31 dicembre 2017

Imprenditori cercasi

Ricordate il libro proposto dalla Finestra di Fronte dal titolo "Imprenditori cercasi"?
Riceviamo il contributo che segue e che vi proponiamo


23 dicembre 2017

Il Senato si dà nuove regole

Leggi più veloci e stop ai cambi di casacca.
Approvata a larga maggioranza la riforma del regolamento interno: niente più gruppi di "transfughi". E l'astensione non vale più come voto contrario

di MONICA RUBINO

ROMA - Sul punto di essere abolito, se fosse passato il referendum costituzionale dello scorso anno, il Senato si riscatta autoriformandosi e dandosi nuove regole a quasi 30 anni dall'ultima grande riforma (risalente al 1988). Ieri infatti l'aula ha approvato, quasi all'unanimità, il nuovo regolamento di Palazzo Madama che mette uno stop ai cambi di casacca dei parlamentari, stabilisce maggiore trasparenza dei lavori e non fa più valere il voto di astensione come contrario.

"Riforma straordinaria", condivisa da tutti i partiti e ottenuta "senza forzature", esulta il presidente del Senato Pietro Grasso su Facebook. E in aula aggiunge: "Ai senatori della XVIII legislatura lasceremo un Senato che potrà funzionare ancora meglio". Esprime soddisfazione anche il presidente emerito Giorgio Napolitano, che afferma nel suo messaggio di rallegramenti inviato al relatore Roberto Calderoli (Lega): "Si è compiuto una specie di miracolo".

Vediamo allora punto per punto tutte le novità della riforma interna.

• LIMITE A NASCITA DI NUOVI GRUPPI E A CAMBI DI CASACCA
Ogni gruppo parlamentare, pur mantenendo la soglia minima di dieci senatori, deve rappresentare un partito o movimento politico, anche frutto dell'aggregazione di più sigle, che abbia presentato alle elezioni per il Senato propri candidati con lo stesso contrassegno. Nuovi gruppi, dunque, potranno essere costituiti, anche in corso di legislatura, solo se corrispondono a partiti o movimenti politici che si siano presentati alle elezioni uniti o collegati. In pratica con le nuove regole non sarebbero potuti nascere i gruppi del Nuovo centrodestra di Alfano, quelli di Ala di Verdini e anche Mdp di Bersani. In futuro chi vorrà praticare una scissione o dovrà entrare in un gruppo già esistente o finire nel Misto. Per disincentivare al massimo i cambi di casacca si introduce un'altra norma: decadenza automatica dall'incarico di vicepresidente o segretario nel caso in cui si lasci il gruppo in nome del quale si è stati eletti. A meno che non sia stato il gruppo a decidere di sciogliersi.

21 dicembre 2017

"Fare, meglio".

È questo il claim di Giorgio Gori e della campagna elettorale che lo porterà a sfidare Maroni e il Movimento 5 Stelle per il governo di Regione Lombardia.

Uno slogan che ben descrive la personalità di Giorgio Gori. “Sarebbe stato facile – scrive Gori – scegliere una campagna molto più “gridata” e aggressiva. È questo un consiglio che in molti mi hanno dato: “Sei lo sfidante, grida anche tu”, mi sono sentito dire, “perché oggi chi non grida non viene sentito”. Io invece ho scelto differentemente e vi dico perché”. “Secondo me i cittadini, le imprese, la società civile lombarda fanno già molto. Questo spiega perché la Lombardia “va”. Siamo concreti, abbiamo una grande capacità di auto-organizzazione – fattori che si riflettono ad esempio nel nostro livello di sviluppo, ai vertici delle classifiche delle regioni italiane. Ma questo oggi non basta: la sfida che abbiamo di fronte è trovare soluzioni concrete che portino la Lombardia a confrontarsi alla pari con le grandi regioni d’Europa. Perché è con quelle regioni all’avanguardia che noi competiamo con i nostri prodotti, è con loro che dobbiamo confrontarci se vogliamo competere sul valore aggiunto e non sul costo del lavoro. E’ in quelle regioni che oggi cercano lavoro i nostri giovani, troppo spesso perché non riescono a trovare un futuro nel nostro territorio”.
“E poi nel fare, meglio c’è dentro il “fare”, ovvero proprio il lavoro. Questa è stata la mia vita, da dirigente e da imprenditore prima di entrare in politica. E continua ad essere la mia “fissa” oggi, da amministratore e da candidato alla Presidenza della Regione Lombardia. Perché è dalle opportunità di lavoro per i nostri giovani e per le donne che dipende la fiducia nel futuro. Ed è dalla mancanza di una buona e piena occupazione che nascono l’insicurezza, la paura e tutte le malattie della società. Il fare, il lavoro è uno dei temi fondamentali della mia campagna e della futura azione di governo in Regione Lombardia”.
Sono già quasi 300 comitati e a 1500 adesioni in tutta la Lombardia. Se volete dare una mano a Giorgo Gori aderire è facilissimo: i dettagli sul sito www.xgori.it

19 dicembre 2017

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA


Sabato 16 Dicembre 2017

Positivi
Se anche il piccolo Pordenone ha inchiodato a reti bianche la corazzata nerazzurra (tanto per non parlare del solito Benevento) perchè non dovremmo pensare di poter sfidare con successo l’armata maroniana, anche approfittando dei rigori dell’imminente campagna invernale? Vedo in giro un po’ troppa rassegnazione, che è cosa diversa dal realismo. La consapevolezza delle difficoltà deve spronare a raddoppiare la motivazione. Che è infatti duplice: evitare altri cinque anni di oscurantismo ma, ancor di più, provare a cambiare la nostra Regione. Trovo molto azzeccato lo slogan iniziale della campagna di Giorgio Gori: Fare, meglio. Per essere convincenti ed attrattivi dobbiamo essere anche positivi. Non basta denunciare gli errori altrui, occorre soprattutto far comprendere di avere idee e persone in grado di rispondere alle attese. Almeno questo, lo dobbiamo provare.

