il costo dell'istruzione per i redditi medio bassi, perché l’istruzione non può essere un costo che pesa sui bilanci familiari di chi sta peggio.

9 maggio 2019

Intervista a Giorgio Vittadini

«Vogliono ridurre la società civile a una massa inerte in attesa dell'uomo forte»
di Marco Dotti - Vita

Il Terzo settore è sotto attacco. Ma da parte di chi? Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, è chiaro: «prima di tutto a causa di un rapporto fra Stato e individuo che è mutato radicalmente».

L'individuo si rivolge direttamente allo Stato e lo Stato si richiama direttamente a una (presunta) volontà dell'individuo. Conseguenza?
La paralisi sociale. Nel momento in cui lo Stato pensa di disintermendiare e parlare direttamente con l'individuo ottiene un risultato: rende la persona passiva e dipendente dalla prebenda dell'ente pubblico e, di conseguenza, incentiva non la sua capacità di rischio e di costruzione, ma l'assistenzialismo e la paralisi.

5 maggio 2019

E il Pd che fa? Le proposte del Partito Democratico

Scritto da Redazione del PD di Monza  
 
Nicola Zingaretti cosa intende fare il Partito Democratico?
Le idee sono piuttosto chiare. «Nel governo litigi e sceneggiate sono quotidiani. Ma mentre si attaccano a suon di comunicati, nella realtà sono sempre più incollati alle poltrone. Il prezzo immenso di questi teatrini lo stanno pagando gli italiani. L’economia è ferma, diminuisce il lavoro, aumentano le tasse e i debiti, si tagliano i servizi, crolla la fiducia. Basta: ora un progetto per salvare l’Italia ». «Abbiamo un programma con 5 punti chiave», dice Zingaretti.
“Dobbiamo aumentare i salari medio-bassi in particolare per le famiglie perché le persone non ce la fanno più. E proponiamo un taglio netto del cuneo fiscale sul tempo indeterminato. Inoltre vogliamo favorire l’occupazione di donne e giovani, aumentare le indennità per i tirocini (come abbiamo fatto nel Lazio), fare una legge sull’equo compenso e cercare con le parti sociali un accordo sul salario minimo in quei settori non coperti dai contratti collettivi nazionali».

«L’obiettivo è rilanciare gli investimenti pubblici e privati per aumentare la crescita economica e l’occupazione. Dobbiamo stabilizzare gli incentivi agli investimenti del piano Impresa 4.0, in particolare nel Mezzogiorno, favorire il trasferimento tecnologico e varare un provvedimento straordinario “taglia burocrazia” per le imprese basato sul silenzio assenso nei rapporti con la PA. E devono ripartire gli investimenti pubblici sulle infrastrutture anche con l’apertura dei cantieri già finanziati».

Il governo ha varato lo sblocca cantieri, ma per Zingaretti «quello è un bluff perché sblocca solo il malaffare e mette a rischio la vita degli operai con il massimo ribasso. Invece occorre portare nella PA una nuova generazione di tecnici in grado di potenziare la capacità di progettazione delle amministrazioni, controllare e accorciare i tempi delle procedure. E dobbiamo anche semplificare i regimi autorizzatori delle opere, un sistema fondato sul “parere di competenza” è una follia».

 Scuola e sanità

«Dobbiamo far ripartire su entrambi i fronti la mobilità sociale, in un tempo in cui le eredità familiari e geografiche segnano ancora i destini delle persone. Portiamo al 4% del PIL le risorse investite sull’istruzione pubblica, per potenziare i servizi per l’infanzia, ridurre la dispersione scolastica, estendere il tempo pieno e attivare una dote per i giovani provenienti da famiglie meno abbienti attivabile a 18 anni per finanziare un progetto formativo o imprenditoriale. Per la sanità, invece, serve quota 10».

4 maggio 2019

DOMENICA 5 MAGGIO GAZEBO IN PIAZZA


Domenica 5 maggio dalle ore 9,00 alle 12,00 il Circolo PD di Sulbiate sarà presente davanti alla Biblioteca Civica per incontrare i cittadini, per presentare il programma per le Elezioni Europee del 26 maggio e continuare la campagna di tesseramento PD 2019. 
Ti aspettiamo!


