30 marzo 2018

Politiche 2018

Quattro riflessioni sulle ragioni dell’esito elettorale
Scritto da Alberto Pilotto Segretario PD di Monza
Come è stato possibile passare in soli 4 anni da un consenso al PD nazionale che alle Europee superava il 40% e che ora alle Politiche 2018 è drammaticamente sceso al 19%? Molte sono le ragioni di questo calo ma mi concentrerò su quattro.
La prima riguarda le divisioni, la frammentazione, i distinguo che hanno progressivamente portato alla delegittimazione del leader e alla delegittimazione stessa del nostro partito di fronte a molti elettori. La percezione delle persone è stata che non ci stessimo più occupando dei loro problemi ma di questioni ed interessi personali, individuali e di partito. Delegittimare il partito è stato grave, come lo è stato presentarsi alle elezioni (sia nazionali che in Regione Lombardia) con una coalizione improvvisata fatte di liste prive di una storia e legittimazione politica.
Perché se abbiamo degli ideali comuni ci continuiamo a dividere su piccole cose poco rilevanti invece di cercare una sintesi tra le posizioni che ci differenziano?
Il partito deve ripartire cercando l’unità, facendo sintesi di visioni differenti ma che fanno capo ad ideali comuni. E’ per questo che dobbiamo andare a parlare a chi è uscito, ma anche alle piccole liste civiche e non che si sono volute differenziare.
La seconda è l'essere troppo chiusi nelle nostre discussioni autoreferenziali, anche all'interno dei nostri circoli, delle nostre sezioni, dei nostri gruppi. Molte volte organizziamo degli incontri pubblici e ci rendiamo conto che siamo solo noi a partecipare. Probabilmente in questo modo abbiamo perso il contatto con la realtà e questo, soprattutto quando si è al governo, ci ha fatto sembrare prima di tutto arroganti . Non abbiamo colto il disagio della gente che si è trasformato in risentimento poi in antipolitica poi in rifiuto. E’ qui che il voto di una parte importante dei nostri elettori si è direzionato verso i 5S, mentre qualcuno ha deciso di smettere di votare. Riprendere il contatto con la realtà vuol dire occupare più tempo nella ricerca delle soluzioni ai problemi dei nostri cittadini facendo riferimento ai nostri ideali che all’organizzazione del partito o dei metodi da utilizzare per la gestione dello stesso.
La terza ragione è più europea, e investe tutta la sinistra, i nostri valori, la nostra visione di apertura verso il mondo, la nostra idea di diritti, la nostra idea di multiculturalità e di europeismo, di apertura alle diversità che sono le premesse e l'ambito in cui il nostro concetto di libertà deve vivere e svilupparsi. Questa visione aperta della società ha per contro il rischio di essere difficilmente comprensibile da chi ha bisogno di sicurezze soprattutto durante i periodi di crisi economica.   A molti, non solo in Italia ma anche in Europa appare più semplice e rassicurante una società chiusa, dove il proprio vicino è molto simile a te, si conoscono le regole che non devono mutare repentinamente, si conoscono i limiti e i confini in cui ci si muove, non sia necessario farsi interrogare da culture, comportamenti e tradizioni diverse, che a volte sono disorientanti. Nei momenti di crisi le persone si rifugiano nel conosciuto, in un ambito ben definito e limitato, perché lo conoscono e lo possono controllare. Questo significa che sostenendo il modello di una società aperta ci esponiamo a questo rischio soprattutto se non ci prepariamo con politiche adatte e capaci di governare queste contraddizioni. Oggettivamente dobbiamo riconoscere che le nostre politiche e quelle europee (per altro dominate dal centro destra) non sono riuscite a trasmettere un sufficiente senso di sicurezza dove il modello e le basi culturali per una società aperta potesse svilupparsi.
La quarta ragione è che non ci siamo accorti o abbiamo sottovalutato le paure delle persone. Se non si interpreta la paura, si lascia spazio a chi la utilizza come un grande aggregante contro qualcuno o contro qualcosa. Al Nord la paura di perdere una situazione di benessere conquistata con fatica nel tempo, perché va condivisa con qualcuno che arriva da fuori e che in qualche misura chiede di condividere questo benessere. La paura ha trovato temi forti quali l'immigrazione incontrollata, lo straniero, le pensioni difficili da raggiungere. Al Sud la paura di restare sempre indietro con mancanza di speranza di un miglioramento reale delle proprie condizioni di vita. Il nostro partito non è riuscito a compensare le paure con le speranze.
Da dove ripartiamo allora?
Credo che per prima cosa ci dobbiamo incontrare per capire i reali disagi delle persone e le aspettative che i cittadini hanno sulla politica e su un partito come il PD. Identificare insieme le priorità, trovare le possibili soluzioni ai problemi, molte delle quali erano già presenti nel programma elettorale, rimanendo fedeli ai nostri ideali.
I ragionamenti sulla forma partito devono venire dopo.
Credo inoltre che dobbiamo mettere al primo posto il tema del lavoro identificando i messaggi e le soluzioni che possano consentire all’Italia di muoversi rapidamente verso la piena occupazione.
È un tema che dà risposta ai problemi di tutti. Dobbiamo ripartire dal lavoro, che sia un diritto per tutti come sancito dalla nostra costituzione.
Il segretario PD Monza
Alberto Pilotto