La settimana in Regione
C’è poco da raccontare, in vista del gran finale della prossima settimana dedicata al Bilancio 2018. Su questo versante buone notizie sono giunte ieri da Roma, con la riduzione del taglio alle Regioni per 375 mln di euro. Di questi, 75 sono destinati all’assistenza di alunni con disabilità fisiche o sensoriali. Il gruppo PD Regionale ha preparato a sua volta un pacchetto di emendamenti coi quali chiama la Giunta lombarda a fare la sua parte. Prioritariamente su due fronti: il Fondo sociale per alimentare i piani di zona dei comuni ed i fondi per il trasporto pubblico locale su gomma. Abbiamo inoltre predisposto una proposta specifica per ciascuno degli 85 ambiti territoriali della nostra Regione. Si inizierà a discuterne martedì mattina, le votazioni sono previste nel pomeriggio di mercoledì. Il giorno successivo dovremmo invece licenziare la nuova legge elettorale, sancendo la parità di genere nelle liste e la doppia preferenza.

17 dicembre 2017

NEWSLETTER QUINDICESIMO PIANO

Newsletter 171 / dicembre 2017
Saldi di fine stagione. La legislatura volge velocemente al termine e gli ultimi bagliori di un periodo assolutamente incolore sono rappresentati dalle risorse che il presidente Maroni riuscirà a dedicare al suo prossimo obiettivo: la riconferma.
Il bilancio 2018 è stato predisposto così per raggiungere agevolmente questo traguardo.
Probabilmente si voterà il 4 marzo per le politiche. È ancora da capire se ci sarà l'accorpamento con le regionali. In questo caso il Consiglio si scioglierà nei primi giorni di gennaio e, quindi, dopo le tre sedute della prossima settimana, non ce ne saranno più.
È tempo di campagna elettorale. Occorre darsi da fare per il nostro candidato Giorgio Gori, raccogliendo intorno alla sua figura e alla proposta politica il massimo consenso.
Ricordiamoci che, dall'altra parte, nonostante i continui litigi durante la navigazione, all'appuntamento elettorale si presenteranno compatti e granitici.

16 dicembre 2017

Il ministro Martina presenta a Monza il suo libro

Attenzione: a causa della convocazione urgente del Consiglio dei Ministri, siamo obbligati ad annullare l’iniziativa  prevista per oggi pomeriggio con il Ministro Martina al Libraccio di Monza.
Ci scusiamo per il contrattempo.
Speranzosi di poter recuperare l’appuntamento in futuro, auguriamo a tutti un buon inizio settimana.
La segreteria PD MB


14 dicembre 2017

Venerdì 15/12 alle 18,00 ad Arcore parliamo della legge di bilancio insieme a Matteo Mauri


LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA


Sabato 09 Dicembre 2017

È questo il fiore
Questa mattina eravamo in tanti in piazza a Como per affermare valori di tolleranza e di antifascismo. Manifestazione convocata senza simboli di partito, ma con uno slogan evocativo e mobilitante. È quel che ci servirebbe più spesso, per ritrovare carica, passione, unità. Già, perché di fronte a noi, ricordiamocelo sempre, c’è una destra intollerante, xenofoba, oscurantista. Non lasciamoci sviare dalle furbesche dichiarazioni di Maroni, e dai suoi propositi di far da contrappeso moderato a Salvini. Martedì in Consiglio regionale ne abbiamo avuto conferma, col rifiuto del centrodestra lombardo di condannare gli episodi squadristi dei giorni scorsi. Ora, se si vuole essere conseguenti ai buoni propositi di giornata, occorre che tutti mettano in cima all’agenda delle prossime settimane un solo obiettivo: dare alla Lombardia un governo diverso. Mentre appare scontato che alle politiche non vi saranno vincitori, qui basterà anche un solo voto a fare la differenza. Abbiamo il dovere di provarci.

La settimana in Regione
Nella seduta dedicata agli atti ispettivi e di indirizzo sono state approvate diverse mozioni ed una risoluzione. Essa riguardava il trasferimento a Milano della divisione centrale della Corte dei brevetti di Londra: persa l’EMA ci si riprova con questo Ente, anche in virtù del numero dei brevetti depositati nel nostro Paese. Tra le mozioni segnalo quella con l’impegno alla Giunta a provvedere affinché negli ospedali lombardi si possa accedere alle pratiche di fecondazione assistita con il solo pagamento del ticket. Infine rispondendo ad un nostro question time sono stati confermati i costi del referendum per l’autonomia: ad oggi 55 milioni. Per quanto riguarda invece i tablet sono in corso i lavori di ricondizionamento, per procedere poi alla loro distribuzione alle scuole, al netto di una quota che sarà trattenuta in Regione per eventuali prossimi referendum locali. Non è però ancora chiaro quali saranno i criteri di assegnazione.

13 dicembre 2017

NEWSLETTER QUINDICESIMO PIANO

Newsletter 170 / dicembre 2017
Settimana corta per le festività di S. Ambrogio e dell'Immacolata. Al Pirellone hanno benedetto il presepe e acceso l'albero con le palline rosse e il monsignore ha parlato di fraternità, accoglienza e di tutti i sentimenti buoni che evoca il Natale. Parole al vento, subito dopo, la maggioranza ha ricominciato a cantilenare la solita filastrocca contro i migranti.
La giornata ha preso una brutta piega verso sera, quando, su sollecitazione del PD, si è trattato di esprimere una chiara condanna ai numerosi e preoccupanti episodi di  neofascismo di questi giorni.
"I quattro ragazzi che hanno fatto irruzione a Como" hanno trovato strenui difensori nelle file dei consiglieri di centrodestra: grazie al loro ostruzionismo, la mozione non è stata votata.
Se ne ricordino i moderati lombardi, quando avranno la tentazione di riconfermare Maroni e la sua combriccola.

10 dicembre 2017

Tutti i soldi e le società di CasaPound e Forza Nuova: così si finanziano i partiti neofascisti

I gruppi di estrema destra puntano a entrare in Parlamento. Grazie ai fondi di società e privati in Italia e all’estero. Ecco quali sono, tra esercizi commerciali e misteriosi trust

DI ANDREA PALLADINO, GIOVANNI TIZIAN E STEFANO VERGINE

L'Espresso

Dio, patria e famiglia. Ma anche ristoranti, catene di abbigliamento, gioiellerie, barberie, franchising di poste private, scuole di lingua, startup di comunicazione, imprese immobiliari, misteriosi trust e qualche strana società offshore.

Dietro la facciata ufficiale dei fascisti del terzo millennio si nasconde una galassia imprenditoriale che dall’Italia si allarga a Francia e Regno Unito. Passando per Cipro e arrivando fino alla Russia di Vladimir Putin. Una multinazionale nera dove gli ideali di purezza del ventennio si intrecciano alle più attuali esigenze dell’economia di mercato. Con imbarazzanti corollari.

