25 marzo 2016

NON FACCIAMO VINCERE IL TERRORE

Piangiamo i morti di Bruxelles e Tarragona. L'Europa si riscopre vulnerabile. La paura striscia tra le nostre case. E… che succede in Lombardia? La maggioranza non riesce a mettere insieme i voti necessari per approvare il documento che avrebbe dovuto fornire la posizione del consiglio regionale sul programma annuale della Commissione Europea.
Neppure l'apprezzabile sforzo dell'Ufficio di Presidenza che ha voluto arricchire il dibattito con la presenza di rappresentanti del Parlamento italiano ed europeo è servito. La Lega, seguendo lo stile (ammesso che si possa definir tale) del suo leader, non ha perso l'occasione per rilanciare i propri slogan, incurante del dramma che si stava consumando nel cuore dell'Europa. Magliette contro l'olio tunisino e alzata di scudi contro la libera circolazione in Europa sancita dal trattato di Shengen hanno accompagnato una giornata che avrebbe dovuto dimostrare la volontà di reazione unitaria alla barbarie e al terrore, ma non ha fatto altro che confermare la miopia di chi crede di potersene fregare di tutto e di tutti in nome di un possibile tornaconto elettorale.

“Muri contro i migranti, una vittoria del terrorismo”

«Per vincere, i terroristi fondamentalisti possono tranquillamente contare sulla miope collaborazione dei loro nemici». Sospensione di regole base della democrazia, risentimento verso gli stranieri, il circolo tra propaganda politica e xenofobia, stati-nazione incapaci di affrontare un fenomeno epocale come le grandi migrazioni. La “refugee crisis”, prima e dopo gli attentati di Parigi, è la cartina tornasole di una più globale crisi dell’Occidente, spiega in quest’intervista a Open Migration del 27 dicembre 2015 il grande sociologo della società liquida Zygmunt Bauman. Un’emergenza che durerà a lungo e alla quale l’Europa non ha ancora trovato gli argomenti adeguati per rispondere, presa in mezzo tra la necessità di aumentare i controlli – da ultimo la stretta sulle identificazioni forzate alle frontiere – e la necessità di tenere aperto uno spazio comune europeo.
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