26 marzo 2018

La dignità dell’opposizione

di Pierluigi Castagnetti  · 26 marzo 2018

Si può fare in modo diverso da come l’ha fatto il M5S nella precedente legislatura. Si può essere forza di opposizione seria e responsabile che vota a favore dei provvedimenti condivisi, senza rinunciare al proprio ruolo di opposizione

Si possono interpretare in vario modo i risultati delle elezioni, ma non si può negare che siano chiari. Almeno per il Pd: gli italiani hanno voluto mandarlo all’opposizione.

Può dispiacere, a me dispiace, ma la scelta è stata quella. Colpisce oggi il numero di giornalisti,
intellettuali, attori, che si improvvisano esperti politici per suggerire al Pd una lettura meno severa dei risultati, per indurlo a un atteggiamento più morbido e consentire a chi ha detto di aver vinto di potere vincere.

24 marzo 2018

Nuovi Presidenti di Camera e Senato

Centrodestra: Fico eletto presidente della Camera, al Senato c'è Casellati
Parlamento, accordo M5s-Centrodestra: Fico eletto presidente della Camera, al Senato c'è Casellati

Si ribalta lo scenario dopo il vertice di Palazzo Grazioli. Via libera a Montecitorio per i grillini, ma tramonta candidato Fraccaro scelto nella notte da Di Maio. E a Palazzo Madama si chiude sulla berlusconiana ex sottosegretaria. "Ma non è un patto per il governo"

22 marzo 2018

Acqua in bottiglia

Il business sulle spalle pubbliche: alle Regioni 1 millesimo di euro al litro
Il rapporto Legambiente-Altreconomia. Gli enti locali applicano ancora canoni di concessione molto bassi, incassando pochi milioni di euro a fronte di un giro d'affari per le aziende da 2,8 miliardi. Con un rialzo delle tariffe a 2 centesimi al litro gli introiti potrebbero crescere fino a 280 milioni l'anno
di FLAVIO BINI Repubblica 21/3/2018

MILANO - L'acqua delle sorgenti italiane è un bene ambito dai consumatori di tutto il mondo ma continua ad essere concessa a prezzi irrisori alle aziende produttrici. È quanto denuncia il rapporto di Legambiente e Altreconomia "Acqua in bottiglia: un'anomalia tutta italiana", che evidenzia come in media le Regioni chiedano alle società appena 1 millesimo di euro al litro, 250 volte meno del prezzo che in media i cittadini pagano una bottiglia.

21 marzo 2018

Giornata della memoria e dell'impegno

Libera si prepara a celebrare in Puglia la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Dieci anni fa a Bari, il prossimo 21 marzo a Foggia. Una regione, una terra colpita da gravissimi fatti di sangue. Tornare in Puglia e aver scelto in particolare quel territorio, non è una decisione casuale. Terra, solchi di verità e giustizia è il tema della XXIII edizione. Replicando la “formula” adottata negli ultimi due anni, Foggia sarà il 21 marzo la “piazza” principale, ma simultaneamente, in migliaia di luoghi d’Italia, dell’Europa e dell’America Latina, la Giornata della Memoria e dell’Impegno verrà vissuta attraverso la lettura dei nomi delle vittime e, di seguito, con momenti di riflessione e approfondimento. Libera va a Foggia perché quella terra ha bisogno di essere raccontata. Libera va a Foggia perché le mafie del foggiano sono organizzazioni criminali molto pericolose che facciamo una tragica fatica a leggere.