Alla vigilia delle prossime elezioni politiche, L’Espresso ha indagato sugli affari dell’estrema destra italiana. Ha cercato di ricostruire nei dettagli la rete imprenditoriale creata negli anni da Forza Nuova e CasaPound, i due principali partiti d’ispirazione fascista. Movimenti che dopo aver conquistato spazio in Europa e aver ottenuto seggi nei consigli comunali di mezza Italia, ora puntano al grande passo: entrare in Parlamento. Missione non impossibile, visto che la nuova legge elettorale ha fissato l’asticella a un abbordabile 3 per cento, che se superato permetterà alle piccole formazioni nostalgiche di avere un inedito potere negoziale nello scenario delle grandi coalizioni necessarie per governare.

Continua a leggere su http://espresso.repubblica.it/...»


8 dicembre 2017

Il vescovo Mario Delpini al suo primo discorso alla città alla vigilia di Sant'Ambrogio.

L'elogio delle istituzioni e la proposta di un'alleanza per costruire un buon vicinato. Ecco un'antologia delle sue affermazioni
Contro la tendenza diffusa a lamentarsi sempre di tutto e di tutti, contro quella seminagione amara di scontento che diffonde scetticismo, risentimento e disprezzo, che si abitua a giudizi sommari e a condanne perentorie e getta discredito sulle istituzioni e sugli uomini e le donne che vi ricoprono ruoli di responsabilità, voglio fare l’elogio delle istituzioni. (...)

ELOGIO DELLE ISTITUZIONI CONTRO IL RANCORE
Voglio fare l’elogio dei sindaci: sono, specie nei paesi e nelle cittadine, la prossimità più accessibile della pubblica amministrazione. I sindaci sono esposti alle attese e alle pretese di tutti, sono spesso oggetto di polemiche e di denunce, sono spesso intrappolati in una burocrazia complicata, sono condizionati da una cronica mancanza di risorse: però, se sono onesti e dediti, i sindaci sono là, tra la gente, in ascolto di tutti, con il desiderio di rendersi utili, con la frustrazione di essere spesso criticati e di riconoscersi impotenti. Però sono là, in mezzo alla gente.
Voglio fare l’elogio delle forze dell’ordine...
Voglio fare l’elogio degli insegnanti e dei dirigenti scolastici e del personale della scuola perché la scuola vive la sua vocazione ad accogliere tutti, nella diversità delle provenienze, delle capacità, delle situazioni personali e familiari e propiziare un linguaggio comune....
Voglio fare l’elogio degli operatori nei presìdi sanitari e nei servizi sociosanitari domiciliari (come l’assistenza domestica, l’assistenza domiciliare integrata e le cure palliative a casa), dei vigili del fuoco, della protezione civile, delle istituzioni presenti nei diversi territori......
L’elenco dovrebbe prolungarsi nell’elogio di tante altre istituzioni presenti capillarmente nel territorio: gli assistenti sociali, i custodi sociali e sociosanitari, i giudici di pace, i soldati dell’operazione strade sicure, gli operatori che presidiano le vie e gli angoli della città, assistendo i clochards del giorno e della notte… Non posso non ricordare le tante associazioni e strutture cooperative che creano una rete di attenzione e solidarietà spesso poco notata ma essenziale nel creare coesione e nel dare spessore alla trama dei legami.....
Di tutti voglio fare l’elogio, a tutti desidero esprimere la mia gratitudine e ammirazione, contrastando quella tendenza troppo facile alla critica e quell’enfasi troppo sproporzionata su alcuni che, approfittando della loro posizione, hanno cercato il proprio vantaggio, anche con mezzi illeciti, aprendo la porta alla corruzione....

5 dicembre 2017

Lo stato di eccezione lombardo

La prevenzione è una delle scelte politiche più lungimiranti e sensate.
E' fondamentale ribadirlo proprio nella giornata dedicata alla lotta all'AIDS, una malattia che non crea più l'allarme sociale di qualche anno fa, ma che continua a diffondersi, soprattutto tra i più giovani, per comportamenti e abitudini ad alto livello di rischio, accompagnati da una scarsa cultura della prevenzione.
Si parla poco del virus Hiv, ma i contagi sono in aumento, soprattutto in Lombardia e tra la popolazione più giovane, indice del fatto che si è abbassata la guardia rispetto a un'infezione da cui non si guarisce, ma si riesce comunque a contenere e gestire grazie a farmaci sempre più evoluti, ma anche sempre più costosi.
Puntare sulla prevenzione significa, dunque, anche risparmiare e poter utilizzare in modo più lungimirante le risorse a disposizione. Al netto del fatto che la priorità rimane comunque la salute delle persone, la cultura della prevenzione a molto a che fare con la qualità della vita personale e sociale di chi vive in Lombardia.
Proviamo a pensare che cosa significa prevenzione in campo ambientale e quali siano i costi di una gestione poco assennata del territorio e dell'ambiente.

4 dicembre 2017

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA


Sabato 02 Dicembre 2017

Equo compenso
Il Comune di Catanzaro ha messo a gara la redazione del proprio PGT per un euro. La motivazione è singolare: da quell’incarico il professionista infatti avrebbe ricavato notorietà ed opportunità di acquisire maggiore clientela, quindi poteva ben farlo gratis. La battaglia per il riconoscimento ex lege del diritto ad un equo compenso per i professionisti, positivamente conclusa col recente decreto fiscale, ha una duplice valenza. La prima è quella di contrastare anche in questo campo il pensiero turboliberista (purtroppo avvalorato dall’Antitrust) secondo il quale le transazioni economiche devono essere lasciate al solo libero mercato. La competizione al ribasso, che tanto male ha fatto in diversi campi, rischia ora di falcidiare anche il lavoro autonomo. In secondo luogo si tratta di frenare un potenziale alimento del malaffare. È facile pensare in che modo quell’urbanista (ma il discorso vale in ogni campo) vorrà rientrare dell’investimento fatto, mettendo a reddito il credito maturato verso il comune. Tutela dei diritti e legalità si accompagnano reciprocamente.

