26 giugno 2022

SettegiorniPD in Regione Lombardia

   La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Non gioco più, me ne vado

Per anni in Italia il voto è stato qualcosa di sacro e di necessario.
Recarsi alle urne faceva parte di una sorta di religione civile che legava i cittadini alla conquista della democrazia dopo gli anni bui della dittatura fascista. Segnare la scheda con la matita copiativa era un modo per dire davvero da che parte si voleva stare, anche rispetto a un mondo letteralmente spaccato in due e molto più semplice da interpretare.
Oggi anche solo cercare il certificato elettorale in qualche cassetto di casa sembra uno sforzo eccessivo e disertare il voto è una sorta di medaglia al valore civile contro l’asserita dittatura dei partiti.
Lo spettacolo che sta offrendo il Parlamento in una delle più surreali legislature della storia repubblicana, almeno dal punto di vista dei cambi di casacca, non aiuta e il rischio di un’ulteriore avanzata dell’astensionismo è lì in agguato. ”Non gioco più, me ne vado” della straordinaria Mina potrebbe a buon diritto diventare la colonna sonora di una fiction sugli ultimi anni di Palazzo Madama e Montecitorio.
Proviamo allora a ripartire dalla Lombardia. Il primo turno delle elezioni amministrative ha dato segnali importanti e il voto di domenica potrebbe consolidare indicazioni che diventerebbero molto preziose per il cammino verso le elezioni regionali del 2023.
La drammatica siccità che ha investito la nostra regione e le difficoltà economiche che rischiano di piombare addosso alle famiglie nei prossimi mesi ci ricordano come ci sia un gran bisogno di una politica che abbia il coraggio di guardare avanti per costruire una Lombardia diversa, che faccia della sostenibilità, dell’innovazione e del sostegno ai più deboli i punti cardine di uno sviluppo che metta al centro le persone e non le alchimie amministrative. Andarsene è una scelta legittima in politica, ma non può essere la soluzione per chi ama il territorio in cui vive. Noi del PD vogliamo giocare la partita per la Lombardia perché crediamo quasi sacro e necessario stare a fianco di tutti coloro che amano questo territorio e vogliono renderlo ancora più bello e abitabile. Per questo noi non ce ne andiamo e, con tutti i nostri amministratori locali, giocheremo fino in fondo per la Lombardia.

1 giugno 2022

SettegiorniPD in Regione Lombardia

   La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Meglio la democrazia

Sono in arrivo due feste dall’importante valore civile: il 29 maggio si celebra la Lombardia e il 2 giugno la nostra Repubblica Italiana. Siamo più affezionati alla seconda e non per particolari propensioni centraliste o inesistenti polemiche politiche. Dietro la scelta di una data simbolo per celebrare un’istituzione c’è un’idea precisa riguardo gli elementi fondanti la propria identità e le modalità con cui la si vuole perpetuare.
Il 2 giugno fa riferimento alla data in cui venne celebrato, nel 1946, il referendum sulla forma istituzionale del nostro Stato: il voto popolare, che per la prima volta vide protagoniste anche le donne, scelse la forma repubblicana e segnò la nascita della nuova Italia.
Il 29 maggio ci porta molto più indietro nel tempo, al 1176, anno in cui venne combattuta la battaglia di Legnano tra l'esercito imperiale di Federico Barbarossa e le truppe della Lega Lombarda, patto siglato tra una parte dei liberi comuni lombardi, con l’esclusione, tra gli altri, di Como e Lodi, che si schierarono dalla parte del Barbarossa.
Con la scelta del 2 giugno si celebra un atto fondativo di carattere democratico, la partecipazione popolare alla scelta della forma istituzionale di governo dello Stato.
Con il 29 maggio si ricorda una battaglia, un evento militare, necessario per affermare la libertà di fronte a un invasore, ma non certo caratterizzato da un’ampia partecipazione popolare.
Il PD aveva manifestato la propria preferenza per la data della prima seduta del Consiglio regionale lombardo, 6 luglio 1970, ma la Lega preferì la data della battaglia di Legnano, risparmiandoci almeno il giuramento di Pontida.
Dietro ogni celebrazione c’è un’idea di convivenza. Senza nulla togliere agli amici di Legnano e al loro tradizionale Palio, che quest’anno tornerà dopo la pausa forzata della pandemia, preferiamo il 2 giugno e il significato che si porta appresso: un’identità fondata sulla partecipazione e sulla democrazia piuttosto che sulla guerra.

2 giugno La festa della Repubblica

2 giugno 2022