19 marzo 2018

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA


Sabato 17 Marzo 2018

Ora che la sconfitta è arrivata, ancor più pesante del temuto, si accumulano le analisi, le invettive, le ricette.
E’ comunque un buon segno, desiderio di non darsi per vinti e ripiegare su altro: per questo anch’io non mi sottraggo e torno a disturbarvi con brevi  riflessioni, che si aggiungono ai ringraziamenti per il sostegno sin qui  avuto.
Primo: le cause del pessimo risultato sono molte, tra tutte però  predomina lo smarrimento della sinistra di fronte alla globalizzazione. Questione non solo italiana, che ha messo in crisi ovunque la tradizione socialdemocratica. Quegli strumenti e quel pensiero, per quanto nobili, oggi non sono più sufficienti, rimandano ad una stagione della storia ormai chiusa. Il lavoro che ci attende è quindi assai complicato, di lungo periodo, richiede una riflessione attenta sulle nuove dinamiche sociali e sui bisogni da interpretare, soprattutto tra chi si sente ai margini e messo in pericolo dai cambiamenti in atto. Questioni che non si risolvono riaprendo in un giorno i gazebo, ma tornando a mettere le orecchie sul terreno.

18 marzo 2018

Ripartiamo da Monza.

Pubblichiamo l'articolo di Alberto Pilotto Segretario PD di Monza

Ecco la Campagna di Tesseramento PD

Dopo la sconfitta del PD alle recenti elezioni occorre agire subito per avviare un processo di trasformazione della politica del Partito Democratico.
Tale trasformazione dovrà porre le basi per costruire un futuro di successo per il PD nell’interesse di tutti i cittadini e nel continuo ascolto delle loro esigenze, paure, aspirazioni per poterle interpretare e dare risposte concrete ai loro bisogni e alle loro speranze.
La Direzione Nazionale del Partito di lunedì ha confermato che tutto il PD vuole avviare questo percorso di ascolto ed elaborazione.
Occorrerà tempo e uno sforzo di tutti per un confronto vero aperto e senza pregiudizi.

17 marzo 2018

Ora bisogna ripartire.


Care democratiche, cari democratici, 
ora bisogna ripartire. Il risultato è stato netto, in parte atteso, probabilmente peggiore di quello che temevamo. Soprattutto sul livello regionale, dove abbiamo messo in campo una candidatura competitiva, un campo molto ampio di forze politiche, una campagna elettorale lunga e impegnativa che ci ha portato a raggiungere posti in cui in altre volte siamo stati meno. Abbiamo perso, ma queste cose restano. Queste cose sono quelle da cui possiamo ricostruire: le persone che abbiamo coinvolto, le relazioni che abbiamo costruito o rafforzato, ma soprattutto le idee, le proposte e i valori che abbiamo sostenuto in questa campagna. 

Ora occorre riflettere su questi anni di governo, su questa campagna elettorale, sui prossimi anni e su di noi.  Sui limiti che abbiamo avuto, su come innovare le nostre modalità di lavoro, su come rendere i nostri valori, oggi minoranza, maggioritari nel paese. Abbiamo perso, non si parte da noi; ad altri il compito di verificare se riescono a costruire una maggioranza di governo, che oggi non è il nostro posto. Di tutto questo parleremo nella nostra Assemblea provinciale di giovedì prossimo.

Oggi desidero tutti ringraziarvi per l'impegno e la passione che avete messo in questa campagna elettorale, per gli attacchinaggi, i banchetti, gli incasellanti; per le iniziative che abbiamo organizzato, per lo sforzo organizzativo, comunicativo e politico che in queste settimane abbiamo fatto. Non siamo un comitato elettorale, vogliamo essere un Partito, e quindi i nostri valori e i nostri obiettivi non vivono il tempo di una campagna elettorale ma sono i punti da cui ripartire, dal basso, per fare la nostra parte, sempre.
E desidero ringraziare e complimentarmi con i nostri candidati, e fare gli auguri di buon lavoro, insieme, ai nostri eletti (Roberto Rampi al Senato e Gigi Ponti in Regione).