La settimana in Regione
Approvata la quarta parte della “riforma” sanitaria lombarda, sui rapporti tra Regione ed Università con facoltà di medicina e chirurgia per la formazione del personale. La maggiore novità introdotta riguarda i giovani specializzandi, che potranno partecipare gradualmente alle attività assistenziali con crescente autonomia. Bocciato un nostro emendamento che specificava che il loro impiego non deve in nessun caso essere sostitutivo dei medici di ruolo. Il gruppo PD ha votato contro il testo, in coerenza col parere espresso sulle precedenti parti di questo spezzatino cui ancora manca un ultimo tassello. Sono state inoltre approvate alcune nuove leggi, una sulla disciplina della conferenza dei servizi, un’altra sulla mitigazione delle crisi idriche per il settore agricolo, mediante l’uso degli invasi di cava. La più significativa è però la terza, sull’agricoltura sociale, di cui do conto successivamente, così come delle fusioni tra comuni. Infine è stato approvato, coi soli voti della maggioranza, il Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR 2017).

2 dicembre 2017

NEWSLETTER QUINDICESIMO PIANO

Newsletter 169 / dicembre 2017
Gli alberi si svestono delle ultime foglie e le gelate notturne promettono la neve che forse verrà. Maroni inaugura in pompa magna la pista di pattinaggio nella piazza coperta di Palazzo Lombardia. Da qui a Natale è tutta una discesa veloce!
Fervono i preparativi per la festa più importante dell'anno e in Consiglio regionale si approntano i documenti per l'ultimo passaggio significativo della legislatura, il bilancio di previsione che verrà discusso nella seconda metà di dicembre.
Poi è davvero finita. E lo diciamo con un senso di sollievo, perché, di certo, in Lombardia una gestione così raffazzonata e pressapochista degli affari regionali come quella della giunta Maroni non si era mai vista.
Sapranno i cittadini chiamati al voto tra qualche mese giudicare gli scarsi risultati, le promesse non mantenute e dare una svolta decisiva a questo andazzo?
Noi ce lo auguriamo di cuore e ci impegneremo affinché avvenga.

29 novembre 2017

Una nuova stagione per la Lombardia

Un sorteggio ha negato a Milano e alla Lombardia di diventare sede di una delle principali agenzie europee, l'EMA, European Medicins Agency.
Solo qualche mese fa, la sfida di Milano sembrava impossibile, ma le istituzioni locali e nazionali decisero di lavorare assieme per tentare di contrastare le più quotate candidature nord-europee. Tutti ci hanno messo del loro e, settimana dopo settimana, le quotazioni del capoluogo lombardo sono salite. Alla fine, il dossier milanese è stato universalmente riconosciuto come il migliore e la città ha ottenuto grandi riconoscimenti internazionali. Purtroppo non è bastato: pur essendo risultata in testa per tutte e tre le votazioni previste, Milano è stata superata da Amsterdam solo grazie a un beffardo sorteggio.
Un vero peccato, ma il percorso fatto dimostra come una solida collaborazione tra le diverse istituzioni possa rendere molto competitiva l'area milanese e lombarda.
In questi giorni si è insediato a Milano anche il tavolo di trattativa con il Governo sulla possibile maggiore autonomia della nostra regione. All'ultimo piano di Palazzo Lombardia le delegazioni di Lombardia ed Emilia Romagna hanno incontrato il sottosegretario Gianclaudio Bressa, accompagnato dai tecnici ministeriali. Si è respirato un clima di grande collaborazione, ben lontano dalle bellicose affermazioni che hanno portato al referendum dello scorso 22 ottobre, che pare ormai molto lontano. Bisogna dare atto a Maroni di aver scelto un atteggiamento di collaborazione con Roma, lasciando Zaia solo con le sue rivendicazioni di autonomia speciale e affiancandosi a Bonaccini, che con l'Emilia Romagna ha preferito intraprendere un percorso rigorosamente nel solco tracciato dalla Costituzione. Si tratterà con Roma e lo si farà sul serio, abbandonando la retorica cripto-secessionista del residuo fiscale e le velleità di ottenere una surrettizia autonomia speciale che avevano tanto il sapore di un nuova edizione del "Roma ladrona" di bossiana memoria.

25 novembre 2017

IN PIEDI, SIGNORI, DAVANTI AD UNA DONNA:

Pensiamo al nostro paese, all'Europa, ma anche a tante parti del mondo....

Per tutte le violenze consumate su di lei
per tutte le umiliazioni che ha subito
per il suo corpo che avete sfruttato
per la sua intelligenza che avete calpestato
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata
per la libertà che le avete negato
per la bocca che le avete tappato
per le ali che le avete tagliato
per tutto questo
in piedi, Signori, davanti ad una Donna.
E non bastasse questo
inchinatevi ogni volta che vi guarda l’anima
perché Lei la sa vedere
perché Lei sa farla cantare.
In piedi, Signori, ogni volta che vi accarezza una mano
ogni volta che vi asciuga le lacrime
come foste i suoi figli
e quando vi aspetta
anche se Lei vorrebbe correre.
In piedi, sempre in piedi, miei Signori
quando entra nella stanza e suona l’amore
e quando vi nasconde il dolore e la solitudine
e il bisogno terribile di essere amata.
Non provate ad allungare la vostra mano per aiutarla
quando Lei crolla sotto il peso del mondo.
Non ha bisogno della vostra compassione.
Ha bisogno che voi
vi sediate in terra vicino a Lei
e che aspettiate che il cuore calmi il battito
che la paura scompaia
che tutto il mondo riprenda a girare tranquillo
e sarà sempre Lei ad alzarsi per prima
e a darvi la mano per tirarvi su
in modo da avvicinarvi al cielo
in quel cielo alto dove la sua anima vive
e da dove, Signori, non la strapperete mai.

(William Shakespeare)

23 novembre 2017

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA


Sabato 18 Novembre 2017

Il palo di Darmian
La mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali di calcio è conseguenza di una serie di errori ampiamente esaminati durante tutta la settimana appena trascorsa. Come in tutte le vicende umane alle cosiddette “cause di fondo” si sovrappongono poi gli episodi, spesso decisivi. I pochi centimetri che hanno fatto sì che il tiro del nostro terzino sbattesse sul palo anzichè finire in rete separano gloria e vergogna. Lunedì, poche ore prima del dramma nazionale si è tenuta la Direzione del PD, cui spettava cercare di evitarne un altro ancor più pesante: la sconfitta alle urne. Il primo tempo si è chiuso richiamando dalla panchina uno dei nostri ex-bomber: Piero Fassino. Centravanti di razza anche se un po’ arrugginito cui spetta il compito arduo di rimettere insieme una squadra. Troppo tardi, forse: le occasioni vere sono già state sciupate, l’ultima con la pessima legge elettorale. Eppure io tifo perchè stavolta la palla entri: passi pure un’estate senza Italia ai mondiali, ma col duo Salvini-Berlusconi rischiamo una retrocessione definitiva.