Lavoriamo nella prospettiva degli Stati Uniti d’Europa.
Vogliamo ridare potere ai cittadini del nostro continente, dare un nuovo vigore alla democrazia.
La nostra proposta politica si articola attorno a quattro questioni cruciali:

  1. Una nuova Europa con al centro le persone.
    Per lo sviluppo e l’innovazione, per il lavoro e la coesione sociale, per l'ambiente.
  2. Una nuova Europa vicina ai territori.
    Per la tutela e valorizzazione dei prodotti, delle culture e delle diversità.
  3. Una nuova Europa protagonista nel mondo.
    Per la pace, la sicurezza e la risposta comune ai problemi mondiali.
  4. Una nuova Europa più democratica.
    Per rispondere ai bisogni dei cittadini, degli Stati e delle imprese




3 maggio 2019

L’algoritmo dell’antipolitica

Se un tempo per vincere si cercava il messaggio unificante, oggi conta dividere ed estremizzare: gli estremisti sono ormai il centro del sistema
Matteo Orfini - Left Wing 

All’origine del populismo c’è la sfiducia. Sfiducia nelle istituzioni e in tutto ciò che vi assomigli: ieri i partiti e la politica, oggi anche la stampa e i mezzi di comunicazione, la scienza, gli intellettuali, la chiesa, le ong e il mondo del volontariato. Mai avremmo immaginato un’Italia in cui si viene incriminati per aver salvato delle vite umane, in cui i bambini nelle scuole sono discriminati perché figli di poveri, in cui chi porta del pane a chi non ne ha viene aggredito, in cui persino ai parroci si impone di rinnegare il Vangelo e rifiutare la carità a chi è individuato come diverso, come non appartenente al popolo, secondo un criterio puramente etnico. Sono le cronache dell’Italia gialloverde, ma non differiscono molto, purtroppo, da quelle dell’Ungheria di Orbán e dei paesi di Visegrád, o degli Stati Uniti di Donald Trump.

Questo mondo è figlio di una lunga stagione di egemonia della destra. Una destra che di fronte al crollo del modello liberista, imposto negli anni di Margaret Thatcher e Ronald Reagan, ha saputo reagire facendosi opposizione e alternativa a se stessa. Il populismo che ha cambiato il volto dell’Occidente è esploso lì, nel 2016, proprio come allora: prima in Gran Bretagna e subito dopo negli Stati Uniti, con il referendum sulla Brexit e l’elezione di Trump. Londra e Washington, capitali della “rivoluzione liberista” all’inizio degli anni ottanta, sono diventate d’un tratto – complice la crisi dell’economia mondiale innescata proprio dalle ricette reaganian-thatcheriane – le capitali della “rivoluzione populista”. Così la destra ha traghettato se stessa fuori dalla crisi che essa stessa aveva generato. È successo negli Stati Uniti ed è successo nel nostro paese.

1 maggio 2019

La Festa del lavoro giusto

Alla festa del Primo Maggio, e a tutte le persone che ogni giorno lottano per difendere o sono alla ricerca di un lavoro, non serve la propaganda. C’è bisogno di serietà e di un nuovo governo che riporti al centro il lavoro
Paola De Micheli - Democratica

L’eclissi del lavoro. Non è uno slogan facile da sventolare nella festa del Primo Maggio: purtroppo è il principale risultato dell’azione del governo Salvini-Di Maio.

Lo dicono i numeri degli occupati in Italia, diminuiti di 35mila unità dal maggio scorso, di cui 19mila in meno a tempo indeterminato, nonostante lo scostamento in positivo di alcuni decimali secondo l’ultima rilevazione Istat. Dopo la Grecia e la Spagna siamo il paese europeo con la disoccupazione più elevata. Il Pil cresce di appena lo 0,1% in termini tendenziali contro una media UE dell’1,5%. Nel 2017 con il governo Gentiloni il Pil cresceva dell’1,7%.

La cassa integrazione è cresciuta del 6,1 % nei primi tre mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018.

Ma c’è un altro dato che forse desta ancora più preoccupazione in chiave futura, il costante calo del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese. Ad aprile abbiamo registrato il terzo mese consecutivo di contrazione.

Non ci siamo mai rallegrati di questi numeri. Che risentono naturalmente di fattori esogeni e del rallentamento dell’economia globale.

Ma proprio perché la congiuntura è difficile e il Paese oscilla tra recessione e stagnazione, è ancora più grave e colpevole la totale latitanza del governo Conte.

Oggi al timone dell’Italia ci sono le due forze politiche che più hanno fatto per promuovere un “declassamento” – anche culturale – del lavoro.