Pietro Virtuani

15 marzo 2018

Direzione Partito Democratico. La guida a Maurizio Martina

Scritto da Redazione del Circolo di Monza

Lunedì 12 marzo si è svolta la direzione del Partito Democratico. Come noto, non c'era il segretario dimissionario Matteo Renzi, che in una lettera ha esplicitato le proprie dimissioni. Relazione introduttiva affidata al vicesegretario Maurizio Martina, che ha analizzato la sconfitta “netta e inequivocabile” alle recenti elezioni politiche.
“La segreteria si presenta dimissionaria a questo appuntamento. Ma io credo sia importante che continui a lavorare insieme a me in queste settimane che ci separano dall’Assemblea. Con il vostro contributo cercherò di guidare il partito nei delicati passaggi interni e istituzionali a cui sarà chiamato.

11 marzo 2018

Politiche 2018. Matteo Renzi spiega le sue dimissioni

Scritto da Redazione PD Monza
Le politiche 2018 hanno emesso il loro verdetto. Matteo Renzi scrive agli elettori democratici. 

Ecco la sua missiva.

Le elezioni sono finite, il PD ha perso, occorre voltare pagina. Per questo lascio la guida del partito. E non capisco le polemiche interne di queste ore.
Ancora litigare? Ancora attaccare me?
Nei prossimi anni il PD dovrà stare all'opposizione degli estremisti. Cinque Stelle e Destre ci hanno insultato per anni e rappresentano l'opposto dei nostri valori. Sono anti europeisti, anti politici, hanno usato un linguaggio di odio. Ci hanno detto che siamo corrotti, mafiosi, collusi e che abbiamo le mani sporche di sangue per l'immigrazione: non credo che abbiano cambiato idea all'improvviso.  Facciano loro il governo se ci riescono, noi stiamo fuori.
Per me il PD deve stare dove l'hanno messo i cittadini: all'opposizione. Se qualcuno del nostro partito la pensa diversamente, lo dica in direzione lunedì prossimo o nei gruppi parlamentari.
Senza astio, senza insulti, senza polemiche: chi vuole portare il PD a sostenere le destre o il Cinque Stelle lo dica. Personalmente penso che sarebbe un clamoroso e tragico errore. Ma quei dirigenti che chiedono collegialità hanno i luoghi e gli spazi per discutere democraticamente di tutto.
Quanto a me: leggo di tutto, ancora una volta.
Qualcuno dice che le dimissioni sarebbero una finta, qualcuno che starei per andare in settimana bianca. Le dimissioni sono vere, la notizia falsa.
Mi stupisce che certe cose diventino l'apertura dei siti, emozionino le redazioni, intrighino i giornali. Parlare di me - ancora - è inspiegabile. Sono altri, adesso, a guidare il Paese: occupatevi di loro, amici dell'informazione. Io ho già detto cosa farò: il parlamentare semplice, cercando di rappresentare al meglio quei cittadini che mi hanno onorato della loro fiducia e tenendomi in contatto con le tante esperienze belle che vivono nella nostra società. Lo farò con il sorriso e lo farò con la consapevolezza di dover dire solo grazie per questi anni bellissimi: nessuno ci porterà via i risultati straordinari raggiunti. E cercherò di fare del mio meglio per il mio Paese anche dall'opposizione.
Basta polemiche, viva l'Italia.

2 marzo 2018

4 marzo. Indecisi?

Prima parte



Seconda parte




E ricordiamo che votare è semplice: basta mettere la croce sul simbolo del PD 
e il voto andrà direttamente ai candidati, sia nel collegio che nel proporzionale. 
La croce sul simbolo del Partito Democratico, basta questo per dare una mano all'Italia.

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA

In rimonta

Cari amici,

Il 4 marzo si avvicina, portando con sé, insieme al fondamentale derby della Madunina, anche la fine di questa campagna elettorale, che si è caratterizzata per toni esagerati, proposte spesso inapplicabili e una generale e pericolosa crescita di movimenti estremisti o apertamente neofascisti.

Io, nel mio piccolo, ho fatto diversamente. Alle dichiarazioni roboanti e agli attacchi gratuiti ho preferito una campagna all’antica, strada per strada, mercato per mercato, per tutto il collegio che mi è stato assegnato. Una zona bellissima dalla Brianza alla Martesana, lungo il fiume Adda: terre che già conoscevo, e che nonostante ciò hanno saputo stupirmi, e dalle quali ho imparato molto. Dalle splendide vedute di Vaprio d’Adda al castello di Truccazzano, da Ronco Briantino e Bernareggio attraversate sotto il gelo di Burian fino al Comune che dà il nome al collegio, Gorgonzola, ideale centro di queste terre: ovunque ho trovato tante persone interessate alla politica e vogliose di darsi da fare per il bene comune.