La settimana in Regione
Sono state approvate due nuove leggi regionali, a larga maggioranza la prima ed all’unanimità la seconda. Una contiene “disposizioni per la tutela delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria”, e si è resa necessaria per adeguare le azioni regionali alle nuove normative in ambito sanitario, socio-sanitario, di istruzione e formazione. Lo scarso interesse della maggioranza ha permesso l’approvazione a sorpresa di qualche emendamento migliorativo, in un provvedimento nel complesso positivo anche se poco finanziato. Piena condivisione, invece, sulla legge che dispone l’adozione di clausole sociali nei bandi regionali. Viene così rafforzata la tutela nei confronti dei lavoratori “uscenti” in caso di cambio del soggetto appaltatore.

22 novembre 2017

NEWSLETTER QUINDICESIMO PIANO

Newsletter 167 / novembre 2017
L'inverno sta arrivando. E non è solo il motto tanto caro ai lettori della interminabile saga de "Il trono di spade". Ce lo confermano le giornate sempre più corte, i freddi mattutini, le prime gelate, la voglia di ritornare presto al tepore familiare.
Sarà per questo, sarà per quello, l'attività in Regione Lombardia si è subito conformata alla stagione incipiente. Pochi e ben concentrati gli appuntamenti. Scarse le presenze nella maggioranza che anche nell'ultimo Consiglio regionale ha rischiato di andare sotto.
Questa X legislatura appare sempre più in prossimità del capolinea e ha ormai ben poco da dire ancora. Qualche riunione col governo intorno ai tavoli per l'autonomia, tanto per dare un senso al referendum e l'approvazione a dicembre dell'ultimo bilancio di previsione: poi si chiude.
Agli elettori l'ardua sentenza e il giudizio finale su ciò che poteva essere e non è stato.

13 novembre 2017

Alle radici del mal di sinistra

Ci pare un articolo serio capace di suscitare delle considerazioni utili in questo periodo.

di TOMMASO CERNO  La Repubblica - 13 novembre 2017

La sinistra si gioca oggi, come l’Italia di mister Ventura, la qualificazione al campionato politico di primavera. Si presenta in campo priva di un progetto per il Paese e soprattutto di una visione del mondo. Si presenta divisa e pronta a dare la colpa all’arbitro. Si presenta all’indomani di una scissione che ha spento il nucleo del progetto democratico.

Fatica a trovare un collante capace di rimettere insieme i cocci sparsi sul terreno progressista. Al punto che alla vigilia della direzione del Pd che fa da spartiacque fra la legislatura che si spegne e i riflettori della campagna elettorale che si accendono, sono intervenuti — allo scadere, come si dice in gergo — Romano Prodi e Walter Veltroni, abiurando il voto di starsene fuori dalla contesa che, bluffando un po’, avevano fatto entrambi. Segno che la situazione si è davvero messa male.

Va premesso che Matteo Renzi dal palco non farà un discorso epico, farà un discorso prevedibilissimo. Conterrà un’apertura non formale a sinistra, nessuna abiura su ciò che il Pd ha fatto finora, non imporrà tuttavia agli altri partiti di giudicare buone quelle scelte. Toglierà infine di mezzo la questione della sua leadership nel futuro governo e, in perfetta tradizione italiana, attenderà i commenti. Al termine del suo intervento, ognuno potrà leggere ciò che ha detto come meglio gli comoda. E ne ascolteremo delle belle.

Tutto e il contrario di tutto. Ne deriva che la decisione da prendere — se si tenterà davvero di creare una coalizione allargata, capace di respingere l’avanzata delle destre oppure si deciderà di far passare la Svezia, cioè di arrendersi alla sconfitta — dipende da altro: è una scelta sostanziale che la sinistra, nelle sue mutazioni, deve maturare dentro di sé pensando solo al futuro del Paese e non al proprio. Per farlo, deve porsi una domanda su cosa sia diventata.

Cosa provoca questo mal di sinistra, la sensazione cioè di non saper più penetrare l’animo dell’Italia e del mondo?

Tre ragioni.

La prima ragione è di natura politica: mentre il nazionalismo si fa globale e diventa uno dei motivi politici più potenti del pianeta dai paesi ex-socialisti dell’Unione europea, all’Inghilterra della Brexit, gli Usa di Trump, la Russia di Putin, la Turchia di Erdogan, l’India di Modi, la sinistra rinuncia — più ancora della destra — alla dimensione internazionale. Si richiude dentro i confini della Stato-nazione che contesta, si provincializza mentre fuori marciano populismi e forze antisistema che arruolano milioni di cittadini in tutto il mondo.

È uno scherzo della storia che la forza internazionalista per definizione rischi l’estinzione proprio quando i confini non esistono più. Ma basta ascoltare il dibattito per capire che è così. Perfino quello sulle migrazioni dall’Africa, la questione più difficile del secolo appena iniziato, è declinato all’interno dell’Italia. Si parla solo di leggi, di riforme vuote, di emendamenti e di mozioni. Come se all’improvviso la sinistra fosse diventata un Bignami di amministrazione pubblica e non un pensiero che sogna un mondo migliore.

La seconda ragione è di natura culturale: la sinistra italiana, divisa in cento correnti autodefinitesi tutte riformiste e che si distinguono solo dalle virgole nei comunicati stampa, non è più di sinistra. Non perché Renzi sia un moderato o un destrorso contaminato dalla stima del Cavalier Berlusconi, ma perché ha assunto una visione di se stessa che è animata dagli stessi fantasmi che animano la restaurazione culturale di questo tempo. Se ci riflettiamo la stessa idea della frontiera da chiudere, lasciando fuori gli “altri”, che anima la xenofobia e l’odio del terzo millennio, attingendo a uno dei cardini del nazionalismo storico, e che si dovrebbe combattere, è identica al virus che ha avvelenato la sinistra italiana: il desiderio di chiudersi in un’area più stretta dove tutti si somigliano. Una specie di mito della razza pura in politica. Un modo democratico per odiare l’altro.

La terza ragione è di natura pratica: a sinistra ormai tutti mentono sapendo di mentire. Prendiamo il surreale dibattito sulla riconferma di Ignazio Visco a Bankitalia. Renzi ne contesta l’operato, opinione legittima, ma viene criticato per il “poco senso dello Stato”, l’uomo solo al comando che si fa beffa del tempio istituzionale per eccellenza, rischiando di lordarne il marmo. Tutto giusto. Ma perché allora nessuno si è alzato a contestare quando, in pochi giorni, i presidenti di Camera e Senato hanno deciso per ragioni politiche di dismettere le vesti istituzionali e candidarsi alla guida di nascenti partiti della Nouvelle Gauche all’italiana? Eppure, storia repubblicana alla mano, si tratta della prima volta. Non era mai capitato.

La sinistra va in campo così, appunto come l’Italia di Ventura. Pensando a sostituire l’allenatore e non a vincere la partita. Primitiva ed elementare, in questo sì simile al nazionalismo di destra che a parole vorrebbe sconfiggere.

8 novembre 2017

Obiettivo Lombardia 2018: il PD lavora e Giorgio Gori è ufficialmente in corsa!


Care democratiche, cari democratici,

settimana scorsa a Napoli il PD ha gettato le basi per il lavoro che ci prepariamo a fare per i prossimi anni. Come purtroppo speso capita nel dibattito a cui assistiamo ormai da molto tempo, l'attenzione che si riesce a dare ai momenti di elaborazione culturale, politica, ai famosi temi, contenuti, non pareggia e non supera mai lo spazio delle polemiche, delle schermaglie, dei retroscena. Io penso tuttavia che sia un risultato notevole che un grande Partito abbia tenuto una conferenza programmatica nella quale cominciare a costruire il proprio messaggio per l'Italia.

Allo stesso tempo, la volontà che i contenuti raccolti ed emersi in quell'occasione siano il punto di confronto con le altre forze politiche speriamo possa consentirci di mettere da parte le troppe polemiche che ci accompagnano da un po' di tempo, i personalismi, le chiusure a priori.

Nel nostro piccolo, prosegue il lavoro all'interno dei forum e nelle zone sul programma per le regionali; ieri sera nel vimercatese, oggi a Monza e nell'ovest, settimana prossima in alta Brianza, l'ascolto delle realtà per fare emergere punti di forza e di debolezza, temi locali e temi generali, prosegue. Perché come è giusto che ci siano momenti più simbolici, istituzionali, mediatici, nei quali fare sintesi e presentare il messaggio, allo stesso tempo non dobbiamo dimenticarci che lavorare sul programma, ossia operare un confronto costante tra la propria piattaforma valoriale e la realtà effettiva e le esigenze delle persone, è una sfida quotidiana per chi fa politica, sfida che vogliamo giocare fino in fondo.

Nell'ultima direzione regionale Giorgio Gori è stato ufficialmente scelto come nostro candidato per la Presidenza della Regione Lombardia. Non si svolgeranno dunque le primarie, il nome di Giorgio ha unito tutto il Partito Democratico e ha incontrato il sostegno di numerosi altri soggetti politici che insieme a noi vogliono costruire con il sindaco di Bergamo l'alternativa a questi anni di immobilismo della Regione; rimane il tema di MDP, che non ha ancora preso la sua decisione, se competere insieme a noi o se andare da soli; nella speranza che si possa ulteriormente ampliare la coalizione con cui sfidare e battere il centrodestra, il lavoro di questi anni continua, con l'aggiunta che il nostro candidato c'è ed è ufficiale.

Pietro Virtuani

7 novembre 2017

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA


Sabato 04 Novembre 2017

Il candidato
La Direzione regionale del PD all’unanimità ha indicato Giorgio Gori quale candidato alla presidenza di Regione Lombardia. Attorno a lui si intende costruire un’alleanza di centrosinistra, la più larga possibile. Niente primarie quindi, e considerato il fatto che avremmo rischiato di farle la settimana di Natale senza una vera contesa a me pare una scelta di buon senso. Questo rischia ora di divenire il pretesto per lo strappo da parte di Art.1-MDP, ma i continui rinvii (era stata invano loro proposta la data limite del 3 dicembre per le primarie) in realtà sottendono nodi politici irrisolvibili, anche col ricorso ai gazebo. Tutti attendono l’esito del voto siciliano ed i suoi possibili contraccolpi. La probabile coincidenza poi di voto regionale e nazionale non aiuta: sarà un Giro di Lombardia costellato di molte salite impegnative. Servirà un Gori alla Nibali per vincere.

La settimana in Regione
La settimana trascorsa è stata monopolizzata dalla predisposizione della Risoluzione per avviare la trattativa col Governo sulle maggiori forme di autonomia oggetto del referendum del 22 ottobre scorso. Il lavoro è stato principalmente svolto dalla conferenza dei capigruppo, salvo poi il passaggio nelle diverse commissioni. Si è dovuto comprimere in pochi giorni un lavoro che si sarebbe dovuto impostare ben diversamente: del resto l’appuntamento con l’Emilia-Romagna al Ministero era stato già programmato per giovedì 9 e la Lombardia per aggregarsi a quel carro ha dovuto correre. Si conferma comunque l’inutilità del referendum visto che alla fine Maroni deve accodarsi a Bonaccini, che nel frattempo ha usato meglio soldi e fatica e si presenta al tavolo con un dossier più ricco ed argomentato e quindi con maggiori chances di successo.

6 novembre 2017

NEWSLETTER QUINDICESIMO PIANO

Newsletter 165 / novembre 2017
Anche se fuori c'è il sole, la settimana che dalla Festa dei Santi e la commemorazione dei defunti si allunga alla ricorrenza del 4 novembre induce alla malinconia. Sarà per i ricordi del passato e delle persone che ci hanno lasciato, per il profumo dei crisantemi, per le foglie a terra e gli alberi spogli... Tutto contribuisce a creare un clima di tristezza.
Ci mette del suo anche Bobo Maroni che, reduce da un referendum dai risultati non proprio brillanti, ha finalmente deciso di percorrere la strada indicata dall'art. 116 della Costituzione per ottenere maggiori forme di autonomia per la Regione. Lo farà attraverso un documento predisposto dalle commissioni in quattro e quattr'otto, quando c'erano mesi e mesi a disposizione per produrre una seria piattaforma.
A riportare la serenità ci ha pensato Giorgio Gori che nei giorni scorsi, con il voto unanime della direzione regionale del PD, è stato designato candidato presidente del centrosinistra alle prossime consultazioni regionali. Non si terranno pertanto le primarie. Adesso possiamo iniziare a giocare la difficile e importante partita per Lombardia 2018.

1 novembre 2017

Di fronte a un bivio

Gli elettori sono molto più saggi di quello che crediamo e molto più realisti di coloro che chiedono il loro voto o li chiamano alle urne.
Lo ha confermato anche il referendum per l'autonomia. Doveva essere una sorta di giudizio universale per il futuro della Lombardia e si è rivelato un chiaro, ma non così forte, segnale di via libera al cammino verso il regionalismo differenziato.
Maroni ostenta soddisfazione, ma tira un sospiro di sollievo benedicendo la sua trovata comunicativa di fissare una soglia più che abbordabile per decretare il successo di una consultazione che non ha certo scaldato il cuore dei lombardi.

Il trionfatore politico del 22 ottobre è il governatore veneto Zaia, che ha incassato una sorta di plebiscito dai suoi elettori e ha subito alzato i toni invocando lo statuto speciale per la sua regione.
Maroni deve accontentarsi del sostegno di un lombardo su tre e ha scelto un atteggiamento più istituzionale, prendendo atto che la maggioranza dei lombardi non lo seguirebbe mai sulla strada dello scontro frontale con Roma.
La partita vera comincia ora ed è tutta in salita.

30 ottobre 2017

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA


Sabato 28 Ottobre 2017

L’autogol
Più che l’esito, tutto sommato scontato, dei referendum sull’autonomia sarà quello, più controverso, sulla legge elettorale a consegnare prevedibilmente la rappresentanza delle Regioni del Nord al centrodestra. Continuano a sfuggirmi i motivi per i quali si sia spalancata ai nostri avversari la porta dei collegi uninominali a turno unico e con voto abbinato ai listini del proporzionale. Comprendo che questa fosse la scelta preferita dai nostri competitori, ma servirgliela così senza contropartite adeguate mi pare autolesionistico. Le prossime elezioni, quindi, partono in salita, con uno 0-1 in avvio. Per evitare che si trasformi in 1-60 come nel 2001 in Lombardia bisognerà battersi alla grande. Anzitutto allargando le alleanze e riportando al voto i delusi. Ma soprattutto, d’ora in avanti, cercando di buttare la palla nella porta altrui, non nella propria.

La settimana in Regione
Prima del dibattito sull’esito del referendum martedì il Consiglio ha licenziato altri tre provvedimenti. È stata anzitutto approvata una legge per il sostegno ai familiari delle vittime del terrorismo. La Regione si impegna a fornire loro anzitutto il supporto necessario sia sul piano umano che organizzativo, oltre che economico. È stata istituita quindi una riserva naturale lungo il Serio, in provincia di Bergamo, denominata Malpaga-Basella. Infine è stata approvata una risoluzione sul tema del caregiver, di chi si prende cioè cura di un proprio familiare sacrificando molto spesso così la propria stessa vita. Il testo rinvia soprattutto al parlamento un intervento legislativo in merito, per ampliare le misure di sostegno, ma da parte nostra abbiamo avanzato anche proposte che già la Regione potrebbe fare proprie.

28 ottobre 2017

NEWSLETTER QUINDICESIMO PIANO

Newsletter 164 / ottobre 2017
Nulla è più facile che illudersi", ammoniva Demostene. "Perché l'uomo crede vero ciò che desidera". Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, recita un vecchio proverbio popolare. E così, 55 milioni di euro dopo, siamo punto e a capo. Archiviato l'inutile e costoso referendum, dal risultato imbarazzante in relazione ai soldi spesi, Maroni ora non può fare altro che accodarsi all'Emilia Romagna che ha già aperto un tavolo a Roma per ottenere maggiori competenze. E, tutto ciò, senza spendere un centesimo, come d'altra parte era previsto dall'articolo 116 della Costituzione. L'atteso plebiscito a suo favore non c'è stato, a Milano e nell'hinterland il risultato è addirittura preoccupante, quindi il presidente ora smania per aprire in fretta la fase delle trattative.

Esiste una "questione settentrionale"? Certo che sì. Ma va affrontata con serietà. Il PD è disponibile a lavorare sui temi del regionalismo differenziato, purché si accetti il confronto. Se la campagna elettorale deve continuare, noi non ci saremo.

21 ottobre 2017

Referendum inutile e dispendioso

E’ un Referendum consultivo senza incidenza concreta sull’autonomia.
Da lunedì, se vincerà il SI e sarà alta l’affluenza alle urne…  non cambierà nulla !!!
Infatti le competenze delle Regioni sono già definite dall’art. 116 della Costituzione.
Cosa poteva fare Maroni? 
Evitare la consultazione facendo un lavoro serio, come aveva iniziato a fare Formigoni prima di lui, invece di alzare polvere sulla possibilità di trattenere in Lombardia i soldi delle tasse a pochi mesi dalle elezioni.
Precisiamo che la propaganda di Maroni costerà alle tasche dei lombardi 55 milioni di euro (ricordiamo che per la Sanità vengono spesi  48 milioni !!! all’anno)
Per cosa?   Per una questione legata alla campagna elettorale.  
Ci dispiace leggere che il Gruppo Sulbiate Insieme ha dato indicazioni per il  SI e lo ha fatto  illudendo i sulbiatesi sugli effetti del voto, parlando di risparmi, di soldi che arriveranno alla Regione e dicendo il falso sul Comitato dei Sindaci del PD, lasciando intendere che detto comitato rappresenta tutti i Sindaci. E’ nato un Comitato per il SI alla vera Autonomia.   Ciò aiuta solo ad alzare il polverone….non a fare chiarezza !
Riportiamo quanto apparso sul GIORNO in luglio 2017 a proposito della presentazione del Comitato per il Sì al referendum per l’autonomia
«Un sì diverso. Un Sì che ha contenuti e che, a differenza di quello proposto da Maroni, è fattibile». È «un’operazione verità» del centrosinistra, come l’hanno definita ieri il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, per presentare il Comitato per il Sì al referendum per l’autonomia, rispetto alla consultazione indetta dal governatore leghista Roberto Maroni sostenuta da centrodestra e M5S. «Abbiamo deciso di dar vita a questo comitato - ha spiegato Gori - perché riteniamo sia importante fare campagna per i veri motivi per cui i cittadini lombardi saranno chiamati a esprimersi il 22 ottobre». Non più soldi alla Lombardia, come sostiene Maroni, ma «maggiori responsabilità» a partire da due materie: ambiente e ricerca per l’innovazione tecnologica.

Il sindaco di Bergamo, capofila dell’operazione, ha sostenuto che il Comitato è un’iniziativa «senza simboli di partito» aperta «anche a chi rappresenta partiti politici diversi». Un Sì diverso, ha sottolineato Sala, «perché ciò che propaganda Maroni altro non è che quel secessionismo già proposto dalla Lega Nord, irrealizzabile, al quale siamo assolutamente contrari». Dunque ambiente e innovazioni tecnologiche, perché «è giusto che sia l’ente regionale a decidere sui finanziamenti». Per quanto riguarda l’idea di rendere la Lombardia una regione a statuto
autonomo «non soltanto è un errore, ma è un’ipotesi del tutto irrealizzabile».

Un tema che i sindaci Pd considerano mero strumento di propaganda.

Infine una precisazione.
Il Referendum è consultivo, differente quindi da quelli abrogrativi e ben diverso dalle consultazioni elettorali, che sono diritto-dovere di ogni cittadino.  In questo caso ha senso non andare a votare  per dire che, per noi, l’Autonomia è altra cosa!
E la vogliamo costruire seriamente.

20 ottobre 2017

Referendum e federalismo differenziato. L’impegno del PD

Il documento del Partito Democratico Lombardia sul referendum per l’autonomia rafforzata in programma in Lombardia il 22 ottobre 2017.

L’indizione del referendum sul federalismo differenziato è l’atto con il quale si chiude la legislatura di Roberto Maroni, caratterizzata da tante inchieste giudiziarie e da pochissimi risultati. Iniziata con la solenne promessa di trattenere sul territorio almeno il 75% delle tasse pagate dai cittadini lombardi, terminerà a quattro mesi dal voto con un costoso e inutile referendum consultivo. Dopo cinque anni Maroni non solo non manterrà la promessa, ma sprecherà di sicuro 50 milioni di euro. Un vero fallimento politico e amministrativo.

In questo contesto è bene ricordare che il federalismo differenziato è stato inserito in Costituzione dal centrosinistra nel 2001. Come PD, abbiamo da sempre sostenuto la possibilità per le Regioni in equilibrio di bilancio di vedersi riconosciute competenze aggiuntive accompagnate da adeguate risorse, così da valorizzare le vocazioni e le specificità di ciascun territorio, mantenendo fermi come valori indiscutibili l’unità nazionale e la solidarietà dei territori.

18 ottobre 2017

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA


Sabato 14 Ottobre 2017

Viola non c’è
Dieci anni fa nasceva il PD. Ricordo quell’assemblea alla nuova Fiera di Milano carica di speranze. Ci andai in compagnia di Maria Luisa Cassanmagnago, mia illustre concittadina purtroppo scomparsa da qualche anno. Già in questo si manifestava l’incontro tra culture diverse, non distanti. Con noi c’erano moltissimi giovani. Ad una di loro, Viola, toccò di introdurre dal grande palco la giornata raccontando non senza emozione le attese di una generazione allora da poco maggiorenne. All’odierna celebrazione di compleanno mancheranno molti padri nobili. Ma mancherà soprattutto lei, Viola, da tempo purtroppo disillusa. Certo, nel frattempo altri giovani si sono avvicinati raccogliendone il testimone. Questo non basta a spiegare le ragioni di quell’abbandono, sulle quali bisogna riflettere, se non altro per evitare che tornino a ripetersi.

La settimana in Regione
L’attività regionale è ridotta al minimo in questi ultimi giorni di campagna referendaria. Tuttavia dalle commissioni sono stati licenziati due provvedimenti legislativi che a breve approderanno in aula: il primo in tema di interventi di assistenza alle vittime del terrorismo, il secondo sull’introduzione di clausole sociali all’interno dei bandi regionali. Tornerò su entrambe le misure in occasione della prossima seduta di approvazione, prevista per il 24 ottobre. Voglio però segnalare un fatto, sfuggito anche ai solitamente solerti censori della stampa locale. La votazione del primo progetto di legge ha visto l’assenza del gruppo dei 5 Stelle. Non per scelta politica di dissenso, ma perché quel giorno tutta la pattuglia pentastellata lombarda ha preferito andare in gita a Roma per partecipare ad una manifestazione di protesta fuori da Montecitorio contro la legge elettorale. Questi signori, sempre pronti a fare la morale agli altri, si sono scordati di esser pagati dai cittadini lombardi anzitutto per lavorare a Palazzo Pirelli: la propaganda del loro Movimento dovrebbe venire dopo.

17 ottobre 2017

Ecco come si risparmia sul treno

Italo-Frecciarossa, la guerra dei prezzi
L'algoritmo, più o meno, è lo stesso sia per Trenitalia che per Ntv: sistemi automatici che nello stabilire i prezzi dei biglietti tengono conto della domanda e dell'offerta. Così per i treni in cui c'è meno richiesta, il prezzo sarà più basso perché ci saranno più biglietti disponibili. Mentre per quelli nelle ore di punta, o nei weekend, il costo aumenta con il calare dei posti e delle offerte disponibili. Ma quando conviene viaggiare sui treni dell'alta velocità? Ci sono giorni o orari migliori? E soprattutto, è vero che i prezzi da quando alle Frecce si sono affiancati gli Italo sono diminuiti?

Le fake news sul referendum: facciamo chiarezza



16 ottobre 2017

NEWSLETTER QUINDICESIMO PIANO

Newsletter 162 / ottobre 2017
Settimana insolitamente calda per la stagione a causa dell'anticiclone, ma anche per le discussioni sorte intorno alla legge elettorale nazionale in esame al Parlamento. D'altra parte una soluzione andava trovata per "chiudere ordinatamente la legislatura" e per affrontare il turno elettorale che, per le politiche e le regionali, con ogni probabilità, verrà fissato nella prima metà del prossimo marzo.
Ma prima in Lombardia, a fare da traino, è stato indetto il referendum e per promuoverlo adeguatamente la maggioranza ha deciso di fermare tutto il resto: niente sedute di Consiglio in ottobre e la prossima settimana niente commissioni.
Maroni si aggira nei corridoi preoccupato per un esito che non sembra più tanto scontato.
Vinceranno sicuramente i Sì, ma la partita si gioca tutta sulla percentuale di partecipazione dei lombardi e le notizie non sembrano essere un granché buone.
Eccolo allora moltiplicare le energie e gli sforzi: più pubblicità, più manifesti giganti, più convegni, più soldi e... più bugie.
Poi la parola passerà ai cittadini che, francamente, potrebbero essere stanchi a ragione di essere presi in giro per le promesse mai mantenute.